Il presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito ieri in un intervento televisivo di voler costruire nuove centrali nucleari nel paese, come previsto nel suo piano di investimenti per il rilancio dell’economia. L’energia nucleare in Borsa sta salendo. Scopriamo come investire sull’uranio.
la rinascita del nucleare. anche in Borsa
L’energia nucleare sta vivendo una sorta di rinascita nel dibattito sulla transizione energetica. Le nuove centrali elettriche dovrebbero essere più sicure e produrre meno rifiuti. La scorsa settimana a favore dell’opzione energia nucleare si sono espressi fortemente i n.1 e 2 di Linde AG, multinazionale globale chimica tedesca e fra le più grandi aziende al mondo nella produzione di gas industriale. Investire sull’uranio conviene? Vediamo gli aspetti principali per rispondere a questa domanda.
“Avremo bisogno di un mix energetico. Ciò include anche l’energia nucleare”, ha affermato Sanjiv Lamba, il successore designato alla guida di Linde AG in un’intervista all’Handelsblatt, il principale quotidiano economico tedesco. E Angel, l’ad di Linde attualmente in carica ha aggiunto: “Bill Gates ha ragione al 100%”.
Il fondatore di Microsoft ha, infatti, recentemente supplicato sull’Handelsblatt di fare affidamento sull’energia nucleare anche nella lotta ai cambiamenti climatici. Mentre le ultime centrali nucleari in Germania andranno offline alla fine del 2022, quando gli ultimi reattori saranno spenti, altri paesi come Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti si attengono al nucleare o addirittura lo stanno espandendo.
Sul tema dell’energia nucleare (anche per i possibili risvolti legati agli investimenti borsistici) ne ho scritto recentemente per il quotidiano Domani nella pagina settimanale rispondendo a un lettore interessato a capire come investire sull’uranio, i pro, i contro e le opzioni.
Investire sull’uranio conviene?
Negli ultimi cinque anni, il clima per l’energia atomica è sensibilmente migliorato. La causa è l’inesorabile aumento delle temperature globali. L’idea ormai crescente di diversi esperti che non saremo in grado di mantenere la rotta solo usando le rinnovabili ed è consigliabile puntare su un mix di energie.
Naturalmente, la polemica sull’argomento è rovente. Dentro l’Unione Europea il tema “nucleare sì, nucleare no” vede contrapposti due grandi blocchi. Il primo è guidato dalla Francia (favorevole a considerare il nucleare un tipo di energia “sana”). Il secondo dalla Germania (che, qualche anno fa, aveva deciso di spegnere i reattori e dove il dibattito in questi mesi si è riaperto).
Durante la produzione di energia nucleare non viene emessa CO2, ma è anche vero che ci sono molti e importanti argomenti contro il nucleare. I più gravi sono i problemi relativi alla sicurezza e allo smaltimento. E anche questi vanno considerati se si vuole capire se investire sull’uranio conviene o meno.
Secondo i calcoli del Max Planck Institute for Chemistry, statisticamente parlando, un incidente al reattore si verifica ogni 10 o 20 anni. Più centrali nucleari ci sono nel mondo, più breve diventa questo lasso di tempo. Inoltre, attualmente non esiste un deposito adatto per le scorie nucleari e i costi dello smaltimento non vengono quasi mai calcolati.
prezzo dell’uranio: i massimi e i minimi
Solo un impianto di smaltimento è attualmente in costruzione in Finlandia su un’isola remota. Lo scorso anno il governo scandinavo ha approvato l’estrazione dell’uranio da una miniera locale che prima produceva nickel.
In ballo evidentemente sull’energia nucleare ora ci sono miliardi di euro di finanziamenti dell’UE per la costruzione di centrali atomiche e per la ricerca in questo settore. Negli Stati Uniti il mega piano di rilancio economico di Joe Biden, “American Jobs Plan” da oltre 2.000 miliardi di dollari, menziona anche il nucleare “avanzato” tra le tecnologie innovative da finanziare per raggiungere gli obiettivi su energia e clima e azzerare le emissioni.
