ETF INTESA SANPAOLO, COSTI E COMMISSIONI A CONFRONTO CON I MIGLIORI CONCORRENTI

Negoziazione, deposito titoli, commissioni… quanti oneri gravano su chi vuole investire in ETF Banca Intesa? Scoprilo nel nostro confronto diretto all’ultimo euro tra il più grande gruppo bancario italiano e gli agguerriti concorrenti Banca Sella, Directa e Fineco. E occhio ai rendiconti che gli intermediari devono fornire per legge ai clienti!

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ETF Intesa: quanto costano davvero? È questo il dubbio che tempo fa ha sollevato un cliente di Banca Intesa Sanpaolo quando ha ricevuto il rendiconto costi e oneri (obbligatorio per legge) relativo alla sottoscrizione di un ETF Intesa Sanpaolo sulla Cina. Che gli è stato attribuito un costo dello 0,99% quando nella realtà lo strumento finanziario costa la metà: lo 0,40%. Il cliente ha preso quindi carta e penna (anzi, la tastiera del suo computer) e ha scritto al settimanale Plus del ILSOLE24ORE per raccontare la vicenda del suo ETF Intesa.

Al di là però di errori e omissioni che possono essere presenti sui rendiconti obbligatori (se vuoi saperne di più su questo tema clicca e leggi il nostro recente articolo), il tema del costo degli ETF merita di essere approfondito. Perché per ogni fettina di commissione che ci viene rosicchiata da chi ce li vende, c’è una fettina in meno del loro rendimento che entra nelle nostre tasche. E non è soltanto un problema degli ETF Intesa…

 

 

ETF Banca Intesa Sanpaolo, un errore evitabile

 

Il primo passo è guardare bene in faccia uno dei nostri migliori alleati: Billy the KIID. Scherzi a parte, l’errore rilevato dal cliente sugli ETF Banca Intesa Sanpaolo avrebbe potuto essere facilmente evitato. Leggendo il “Key Investor Information Document” (KIID, appunto). Che, tradotto, è un documento di tre o quattro rapide paginette che contiene tutte le informazioni chiave dell’ETF per l’investitore. Compresa la commissione trattenuta per l’emittente, espressa in una percentuale ben chiara. Non si può sbagliare.

In pratica, anche sugli ETF Banca Intesa Sanpaolo sarebbe stato facile evitare un errore di questo tipo. Proprio perché è disponibile gratuitamente su tanti siti internet, a partire da quello dell’emittente.

Ricordiamo infatti che la normativa Mifid2 prevede già da diversi anni che nella rendicontazione costi ex post sia obbligatorio fornire al cliente la fotografia personalizzata dei costi degli strumenti. E anche delle commissioni (esatte) pagate dal risparmiatore. Non cifre in libertà. ETF Banca Intesa Sanpaolo, un errore evitabile.

 

 

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Costi di negoziazione e commissioni degli ETF Intesa Sanpaolo

 

Il caso sollevato da Plus è però emblematico anche per un altro importante aspetto. Accanto ai costi di sottoscrizione di un ETF (in particolare alle commissioni ETF Intesa Sanpaolo), infatti, la lamentela del cliente ci ricorda che è necessario valutare bene anche i costi di negoziazione. E, in alcuni casi, anche quelli di “conservazione” dello strumento finanziario posseduto, cioè il costo del deposito titoli.

Perché per gli ETF, Intesa Sanpaolo e le altre banche, come vedremo, applicano tre tipi di costi: di negoziazione (o di intermediazione), di deposito, di sottoscrizione. Quest’ultima è prevista per ogni ETF e viene girata all’emittente.

Nel caso specifico è emerso che Intesa Sanpaolo ha inviato il rendiconto al cliente applicandogli una commissione d’intermediazione dello 0,6%. Veramente maxi se si pensa che molte piattaforme online applicano lo 0,2% circa con massimo 20 euro per operazione. Vai a sapere che anche in questo caso quanto ha realmente pagato il cliente. Per le commissioni ETF, Intesa Sanpaolo forse sta esagerando un po’.

 

 

Nel mercato ETF i flussi globali sono in aumento

 

Questo caso solleva delle domande anche relativamente al mercato ETF. Come si vede, infatti, nel rendiconto costi e oneri pubblicato da Plus, sugli ETF la banca non riceve nessun incentivo per il collocamento come è tipico di questi strumenti.
Sarà per questo che gli ETF sono snobbatissimi dalle banche italiane mentre a livello mondiale questi strumenti di investimento low cost stanno crescendo in modo sempre più importante?

A fine marzo 2022, riporta Amundi, nel mercato ETF i flussi globali sono in aumento, “avendo raccolto 109 miliardi di euro rispetto agli 80,4 miliardi di euro di febbraio”.
Segno che mercato ETF qualcuno capace di fare i conti c’è e sa non solo cosa comprare ma anche quanto pagarlo.

