Se si guarda l’indice delle Borse Mondiali il recupero dai minimi è stato, infatti, nel periodo marzo 2009/febbraio 2011 di quasi il 78% e per rivedere i massimi dell’ultimo decennio (segnati nel 2007) occorrerebbe attendersi un rialzo ulteriore di oltre il 22%.
Per la Borsa Italiana se il recupero dai minimi è stato simile a quello delle Borse Mondiali, è invece molto più ampia la distanza dai massimi dato che siamo sotto ancora del 50% rispetto ai prezzi massimi di Piazza Affari segnati nel 2007.
Sono naturalmente le Borse dei Paesi Emergenti quelle che hanno recuperato di più dai minimi (+110%) ma anche più vicine ai massimi precedenti (la distanza è di circa il 14% come per la Borsa americana). E in Europa brilla naturalmente la capacità di recupero della “locomotiva” tedesca con la Borsa di Francoforte fra le più vicine ai massimi assoluti.
Può essere perciò molto interessante discutere dell’attuale momento con chi proprio dell’analisi globale delle economie e delle Borse è un’esperta come Maria Paola Toschi, market Strategist di J.P. Morgan Asset Management in Italia. Una studiosa dei mercati che può vantare una più che ventennale esperienza di analisi finanziaria in primarie istituzioni come Banca IMI (successivamente confluita in Intesa San Paolo) dove dalla posizione iniziale di analista del mercato azionario è passata a occuparsi di macroeconomia e asset allocation in un gruppo fra i più importanti al mondo fra le società di gestione del risparmio.
Secondo Maria Paola Toschi lo scenario mondiale per i prossimi mesi appare chiaro. I segnali, anche se in qualche caso contrastanti, permettono di escludere un ritorno alla recessione e mettono in luce una lenta ripresa dell’economia soprattutto negli Stati Uniti mentre i Paesi emergenti viaggiano a ritmi sostenuti. Il 2011 dovrebbe essere l’anno della ripresa e per questa ragione le sue preferenze vanno verso i settori ciclici.
In questa lunga intervista con la strategist di J.P. Morgan Asset Management analizziamo quindi lo scenario attuale e le prospettive dei mercati, toccando tutti gli argomenti “caldi” e che rappresentano i quesiti più importanti con cui un qualsiasi investitore si trova a fare i conti nella costruzione di una qualsiasi strategia d’investimento.
Un’opinione importante che può aiutare a inquadrare l’attuale momento dei mercati al di là delle strategie che ciascun investitore o consulente finanziario decida poi di seguire perché quando si parla di previsioni future è sempre bene ricordare che ci si muove nel terreno delle probabilità e non delle certezze come correttamente ricorda anche Maria Paola Toschi.
Salvatore Gaziano: “Il finale dello scorso anno sembrava segnare il primato dei Paesi Emergenti a sfavore dei Paesi Sviluppati. Di alcuni settori (automobilistico, risorse di base, lusso…) rispetto ad altri (bancario, finanziario, assicurativo). Il 2011 sembra invece andare nella direzione opposta nel segno del recupero delle Borse dei Paesi Sviluppati rispetto agli Emergenti e dei settori (e delle Borse) più bastonate nel 2010. Siamo in presenza di un rimbalzo o quella che è in atto è una vera e propria rotazione settoriale”?
Gaziano: “Come considerare il forte recupero messo a segno allora da alcuni settori come il bancario che ha fatto rimbalzare, e non di poco, Piazza Affari”?
Toschi: “Il venir meno delle preoccupazioni sulla tenuta del sistema ha sicuramente favorito per reazione proprio i settori (banche e finanziario) o i Paesi (Italia, Spagna, Portogallo..) che avevano sofferto di più sul finire dell’anno da questo stato di allarme sui conti pubblici. Ma questa tendenza e rimbalzo non modifica la nostra visione a lungo termine poiché il nostro focus resta ancora sui quei trend a livello globale che ci sembrano più delineati.
Gaziano: “Nel caso dei Paesi Emergenti il 2011 sembra iniziare particolarmente male per l’India (-11%) mentre fra le Borse migliori c’è proprio l’Italia (+12%) trainata in verità soprattutto dai finanziari. Ci sono ragioni particolari che possono spiegare queste performance così divergenti e pensa che il 2011 possa segnare l’anno della riscossa per Piazza Affari?”
