Negli ultimi anni, investire in ETF è diventato una delle scelte più diffuse tra investitori grandi e piccoli. Questi strumenti, noti anche come Exchange Traded Funds, combinano diversificazione, trasparenza e costi contenuti, rendendoli un’alternativa concreta ai fondi comuni tradizionali.
In questo articolo vedremo come si sono sviluppati, quali sono i principali attori sul mercato e perché oggi gli ETF rappresentano un pilastro della strategia di investimento di milioni di risparmiatori.
Cosa significa investire in ETF
Quando si sceglie di investire in ETF, si acquista un unico strumento che racchiude al suo interno un paniere di titoli – azioni, obbligazioni o altri asset – selezionati per replicare l’andamento di un indice di riferimento. È come comprare un “pacchetto” già pronto che permette di esporsi a un intero mercato con un’unica operazione.
Un singolo ETF può contenere migliaia di strumenti finanziari, offrendo così un livello di diversificazione che sarebbe complesso e costoso ottenere acquistando ogni titolo separatamente.
Una breve storia degli ETF
Il primo ETF nasce nel 1990 in Canada: il Toronto 35 Index Participation Fund, progettato per replicare l’andamento dell’indice azionario canadese TSE 35.
La vera svolta arriva nel 1993 negli Stati Uniti, con il lancio dello SPDR S&P 500 ETF (SPY) da parte di State Street Global Advisors. Questo strumento, che replicava l’intero indice S&P 500, ha reso possibile per la prima volta investire in un mercato completo con una sola operazione, ponendo le basi per il successo globale degli ETF.
Dal 2000 in poi, il mercato degli ETF ha vissuto un’espansione senza precedenti. Nel 2025, con oltre 8.000 strumenti disponibili a livello globale e asset gestiti per migliaia di miliardi di dollari, investire in ETF è diventato per molti investitori un passaggio naturale.
Secondo i dati di ETFGI, una delle principali società di ricerca sul settore, il patrimonio investito in ETF ha superato i 10.000 miliardi di dollari nel 2024, confermando una crescita costante negli ultimi vent’anni.
I protagonisti del mercato degli ETF
Il panorama degli ETF è dominato da grandi società di gestione del risparmio, chiamate emittenti, che strutturano i fondi e ne garantiscono il funzionamento. Tra i principali a livello globale troviamo:
- BlackRock (marchio iShares)
- Vanguard
- Amundi
- Invesco
- DWS (marchio Xtrackers)
Questi operatori mettono a disposizione una gamma vastissima di ETF, coprendo ogni tipo di asset class, settore e area geografica.
Le società emittenti creano gli ETF acquistando i titoli che compongono l’indice di riferimento (per quelli a replica fisica) o utilizzando strumenti derivati (per quelli a replica sintetica). Una volta creato, l’ETF viene quotato in continuo in Borsa e può essere comprato e venduto dagli investitori proprio come un’azione. Per chi vuole investire in ETF, questo significa poter operare con la stessa flessibilità del mercato azionario, a differenza dei fondi di investimento tradizionali, il cui valore viene calcolato solo una volta al giorno con un ritardo medio di circa 24 ore. Gli ETF, invece, sono valorizzati in tempo reale con quotazioni aggiornate durante tutto l’orario di mercato.
La negoziazione degli ETF avviene attraverso le principali Borse valori, come la Borsa Italiana (sul segmento ETFplus), il NYSE, il Nasdaq e il London Stock Exchange. Per investire in ETF, è sufficiente utilizzare broker online, piattaforme bancarie o di trading, che ne permettono l’acquisto e la vendita in modo semplice e immediato.
Investire in ETF: un esempio concreto
Per capire meglio cosa significa investire in ETF, consideriamo l’iShares Core MSCI World ETF : l’ETF che non può mancare nel tuo portafoglio. Questo strumento replica l’indice MSCI World, che comprende quasi 1.400 aziende di 23 Paesi sviluppati.
La composizione geografica è fortemente orientata verso gli Stati Uniti (circa il 70% del portafoglio), con il resto distribuito in economie come Giappone, Regno Unito e Germania. A livello settoriale, la quota più rilevante è nel comparto tecnologico (circa il 28%), seguita da finanza, beni voluttuari e salute.
Questo esempio dimostra come con un solo ETF sia possibile ottenere un’esposizione globale e settorialmente diversificata.
