Condividiamo con i lettori di SoldiExpert LAB questa nota diffusa da Didier Saint-Georges, membro del Comitato Strategico di Investimento Carmignac
Come anticipato, l’esito delle presidenziali USA non sarà chiaramente definito prima di diverse settimane. Questo significa non solo che il “presidente uscente”, fedele al proprio stile, contesterà il più a lungo possibile l’esito elettorale, ma anche che sapremo solo all’inizio di gennaio se la maggioranza al Senato resterà nelle mani dei repubblicani o andrà ai democratici.
Ma l’attenzione dei mercati è rivolta altrove. Prima di tutto perché gli investitori azionari sanno che negli Stati Uniti la separazione dei poteri tra esecutivo e legislativo assegna al Congresso un potere di controllo considerevole sulle politiche economiche e fiscali. Sappiamo già che il Senato non sarà “progressista”, per riprendere l’espressione americana, cioè di certo non sarà orientato a sinistra.
Supponiamo che i democratici riescano a conquistare i due seggi della Georgia a gennaio, cosa tutt’altro che certa, aggiudicandosi aritmeticamente la maggioranza al Senato grazie al voto della futura vice-presidente Kamala Harris. La maggioranza sarebbe talmente risicata (includendo anche alcuni senatori democratici estremamente moderati) che non potrebbe essere approvata nessuna decisione radicale in tema di bilancio (ossia che preveda un forte aumento della spesa pubblica con conseguente aggravio della pressione fiscale).
Di conseguenza, anche se per molti aspetti, incluso quello delle relazioni internazionali, l’elezione di Joe Biden alla Presidenza è un evento politico di primaria importanza, di certo – come i mercati ben sanno – non siamo alla vigilia di una svolta radicale sul piano economico. cosa tutt’altro che certa, aggiudicandosi aritmeticamente la maggioranza al Senato grazie al voto della futura vice-presidente Kamala Harris.
La maggioranza sarebbe talmente risicata (includendo anche alcuni senatori democratici estremamente moderati) che non potrebbe essere approvata nessuna decisione radicale in tema di bilancio (ossia che preveda un forte aumento della spesa pubblica con conseguente aggravio della pressione fiscale).