Cosa fare quando un titolo su cui abbiamo puntato è in caduta libera? Acquistarne ancora nella speranza risalga la china e ritorni al prezzo medio di carico? Oppure ammettere la ‘sconfitta’, venderlo comunque e guardare oltre?
Come insegna anche la finanza comportamentale, perdere in Borsa induce molti investitori a non comportarsi razionalmente. Eppure, vendere in perdita non dovrebbe essere considerato un delitto, ma è, a volte, la cosa migliore da fare all’interno della propria strategia di investimento. A patto di avere una strategia, naturalmente.
Molti investitori si sono rovinati grazie a un simile approccio, apparentemente basato sul buon senso ma in realtà molto squilibrato verso una crescente concentrazione che va nella direzione opposta alla regola d’oro dell’accorto risparmiatore, ovvero la diversificazione.


È certo importante avere delle proprie opinioni, ma nei mercati finanziari una certa elasticità è necessaria laddove emergano dei fatti che contraddicano in modo evidente le nostre certezze. Avere una mente aperta significa valutare eventuali errori, essere disposti a rimettere in discussione le proprie credenze quando è il caso. Attribuire un potere smisurato alle proprie opinioni (tipo “questo titolo l’ho pagato 1.000 e lo tengo fino a quando non torna a quel prezzo” oppure “questo titolo o mercato può solo salire”) può costare altrimenti molto caro come arrivare a conclusioni affrettate, dando un peso esagerato solo a poche informazioni.