Commissioni di performance e quel miliardo che gli italiani si sono fatti ciucciare dalle società di gestione

Chiamarle commissioni di performance è spesso un insulto. Sì perché grazie alla babele europea sul benchmark e sul periodo su cui vengono calcolate, si arriva al paradosso che anche i fondi peggiori, grazie a commissioni calcolate in modo furbetto, vengono addebitate a prescindere. Un articolo de Il Sole 24 Ore scritto da Maximilian Cellino lo … Continued

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Chiamarle commissioni di performance è spesso un insulto. Sì perché grazie alla babele europea sul benchmark e sul periodo su cui vengono calcolate, si arriva al paradosso che anche i fondi peggiori, grazie a commissioni calcolate in modo furbetto, vengono addebitate a prescindere. Un articolo de Il Sole 24 Ore scritto da Maximilian Cellino lo scorso 18 agosto svela qualcosa che se il risparmiatore medio capisse, si sarebbe rovinato il weekend.
Il 2019 per le prime 10 società di gestione per raccolta è stato una manna come commissioni di performance: quasi 1 miliardo di ricavi aggiuntivi alle già salate commissioni di gestione (i fondi che si vendono in Italia sono tra i più cari d’Europa). La cosa incredibile che rafforza la convinzione che chi è furbo e grosso in Italia spesso la fa franca è che anche in un anno nero per i risparmiatori italiani come il 2018 le società di gestione siano riuscite a incamerare 283 milioni di euro di commissioni di performance.

commissione di performance: quando viene calcolata in modo furbetto

Le differenti regole esistenti in Europa sul metodo di calcolo delle commissioni di performance rendono possibili agli operatori italiani fare un arbitraggio tra i diversi Paesi e scegliere quelli come il Lussemburgo e l’Irlanda con le maglie più larghe dove puoi calcolarle su base mensile e su parametri pari allo zero assoluto. Così capita che in un normale anno borsistico in cui mesi buoni si alternano a mesi meno buoni, alcuni operatori riescono a incamerare commissioni di performance anche quando il risultato annuale per il cliente è molto negativo.
Per molte società di gestione le commissioni di performance sono un formidabile contributo a fine anno: Cellino cita il caso di Azimut e Banca Mediolanum per cui questa voce ha rappresentato oltre il 60% degli utili.
Utili che se i fondi fossero domiciliati in Italia si sarebbero sciolti come neve al sole. Visto che dal 2006 la Banca d’Italia ha messo dei paletti ben precisi per il calcolo di queste commissioni. E cosa hanno fatto questi operatori? Se ne sono andati all’estero come avevamo denunciato in questo articolo

Salvatore Gaziano

Responsabile Strategie di Investimento di SoldiExpert SCF

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