Da quando ha visto la luce Money Report 21 mesi fa continuiamo a proporre i conti di deposito come strumento per parcheggiare la liquidità. Abbiamo spiegato perché convengono rispetto ai tradizionali pronti contro termine bancari e anche rispetto ai titoli di stato. Ma ancora con insistente frequenza ci chiedono diversi risparmiatori se gli Etf non possono essere un’alternativa ad aprire un conto di deposito per chi per svariate ragioni non vuole aprire un conto di deposito. Gli Etf sono negoziati in tempo reale, uno entra e esce quando vuole, hanno bassi costi di gestione rispetto ai fondi, sono secondo alcuni lo strumento ideale per parcheggiare la liquidità. Non lo sono e in questo articolo spieghiamo perché. Ma prima ci permettiamo di proporre alcuni spunti di riflessione a chi non vuole aprire un conto di deposito.
Chi ha già tanti conti correnti non ne vuole aprire uno nuovo. Così si assiste spesso al paradosso che alcuni risparmiatori anziché chiudere dei conti inutili rinunciano ad aprirne uno utileSecondo la nostra esperienza è meglio usare un unico conto per operare in Borsa, dove sia possibile negoziare tutto, azioni,italiane e non, fondi, sicav, derivati a prezzi onesti. E poi aprire un conto di deposito per ottenere una buona remunerazione della liquidità.
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Salvo poi rendersi conto che quasi sempre queste strutture applicano costi fuori mercato, cercano di fregarti appena possono, mettendoti costi dappertutto. Anche dove a parole ti hanno appena detto che non te li avrebbero applicati, facendoti pure negoziare una gamma ristretta di strumenti.. C’è scritto “private” all’ingresso della banca e sui biglietti da visita dei venditori ma nella realtà ci è capitato nella… nostra esperienza di vedere spesso che i “poveri” malcapitati che si affidano a molte di queste strutture hanno poi servizi inferiori a quelli di una banca online “retail”. Un bel paradosso.
Ricchi per …essere tosati di più! Facendo pagare commissioni più elevate e pregiudicando al cliente interessanti opportunità di investimento. Tocchiamo l’argomento “private banking” poichè visto che non è uno strumento della “casa” naturalmente non viene proposto quasi mai ed è considerato uno strumento quasi “popolare”. Di cui è quasi meglio diffidare.Eppure per i ricchi e i meno ricchi che non vogliono aprire un conto di deposito gli Etf monetari possono rappresentare un’ottima alternativa. Ma sarebbe meglio dire subito che più che un’alternativa sono un ripiego. A meno che qualcuno non li voglia utilizzare per ragioni fiscali se si teme una “patrimoniale” stile Giuliano Amato 1992. E in questo senso una loro utilità ce la potrebbero avere anche se…
Questi Etf replicano il tasso Eonia (Euro OverNight Index Average) ovvero la media ponderata di tutte le operazioni di prestito senza garanzie, che hanno la durata di un giorno (overnight), effettuate sul mercato interbancario (ovvero tra banche) da parte delle 57 maggiori banche europee. Storicamente il tasso Eonia è schizzato alle stelle alla fine del 2007 in piena crisi finanziaria mondiale per poi scendere progressivamente fino alla fine del 2009 quando per rilanciare la ripresa economica la BCE ha progressivamente tagliato i tassi d’interesse per favorire il credito bancario alle imprese.
I primi Etf (il Lyxor Etf Euro Cash e il Db X-Trackers Ii Eonia Tri a capitalizzazione dei proventi) sono stati lanciati in pieno boom del tasso Eonia, quando le banche che avevamo bisogno di soldi dovevano pagare un conto salatissimo per finanziarsi nel breve termine.