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troppa domanda di elettricità: il nucleare torna sulla scena
“Molti Stati stanno scoprendo quanto l’aumento della domanda di elettricità diventerà problematico in futuro” spiega in Francia Jacques Percebois, fondatore di Creden (Centre de Recherche en Economie et Droit de l’Energie). In questo Paese il fronte del nucleare è molto largo, anche perché rappresenta la principale fonte di produzione (oltre il 70%) e consumo di elettricità con 56 reattori di diversa potenza (4 sono a poche centinaia di km dall’Italia) che costituiscono una flotta distribuita su tutto il territorio.
Decidere, quindi, se nella nuova tassonomia della transizione ecologica il nucleare ci sarà potrà di certo avere importanti conseguenze finanziarie. Intanto l’industria dell’energia atomica ha sviluppato negli ultimi anni gli SMR (“Small Modular Reactors”), piccoli reattori modulari da 30 a 350 megawatt (MW), molto meno potenti, ma più gestibili di quelli “mammut” precedenti. Secondo alcuni esperti, sono il futuro del nucleare. Naturalmente le voci dissonanti e forti sono numerose anche sugli SMR, anche perché questa tecnologia sarà adatta per l’uso commerciale nei prossimi 15 anni. E tra questi, il fondatore di Microsoft, Bill Gates si è addirittura affermato come uno dei più fervidi difensori dell’atomo. Tutti questi aspetti, sia positivi che negativi, sono la base per stabilire se investire sull’uranio conviene.
la costruzione dei reattori dopo gli incidenti in Giappone e Germania
Nel complesso, dalla fine degli anni 2000, la quota del nucleare nella produzione di elettricità è rimasta stagnante intorno al 10%. Dopo aver languito per un decennio, dopo che il disastro di Fukushima ha portato il Giappone e la Germania a chiudere i reattori nucleari, il prezzo spot per l’uranio è arrivato a salire di oltre il 65% quest’anno, rimanendo comunque ben al di sotto del picco di 137 dollari nel 2007.
L’energia nucleare sale in Borsa e sta tornando alla ribalta in tutto il mondo e dei 59 reattori la cui costruzione è iniziata dopo Fukushima, 28 sono cinesi. E in Cina sono molto avanti in questa tecnologia, tanto da essere il primo paese al mondo ad avviare un primo impianto di reattore nucleare senza uranio per la produzione di energia.
Come investire sul nucleare?
Dopo aver visto tutti gli aspetti principali della situazione e dibattito sull’energia nucleare è lecito che un investitore si chieda: “come investire sul nucleare?“. Fra le società quotate nel mondo le più importanti sono Kazatomprom, la società nazionale per l’energia atomica del Kazakistan e poi a seguire Cameco Corporation che vale il 18% della produzione mondiale. Oltre alla sua vasta attività di estrazione dell’uranio, Cameco gestisce anche impianti di conversione e fabbricazione dell’uranio.
Fra gli ETF sul nucleare più famosi oltreoceano il Global Uranium X, l’Horizons Global Uranium Index ETF, il North Shore Global Uranium Mining ETF. Recentemente ha fatto molto parlare il fondo Sprott Physical Uranium che acquista partite reali di uranio e le conserva in magazzini di operatori del settore. Ha già accumulato 28 milioni di libbre di uranio, metallo sufficiente per alimentare l’industria nucleare francese per un anno.
In Italia e anche in Europa non esistono fondi d’investimento attivi o passivi (ETF) che consentano direttamente di investire sul nucleare, ma ne esistono di quotati però sulle Borse degli Stati Uniti o del Canada. Ecco quindi risolto il problema di come investire sul nucleare, ma c’è ancora un aspetto da valutare: quello fiscale.
fondi per investire sull’uranio: il problema fiscale
Un risparmiatore italiano può acquistare teoricamente questi fondi, ma dal punto di vista fiscale è una “camurria”, direbbe il Commissario Montalbano. Sono infatti considerati “strumenti non armonizzati” e quindi vanno inseriti nella dichiarazione dei redditi e, in caso di guadagno, si paga la propria aliquota Irpef e non quella forfettaria del 26%.
