La crisi ucraina: investire in Borsa è diventato troppo rischioso?

Il rialzo dei tassi annunciato dalla Fed e i venti di guerra russi stanno mettendo a dura prova le Borse. Facile per gli investitori scambiare la paura per prudenza

MoneyReport, il blog di SoldiExpert SCF

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Non ci facciamo mancare nulla come notizie ed eventi di questo periodo e in questi giorni alle tensioni sui mercati, tutto sommato ordinarie, derivanti dall’annunciato rialzo del costo del denaro, si è aggiunta come carta degli imprevisti per chi vuole investire in Borsa: i venti di guerra che spirano dalla Russia verso l’Ucraina.

La settimana passata (e l’inizio della nuova) non è stata propizia per i mercati azionari con soprattutto Stati Uniti lato Nasdaq e Russia in forte caduta. Una discesa che si è poi estesa ai listini di mezzo mondo (Italia anche, isole comprese) e che questo lunedì ha visto un tonfo di molti indici e un recupero in un contesto di elevata volatilità.

 

 

I MERCATI AZIONARI E LA CRISI UCRAINA

 

I russi dicono (a nome del portavoce del Cremlino) che “Stati Uniti e Unione Europea sono in una fase di isteria e che le dichiarazioni e le azioni compiute (come il ritiro del personale dalle ambasciate o l’invio di truppe al confine) stanno alimentando la tensione più di quanto sarebbe lecito”. I mercati azionari non l’hanno presa bene.

Siamo in piena strategia della tensione, insomma, e un po’ di isteria, in effetti, si è vista nella seduta di lunedì nelle Borse di mezzo mondo con quotazioni in rottura in verità da tempo soprattutto sui titoli e gli asset o simil asset che, nei mesi scorsi, erano saliti quasi senza soste, slegati spesso da qualsiasi rapporto con la realtà.

 

 

MEME STOCK E AZIONI NASDAQ: UN BRUTTO RISVEGLIO

 

Un argomento che ho trattato nel video che avevo registrato qualche settimana fa dove parlavo proprio del rischio sboom e ritorno sulla terra, perché sui mercati non basta nominare la parola “megatrend”, buttarsi massicciamente sui “tematici” o inseguire le mode e i meme stock per diventare ricchi in modo facile.

Sul mercato azionario più importante del mondo è arrivata la pressione ribassista per effetto dell’aumento previsto dei tassi e, in particolare, la discesa dei titoli tecnologici è stata aggravata venerdì dalle cattive notizie dal servizio di streaming Netflix, le cui azioni hanno perso il 45% in pochi mesi. Il n.1 della distribuzione via internet di film e serie aspetta di vedere crescere i nuovi abbonati di 2,5 milioni di unità da gennaio a marzo 2022 che è meno della metà di quanto previsto dagli analisti.
Anche altre azioni Nasdaq hanno subito importanti flessioni da inizio anno.

Il Nasdaq 100, ad alto contenuto tecnologico, si è riportato al livello più basso dall’inizio di ottobre. L’indice ha ora perso quasi il 12% dal massimo record di Natale con alcuni titoli che fino a qualche mese fa molti trader si strappavano di mano a prezzi d’affezione (ne avevamo parlato in questo video sulla bolla delle valutazioni) ora in caduta quasi libera.

 

 

LE AZIONI PELOTON NON PEDALANO PIU’

 

Le azioni di Peloton, la società che produce biciclette e tapis roulant super tech, le cui azioni erano volate durante la prima ondata della pandemia, hanno visto le quotazioni scendere del -85% rispetto ai massimi di un anno esatto fa.
A dicembre le azioni di Peloton avevano perso l’11% dopo la messa in onda dell’episodio della serie tv Sex and the City, in cui il personaggio di Mister Big moriva sulla sua cyclette Peloton.

Lo stesso ceo di questa società (prima esaltato, ora contestato dai suoi azionisti) ha riconosciuto che non crollano solo le azioni, ma anche la domanda di soluzioni fitness da casa e anche un’altra protagonista dello “stay at home” come Zoom (videoconferenze) ha visto le azioni scendere del -87,5%!

