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I mercati azionari hanno dimostrato nella settimana passata buona capacità di reazione con rialzi anche del 3% in molte parti del mondo nonostante la quinta ondata del coronavirus, la Federal Reserve che sembra pronta a ridurre le sue massicce iniezioni di liquidità e l’inflazione ai massimi ultra trentennali. Ma cosa considerare per investire oggi? Una cosa è chiara è in questo contesto: Cina, Fed e inflazione cercano una stabilità sostenibile.
Nella scelta di investire oggi anche il fronte della salute è importante: Omicron è certamente più contagioso ma meno pericoloso della variante Delta, secondo diversi esperti scientifici, fra cui il dottor Anthony Fauci, il signor Covid degli Stati Uniti, un arzillo ottantenne di origine italiana.
L’economia, certo, potrebbe risentirne con questo nuovo imprevisto che significa minori traffici e scambi, ma molti esperti e i mercati si sono convinti che quello che non si consumerà o spenderà ora è solo rinviato. E questo vale anche per la decisione di investire oggi, o dove o come investire.
Certo, la Fed potrebbe togliere parte del sostegno della liquidità iniettata finora super generosamente sui mercati per non aggiungere fuoco all’inflazione, ma il mercato ritiene evidentemente che ce la può fare lo stesso. E allora su cosa puntare in questo contesto per investire oggi?
Dove investire oggi? La Cina cerca stabilità
Ma dove investire oggi? Un ruolo importante nei mercati finanziari attuali lo ricopre senza ombra di dubbio la Cina. E qualcosa sta cambiando visto che rispetto a tempo fa la Cina cerca stabilità, più di quanto ne abbia mai cercata.
Per evitare un crollo del suo settore immobiliare (c’è il casino Evergrande da gestire e non solo) la Cina è disposta a immettere liquidità e a sostenere l’economia prima di tutto.
“Garantire la stabilità è la priorità assoluta per il prossimo anno sul fronte economico”, ha riferito venerdì notte l’agenzia Xinhua in un resoconto di un meeting di tre giorni della Conferenza Centrale per il Lavoro. “La parola più importante per la politica economica nel 2022 è ‘Stabilità’”, ha detto Han Wenxiu, un alto funzionario economico del Partito Comunista nel corso di una conferenza stampa.
Gli osservatori hanno messo in evidenza che nel documento i termini “stabilità” e “stabilizzare”, sono usati 25 volte, il doppio di quel che si trovava nella nota diffusa un anno fa al termine di un’assemblea che anticipava i provvedimenti poi varati dal Congresso del Popolo in primavera. Dimostrazione del fatto che la Cina cerca stabilità oggi più che mai.
I governanti cinesi insomma agiscono di tacco e punta e dopo la frenata data all’economia e alla Borsa negli scorsi mesi, intervenendo in modo repressivo soprattutto nei confronti della tecnologia e dell’istruzione privata, ora provano a rimettere il piede sull’acceleratore.
E non c’è molto da stupirsi di tutto questo, poiché il capitalismo cinese è qualcosa di diverso da quello occidentale. Ed è un aspetto che conta nella scelta su dove investire oggi.
Il nostro capitalismo nella sua forma moderna si basa in gran parte sui principi del libero mercato stabiliti dal filosofo ed economista del diciottesimo secolo Adam Smith.
Smith aveva introdotto il concetto di “mano invisibile” per descrivere il bene sociale non intenzionale prodotto da individui che agiscono nel proprio interesse. Con uno zelo quasi religioso, Smith considerava il funzionamento del libero mercato come manifestazione di qualcosa di simile alla divina provvidenza.
Per i cinesi questa storia della “mano invisibile” è una bestemmia ed è il Partito Comunista Cinese la vera mano invisibile che deve, in certe situazioni, intervenire, poiché se si lasciasse troppo al mercato l’interesse personale e l’avidità porterebbero inevitabilmente alla disuguaglianza, allo sfruttamento e al pericoloso accumulo di potere da parte delle grandi società. Il capitalismo cinese è insomma “guidato” e negli ultimi 30 anni il balzo economico nel ranking mondiale della Cina è impressionante.
Negli ultimi 40-50 anni la speranza di vita dei cinesi è quasi raddoppiata, il prodotto interno lordo pro capite è decollato (era 90 dollari annui a inizio 1960) e fatto diventare la Cina come la seconda potenza economica mondiale, mentre la capitalizzazione di mercato delle società quotate cinesi (il prezzo delle azioni moltiplicato per il numero di titoli in circolazione per le società nazionali quotate) ha superato lo scorso anno i 12 miliardi di dollari (era meno di 4 miliardi di dollari nel 2013).
E il prodotto lordo pro capite cinese resta comunque molto basso (circa 10.500 dollari Usa) di poco superiore a quello russo ovvero un sesto di quello statunitense e un terzo di quello europeo. Tutto questo si può vedere nei grafici seguenti.
Tra l’altro la Cina sembra finalmente intenzionata (almeno a parole) a modificare la politica climatica ed energetica e a inizio mese in un evento dedicato nella città meridionale cinese di Guangzhou 80 figure di spicco appartenenti alla comunità politica, accademica ed economica globale hanno detto che la Cina vuole raggiungere il picco delle emissioni di Co2 prima del 2030 e la neutralità carbonica prima del 2060, attuando il più grande taglio al mondo in termini di intensità delle emissioni di carbonio nel più breve lasso di tempo della storia. La Cina cerca stabilità anche sotto questo punto di vista.
E tutto questo mentre a settembre il Paese ha annunciato che smetterà di realizzare nuovi progetti all’estero che richiedono l’impiego di carbone. La Cina brucia più carbone del resto del mondo messo assieme.
Un Paese che vanta diversi record negativi sul fronte ambientale: a Pechino ha sede la compagnia petrolifera Sinopec che da sola inquina più di Usa, India, Russia e Giappone messi assieme. A nessuno, nemmeno alla Cina, piace essere l’inquinatore n.1 del mondo. Natale 2021: tra tante preoccupazioni anche tante speranze.
Sia dal lato dei mercati che dell’ambiente, dal punto di vista di un consulente finanziario indipendente, questi sono tutti aspetti che ogni investitore dovrebbe considerare nella scelta riguardo al dove investire oggi e su cosa è meglio puntare. Senza scordare il contesto attuale che stiamo vivendo con sia Cina, Fed e inflazione che cercano una stabilità sostenibile!
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