È davvero così conveniente fidarsi e ad affidarsi illimitatamente ad un sistema che si autodescrive come sicuro e inviolabile? Dalla recente vicenda del maxi-furto da parte dell’ex direttore della Banca Carige della filiale di Vernazza (SP) sembrerebbe di no.
Giovanni Plotegher, ex direttore di filiale ed ex presidente del Val di Vara Calcio ha patteggiato 4 anni di carcere per il furto di 1 milione di euro sottratti ai propri clienti e non solo. Il caso ora è chiuso è l’ex direttore di Carige (oggi libero secondo “Il Secolo XIX”) è stato anche ad agosto 2020 (qui la delibera) anche radiato dall’Albo OCF dei consulenti finanziari visto che dopo essersi dimesso dalla banca era diventato operativo come “family banker” di Banca Mediolanum prima che scoppiasse il polverone giudiziario.
Un patteggiamento fra procura e difesa che ha ricevuto ora (fine gennaio 2021) il placet ufficiale del giudice per l’udienza preliminare.
Il caso del maxi-furto alla Carige di Vernazza è stato rivelato per la prima volta dal quotidiano “Il Secolo XIX” nell’autunno 2018 quando svelò che l’allora direttore rubò più di un milione di euro dalla filiale delle Cinque Terre, metà dal bancomat e il resto da alcuni conti correnti di clienti anziani, gravemente malati, oppure di conoscenti, persone che semplicemente si fidavano di lui.
Per quanto tempo l’ex direttore ha continuato a rubare, ma soprattutto, quando è stato scoperto?
La scoperta del furto è avvenuta quasi per caso. È il gennaio 2018 quando uno 007 di Carige, analizzando dati del software di sicurezza della banca, scopre le prime tracce del maxi-furto. Da tempo il flusso di denaro inserito nel bancomat di Vernazza nelle bellissime Cinque Terre è stranamente molto alto e controllando meglio il collega di Plotegher si accorge che il plafond giornaliero dello sportello automatico ammonta a 765 mila euro, quando può contenerne al massimo 300 mila.
La banca genovese invia “subito” due ispettori alle Cinque Terre per ulteriori accertamenti che scoprono che nel bancomat in realtà c’erano soltanto 175 mila euro: all’appello manca mezzo milione di euro.
È inizio autunno 2018 quando Carige (banca che già non se la passa bene) chiede spiegazioni al direttore Plotegher che, anziché chiarire, si dimette poco dopo e va a lavorare per una rete di consulenti finanziari “globali” con la banca costruita (dicono così) “intorno a te” (l’ex direttore di filiale è stato poi sospeso e radiato seppure sulla sua pagina Linkedin compaia tuttora che sia ancora direttore di filiale di banca, consulente di Banca Mediolanum e pure “consulente per la pianificazione delle risorse d’impresa” di… se stesso).
Banca Carige dopo la scoperta fa causa al suo ex direttore, pretendendo la restituzione di 585 mila euro e deposita in Procura la denuncia che ha portato nel maggio 2019 l’ex bancario all’arresto e al sequestro di alcuni beni tra cui ristoranti in proprietà o compartecipazione.
I successivi accertamenti da parte dell’autorità giudiziaria hanno confermato che i furti da parte dell’allora direttore andavano avanti dal 2015. In pratica ci sono voluti ben tre anni perchè la banca si accorgesse di avere…un ladro in casa, anzi allo sportello.
Un furto da un milione di euro
Gli investigatori di polizia hanno confermato che Plotegher ha rubato più di un milione di euro dalla filiale di Vernazza: 585 mila euro dal bancomat della filiale e circa 500 mila euro circa da conti correnti di alcuni clienti.
L’indagine che si è sviluppata ha consentito di scoprire che gli ammanchi alla banca avvenivano attraverso la sottrazione di contante dal bancomat, mentre quelli dai conti dei clienti sarebbero stati realizzati con operazioni di prelevamento, di importi bassi ma ripetuti nel tempo, effettuati attraverso firme false.
Ciò che colpisce a livello umano è che gli ammanchi sono stati ai danni di clienti anziani o in difficoltà e malati di cancro, non avvezzi a controllare tempestivamente la movimentazione sui conti, ma anche commercianti.
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Che fine ha fatto il bottino?
Oltre che rispondere di furto, Giovanni Plotegher è stato accusato anche di riciclaggio di denaro.
L’ex bancario, infatti, ha versato parte del bottino in contanti in ristoranti e bar a lui riconducibili, mentre la restante parte è confluita in conti correnti aperti da amici e conoscenti. Per questo tra gli indagati anche Mariolina Grillo, la moglie di Plotegher e figlia dell’ex senatore Luigi Grillo (giudicato estraneo ai fatti e passato alla “storia” per «il patto dello Sciacchetrà»), e altre persone tra cui un commerciante suo amico che avrebbe provato a ‘ripulire’ il denaro concorrendo così al riciclaggio.
I finanzieri hanno confermato che parte delle somme rubate sono stati investite “in nero” in alcuni ristoranti di Monterosso.
Ma non è tutto: soltanto in un secondo momento gli investigatori hanno scoperto che l’ex bancario avrebbe utilizzato parte del bottino per stipulare una polizza assicurativa per sua moglie (“a sua insaputa” visto che nel caso delle polizze il consenso del beneficiario non è richiesto).
È stato confermato che Plotegher ha consegnato 100 mila euro in contanti al suo assicuratore dicendogli che erano frutto di risparmi e regali di familiari. L’accordo con la compagnia assicurativa è stato stipulato a ottobre 2017, ma nel mese precedente il dipendente aveva sottratto, in sei occasioni, un totale di 130 mila euro.
A confermarlo, oltre la confessione dello stesso ex banchiere, anche le indagini le quali hanno dimostrato che il periodo della stipula della polizza coincideva con i numerosi prelievi effettuati allo sportello bancomat.
Gli investigatori hanno accertato che circa 500 mila euro sono stati quindi riciclati in attività economiche e finanziarie, e l’altro mezzo milione di euro? Plotegher, ha confessato durante i primi interrogatori di aver speso parte del denaro nel mondo del calcio dilettantistico, visto il suo ruolo di ex Presidente del Val di Vara Calcio, e per fare la bella vita.
Con il susseguirsi delle indagini i finanzieri hanno provveduto al sequestro di denaro e dei beni, tra cui i ristoranti, per la somma parzialmente rubata ai clienti di Banca Carige.
Una parte del furto a oggi è stata parzialmente rimborsata con la confisca di parte dei beni dell’ex bancario. Non solo i clienti non sono stati completamente risarciti ma la banca ha impiegato ben 3 anni per accorgersi dell’ammanco.
Un caso che fa riflettere.