 

 

ETF e costi deposito titoli Intesa Sanpaolo

 

Con gli ETF Intesa Sanpaolo, i costi e le “commissioni di esecuzione” (cioè di acquisto) non sono facili da calcolare. Il motivo risiede nel fatto che il più grande gruppo bancario italiano ha diversi canali utilizzabili per la sottoscrizione e la negoziazione di strumenti d’investimento. E ognuno di essi ha costi diversi per i vari servizi. I costi deposito titoli Intesa Sanpaolo non sono (quasi) mai gratis.

I canali sono la filiale, ovviamente, ma anche dell’internet banking legata ai diversi conti correnti. Senza dimenticare i servizi di trading online accessibili attraverso la piattaforma Trader+ (in via di dismissione) e il più recente servizio InvestoPro.

Per fare un esempio, le spese fisse relative a ETF e costi deposito titoli Intesa Sanpaolo sono di 50 euro al semestre (quindi 100 euro all’anno) se questo contiene solo titoli italiani, altrimenti sono di 80 euro (160 euro all’anno). Se invece il deposito è collegato al conto Xme, il canone è di 1,5 euro al mese (18 euro all’anno). Non vi sono infine spese di deposito con il servizio InvestoPro. Forse sarebbe il caso di alleggerire i costi deposito titoli Intesa Sanpaolo, no?

 

 

La giungla delle commissioni di acquisto ETF Intesa Sanpaolo

 

Quanto ai costi di negoziazione, qui la scelta è varia. Preferite lo sportello? Allora le commissioni di acquisto ETF Intesa Sanpaolo sono del 6 per mille (cioè 0,6%) con un minimo di 8,5 euro. Che diventano 26 euro se gli ETF sono negoziati in mercati non italiani. Tra cui il Nyse American, ex Amex, o lo Xetra.

Se poi l’eseguito l’ordine allo sportello viene revocato o è ineseguito, sono 6,16 euro aggiuntivi, mentre “solo” 2,5 euro se si vuole a conferma online e 5 euro per quella cartacea.

Troppo caro? Allora andiamo online con l’internet banking: commissione per eseguito 2,4 per mille (cioè 0,24%, poco più di un terzo del costo in filiale) con minimo di 3,5 euro (11 euro su mercati esteri).

Ancora più economico se si ha sottoscritto il servizio di trading online con la piattaforma Trading+ (peraltro non particolarmente sofisticata). Con la tariffa “permillare”, per gli ETF Intesa Sanpaolo applica sui mercati italiani 1,8 per mille (0,18%), con minimo a 1,5 euro e massimo a 18,50 euro, mentre sugli ETF esteri 1,0 per mille (0,01%), minimo 3 euro e massimo 18 euro. In alternativa, con la tariffa “flat”, la commissione sugli ETF è di 8,5 euro per eseguito (11 euro sull’estero). Ma non siamo ancora fuori dalla giungla delle commissioni di acquisto ETF Intesa Sanpaolo.

I clienti Intesa possono infatti negoziare gli ETF anche sulla piattaforma InvestoPro, la più evoluta. Questa ha un canone di 19,90 euro mensili (che si azzerano dopo 20 eseguiti al mese), mentre le commissioni di negoziazione sono di 12 euro ad eseguito (9 euro per chi ha un conto corrente Intesa). Come si vede, le commissioni di acquisto ETF Intesa Sanpaolo dipendono molto dal canale scelto.

 

 

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Con Banca Sella commissioni ETF “degressive”

 

Per avere un confronto, vediamo ora come si comporta la concorrenza. Con particolare attenzione a quei player, come Banca Sella e Directa Sim, che consentono di negoziare ETF in autonomia. Già, perché l’online resta il canale più economico, pur avendo il limite di lasciare gli utenti soli davanti ai mercati.

Per Banca Sella commissioni ETF articolate su quattro canali: sportelli, home banking, servizio online connesso a conti solo online e servizio di trading online evoluto.

Con i primi due canali il deposito titoli ha un canone semestrale di 50 euro per i titoli italiani (come Intesa) e di 60 euro per quelli esteri (un po’ più economico di quanto avviene per gli ETF Intesa Sanpaolo). È invece gratuito se gestito solo online.

Su sportello e home banking la commissione di negoziazione per ETF italiani è del 7 per mille (0,7%), con un minimo di 9 euro. Per gli ETF esteri, il minimo è calcolato nella valuta dell’ETF (circa 9-10 euro). Con però commissioni aggiuntive anche piuttosto care che dipendono dal mercato estero in cui sono quotati.

Conti conti solo online la commissione è invece del 5,5 per mille (0,55%), sempre con un minimo di 9 euro. Per gli ETF esteri la commissione sale al 6 per mille (0,6%).

