SE IN BORSA VA TUTTO A RAMENGO, VALE LA PENA INVESTIRE SUL MARENGO?

La Bolaffi, la più importante azienda italiana nel settore della filatelia, numismatica e collezionismo promuove di investire su 2 autentici marenghi d’oro che propone a 1000 euro o a 50 euro al mese. Ma se ci rivolge ad altri numismatici quelli che sembrano gli stessi marenghi vengono offerti anche quasi a metà prezzo. Funziona così il mercato dei “beni rifugio” o qualcosa ci sfugge ed è il solito problema dell'asimmetria informativa?

MoneyReport, il blog di SoldiExpert SCF

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“Se il presente è incerto, il futuro è d’oro” recita lo slogan pubblicitario di Bolaffi che propone sul web e con pagine di pubblicità sui quotidiani la possibilità per i risparmiatori di proteggere il proprio piccolo o grande gruzzoletto rifugiandosi, come Paperon de’ Paperoni, nei dobloni d’oro (o per meglio dire nei marenghi) sottoscrivendo (recita il testo pubblicitario) “un’accoppiata numismatica di valore straordinario: i due autentici marenghi d’oro di Vittorio Emanuele II e Carlo Alberto, in perfetto stato di conservazione, corredati da certificato di garanzia e racchiusi in eleganti astucci singoli”.

 

Un invito “al collezionismo numismatico e all’investimento nei beni rifugio” che viene offerto a prezzi popolari, anche con la formula rateale. Cinquanta euro al mese con finanziamento senza interessi o 1000 euro in un’unica botta se siete tipi che non sopportate avere debiti in giro nemmeno col fisco, figuriamoci con la Bolaffi.
Ma è un affare? E’ questo il viatico per il buon investimento al bene rifugio per tutti? Qualche dubbio confessiamo ce l’abbiamo e non perché non ci ispiri serietà il nome di Bolaffi con i suoi 120 anni di esperienza come pubblicizza in questa iniziativa. Ma perché per promuovere simili offerte occorrono soldi per comprare pagine pubblicitarie, pagare i grafici, organizzare il direct marketing. Tutte cose che hanno un costo che crediamo evidentemente si rifletterà sul prezzo che poi pagherà il cliente finale. E che magari potrà non essere quello di mercato.

E ci vengono in mente i consigli in merito di Michael Maloney, guru Usa dell’investimento in metalli preziosi (e che abbiamo intervistato pochi mesi fa) che nei suoi libri consiglia (e di mestiere compravende proprio oro) di evitare come la peste le offerte in televisione e sulle riviste di chi vuole vendervi oro in tutte le sue forme, monete numismatiche comprese.

 

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La ragione? “Non c’è semplicemente abbastanza profitto nel campo dei media per un commerciante che sta offrendo metalli preziosi a un prezzo equo per finanziare questo tipo di pubblicità”. Secondo Maloney  il profitto medio di un commerciante nel settore numismatico da collezionista va dal 15 al 100% mentre sui lingotti e sulle monete d’oro da investimento va dall’1 al 5% e questo significa evidentemente nel caso peggiore che “il prezzo di mercato del tuo ‘investimento in beni rifugio’ deve aumentare del 15-100% purchè tu sia semplicemente in pareggio”. Matematica elementare, Watson.

 

Paghi due, prendi uno?

Ma quanto possono valere queste monete offerte da Bolaffi ovvero questi marenghi d’oro che ci riportano al tempo di Casa Savoia e del Regno Italia? Telefoniamo (o consultiamo i siti) di alcuni dei numismatici fra i più e meno importanti in Italia e il prezzo di mercato delle due monete proposte al prezzo di 1000 euro ci vengono offerte anche a metà prezzo! Più esattamente fra i 500 e i 610 euro potremmo acquistare apparentemente le stesse monete che nell’offerta Bolaffi vengono pubblicizzate a 1000. Ci dicono tutti quasi all’unisono, in pratica, che non si tratta di monete particolarmente rare tanto è vero che alcune di queste annate  di queste due serie (e nell’offerta non è specificato per singola moneta l’anno di conio) sono classificate come grado di rarità in C. Ovvero monete comuni quando si parla di numismatica.

Certo è vero che Bolaffi offre questo monete in eleganti astucci singoli e anche “un ulteriore prezioso cofanetto in cui, se lo vorrai, potrai inserire le altre quattro monete che completano la collezione ‘Ori d’Italia’” (oltre che un loro certificato di garanzia) ma con questa differenza di prezzo ci viene quasi un bel pezzo di cofano, altro che il cofanetto se la differenza fosse così cospicua.

 

Telefoniamo alla Bolaffi…

Siccome siamo realisti più del Re quando si tratta di acquistare monete d’oro soprattutto della serie Casa Savoia/Regno d’Italia diamo il compito a un nostro collaboratore di telefonare al Servizio Clienti della Bolaffi (ci interessa vedere cosa dicono a un consumatore per questo articolo e non presentarci come giornalisti e parlare con un addetto stampa cosa certo interessante ma che non crediamo sia riservata a tutti coloro che sottoscrivono questa offerta e vedono la pubblicità sul giornale) per farsi spiegare  il grado di conservazione di queste monete visto che oltre al grado di rarità e ugualmente importante per l’apprendista collezionista numismatico anche lo stato di conservazione.