E una bella shakerata se la sono presa molte criptovalute in discesa mediamente di oltre il 50% dai prezzi di qualche mese fa (a partire dal Bitcoin) e con un calo del 30% nel primo mese del 2022.

Gli asset rischiosi e i cui prezzi scontavano crescite senza fine stanno tornando sul pianeta Terra e non ci stupiamo più di tanto di quanto sta accadendo, perché sono temi che spesso abbiamo trattato, evidenziando i rischi di portafogli troppo concentrati e basati su temi alla moda e con valutazioni completamente slegate dalle metriche tradizionali.

Quelle “vecchia maniera” di vedere i mercati e prendere le scelte conseguenti dove NON si dà per scontato al 100% che comunque vada sarà un successo e dove si pensa che ci dovrebbe essere una certa correlazione fra valore di mercato e utili realizzati o realizzabili.

Quando i prezzi degli asset si dirigono verso valutazioni folli basate più che su criteri economici su schemi Ponzi, ovvero “io compro questo valore, perché sale e sicuramente ci sarà un altro come me fra qualche ora, giorno o settimana che me lo ricomprerà a un prezzo più elevato perché tanto è destinato solo a salire” il rischio di incidenti inevitabilmente sale.

E per chi investe conoscendo come funzionano i mercati (e cerchiamo di spiegare correttamente da sempre a tutti i risparmiatori senza vendere solo scenari di guadagni e salite) quanto sta accadendo, non è nulla di anormale se non ha portafogli troppo sbilanciati e corretti come rapporto rendimento/rischio per il proprio profilo e il giusto orizzonte temporale (tema che affronteremo prossimamente in un video dedicato).

La discesa dell’indice Nasdaq sotto la sua media a 200 giorni avvenuta negli scorsi giorni (dopo il massimo storico di poche settimane fa) si era vista l’ultima volta nel marzo 2000 ma non è un fenomeno infrequente e dalla nascita di questo indice (nel 1971) questo evento è accaduto 66 volte (compresa questa volta) e nel frattempo l’indice della Borsa più tech del mondo ha visto le quotazioni moltiplicarsi per 19,4 volte al netto dell’inflazione.

In questi 51 anni dove è accaduto di tutto (conflitti bellici, recessioni gravissime, crolli, scandali politici di ogni tipo, inflazione a 2 cifre e infinite previsioni di apocalisse finanziarie) questo mercato (che ha visto a inizio 2000 una discesa dai massimi di quasi il -80%) è salito mediamente del 6% netto annuo depurando questo dato dell’inflazione. Che consigli dare oggi quindi a chi deve investire in Borsa oggi in questo inizio 2022 ansiogeno?

Un portafoglio diversificato e coerente con il proprio profilo resta sempre il miglior antidoto, anche perché le azioni … “salgono sempre solo nei sogni dell’azionista” come recitava una vecchia réclame di una pubblicità di una delle prime società in Italia, Cofina ovvero Compagnia Finanziaria Investimenti Azionari, che proponeva a metà degli anni ‘50 l’investimento in azioni tramite quello che oggi definiremmo un Pac, un investimento a rate non preoccupandosi “delle oscillazioni delle quotazioni dei titoli oggetto dell’investimento anche se le azioni in realtà talvolta scendono e anche bruscamente”.

Ne ho in ufficio una pubblicità del 1960 (vedi sotto) che ho acquistato molti anni fa in un mercatino dell’antiquariato e il messaggio è eterno.

 

Depliant pubblicitario investire in Borsa tramite PAC
Vecchio depliant pubblicitario degli anni Settanta che promuoveva di investire in Borsa tramite PAC

 

Personalmente ho trovato molto centrato l’intervento del Professor Ruggero Bertelli, grande esperto di finanza comportamentale, il 25 gennaio su Class Cnbc. Che riporto qui sotto.

Gli investitori stanno entrando in modalità “perdita” dimenticando che si è ancora in modalità “guadagno” a meno di non considerare gli ultimi massimi delle Borse come guadagni acquisiti. Un momento di fragilità in cui è facile scambiare la paura per prudenza e commettere molti passi falsi.
(Ruggero Bertelli)

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