Per il servizio evoluto di trading, con Banca Sella commissioni ETF “degressive”. Cioè variano in funzione dell’operatività. Se fisse, sugli ETF scendono da 8 a 2,5 euro per eseguito, mentre quelle variabili (con minimo 2 euro e massimo 19,95 euro) variano dall’1,7 per mille (0,17%) allo 0,5 per mille (0,05%). Si può quindi dire: Banca Sella, commissioni ETF in altalena!

 

 

Anche per Directa commissioni ETF complesse

 

La Sim torinese che recentemente si è quotata in borsa offre solo servizi di negoziazione online (fatte salve le filiali delle banche convenzionate), anche sugli ETF. Tuttavia, non riesce a semplificare le cose. Con Directa commissioni ETF articolate in mercati Italia, Germania e USA. Oltre ad alcune convenzioni per ETF senza commissioni di negoziazione.

Per l’Italia si possono scegliere tre diversi profili commissionali, definiti “semplice” (fisso), “dinamico” (degressivo) e variabile. Insomma, anche per Directa commissioni ETF complesse.

In sintesi, per l’Italia gli ETF Directa costano 5 euro per eseguito, oppure da 8 a 1,5 euro oppure l’1,9 per mille (0,19%). Gli ETF tedeschi costano invece lo 0,025% del controvalore con un minimo di 9,5 euro. Infine, per gli ETF USA i costi sono di 9 dollari ad eseguito se si sceglie di operare via market maker.

Oppure, con il CBOE (Chicago Board Options Exchange), di 9 dollari, a cui si aggiunge una commissione (che può essere negativa o positiva a seconda della posizione che si prende sul mercato) di circa 0,002 dollari ad azione. Diciamolo: Directa, commissioni ETF tre volte complesse.

 

 

ETF Fineco, sistema a scalini. Ma l’ultimo è un baratro

 

Infine, Fineco, che nel corso degli anni ha affiancato i servizi puramente online a un rete di filiali. Per quanto riguarda gli ETF Fineco offre un servizio di negoziazione che si appoggia al suo conto unico online. A questo aggiunge poi alcuni vantaggi specifici legati al Conto Giovani.
Dal punto di vista dei costi di deposito Fineco è la più vantaggiosa: sono zero. C’è però un canone mensile sul conto di 6,95 euro al mese, che si azzera sottoscrivendo prodotti o servizi Fineco.

I costi di negoziazione non variano però a seconda del canale utilizzato. Variano invece se ha un conto di trading online oppure se si sottoscrivono servizi o prodotti finanziari Fineco.
Nel caso del trading, si tratta di un sistema commissionale di tipo “degressivo”, cioè a scalini, con una soglia d’ingresso che si situa a metà della scala. Sui mercati italiani ai entra a 9,95 euro per eseguito (9,95 dollari per gli USA). Ma se in un mese non si fanno almeno 10 eseguiti o non si generano 100 euro di commissioni si scivola nella fascia super-costosa.

Un vero e proprio baratro: ben 19 euro (o 12,95 dollari) per eseguito. Un sistema molto diverso, quindi, dagli ETF Intesa Sanpaolo. Viceversa, con l’intensificarsi dell’operatività, i gradini sono 6,95 euro/8,95 dollari (per 1.500 euro di commissioni generate) e 2,95 euro/3,95 dollari (2.500 euro). Negoziare gli ETF Fineco, insomma, può diventare costoso.

 

 

Costo ETF Fineco basso per giovani e ricchi

 

Se sei anziano e hai pochi soldi, Fineco non ti agevola. Invece, se hai meno di 30 anni o hai capitali cospicui allora il Costo ETF Fineco può scendere molto. Non è uno scherzo.

Con il Conto Giovani si ha diritto ad accedere e restare nella fascia più economica, e non si paga il canone. Inoltre, sui PAC in ETF Fineco non applica “costi mensili aggiuntivi”.

A chi invece deposita asset o accede al servizio di risparmio gestito, Fineco evita di poter scivolare nella fascia commissionale super-costosa, mantenendo solo le prime tre, cioè 9,95, 6,95 e 2,95. Ma attenzione: per la prima sono necessari almeno 500.000 euro in asset o 250.000 euro di risparmio gestito, per la seconda rispettivamente 1 milione o 500.000, per la terza 2 milioni o 1 milione. Livelli di Costo ETF Fineco che, francamente, possono ottenuti presso altri player senza questi impegni di capitale.

Infine, è disponibile il Piano Replay sugli ETF Fineco. Si tratta di una sorta di PAC che investe piccole somme mensili in ETF. I costi sono molto articolati, ma in sostanza si possono scegliere “pacchetti” da 1, 4 o 10 ETF per canoni mensili che variano da 2,95 euro a 13,95 euro, con possibilità di variazioni senza costi. Aggiunte di ETF aumentano invece il canone.

 

Per approfondire:

Obbligazioni, fondi o ETF: si può davvero guadagnare il 4%?

Rischio cambio fondi e ETF, ovvero quando il vero rischio è… coprirsi dal rischio

Salvatore Gaziano

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