Toschi: “È prematuro fare una valutazione di questo tipo. Su Paesi come l’Italia ha giocato certo a favore la minore vulnerabilità del debito pubblico rispetto ad altri paesi europei mentre per molti Paesi Emergenti ha pesato negativamente la ripresa dell’inflazione.
Gaziano: “Quali sono i vostri Paesi Emergenti preferiti?”.
Toschi: “I paesi che ci piacciono di più sono la Cina e l’India pur se a breve potrebbero soffrire ancora delle strategie di contenimento dell’inflazione. Che vanno però viste come mosse positive poiché dovrebbero scongiurare un eccessivo surriscaldamento di queste economie come invece era accaduto nel passato quando l’iper inflazione aveva alla fine prodotto risultati catastrofici sui Paesi Emergenti che ne erano stati colpiti. In questa fase sui Paesi Emergenti consigliamo comunque un’ampia diversificazione poiché è un mondo molto articolato con Paesi profondamente diversi. Stiamo valutando per esempio con favore tutta quell’area denominata Asean che riunisce Paesi del sud est asiatico come Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Singapore, Thailandia e Vietnam. Un’area di libero scambio con quasi 600 milioni di abitanti, un mercato quindi molto vasto, trend demografici molto forti e un livello di inflazione meno forte di quello delle aree vicine considerata anche la ricchezza di materie prime detenute”.
Gaziano: “Quali saranno secondo voi i temi forti del 2011 nell’azionario”?
Toschi: “Il tema del 2011 crediamo che sia l’accelerazione della ripresa e questo dovrebbe premiare quindi i titoli legati al ciclo economico.
Gaziano: “Qual è la vostra asset allocation consigliata attualmente sui mercati azionari? Quali Borse (e settori) preferite e cosa invece sotto pesare? E come giudicate le attuali valutazioni delle principali Borse? Quali le più sottovalutate dal punto di vista dei fondamentali?
Toschi: “Le nostre preferenze vanno prima di tutto verso gli Stati Uniti, il Paese che ci sembra più avanti sulla strada della ripresa e poi manteniamo un forte focus sui Paesi Emergenti. Nel contesto globale sicuramente alcuni mercati europei meritano attenzione e in particolare la Germania.
Gaziano: “Qual è il giudizio che date come investitori globali del mercato azionario italiano?”
Toschi: “ La Borsa italiana è un mercato relativamente marginale a livello mondiale sia in termini di peso che di posizionamento dei vari comparti. Esistono certo alcune aziende presenti in settori importanti come nel lusso ma questo non fa di Piazza Affari una Borsa molta specializzata. Sull’Italia ci aspettiamo però una forte ripresa delle attività di fusioni e acquisizioni e questo potrebbe premiare le storie di ristrutturazione”.
Gaziano: “Azioni o obbligazioni, dove vanno le vostre preferenze per il 2011”?
Toschi: “Noi pensiamo che ancora per il 2011 le aspettative piu interessanti si concentrino più sull’azionario che sull’obbligazionario. Il 2009 è stato caratterizzato da un forte rally mentre il 2010 è stato all’insegna del recupero. Nel 2011 si entra più nel vivo della ripresa economica e questo dovrebbe far emergere il maggior valore che è presente nell’azionario.
Gaziano: Riguardo ai “fondamentali” sempre più gestori e investitori si domandano se quest’aspetto negli ultimi anni ha perso importanza nella definizione delle strategie d’investimento a favore di scelte più basate sul momentum dei titoli e dei settori o delle Borse. In particolare sembra sempre più emergere il fatto che la struttura mondiale dei grandi investitori si è sempre più spostata verso una gestione hedge e real value, quindi dove il focus sui singoli settori è molto forte, come dimostra il 2010 (auto, lusso, chimica) e pure il sell-off sugli stessi e le ricoperture estreme (ad esempio su financials e utilities a gennaio) dove ignorare del tutto alcuni settori diventa sempre più fatale (o vincente) nel breve. Qual è la sua opinione al riguardo: rispetto a quando ha iniziato a lavorare in questo settore come è cambiato l’approccio all’analisi dei mercati?”
