CARIGE, COME I TOP MANAGER SVALIGIARONO LA BANCA

Un libro sulle vicende della più importante banca ligure racconta come è possibile far sparire centinaia di milioni di euro da una banca con le acquisizioni. L’ex ras Giovanni Berneschi è stato condannato a 8 anni e 2 mesi per truffa, riciclaggio e associazione a delinquere. Ora alla tolda di comando c’è l’imprenditore Vittorio Malacalza che da quando è entrato nella banca come “salvatore” ci ha rimesso più di 200 milioni di euro. E maledice probabilmente il giorno in cui ha avuto questa idea di fare il banchiere.

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Da questa analisi è stato tratto l’articolo (vedi qui) pubblicato su “Il Fatto Quotidiano” del 9 agosto 2017

 

Su Sky da alcune settimane spopola fra gli appassionati del genere la serie “Riviera”, un ritratto nerissimo e insieme sfavillante del jet set della Costa Azzurra, a base di scandali bancari, sesso, segreti e inganni. Una fiction.

Ci sono meno di 200 chilometri fra Montecarlo e Genova ma la realtà che emerge dalla lettura del libro “Banche in sofferenza. La vera storia della Carige di Genova (goWare ed Epoké Editori) scritto dalla giornalista Carlotta Scozzari supera la fantasia. E la riviera italiana non ha nulla di invidiare a quella francese.

Un libro racconta la vera storia di banca Carige

A Genova di sesso se ne fa poco (il tasso di natalità in Liguria ha il record negativo) ma in quanto a imbrogli finanziari, scalate e tradimenti e colpi di scena non manca nulla nella storia di Carige.

C’è un protagonista principale che emerge fortissimo in questo sfascio (ma non è il solo) ed è Giovanni Berneschi, l’ex presidente di questa banca e il vero dominus degli ultimi decenni di questo istituto.

A febbraio è stato condannato in primo grado a otto anni e due mesi (con la libertà vigilata) e alla confisca di 26 milioni di euro con l’accusa di associazione a delinquere, truffa e riciclaggio.

il libro/ebook di Carlotta Scozzari fa luce sulla storia di Carige dell'ultimo ventennio
il libro/ebook di Carlotta Scozzari fa luce sulla storia di Carige dell’ultimo ventennio

“Ci mancava mi sparassero”, la prima reazione a caldo dell’ex vertice Carige dopo la lettura del dispositivo della sentenza.

Oltre 2 anni in più di quanto aveva chiesto il pm Silvio Franz in un processo dove erano imputate altre 7 persone fra assicuratori, commercialisti, immobiliaristi, notai e avvocati della Genova che conta.

Come ti rapino una banca a Genova

La maxi truffa per l’accusa (oltre un centinaio di milioni di euro fatti sparire e accertati) consisteva nel far acquistare dal ramo assicurativo della banca (Carige Vita Nuova) immobili, hotel e quote azionarie di imprenditori compiacenti a prezzi gonfiati per poi dividere il malloppo milionario.

E nel libro della Scozzari si scoprono molte cose interessanti su come funzionava il “giro del fumo”.

Per esempio le assicurazioni Carige Vita Nuova comprano dall’immobiliarista Ernesto Cavallini (condannato a 8 anni e 6 mesi) gli alberghi Hotel Mercure di Milano e l’hotel Pisana di Roma al prezzo complessivo di 70,5 milioni di euro, cifra che “risulta essere di circa il 50% superiore al reale valore grazie alle valutazioni gonfiate del valore dei due alberghi”.

I soldi delle mega cresta documenta l’accusa vengono poi spartiti dall’ex capo di Carige, Berneschi, dall’ex capo del ramo assicurativo, Ferdinando Menconi (7 anni) e dagli imprenditori e professionisti complici e reinvestiti in Svizzera (per esempio l’Holiday Inn di Lugano) attraverso varie aziende schermo domiciliate in mezzo mondo.

