(parte del contenuto di questa analisi è stata pubblicata in anteprima nella nuova Lettera Settimanale che viene inviata ogni martedì agli iscritti al nostro sito insieme ad altri contenuti speciali: è possibile registrarsi gratuitamente qui nel caso non si fosse già registrati al nostro sito)
Come ben sa chi prova a disfarsi di mobili usati, è sempre più difficile ricavarne qualcosa. Dopo aver messo migliaia di annunci, anche regalandoli se almeno uno se li porta via, spesso rimangono sul gobbone. Tanto che alla fine si è costretti addirittura a pagare qualcuno per portarseli via. Accade anche con le banche tradizionali.
La banca HSBC ha deciso di uscire dal mercato bancario francese e per cedere l’ex Crédit Commercial de France (diventata poi HSBC France) al fondo Cerberus, il colosso bancario sino-britannico ha dovuto firmare un assegno da 1,6 miliardi di euro pur di liberarsi di 800.000 clienti e 244 filiali. La stessa banca che HSBC aveva acquistato per 11 miliardi di euro nel 2000!
Uno studio recente di PWC prevede un’ondata di chiusure di filiali da parte delle banche europee. Fino al 40% delle filiali potrebbe essere sul punto di chiudere entro il 2023. Ciò significa che sono imminenti tagli drastici per dipendenti e clienti delle filiali. E il motivo principale delle previste misure di chiusura è la scarsa redditività degli sportelli bancari.
Per le banche anche italiane fare la banca di “una volta” è diventata una totale “camurria” per dirla con Montalbano, perché è un’attività costosa, soggetta a mille regole quando si deve erogare credito, con margini sempre più risicati e una “compliance” sempre “più intricata anche a causa delle norme europee“ ha spiegato molto bene il professore Dino Crivellari, avvocato, esperto in materia del credito ed ex banchiere a un recente webinar a cui ho partecipato.
“Non fidandosi più dell’attività dei banchieri di fare il loro mestiere sono state emanate negli ultimi anni norme così rigide che di fatto sconsigliano oggi l’erogazione del credito – ha spiegato Crivellari – Se un cliente oggi ha probabilità anche basse di avere problemi creditizi la banca preferisce dedicarsi ad altro altrimenti dovrebbe accantonare cifre talvolta esageratamente elevate per come sono state scritte le regole europee. E vendere fondi d’investimento è molto più lucroso che erogare credito”.
Anche per questo molte banche prestano i soldi solo a chi ha le garanzie e chi ha un conto titoli si sente offrire altri soldi (il cosiddetto credito Lombard), perché in questo caso la banca è super coperta. Un bel problema questo delle banche che si stanno trasformando sempre più in reti di vendita e collocamento di prodotti finanziari, secondo diversi economisti, perché in un Paese dove le piccole e medie imprese sono l’ossatura, c’è il concreto rischio che molte andranno a gambe all’aria visto che troveranno sempre più gli sportelli delle banche chiusi in tutti i sensi.
Intanto dal mondo delle banche ha fatto notizia che quella con la più alta capitalizzazione al mondo, JP Morgan Chase, ha acquisito in Gran Bretagna uno dei pionieri europei del robo-advisoring inglese, Nutmeg. Una società specializzata in portafogli di ETF e basati su un servizio estremamente digitalizzato e web based che in questi anni ha raccolto 3,5 miliardi di sterline ma non ha mai visto bilanci in utile.
“Per JPMorgan dalle tasche profonde – secondo il Financial Times – è un piccolo prezzo da pagare per mettere le mani su un noto marchio che potrebbe aiutarlo a costruire una testa di ponte nel mercato bancario al dettaglio del Regno Unito”.
Nei mercati non protetti e “collusivi”, per dirla con Bragantini, (ex commissario Consob che fa le pulci all’attuale presidente) come quello inglese dove le provvigioni ai venditori di fondi sono state vietate dal 2012 con l’introduzione di una normativa che consente di fatto la consulenza solo a parcella (il modello che ha scelto SoldiExpert SCF da 20 anni) per tutelare maggiormente i risparmiatori inglesi, capitano anche queste cose.