Nell’ultimo anno l’energia nucleare è salita in Borsa: i prezzi dei titoli delle società principali del settore sono più che triplicati. L’uranio però scotta e investire sul nucleare può essere altamente radioattivo nei portafogli. Nell’ultimo decennio alcune società quotate sono arrivate anche a perdere (per esempio dopo il disastro nucleare di Fukushima nel 2011) oltre l’85% del proprio valore.
Se ti interessa il tema dell’investire sull’uranio, questo contenuto è disponibile anche sul canale Youtube di SoldiExpert SCF in formato video-pillola dal titolo “Investire sull’uranio? Come investire sull’energia nucleare“.
Chi punta sul nucleare?
L’energia nucleare sta ora vivendo una sorta di rinascita nel dibattito sul clima. “Le centrali nucleari forniscono un carico di base a basse emissioni di carbonio per la rete elettrica 24 ore su 24, sette giorni su sette, indipendentemente dal tempo. Ciò rende l’energia nucleare un interessante sostituto dell’elettricità da fonti fossili”, spiega Christian Schärer, partner dell’asset manager Incrementum AG.
L’energia nucleare giocherà un ruolo importante nell’aiutare i Paesi ad abbandonare i combustibili fossili, visto l’obiettivo di raggiungere zero emissioni entro la metà del secolo.
Al centro della transizione energetica c’è la Cina che si è impegnata ad aumentare la produzione di energia nucleare a 70 Gigawatt (GW) entro il 2025, dagli attuali 50 GW, seguendo l’obiettivo del Presidente Xi Jinping di abbandonare il carbone. Dalla regione asiatica proviene la più alta domanda di uranio
Anche gli Stati Uniti hanno preso una posizione in merito: l’amministrazione del Presidente Joe Biden ha affermato che il nucleare sarà incluso nel suo piano per l’energia pulita per raggiungere l’obiettivo zero emissioni entro il 2035.
Anche altri Paesi più piccoli stanno investendo sul nucleare: negli Emirati Arabi è stata avviata la prima centrale nucleare.
L’uranio è sicuro?
Nel corso degli anni passati, il prezzo dell’uranio ha sfidato le molteplici previsioni di un rally e non è riuscito a riguadagnare un picco di oltre 137 dollari la libbra. Nemmeno l’elezione di Trump a Presidente era riuscita a spostare il prezzo dell’uranio che ha oscillato sotto i 35 dollari la libbra dal 2015.
Il settore dell’uranio ha poi subito un duro colpo nel 2011 quando il disastro di Fukushima in Giappone ha indotto il governo a impegnarsi a eliminare gradualmente l’utilizzo dell’energia nucleare.
A seguito del disastro, migliaia di persone hanno dovuto lasciare le loro case, l’area è stata contaminata in gran parte ed è ancora radioattiva oggi. Il disastro nucleare ha portato diversi paesi ad abbandonare i loro programmi di energia nucleare, anche la Germania ha annunciato il suo ritiro dalla tecnologia.
Ad oggi, secondo le stime, la produzione di energia nucleare è al di sopra dei livelli pre-Fukushima e, data la politica sul nucleare, che le aziende elettriche rientrino in questo mercato per garantire la fornitura di uranio.
Per quanto riguarda la sicurezza dell’utilizzo dell’uranio nella produzione di energia, gli esperti ritengono che i reattori moderni sarebbero più sicuri rispetto al passato. “L’energia nucleare è significativamente più sicura delle alternative fossili”, afferma Schärer, indipendentemente dagli incidenti di Fukushima e Chernobyl negli anni ’80.
URANIO: Quali sono le previsioni?
Gli analisti di RBC ritengono che le azioni dell’uranio abbiano superato i fondamentali e una ripresa dei prezzi dell’uranio sarà graduale e nel lungo termine.
Come già anticipato prima, l’uranio sta attualmente registrando un aumento della domanda. “La crescita proviene principalmente dalla regione asiatica. La maggior parte delle nuove centrali elettriche viene costruita qui”, afferma Schärer.