Toschi: “E’ vero che negli ultimi 2 anni l’analisi fondamentale classica non sempre ha pagato. I mercati sono, infatti, rimasti condizionati soprattutto dai trend macro e dall’andamento del ciclo economico. Ma nel tempo abbiamo osservato che le aziende di qualità tendono a sovraperformare gli indici e crediamo che questa tendenza dovrebbe riprendere quando i mercati si normalizzeranno maggiormente e saranno meno preoccupati dalle situazioni contingenti.
Gaziano: “Il mercato obbligazionario dalla scorsa estate non sembra essere stato caratterizzato da una tendenza definita e anche questo scorcio del 2011 non sembra mostrare una chiara tendenza. Paura dell’inflazione (soprattutto nei paesi emergenti) e di risalita dei tassi si confrontano con la necessità di collocare da parte di emittenti privati e pubblici una quantità molto elevata di carta nei prossimi mesi mentre i timori per la debolezza di alcuni Paesi dell’Unione Europea si sono allentati ma non possono considerarsi definitivamente superati. Qual è lo scenario che vede per il mercato obbligazionario? “
Toschi: “Per i titoli governativi siamo vicini ai minimi storici dei prezzi nel lungo periodo e questa situazione rispecchia una certa preoccupazione che il mercato sta scontando. Se si guarda alle scadenze c’è da attendersi un aumento della carta collocata sul mercato e il premio al rischio attuale è molto basso. E questo giustifica quindi possibili ulteriori discese del corso dei titoli e una salita dei rendimenti.
Gaziano: “Comunque, per l’investitore obbligazionario, quali sono i temi più interessanti?”
Toschi: “Nei bond, le sole categorie vincenti nel 2010 sono state quelle a maggior rischio, cioè gli high yield e gli emerging markets. I paesi emergenti, in particolare, oggi sono in una posizione economica e fiscale migliore rispetto a un anno fa. Inoltre si prospetta un aumento della divergenza nella crescita tra aree emergenti e sviluppate, con le prime che stanno ancora trainando la ripresa globale, mentre i paesi sviluppati devono gestire prospettive di sviluppo moderato e di rientro del debito. Poi gli emerging godono di consistenti flussi di capitali che stimolano investimenti e creano occupazione. Questo scenario ci induce a ritenere che offrano interessanti prospettive di rendimento. Un interesse aumentato dal fatto che le valute locali hanno spazio di apprezzamento e che questa classe di attivi, malgrado la crescente attenzione, sia ancora sottorappresentata nei portafogli globali”.
Gaziano: Riguardo le obbligazioni come interpreta le richieste da parte soprattutto del governo tedesco di far partecipare anche i privati alle “perdite” a partire dal 2013. E in particolare come potrebbe tradursi sui titoli obbligazionari emessi dagli istituti di credito? “.
Toschi: “I titoli emessi dal 2013 in poi dovranno contenere una clausola che dia il potere all’autorità di vigilanza (quindi Banca d’Italia per gli istituti nazionali) di convertire o svalutare i titoli se si verifica un evento scatenante (trigger event). Per ora si tratta ancora di proposte ma certo questo scenario contribuirà a rendere più rischioso rispetto al passato l’investimento obbligazionario e in particolar modo per quel concerne i titoli subordinati che fino al recente passato il mercato ha giudicato generosamente”.
Gaziano: “E riguardo ai rapporti di cambio che evoluzione vi aspettate?”
Toschi: “Riguardo ai rapporti di cambio vediamo l’area attuale attuale euro/dollaro fra 1,30 e 1,40 come una zona di trading grande e obiettivamente diventa sempre più difficile fare scommesse sui cambi poiché sono troppe le variabili da tenere in considerazione.
Gaziano: “Il 2010 è stato l’anno delle materie prime. Ritenete che anche nel 2011 questo tema resterà forte?”
Toschi: “Riguardo le materie prime reputiamo che il 2011 dovrebbe essere ancora un anno favorevole e questa asset class ci piace poiché aiuta a proteggersi dall’inflazione. Cerchiamo di proporre un approccio bilanciato e per questo consigliamo di puntare su panieri più che su singole commodity. Restano comunque forti le materie prime legate ai metalli industriali e all’energia considerati anche episodi di scarsità offerta che creano pressioni al rialzo e quelle legate all’alimentare. Ma anche i metalli preziosi in un contesto di permanere dell’incertezza possano avere un ruolo nel proteggere la propria posizione in caso di un rinnovarsi delle turbolenze”.