Il declino del capitalismo come lo conosciamo inizia con l’avvento dello strapotere crescente dei CEO (il “Ceo Capitalism“), gli amministratori delegati delle più grandi aziende del mondo. Ma la colpa non è mai di chi guida le aziende ma di chi nomina questi soggetti: gli azionisti rilevanti.
E’ una delle maggiori critiche mosse da Riccardo Ruggeri, uno che il capitalismo lo ha visto dall’alto e dal basso essendo nato operaio e diventato grazie a una straordinaria storia di riscatto sociale, CEO ovvero amministratore delegato di molte aziende Fiat, ultima New Holland, quotata a Wall Street nel ’96.
Un uomo partito da una portineria di Torino Ruggeri, doveva viveva con i genitori e i nonni, e dopo 25 anni entrato nella stanza dei bottoni grazie a un’incredibile capacità di affrontare veri e propri turnaround aziendali, prendendo aziende in crisi e risanandole, facendole diventare profittevoli. Come racconta a RadioBorsa Ruggeri, uno dei segreti del suo successo è stato quello di occuparsi delle patate bollenti che gli altri manager scartavano.
Oggi che il nostro Paese affronta un momento di grande difficoltà sotto tutto gli aspetti, compreso l’ascensore sociale che fa sempre meno piani ed è sempre più lento, Ruggeri riesce a fornire un punto di vista sorprendente e per certi versi spiazzante su come ripartire.
In fondo secondo Ruggeri, gestire una crisi impone una serie di processi, metodologie e scelte che si ripetono sempre uguali. Perchè non applicarle anche al Paese?
In questa intervista parliamo di “ascensore sociale” ma anche di termini diventati indispensabili per capire come e dove va il mondo: Ceo Capitalism, Deep State, Execution.
Una conversazione fuori dagli schemi (da Francis Fukuyama a Claudio Cecchetto) dove si parla di crisi (Ruggeri ne è uno specialista), Stati Generali, Germania, Cina, futuro dell’Italia, settore dell’auto e non solo.
L’intervista a un “perennial” di 86 anni che ha l’energia di un ventenne, fa oggi l’editore e si è conquistato un pubblico di lettori di tutte le età che non si accontentano di quello che passa (e dice) il convento.