L’effetto Coronavirus si è visto anche sul settore cementieri e il n.1 di Heidelberg Cement, gigante mondiale del settore, ha detto di aspettarsi per i prossimi mesi significativi effetti negativi su vendite e profitti.
In tutto il mondo i produttori sperano in programmi di stimolo economico che spingano i progetti di costruzione per le infrastrutture pubbliche ma è ancora incerto quanto velocemente e quanto forte possa recuperare la domanda. Per non sbagliare molti produttori come il concorrente Lafarge-Holcim lo stanno tagliando a più non posso posso i costi per avere maggiore liquidità e tagliando i dividendi. Ci si prepara anche qui insomma per un gelido inverno.
I paesi più colpiti dalla pandemia Francia, Italia e Spagna hanno visto i volumi delle vendite di cemento crollare dal 70 al 90 percento e l’effetto sul bilancio si vedrà soprattutto nel secondo trimestre.
In compenso in Germania il lockdown non ha avuto alcun impatto significativo sul settore del cemento, del clinker, della sabbia e della ghiaia.
Nel primo trimestre, l’attività di costruzione globale è stata pressoché stabile fino a metà marzo e l’effetto sul primo trimestre è stato in parte attenuato da alcuni gruppi grazie anche al fatto che avevano aumentato i prezzi a inizio anno.
Il gruppo italiano Buzzi Unicem aveva chiuso il 1° trimestre con un fatturato addirittura in aumento del 2,5% a parità di perimetro rispetto allo scorso anno ma il management come capita in tutti i settori naviga a vista: “i due trimestri centrali dell’esercizio forniranno un’indicazione più precisa sull’intensità della recessione globale e sulla domanda di materiali da costruzione nello scenario che va configurandosi”, ma si prevede una fase di mercato difficile che sarà pienamente visibile solo dopo qualche mese.