Domande frequenti su investire in ETF
Cosa significa ETF?
Un ETF è un fondo quotato in Borsa che replica un indice o un paniere di titoli, come l’S&P 500 o l’MSCI World, e si compra e vende come un’azione. Chi sceglie di investire in ETF accede così a un portafoglio diversificato con un’unica operazione.
Quanto costa investire in Exchange Traded Funds?
Gli ETF hanno costi di gestione bassi, chiamati TER, che di solito variano dallo 0,1% allo 0,5% all’anno, più eventuali commissioni di acquisto e vendita. Questo è uno dei motivi per cui sempre più investitori preferiscono investire in ETF rispetto ad altri strumenti.
Cos’è il TER di un ETF?
TER è l’acronimo di Total Expense Ratio: indica il costo annuo che sostieni per la gestione dell’ETF. È espresso in percentuale sul capitale investito.
Come vengono tassati gli ETF?
In Italia, i guadagni sono soggetti al 26% di imposta, tranne per quelli che investono in titoli di Stato italiani o equiparati, che pagano il 12,5%. Chi vuole investire in ETF deve considerare anche la fiscalità per scegliere lo strumento più adatto.
Posso compensare minusvalenze e plusvalenze?
Sì, le minusvalenze sugli ETF possono compensare plusvalenze su altri strumenti finanziari. Ma se vendi un ETF in profitto, paghi sempre la plusvalenza anche se hai minusvalenze pregresse: un aspetto da valutare quando si decide di investire in ETF.
Qual è la differenza tra replica fisica e sintetica di un ETF?
Gli ETF fisici comprano direttamente i titoli dell’indice, quelli sintetici usano derivati per replicarlo. Capire questa differenza è fondamentale per chi vuole investire in ETF in modo consapevole.
Esistono ETF sulle materie prime?
Sì, ci sono ETF che replicano l’andamento di oro, petrolio e altre materie prime, offrendo a chi vuole investire in ETF la possibilità di diversificare oltre i mercati azionari e obbligazionari.
Cosa sono gli ETF smart beta?
Sono ETF che seguono strategie alternative per selezionare i titoli, come fattori di qualità o bassa volatilità, invece di replicare semplicemente un indice tradizionale. Possono essere interessanti per chi vuole investire in ETF con un approccio più mirato.
Cosa sono gli ETF attivi?
Sono ETF in cui un gestore seleziona attivamente i titoli da inserire, con l’obiettivo di ottenere rendimenti superiori all’indice. Anche in questo caso, chi vuole investire in ETF attivi deve valutare se i costi aggiuntivi sono giustificati, ovvero se la strategia produce extra rendimenti rispetto a una selezione dei titoli meno sofistificata.
In cosa si differenziano gli ETF ad accumulazione?
Gli ETF ad accumulazione reinvestono automaticamente i proventi generati dai titoli che compongono il portafoglio. Questo permette a chi sceglie di investire in ETF di beneficiare dell’effetto della capitalizzazione composta nel lungo periodo.
Conviene investire in ETF ad accumulazione?
Sono ideali per chi mira a far crescere il capitale nel tempo senza reinvestire manualmente i dividendi. Inoltre, evitano la tassazione immediata sui proventi, un vantaggio importante per chi decide di investire in ETF con un orizzonte di lungo periodo.
ETF a distribuzione: come funzionano?
Gli ETF a distribuzione pagano periodicamente dividendi o cedole. Chi vuole investire in ETF per ottenere una rendita può scegliere questa tipologia, che offre flussi costanti di entrate.
Conviene investire negli ETF a distribuzione?
Sono spesso scelti da chi desidera integrare il proprio reddito con una rendita regolare. Tuttavia, chi decide di investire in ETF di questo tipo deve considerare la tassazione sui proventi.
Cosa sono gli ETF momentum?
Gli ETF Momentum puntano su titoli con performance recenti elevate, sfruttando l’effetto inerziale dei prezzi. Sono una possibilità per chi vuole investire in ETF con strategie basate sulle tendenze di mercato.
Conclusioni
Scegliere di investire in ETF significa puntare su strumenti trasparenti, versatili e generalmente più economici dei fondi tradizionali. Sono adatti sia a chi inizia a investire sia a chi vuole migliorare la diversificazione del portafoglio.
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