Trend della de-carbonizzazione. Ecco i titoli su cui puntare in Borsa

Quale sarà il prossimo mega-trend? Un'interessante panoramica sui principali player di eolico, solare e idrogeno e energie alternative

MoneyReport, il blog di SoldiExpert SCF

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Dove sono quotate le aziende più esposte al trend della de-carbonizzazione? Simon Webber, gestore del fondo Schroder sui cambiamenti climatici, ha fatto uno studio sulla loro localizzazione. I principali player nell’eolico e nel solare, nell’energia alternativa come l’idrogeno e finanche nei veicoli elettrici non sono aziende statunitensi. Su questo fronte il dominio di Tesla potrebbe essere a rischio perché altri concorrenti sono pronti a raggiungerla già nel 2025.

 

 

la de-carbonizzazione, il mega trend del futuro

 

Secondo Simon Webber, gestore del fondo Schroder sul cambiamento climatico, la de-carbonizzazione potrebbe essere il mega trend del prossimo decennio, e su questo fronte, molte delle aziende meglio posizionate per la transizione verso un futuro a basse emissioni sono quotate fuori dagli USA.

 

Chi sono i principali player nell’eolico?

Gli Stati Uniti hanno diverse aziende leader nel loro specifico settore, tuttavia ciò non è sempre vero quando si parla di energie rinnovabili nota il gestore di Schroders Ad esempio, guardando all’industria dell’energia eolica, che è dominata a livello globale da un piccolo numero di società, solo uno dei principali produttori – GE – è statunitense. I maggiori player a livello mondiale sono il danese Vestas Wind e il gruppo tedesco-spagnolo Siemens Gamesa.

 

Chi sono i principali player nell’energia solare?

L’industria del solare è invece dominata da aziende cinesi. La Cina è all’avanguardia nella produzione di polisilicio e di celle solari. Si tratta di un settore legato alle commodity, con poco spazio per generare margini superiori alla media. Nonostante ciò, stiamo assistendo a un boom per il solare, a beneficio di queste aziende cinesi. La statunitense First Solar è una delle poche aziende non cinesi nel settore.

 

Investire sul trend della de-carbonizzazione la produzione di fotovoltaico nei vari Paesi

Auto elettriche: Volkswagen vuole sorpassare Tesla

 

Parlando di veicoli elettrici, l’azienda regina del trend della de-carbonizzazione è  la statunitense Tesla. E’ il brand che tutti conoscono e che al momento è al primo posto per vendita di veicoli elettrici (battery electric vehicles – BEV), al contrario di quelli ibridi. Tuttavia, tale dominio potrebbe non durare ancora a lungo. La tedesca Volkswagen ha alte ambizioni in merito alla produzione di BEV ed è pronta a sorpassare Tesla entro il 2025. Anche l’alleanza Renault/Nissan/Mitsubishi e la cinese Geely sono pronte a raggiungere Tesla entro il 2025 (fonte: CNN Business 2019).

 

A livello di de-carbonizzazione, la parte importante di un veicolo elettrico è la batteria. Anche in questo caso, i leader del settore sono aziende non-USA. La catena di approvvigionamento delle batterie è dominata da società asiatiche come le sudcoreane LG Chem e Samsung SDI, la giapponese Panasonic e la cinese CATL.

 

La nuova frontiera sarà l’idrogeno?

L’idrogeno potrebbe essere una fonte di energia alternativa per quei settori che possono cavalcare il trend della de-carbonizzazione usando l’elettricità. Questo può essere prodotto dai combustibili fossili, con emissioni poi catturate attraverso apposite tecnologie (CSS – carbon capture and storage). Può anche essere prodotto con l’uso di energie rinnovabili, modalità che probabilmente diventerà la più economica nei prossimi 5-10 anni.

L’idrogeno può anche essere utilizzato per immagazzinare il surplus di energia prodotto attraverso fonti rinnovabili. Questa energia può poi essere utilizzata quando eolico o solare non ne stanno producendo, risolvendo il problema dei picchi legati alle rinnovabili.

Al momento il costo di produzione dell’idrogeno è elevato e ciò ha pesato sulla domanda. Tuttavia, il brusco calo nei costi associati ad altre fonti di energia negli ultimi anni indica che anche l’idrogeno seguirà la stessa strada.

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Giappone ed Europa sono al momento i leader nella produzione di energia a idrogeno. In Giappone nel 2017 è stata adottata la “Basic Hydrogen Strategy” con l’obiettivo di ridurre i costi associati all’idrogeno agli stessi livelli dell’energia convenzionale.

Il nuovo programma di investimenti europeo per costruire un’infrastruttura per l’idrogeno probabilmente darà alle aziende europee un importante vantaggio sulla concorrenza estera in questa prima fase di sviluppo del settore. Inoltre, parte del recente Green Deal dell’UE riguarda anche una strategia per l’idrogeno, che mira a una produzione di 1 milione di tonnellate di idrogeno rinnovabile entro il 2024, in aumento a 10 milioni di tonnellate entro il 2030.

 

 

trend De-carbonizzazione sostenuto dalla politica in Europa e Asia non in USA

 

L’Europa è stata spesso all’avanguardia nel riconoscimento, nell’agenda politica, della sfida climatica. I Paesi asiatici si stanno muovendo nella stessa direzione. Lo stesso non sembra valere per gli USA, e ciò potrebbe essere tra i motivi per cui le aziende statunitensi sono in ritardo nel percorso della de-carbonizzazione.

Di recente abbiamo visto alcune politiche ambiziose sulla de-carbonizzazione da parte di Microsoft e Amazon, ma in generale le aziende europee sono molto più focalizzate su questo tema, con maggiori ambizioni di lungo termine allineate con gli Accordi di Parigi.

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Un recente studio del Sustainable Investment Team di Schroders su oltre 10.000 aziende globali, che ha analizzato il loro impegno nei confronti di target di natura scientifica (STBI – science based target initiatives) in riferimento ai cambiamenti climatici, ha mostrato enormi differenze a livello regionale.

 

Europa meglio delle Borse Usa nel prossimo futuro grazie alla Green Economy?

Pur contando soltanto per il 13% delle aziende quotate analizzate, le società dell’Europa occidentale pesano per il 38% delle aziende con target a base scientifica osserva Simon Webber, gestore del fondo Schroder sui cambiamenti climatici. Le aziende dell’America settentrionale contano soltanto per il 22% in tal senso, pur rappresentando il 26% dell’universo quotato.

La dominazione dei mercati azionari USA nell’ultimo decennio è stata in gran parte legata alla solida performance di un gruppo ristretto di azioni in pochi settori chiave, basti pensare ai FAANG (Facebook, Amazon, Apple, Netflix, Google).

Queste straordinarie aziende probabilmente continueranno a essere leader nei loro settori. Tuttavia, con la crescita dell’attenzione sulla necessità di un futuro a basse emissioni, secondo Schroders gli investitori azionari dovrebbero prestare attenzione al ruolo di leadership che le aziende non americane stanno assumendo nel trend della de-carbonizzazione.

Salvatore Gaziano

Responsabile Strategie di Investimento di SoldiExpert SCF

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Marco Cini

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