iShares Global Clean Energy ETF: perchè ha il vento contro. Energie rinnovabili e pulite nella bufera

Da inizio anno l’ETF che investe sulle energie pulite l’iShares Global Clean Energy perde il 30% del proprio valore. Il vento è cambiato? Scoprilo con l’analisi di SoldiExpert SCF

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Preferireste perdere un terzo del vostro capitale in tre anni o triplicarlo? I sottoscrittori dell’ETF iShares Global Clean Energy (isin IE00B1XNHC34) probabilmente se avessero saputo che investire “puliro” gli sarebbe costato perdere il -27% di quanto investito forse ci avrebbero pensato su due volte.

Se poi scoprissero che investire sull’energia, ma non su quella pulita, gli avrebbe consentito un guadagno del 197%, forse avrebbero vacillato nella loro fede nelle energie rinnovabili. L’ETF World Energy (isin IE00BM67HM91) che non guarda a come l’energia è stata prodotta ha guadagnato il 197% nell’ultimo triennio.

 

L’andamento negativo dell’Ishares Global Clean Energy 

 

Nell’ultimo triennio la distanza fra l’MSCI World Energy e le Energie Pulite è in effetti impressionante: +197% le società tradizionali petrolifere presenti  nell’ETF World Energy contro il -27% dell’ETF iShares Global Clean Energy.

 

Andamento ultimi due anni Ishares Global Green Energy e un tradizionale ETF su energia

 

Chi ci ascolta o ci legge, sa che in passato abbiamo espresso numerose volte la nostra diffidenza verso gli investimenti “tematici” e la storiella che bastava investire ESG “per guadagnare bene, facendo del bene” non ci ha mai convinto.

Come consulenti finanziari indipendenti ne abbiamo parlato diffusamente in questi anni, spiegando perché il rischio di costruire un portafoglio basato sull’offerta di ciò che è stato appena messo in catalogo dai venditori (e questo succede già in grande stile con i fondi) …. è un affare rischioso. 

Anche da inizio anno, il confronto è impietoso: -31,64% la perdita dell’ETF  iShares Global Clean Energy contro un +3,71% dell’ETF World Energy.

 

ETF iShares Global Clean Energy UCITS ETF In cosa investe

 

Con un patrimonio attualmente gestito di 3,5 miliardi di euro l’Ishares Global Clean Energy è un ETF di ragguardevoli dimensioni. Lo scopo di questo ETF è replicare l’indice S&P Global Clean Energy. L’indice S&P Global Clean Energy replica i 100 titoli azionari più grandi e liquidi di tutto il mondo che sono impegnati nell’economia delle energie pulite.

 

Con un costo contenuto (0,65% all’anno) rispetto a un fondo della stessa categoria ma medio-alto per un ETF azionario, l’Ishares Global Clean Energy permette di avere in portafoglio le società quotate più rappresentative del settore delle energie rinnovabili. Queste società sono quelle appartenenti all’indice S&P Global Clean Energy. 

 

L’Indice misura la performance di circa 100 tra le maggiori società quotate operanti a livello globale nel settore dell’energia pulita. L’Ishares Global Clean Energy è ideato per fornire esposizione alle principali società quotate operanti nel settore dell’energia pulita a livello globale, sia nei mercati sviluppati che in quelli emergenti ed è ponderato per la capitalizzazione di mercato. 

 

L’ETF Ishares Global Clean Energy intende replicare l’Indice S&P sulle energie pulite detenendo i titoli azionari che lo compongono in proporzioni simili a esso.

 

Le difficoltà delle aziende in cui investe l’ETF Ishares Global Clean Energy

 

Le prime 10 società quotate in cui investe l’ETF Ishares Global Clean Energy sono rappresentate in questa tabella.

 

Nome società in portafoglio Peso percentuale 
FIRST SOLAR INC 7,95%
CONSOLIDATED EDISON INC 7,60%
ENPHASE ENERGY INC 7,06%
VESTAS WIND SYSTEMS 4,78%
IBERDROLA SA 4,65%
SOLAREDGE TECHNOLOGIES INC 4,25%
CHINA YANGTZE POWER LTD A 3,83%
EDP ENERGIAS DE PORTUGAL SA 3,06%
CHUBU ELECTRIC POWER INC 2,86%
ORSTED 2,61%

 

Come spiegare la discesa degli ultimi anni? Le aziende che realizzano progetti eolici e solari dipendono fortemente dal mercato del debito. Contraggono per esempio ingenti prestiti per costruire progetti e poi li ripagano nel tempo con il denaro che i consumatori pagano per l’elettricità prodotta da turbine e pannelli. Quando il debito è costoso, questi progetti richiedono più tempo per essere ripagati e offrono profitti minori agli investitori. 

 

Nelle scorse settimane uno dei giganti del settore, NextEra Energy Partner, ha dichiarato agli investitori che avrebbe tagliato della metà le sue linee guida per la distribuzione di utili almeno fino al 2026, perché gli alti tassi di interesse “influiranno sui finanziamenti necessari”. E questo ha spaventato gli investitori.

 

Le società energetiche tradizionali invece possono finanziare i loro progetti di capitale con la liquidità operativa, invece di dover raccogliere fondi, e sono attualmente in una forte forma finanziaria.