Un format di truffa utilizzato con successo diverse volte.

Sì stiamo parlando proprio dell’ex numero 1 della banca ligure (dove percepiva un compenso annuo milionario) nonchè dal luglio 2009 al 2014 ex vice-presidente dell’Abi, l’associazione dei banchieri (la stessa che aveva nominato Mussari di MPS come presidente) che frodava da anni la sua stessa banca secondo gli atti processuali.

Prove e intercettazioni raccolte nel libro (disponibile anche in ebook su Kindle) veramente imbarazzanti non solo nei confronti di questo banchiere ma anche nei confronti dei passati consigli di amministrazione come dei sindaci e revisori che non si accorgevano della tosatura da centinaia di milioni di euro operata nei confronti dell’istituto di credito ligure. Con autorità di controllo per molti anni distratte su quello che accadeva a Genova & dintorni.

Dal dicembre 2012 iniziano le ispezioni di Bankitalia (le sanzioni arriveranno nel 2014) che rilevano le “stranezze” di questa banca dove alcuni imprenditori vicini a Berneschi o rappresentati nel consiglio di amministrazione ricevono crediti a go go.

E se anche non pagano i debiti si continuano a finanziare pur di non svalutare quanto già concesso e far emergere le perdite milionarie. E si comprende così leggendo questo libro come Carige sia arrivata a cumulare oltre 7,2 miliardi di crediti deteriorati.

Gli immobili dati a garanzia vengono valutati generosamente attraverso perizie “display” (definizione degli ispettori Bankitalia), ovvero al computer, senza nemmeno recarsi sul posto per vedere se esistono veramente e in che stato si trovano. Le perizie poi sono gonfiate come insegnano tutte le cronache finanziarie di malafinanza di questi anni.

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Genova per noi

C’è tutta la Genova che conta intorno a Berneschi all’apice del suo lunghissimo potere che lo fa diventare il Doge della città. C’è la sponda berlusconiana di Forza Italia con Alessandro Scajola come vice-presidente (fratello del più noto ex ministro nel cda di Carige) ma anche il mondo delle Coop rosse. C’è il feeling con l’ex governatore ligure, Claudio Burlando ma anche la curia genovese grazie ai buoni rapporti con Tarcisio Bertone, ex segretario di Stato del Vaticano.

In Carige (e non solo purtroppo) il modello in voga è basato sui “debitori di riferimento”. Imprenditori che siedono nel consiglio di amministrazione e, approfittando della posizione influente, si fanno finanziare dalla banca stessa. Il modello alla “genovese” fa proseliti in tutta Italia e Berneschi si merita anche il titolo di Cavaliere del Lavoro nel 2005 e la laurea honoris Causa in “Economia Bancaria”, titolo concesso in pompa magna dal’Università di Genova.

Poi il precipizio giudiziario per Berneschi ma anche per gli azionisti di Banca Carige che hanno visto in questi anni crollare del 95% il titolo. Le vicissitudini di Carige non finiscono, infatti, con la defenestrazione di Berneschi ma come in un thriller finanziario a Genova i colpi di scena non finiscono mai.

Sul mercato si fa largo un cavaliere bianco o almeno così si presenta l’industriale siderurgico miliardario Vittorio Malacalza, che diventa nel 2015 l’azionista di riferimento di banca Carige con una quota inferiore al 18%.

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Arriva in Carige dopo aver guadagnato 300 milioni di euro in 5 anni grazie a una partecipazione in Pirelli dove ha fatto vedere i sorci verdi a Marco Tronchetti Provera e punta quasi tutta la “simpatica plusvalenza” sulla banca genovese. Dopo 2 anni però il suo investimento si è svalutato di circa 200 milioni di euro col titolo Carige sprofondato e la necessità secondo la BCE di varare un nuovo aumento di capitale “decisivo” che sarebbe poi il terzo in quattro anni.