Per questo motivo gli analisti ipotizzano una crescita della domanda di uranio del 2-3% all’anno per i prossimi anni, mentre gli analisti di Morgan Stanley prevedono che la capacità di energia nucleare aumenterà di 8 GW quest’anno e crescerà a un tasso annuo composto dell’1,7% fino al 2026.
le aziende che hanno acquistato forniture di uranio
Diverse aziende hanno acquistato forniture di uranio quest’anno, il che ha contribuito a sostenere il prezzo. I prezzi dell’uranio sono aumentati dell’11% dall’inizio di marzo a 31 dollari la libbra.
Secondo gli analisti della società finanziaria Conaccord, le aziende hanno acquistato, in totale, 11 milioni di libbre di uranio sul mercato. Denison Mines, società canadese di esplorazione, sviluppo e produzione di uranio, ha dichiarato di aver speso 74 milioni di dollari per acquistare 2,5 milioni di libbre di concentrati di uranio.
Alla domanda di uranio si è aggiunta alla carenza dell’offerta a causa del Covid-19. A dicembre la società canadese Cameco, il secondo produttore mondiale di uranio, ha dichiarato di aver sospeso la produzione nella sua miniera di Cigar Lake a causa del virus e, per questo, per i clienti sul mercato ha dovuto acquistare le forniture di uranio.
Dagli studi emerge che già ora, dalle miniere viene estratto molto meno uranio di quanto le centrali elettriche necessitino ogni anno. Allo stesso tempo, la produzione di uranio è economicamente poco attraente ai prezzi attuali. Per questo lo strategist di Incrementum AG presume che il divario di offerta sarà presto colmato da un aumento dei prezzi dell’uranio.
Uranio nel proprio portafoglio?
Incrementum AG consiglia agli investitori che desiderano avventurarsi nel mercato dell’uranio di aggiungere il materiale solo in piccole porzioni a un portafoglio ampiamente diversificato. “Le azioni dei produttori di uranio provengono da un mercato ribassista pluriennale. Molti bilanci sono di conseguenza negativi”, afferma Schärer.
Inoltre, il mercato dell’uranio è caratterizzato anche dai bassi volumi di scambio e bassa capitalizzazione di mercato e per questo estremamente volatile.
Gli analisti sostengono che la domanda di materia prima industriale è orientata ai cicli economici e, per questo, potrebbe beneficiare di una ripresa dopo la pandemia.
Tra i soggetti che potrebbero beneficiare del post pandemia e di un’eventuale ripresa del mercato dell’uranio è presente la già citata Cameco. L’azienda canadese produce uranio e vende i servizi relativi a materiali e combustibili a società nucleari in Nord e Sud America, Europa e Asia.
Lo scorso anno Cameco ha chiuso l’esercizio con un fatturato complessivo di 1,8 miliardi di dollari canadesi (1,2 miliardi di euro), ossia il 3,38% in meno rispetto all’anno precedente.
l’uranio prodotto in kazakistan
Oltre a Cameco, la società nazionale atomica Kazatomprom del Kazakistan è un altro attore nel settore dell’uranio. Con un volume di produzione di circa 13mila tonnellate di uranio nel 2019, Kazatomprom è stata persino la più grande azienda mineraria per il materiale in tutto il mondo. Tuttavia, come le altre aziende, ha dovuto interrompere temporaneamente le operazioni durante la crisi da Coronavirus.
La società è stata in grado di riprendere il lavoro a fine estate e, secondo gli analisti, potrebbe beneficiare della crescente domanda e dell’aumento dei prezzi dell’uranio previsti per quest’anno.
Investire nell’uranio non significa necessariamente investire sui produttori o società, l’alternativa è investire attraverso la società Uranium Participation: la società canadese investe le sue attività principalmente in uranio.
Il titolo potrebbe essere un’alternativa agli ETF o ai fondi sull’uranio.
(il contenuto intero di questa analisi è stata pubblicata in anteprima nella nuova Lettera Settimanale che viene inviata ogni martedì agli iscritti al nostro sito insieme ad altri contenuti speciali: è possibile registrarsi gratuitamente qui nel caso non si fosse già registrati al nostro sito)