 

Opinioni sull’ Ishares Global Clean Energy

 

Ora molti esperti spiegano (con il senno del poi) perché non aveva molto senso riempirsi il portafoglio di ETF legati alle energie pulite e alle tematiche ESG perché questo tema non è affatto immune da perdite e situazioni avverse. Ma ormai la perdita per tanti c’è stata. L’Ishares Global Clean Energy ha raccolto 3,5 miliardi di euro: più di tutti gli ETF sulle energie rinnovabili messe insieme. 

 

Ogni anno sul mercato emerge un nuovo tema o megatrend e seguire una strategia che va ad acquistare, con fiducia incrollabile nel futuro, un fondo o un ETF che contiene i titoli che sono saliti di più e che spesso hanno raggiunto valutazioni molto elevate, non sembra una garanzia di guadagni solidi anche nel futuro.

Da qui la nostra diffidenza espressa con studi e analisi sui cosiddetti ETF tematici compreso ETF Ishares Global Clean Energy.

 

Proprio quello che è accaduto in questi ultimi anni per effetto, per esempio, del forte rialzo dei tassi d’interesse che ha significato un forte “vento contrario”, nonostante la politica di sostegno come l’Inflation Reduction Act multimiliardario degli Stati Uniti.  

 

Le aziende del settore delle energie rinnovabili con un elevato potenziale di crescita sono vulnerabili all’aumento dei tassi di interesse, poiché intaccano il valore dei flussi di cassa futuri e fanno fatica a farsi finanziare (ed essere redditizie) con tassi d’interesse così elevati. Per questo prodotti come l’ETF Ishares Global Clean Energy hanno perso così tanto nell’ultimo anno e anche nell’ultimo triennio. 

 

Ishares Global Clean Energy previsioni

 

Louis-Vincent Gave, direttore della Gavekal Research (una fra le società di ricerca più influenti e seguite dai gestori di fondi di mezzo mondo), non è molto convinto sul settore delle energie alternative in cui investe l’Ishares Global Clean Energy: “Il calo dei prezzi sembra ora prendere slancio; la bolla delle energie alternative sta implodendo”.

 

Secondo Gave, lo scoppio della guerra in Medio Oriente rafforza la tesi a favore dell’energia fossile. Le guerre tendono a far salire i prezzi delle materie prime – e quindi sono positive anche per le compagnie petrolifere.

 

Ma va detto che c’è anche chi vede in questo scenario di tensioni in Medio Oriente un buon motivo per accelerare verso le energie rinnovabili e liberarsi dalla dipendenza dei Paesi del Medio Oriente e della accoppiata Russia Venezuela. 

 

L’aumento dei tassi di interesse ha reso sicuramente difficile per le aziende del settore gestire contratti a lungo termine e obbliga a sostenere costi più elevati.

 

Il sentiment è cambiato sulle energie rinnovabili

 

Fra i motivi della discesa, poi, l’effetto negativo dell’impennata dei costi dei materiali, che stanno comprimendo i margini di profitto di molti produttori del settore delle energie pulite. 

 

Va ricordato poi che il costo delle energie rinnovabili è drasticamente diminuito dal 2010 soprattutto nel solare. Questo è positivo, perché favorisce l’adozione delle fonti di energia pulite, ma unito alla concorrenza sempre più spietata fra le aziende produttrici del settore ha ridotto molto i margini e le previsioni di profitto. 

 

I lunghi tempi di autorizzazione, i ritardi nei progetti, le tariffe elevate e i costi crescenti dei materiali stanno poi pesando in tutto il mondo.

 

Basti pensare ai progetti eolici al largo di Gran Bretagna, Paesi Bassi e Norvegia che sono stati in molti casi ritardati o accantonati a causa dell’aumento dei costi e dei vincoli della catena di approvvigionamento, sollevando preoccupazioni sul fatto che questi Paesi raggiungeranno i loro obiettivi di energia rinnovabile per il 2030.    

 

 

Consigli sull’ETF Ishares Global Clean Energy

 

A fine settembre 2023, il paniere dei titoli delle energie pulite ovvero le società in cui investe l’ETF Ishares Global Clean Energy 13,6 volte gli utili passati, mentre quello delle aziende dell’energia tradizionale (Msci World Energy) valeva 10,5 volte gli utili passati rispetto alla capitalizzazione (e 8,6 volte di quelli futuri).

 

La nuova guerra esplosa in Medio Oriente ha dato un ulteriore sprint al prezzo del petrolio. 

E mentre il petrolio continua a salire, le energie pulite continuano il loro trend in discesa con  -30% da inizio anno.

 

Gli esperti ora vedono molto potenziale soprattutto sulle società energetiche fossili, poiché sottovalutate e con un prezzo del petrolio elevato, quindi molto più redditizie e in grado di investire nella transizione energetica con mezzi propri. 

 

Diversi risparmiatori che hanno puntato sulle energie rinnovabili  (in autonomia o su consiglio di banche e intermediari) ci hanno chiesto un check-up del loro portafoglio per capire se il peso di titoli come l’ETF Ishares Global Clean Energy è eccessivo o se l’esposizione alle energie rinnovabili è ancora corretta. O se esistono alternative migliori. 

 

Quando giudichiamo i portafogli degli altri il nostro obiettivo come consulenti indipendenti non è distruggere tutto, ma aiutare i risparmiatori a fare investimenti migliori, anche potando i rami secchi. O troppo pesanti. Partendo da un check-up gratuito del portafoglio investimenti.

Salvatore Gaziano

Responsabile Strategie di Investimento di SoldiExpert SCF

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