Operativo dalla fine del 2018, Etica Transizione Climatica (IT0005341901), in precedenza denominato Etica Impatto Clima, in soli sette anni dal lancio ha raccolto masse in gestione per quasi 1 miliardo €. E’ un prodotto bilanciato che si contraddistingue per una particolare attenzione agli aspetti legati al cambiamento climatico e per questo ha certamente nobili propositi, ma i risultati? Quelli sono un po’ meno nobili. Leggi la nostra analisi completa e scoprilo con noi.
cosa acquisti con etica transizione climatica
Etica Transizione Climatica compra azioni e obbligazioni selezionate attraverso una rigorosa analisi ESG ex art.9. Cosa significa questo? Forse non tutti sanno che la regolamentazione europea prevede tre tipologie di investimenti: quelli che non hanno riguardo per i criteri ESG, conosciuti anche come art.6, quelli che tendenzialmente selezionano in base ai criteri ESG, appartenenti all’art.8, e quelli più virtuosi di tutti che hanno come obiettivo investimenti sostenibili classificati come art.9. A questi ultimi appartiene questo fondo.
Da segnalare anche per completezza di informazione che così come accade per altri fondi della casa anche la gestione finanziaria di Etica Transizione Climatica è stata esternalizzata ed è affidata in delega ad Anima Sgr società di gestione del risparmio indipendente tra le leader del mercato italiano.
un benchmark difficile da battere nonostante la liquidità
Il benchmark di Etica Transizione Climatica è composto dal 50% MSCI World ESG Universal Net Total Return (in Euro), dal 30% di JP Morgan EMU e dal 20% ICE BofA Euro Treasury Bill Index. Un benchmark abbastanza furbo che punta ad un azionario internazionale e un obbligazionario euro. Quest’ultimo è scomposto a sua volta tra una componente titoli e una componente di liquidità decisamente troppo corposa (20%), non casualmente indicata in un momento in cui i tassi erano probabilmente intorno allo zero. Nonostante l’accortezza della bassa asticella del benchmark, vedremo che i risultati del passato sono stati comunque scarsi.
il rischio è sottostimato per Etica Transizione Climatica
Sia nel prospetto, sia nel KID, il livello di rischio associato al Etica Transizione Climatica è indicato a 3 su 7, un livello che ci appare sottostimato. A nostro avviso, una componente azionaria internazionale pari al 50% del fondo, sommata ad una gestione attiva del cambio e alla possibilità di inserire, seppur in via residuale, titoli non investment grade e titoli di paesi emergenti conducono a un livello di rischio pari a 4.
i costi di etica transizione climatica sono alti
Secondo quanto riportato dal KID di maggio 2025, le spese correnti di Etica Transizione Climatica nel 2025 sfiorano l’ 1,9%, un livello piuttosto elevato per un fondo bilanciato. Non vi sono invece commissioni di ingresso, uscita e di performance a parte 12€ di diritti fissi .
7 anni di dolore per etiCA transizione clima
Ma ora viene il bello. Come si vede nel grafico sotto, tratto dal sito di Etica, dal lancio a inizio settembre 2025 Etica Transizione Climatica realizza una performance pari un terzo del benchmark (+17% contro un +54%). Una differenza che è, obiettivamente, abissale per un prodotto di investimento che sia minimamente difendibile.
Mettiamola così: se vogliamo fare qualcosa per contribuire a salvare il pianeta investiamo in qualcosa che abbia un rendimento decente e devolviamo poi il ricavato a organizzazioni operative sul fronte climatico. Oppure acquistiamo un ETF climatico. E’ più efficiente e più efficace.
i piu’ elevati Criteri esg in base all’ art.9
Come da documentazione ufficiale apprendiamo che, al pari di tutti i fondi della casa, Etica Transizione Climatica ha fatto proprio l’art.9 del Regolamento Europeo, il più alto standard sulla sostenibilità oggi in circolazione. A partire dal marzo 2022 il vecchio benchmark MSCI World Net Total Return (in Euro) è stata sostituito dal MSCI World ESG Universal Net Total Return (in Euro). Ma questo è il minimo sindacale essendo la mission del fondo.
gli etf esg meglio di etica transizione climatica
A conclusione della nostra analisi poniamo a confronto il fondo con un semplice paniere composto da due ETF equipesati, uno azionario ESG mondiale e uno obbligazionario euro per vedere come si sono comportati nel corso degli ultimi 7 anni. Già si poteva intuire dal precedente confronto con il benchmark che non sarebbe stato un belvedere.
Se osservate il grafico sottostante potete verificare che il paniere ETF ha messo a segno un rialzo superiore al 50% contro un 17% circa di Etica Transizione Climatica. Al di là dunque dei nobili fini chi guadagna da tutto questo? L’investitore certamente no, il pianeta probabilmente neppure e dunque chi resta? Vediamo nel prossimo paragrafo che cosa abbiamo scoperto.
guadagni rasoterra, ma non per i collocatori
Purtroppo dunque la gestione attiva di Etica Transizione Climatica ne esce molto male. Paga fortemente i cali del mercato e arranca sui rialzi. Dal 2018 ad oggi il fondo ha regalato ai suoi sottoscrittori grandi illusioni e altrettante delusioni. In termini di performance 7 anni da dimenticare. C’è solo una categoria che, a prescindere dall’andamento dei mercati e dalle capacità di gestione, ne esce sempre e comunque arricchita. Stiamo parlando dei collocatori che si mettono in tasca mediamente i due terzi delle commissioni pagate dagli ignari sottoscrittori. Come per molti altri prodotti e fondi di investimento, anche con Etica Transizione Climatica, come da prospetto 2025, il 70% delle commissioni entra dritta nelle casse di banche e reti di collocatori del fondo quale commissione di vendita. Non molto etico, no?
Sei al corrente che spesso una lauta percentuale delle commissioni di gestione o di eventuali costi di ingresso che paghi per acquistare e poi per detenere i tuoi fondi di investimento viene retrocessa a chi ti vende il prodotto? Questa purtroppo è una delle ragioni per cui alcuni fondi vengono pesantemente consigliati ai risparmiatori: non perché siano i migliori o i più adatti ma, molto più banalmente, perché assicurano introiti importanti all’intermediario che li colloca.
E i tuoi investimenti come si comportano rispetto al mercato? Sai quanto ti costano e soprattutto se effettivamente valgono quello che paghi?
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