Sappiamo, infatti, che prima di dare un valore a una moneta occorre esaminarne attentamente le condizioni in quanto piccole differenze di classificazione possono significare sostanziali variazioni di prezzo. E così all’attribuzione dei vari gradi di conservazione similmente ai rating sui bond emessi da Moody’s, Standard & Poor’s o Fitch ci sono parecchi fattori da considerare secondo una scala che parte da Bella (B) e arriva a Fior di conio (Fdc), passando gradualmente quindi da B (Bella), Molto Bella (MB), Bellissima (BB), Splendida (Spl) e Fior di Conio (Fdc). Con anche i ++ o –…

Al telefono l’addetta della Bolaffi non ci spiega quale rating nella Conservazione (o come direbbero negli Stati Uniti “livello di grading” è quello che dichiarano per le loro monete (noi avevamo trovato anche quelle BB, ovvero “bellissime”), spiegandoci che come è scritto nel sito si tratta di monete in ottimo o perfetto stato di conservazione (qualcosa che vuol dire ben poco, ovvero tutto e niente,  ci dicono invece gli altri numismatici che abbiamo contattato) ma senza dirci altro riguardo questo aspetto. In pratica alla Bolaffi sembra che non considerino importanti (sono i leader del mercato ed evidentemente converrà loro fare così) fornire  al pubblico questo genere di informazioni. E forse un po’ di maggiore trasparenza non guasterebbe a tutela sia loro (e dei nostri dubbi crediamo legittimi) che dei consumatori.

 

Nel caso delle monete la valutazione è molto legato allo stato di conservazione. Gli esperti del settore ci spiegano, infatti, che partendo, infatti, infatti da una conservazione MB  (Molto Bella) che registra una quotazione equivalente al solo valore intrinseco del metallo si arriva a diverse centinaia di euro supplementari per le alte conservazioni. In pratica a determinare  l’adeguatezza o meno di un’offerta è la congruità di più fattori e in mancanza di dati certi non é possibile stabilire una corretta valutazione della moneta in termini economici. In Paesi più evoluti in questo settore come  negli Stati Uniti vi sono enti terzi che certificano le monete attribuendogli un valore su scala numerica da 1 a 70. E questo  ci hanno spiegato alcuni addetti ai lavori ha contribuito ha creare un vero e proprio mercato borsistico delle monete che vengono vendute a un prezzo X a seconda della conservazione. Viene meno in questo caso il possibile conflitto d’interessi in cui il venditore è portato a giudicare con occhio maggiormente benevolo la propria moneta in luogo di quella posseduta da un’altra persona. E si evita il caso del consumatore che acquista magari da una pubblicità su un giornale ma non sa bene quello che acquista. E che potrebbe magari scoprire che quanto ha acquistato vale il 20 oppure 40% in meno rivolgendosi da un numismatico sotto casa che gli offre una moneta del tutto equivalente. O che gliela ricomprerà a quel prezzo il giorno in cui decidesse di liquidare.

Le monete trattate da Bolaffi potrebbero essere magari rarissime e giustificare per questo motivo un valore quasi doppio rispetto a quello che ci hanno proposto altri operatori sul mercato ma qualche dubbio è lecito visto che la loro è un’offerta commerciale (fatta sui mass media con tanto di pubblicità a pagina intera) è rivolta al “mondo” e mica avranno fatto incetta solo loro di tutte le monete Fior di Conio viene spontaneo pensare. Ma forse siamo noi che abituati al mondo finanziario non ci fidiamo ciecamente più di nessuno anche quando magari non sarebbe il caso.

 

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Riguardiamo a questo punto la bella pubblicità di Bolaffi che proclama “Se il presente è incerto, il futuro è d’oro”. E ci viene da sorridere. Se le cose stanno così (ma magari ci è sfuggito qualcosa e non abbiamo capito nulla noi di questa offerta come gli altri collezionisti di monete che abbiamo consultato) il presente sarà incerto e il futuro è d’oro. Ma per Bolaffi!

Francobolli, monete antiche, obbligazioni strutturate, fondi d’investimento “magici”, azioni in collocamento insomma… prima di acquistare a “scatola chiusa” qualsiasi cosa è meglio sempre farsi un po’ di domande e fare dei confronti. O rivolgersi magari a qualcuno di veramente indipendente per un parere perchè l’asimmetria informativa come dicono gli economisti si potrebbe nascondere dappertutto.

O perché come si diceva una volta in una vecchia reclame a scatola chiusa si compra solo Arrigoni… Anche quando si tratta di investimenti finanziari o beni rifugio.

Salvatore Gaziano

Responsabile Strategie di Investimento di SoldiExpert SCF

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