Su Il Fatto Quotidiano segnaliamo un articolo “Per l’Italia le grandi opere vanno bene a prescindere” a firma di Marco Ponti, già docente del Politecnico di Milano, in cui denuncia che l’antico vizio della politica di mettere le mani sui soldi pubblici e investirli senza alcun criterio logico è più vivo che mai.
Classe 1941, il Professor Ponti è una delle massime autorità italiane (e non solo) nel mondo dei trasporti. E’ stato consulente di molti ministri a cui ha cercato di far passare il concetto di analisi costi-benefici per le grandi opere mutuata dalla Banca Mondiale, dell’Ocse e della Commissione Europea per cui ha lavorato.
Oltre all’analisi costi-benefici, nel decidere quali grandi opere analizzare, spiega Ponti, si possono fare altre valutazioni come l’analisi input-out che consiste nel “misurare, per la fase di cantiere, sia gli effetti occupazionali di un investimento che l’impatto sul Pil, cioè sulla crescita”.

LA NOSTRA LETTERA SETTIMANALE... WOW!
Tieni sempre acceso un radar sui mercati! Ricevi gratis, ogni martedì, il meglio delle nostre analisi sulla tua casella email
Dalle grandi opere di Berlusconi alla “sinistra” ferroviaria al Governo fino al governo Renzi “Il termine “valutare ”, cioè mettere in dubbio l’arbitrio dei decisori, e magari chiamarli poi a rispondere dei risultati, sparisce secondo Ponti dal lessico politico (insieme a “concorrenza”, e forse non a caso).
C’è speranza con un eventuale governo guidato da Mario Draghi? “Solo un filo di speranza – chiosa Ponti – Draghi si troverà di fronte un Parlamento che detesta qualsiasi analisi che metta in dubbio la spartizione partitica dei soldi pubblici”.
Per chi vuole approfondire rimandiamo alla bella intervista che avevamo fatto su #RadioBorsa al Professor Ponti sulle grandi opere e la vicenda Autostrade vista attraverso la sua esperienza di consulente indipendente alle prese con i vari ministri dell’epoca