L’anno successivo alla quotazione, quindi nel 2008, gli Etf monetari che replicavano il tasso Eonia hanno spuntato performance di tutto rispetto: +3,88% la performance del Lyxor Etf Euro Cash e +3,85% la performance del Db X-Trackers Eonia Tri a capitalizzazione dei proventi. Ma già nel 2009 la performance si era ridotta allo 0,58-0,60% (la performance negativa del Db X-Trackers Ii Eonia Tri è semplicemente dovuta al fatto che a luglio distribuisce una cedola, al lordo della cedola la performance è uguale a quella degli altri Etf). Nel 2010 la performance è scesa ulteriormente allo 0,30%.
In pratica nel 2010 gli Etf monetari hanno ottenuto rendimenti poco sopra lo zero. Hanno protetto il capitale ma non hanno fruttato quasi alcun interesse. Il prezzo della sicurezza e della non volatilità.
Per chi detiene liquidità in portafoglio, i conti di deposito assicurano performance ben più interessanti degli Etf, almeno di quelli che replicano il tasso Eonia.
L’Etf monetario che ha reso di più negli ultimi anni è il Db X-Trackers Ii Sonia Tri Etf (LU0321464652). Questo Etf replica lo Sterlin Overnight Index Average. Tale tasso rappresenta la media ponderata dei tassi praticati per operazioni di finanziamento tra banche inglesi della durata di un giorno.E’ un etf completamente esposto al rischio cambio e la fluttuazione del cambio euro/sterlina incide in maniera significativa sul rendimento dello strumento calcolato in euro. Da inizio anno questo Etf registra una performance positiva dello 5,20% mentre nel 2009 ha reso il 9,82% ma a causa dell’effetto cambio nel 2008 ha registrato una perdita del 20%. Più che per parcheggiare la liquidità, l’Etf può essere impiegato per speculare sul rischio cambio.
GLI ETF CHE PUNTANO SUI TITOLI CORTISSIMI
Allungando la scadenza si può ottenere un rendimento maggiore sempre senza rischiare troppo: questo è il ragionamento in astratto di chi punta su questa categoria di Etf. Ma un occhiata veloce alla tabella seguente smorza i facili entusiasmi. Da inizio anno chi ha puntato sul Powershares Euromts Cash 3 Months Fund (isin IE00B3BPCH51) ha guadagnato appena lo 0,30% mentre nel 2009 si è dovuto accontentare appena dello 0,68%. Anche in questo caso i conti di deposito hanno reso nettamente di più. E non è un caso che da quando è nata questa rivista (marzo 2009) ogni mese continuiamo a parlare di questi strumenti come di un parcheggio ideale della liquidità.
GLI ETF a 1-3 ANNI: BISOGNA (ANCHE) SAPER PERDERE
L’ultima crisi che ha investito il mercato obbligazionario e in particolari gli emittenti governativi non ha risparmiato questo tipo di Etf e la maggior parte di essi rispetto ai massimi relativi ha visto arretrare le quotazioni in misura relativamente rilevante. Dal 14 ottobre 2010 al 30/11/2010 questo Etf ha perso in poco più di un mese l’1,4%. Come parcheggio della liquidità “tranquillo” non è quindi proprio uno strumento da prendere in considerazione….
GLI ETF, ECCO A COSA ALTRO POTREBBERO SERVIRE SECONDO ALCUNI.. LO SPAURACCHIO DELLA “PATRIMONIALE”
Certo ci sono anche i pronti contro termine che nel 1992 si salvarono dalla scure del fisco ma secondo l’insigne parere di un certo Giulio Tremonti in un’intervista a Repubblica del 1992 “c’è da chiedersi se sia legittimo sul piano costituzionale colpire solo i depositi regolari e non anche quelli cosiddetti ‘ irregolari’ , che poi irregolari non sono, come i ‘ dossier’ , cioé quelle forme di deposito in cui ogni eccedenza viene utilizzata ad esempio per operazioni di pronti contro termine e viceversa. Non si capisce che differenza di capacità contributiva esista tra il primo e il secondo strumento”. Ipse dixit.
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CHI NON RISICA NON ROSICA, COME AL SOLITO