Ha collaborato a questo articolo Emanuele Oggioni, gestore azionario di Saint George Capital Management (gruppo Fondiaria Sai), una società di diritto svizzero con sede a Lugano specializzato nell’asset management
A dispetto dei numeri sfornati nelle stesse ore dall’ultima ricerca del Centro Studi di DEKRA Consulting che propone uno scenario quasi apocalittico per il mercato dell’auto.
Secondo questo studio in Italia un concessionario su cinque è destinato a chiudere: una percentuale molto alta, il 20% dei concessionari italiani potrebbe presto chiudere.
La decisione di acquistare o cambiare automobile non è da tempo in cima all’agenda dei consumatori (e i venti di crisi pospongono qualsiasi decisione) e nel caso del mercato italiano la contrazione è piuttosto severa come ammette lo stesso Marchionne nella versione pessimista: “Siamo tornati a livelli che non si raggiungevano da venti-trent’anni, non ho mai visto un livello simile da quando sono arrivato nel 2004. Bisogna ritornare agli anni ’80. Questo significa che la macchina industriale non può girare” Noi abbiamo un terzo del nostro mercato in Italia, siamo scesi. E’ inutile andare a cercare modelli nuovi, a chi li vendiamo? Non c’é mercato”.
La strategia di Marchionne in questo scenario suscita discussioni anche feroci: “in un mercato in forte contrazione è giusta la strategia di limitare al massimo i nuovi investimenti e il lancio dei nuovi modelli?”
Se la vostra azienda è in oggettiva crisi e nel vostro mercato principale (leggi l’Italia) la vostra quota di mercato è sempre più in preda ai concorrenti voi lancereste al più presto i vostri prodotti migliori (sempre che li abbiate, naturalmente)? O come in una partita di poker fate “cip” e aspettate la “mano buona”?
Intanto il mercato europeo dell’automobile nel 2011 resterà trainato dal buon andamento del mercato tedesco, mentre gli altri major markets si attestano su volumi inferiori a quelli di un anno fa. Secondo i dati del l’Acea, l’associazione che raduna le case costruttrici europee le vendite e la quota di mercato del gruppo Fiat continuano a calare anche a settembre nonostante una ripresa degli ordini. . In netta controtendenza è, infatti, la Fiat che fa registrare un calo del 7,8% con 82.115 nuove vetture vendute rispetto alle 89.102 di un anno fa. Nei primi nove mesi la quota in Europa di Fiat Group Automobiles si è attestata al 7,2%, contro l’8,1% segnato nello stesso periodo di un anno fa.
Risultati che si confrontano a livello europeo con concorrenti come Volkswagen, la quale troneggia in Europa con il 23,2% del mercato e nuove immatricolazioni in crescita del 12,5%. E prima del Lingotto, nella classifica europea dei costruttori vengono oltre a VW, Psa Peugeot-Citroen (quota pari al 10,5%), General Motors (9%) Renault (8,7%) e Ford (8,5%). Nei primi nove mesi dell’anno, l’Italia rispetto allo stesso periodo del 2010 ha visto crollare il mercato dell’11,3%; peggio di noi solo la Spagna (-20,7%) mentre le vendite in Germania crescono nel periodo di quasi l’11%. Un buon momento del settore che traina anche le aziende italiane del settore componentistica come Pirelli, Sogefi, Brembo.
Può essere interessante perciò vedere qual è lo stato di salute di alcune società del settore automotive quotate in Germania e quali sono le strategie e le previsioni formulate alle ultime presentazioni agli analisti. A Monaco di Baviera poche settimane fa le più importanti società tedesche hanno incontrato gli analisti: ecco la sintesi di ciò che emerso negli incontri con Volkswagen, Man, Leoni, Continental.
VOLKSWAGEN
MAN
CONTINENTAL
LEONI