Le criptovalute sono sempre più al centro dell’attenzione dei risparmiatori e dei media. Nata come tecnologia libertaria, l’industria delle valute digitali sta attirando capitali e curiosità, ma quando si parla di criptovalute, i rischi sostanziali spesso vengono sottovalutati.
Bitcoin e criptovalute: non un asset per tutti
Fin dal 2021 abbiamo messo in guardia contro l’idea che Bitcoin e le altre criptovalute siano un investimento da consigliare indiscriminatamente. La volatilità estrema e l’assenza di una regolamentazione solida rendono le criptovalute adatte solo a chi ha una tolleranza al rischio elevata e la consapevolezza di poter perdere interamente il capitale investito. Per molti dei nostri clienti le caratteristiche essenziali per gestire questo tipo di asset — elevata disponibilità a sopportare perdite, competenze tecniche e attenzione costante ai rischi — non sono soddisfatte.
A differenza di una valuta tradizionale, una criptomoneta può oscillare di decine di punti percentuali nel giro di poche ore. Non è dunque un mezzo di pagamento stabile: nessuno desidererebbe acquistare un’auto che oggi vale 50 mila euro e domani può valerne 25 mila o 100 mila. Per questo non la riteniamo né un bene rifugio né un investimento sicuro, nonostante l’ingresso sul mercato di operatori finanziari desiderosi di intercettare ogni nuova fonte di commissioni e l’interesse crescente da parte di alcune generazioni di investitori.
Investimento o pura speculazione?
Benjamin Graham, mentore di Warren Buffett, distingue l’investimento dalla speculazione nel modo seguente
l’investitore valuta un bene sulla base di standard consolidati di valore, mentre lo speculatore punta a rivenderlo a un prezzo più alto confidando che qualcun altro paghi ancora di più
Le criptovalute, prive di flussi di cassa, dividendi o garanzie reali, rientrano a pieno titolo nella seconda categoria. Chi vi si avvicina con l’intenzione di speculare può anche guadagnare, ma deve essere consapevole di assumersi rischi elevati.
Oltre alla volatilità, nel corso degli anni sono emersi problemi legati alla centralizzazione di alcuni progetti (paradossale in un settore che proclama la decentralizzazione), al fallimento di piattaforme come FTX e alla mancanza di trasparenza nella gestione di exchange e stablecoin. Paesi come la Cina, l’India e la Turchia hanno imposto restrizioni o divieti, preoccupati per l’impatto potenziale sulla stabilità finanziaria e sull’ordine pubblico.
Già nel 2021 osservavamo che i governi non rinunceranno facilmente al signoraggio (il potere di emettere moneta) e potrebbero adottare valute digitali statali per mantenere il controllo. La crisi di TerraUSD nel 2022 e gli interventi normativi su stablecoin e exchange hanno confermato l’incertezza di questo ecosistema e rafforzato la percezione dei rischi di investire in criptovalute.
Furti e attacchi hacker
Secondo i dati pubblicati nel 2024 da TRM Labs, nel primo semestre del 2024 i furti di criptovalute sono più che raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2023, superando 1,38 miliardi di dollari. I malintenzionati sono spinti dall’aumento dei prezzi delle crypto; un singolo attacco all’exchange giapponese DMM Bitcoin ha fruttato oltre 300 milioni di dollari. Nel 2022 si erano registrati furti per circa 900 milioni di dollari, in gran parte dovuti all’hack della rete legata al gioco Axie Infinity.
Truffe in aumento, alimentate dall’intelligenza artificiale
L’analisi di Chainalysis (2025) evidenziava che le entrate generate dalle truffe in criptovalute avrebbero potuto superare i 12,4 miliardi di dollari nel 2024. L’uso di strumenti di intelligenza artificiale rende più facile simulare identità e convincere gli utenti a investire in progetti inesistenti. Il report dell’FBI del 2023 ha inoltre rilevato che le perdite per frodi legate alle cripto sono cresciute del 45%, raggiungendo 5,6 miliardi di dollari.
Illicit finance e stablecoin nel mirino
Nel giugno 2025 il Financial Action Task Force (FATF) ha denunciato che solo 40 Paesi su 138 rispettano pienamente gli standard anti-riciclaggio per le criptovalute. La mancanza di coordinamento crea falle in cui si infiltrano criminali e organizzazioni terroristiche.
Rischi per la stabilità finanziaria
La European Securities and Markets Authority (ESMA) ha dichiarato nell’aprile 2025 che le turbolenze nelle crypto, pur derivando da un mercato ancora piccolo, possono propagarsi ai mercati tradizionali via fondi e banche interconnessi.
Smantellamento di reti criminali
A giugno 2025 Europol ha smantellato in Spagna un’organizzazione che avrebbe riciclato circa 460 milioni di euro tramite investimenti in criptovalute, utilizzando un complesso sistema di società di comodo e account in vari Paesi.
Regole in evoluzione e incertezze normative
L’intervento delle autorità di vigilanza si sta intensificando. Negli Stati Uniti, nel 2024 la SEC e la Commodity Futures Trading Commission sono state spinte da un ordine esecutivo a definire norme più chiare per le piattaforme di scambio e i custodi di criptovalute, mentre al Congresso sono state presentate proposte legislative per inquadrare i pagamenti basati su stablecoin. L’Unione Europea ha introdotto il regolamento MiCA, che entrerà pienamente in vigore nel 2024–2025 e fissa requisiti per gli emittenti di asset digitali, ma manca ancora una vigilanza unitaria a livello globale.
Queste iniziative mirano a proteggere i consumatori e a ridurre il rischio sistemico, ma al tempo stesso dimostrano quanto l’ecosistema sia ancora in una fase sperimentale. Ogni giurisdizione procede a velocità diversa e la mancanza di armonizzazione permette agli operatori di spostarsi verso i Paesi meno regolati.
Conclusioni
Le criptovalute continuano a stimolare l’innovazione e a offrire opportunità speculative, ma i rischi associati a questo mercato si stanno moltiplicando. Chi desidera investire dovrebbe farlo con estrema cautela, consapevole della possibilità di perdere tutto il capitale e dell’assenza di garanzie o tutele. L’evoluzione della normativa, l’aumento di frodi e attacchi informatici, le preoccupazioni per la stabilità finanziaria e l’uso illecito della tecnologia richiedono un approccio prudente.
Il nostro consiglio rimane invariato: prima di allocare denaro in criptovalute è essenziale valutare il proprio profilo di rischio, informarsi sui meccanismi di funzionamento e, se possibile, consultare un professionista indipendente. Solo così è possibile affrontare con maggiore consapevolezza i rischi di investire in criptovalute.