Sotto la Lanterna i soldi non bastano mai

Una roba questa della ricapitalizzazione che non piace per niente al mercato e ai piccoli soci già provati visto che a Piazza Affari oggi Carige capitalizza circa 200 milioni di euro e ci sarebbe da richiedere al mercato almeno 550 milioni di euro (viene chiesto ai soci praticamente di triplicare l’investimento) più ricavare altri 200 milioni dalle cessioni soprattutto immobiliari. E con la BCE che aleggia come un falco da tempo, minacciando il commissariamento se non si arriva a un più definitivo riassetto.

L’ultima semestrale licenziata dall’amministratore delegato Paolo Fiorentino (ex Unicredit) nuovo di zecca di Carige cerca di vedere la luce in fondo al tunnel ma i conti restano pesanti. La semestrale 2017 indica una perdita di 154,9 milioni di euro con proventi operativi in discesa del 14,4% rispetto a un anno fa.
Rispetto a qualche anno fa la banca ha ridotto di circa la metà tutti i ricavi e l’attivo; il patrimonio netto ammonta a 2,1 miliardi di euro ma nonostante la cessione di sofferenze per quasi un miliardo di euro il portafogli crediti deteriorato resta elevato con inadempienze probabili a quota 2,3 miliardi di euro netti.

La situazione dentro Carige resta tesa su più fronti. Fra i soci eccellenti di Carige alcuni azionisti come il discusso miliardario Gabriele Volpi (che ha scelto Gianpaolo Fiorani, ex numero 1 della Popolare Lodi, come suo braccio destro) hanno iniziato da tempo a muoversi in disaccordo rispetto alle posizioni di Malacalza.

Sono state avviate dall’attuale azionista di maggioranza relativa azioni di responsabilità nei confronti sia di Berneschi che dei successivi vertici (Montani e Casltebarco) e anche l’amministratore delegato nominato dallo stesso Vittorio Malacalza (che è anche vicepresidente di Carige) dopo la sua presa, Guido Bastianini, è stato sfiduciato a giugno di quest’anno dopo un appello al cda dello stesso Malacalza: “o me o lui”.

I colpi di scena non mancano a Genova compresa la cessione delle compagnie assicurative (ex Carige Vita e ora Amissima) avvenuta nella primavera del 2015 al gruppo americano Apollo ( gestore di asset per 200 miliardi di dollari) che viene duramente contestata dall’attuale proprietà di Carige per il valore della transazione giudicata troppo bassa.

 

Quando gli americani di Apollo prelevarono 446 milioni di euro dalla liquidità di Carige e poi…

Ma non solo. Ci sono accuse pesantissime da parte dei legali di Malacalza agli americani di Apollo. Con richieste di risarcimenti di danni economici da centinaia di milioni di euro e particolari inquietanti come quando le assicurazioni Amissima nel mese di dicembre 2015 nel giro di un mese prelevano quasi tutta la liquidità giacente presso banca Carige per impiegarla in altro modo.

Dai conti di Carige sparisce così quasi la metà della liquidità visto che si tratta di quasi 446 milioni di euro e questa situazione mette in allarme la BCE. Un simile prelievo accende tutte le spie rosse dei controllori e mette in forte difficoltà la banca genovese .

Qualche mese a dopo un nuovo colpo di scena: il fondo Apollo annuncia un’offerta per rilevare i crediti deteriorati in blocco di Carige e iniettare 550 milioni di euro nel capitale della banca ligure per diventare il primo azionista. Malacalza non ci sta, sospetta che c’è un disegno per portargli via la banca in modo rapace e fa causa miliardaria agli americani di Apollo che contro-denunciano.

E tutto questo succede a Genova e non in un film come spiega l’avvincente libro di Carlotta Scozzari per gli appassionati del genere thriller finanziario all’italiana. Dove la realtà supera sempre la fantasia.

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Salvatore Gaziano

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