Lazy portfolio è il termine con cui si indicano portafogli di investimento diversificati e a ribilanciamento automatico, costruiti per ridurre al minimo l’intervento dell’investitore.
Secondo un’analisi pubblicata da Milano Finanza (maggio 2025), cinque dei più noti modelli di portafogli pigri, traduzione letterale di lazy portfolio, hanno prodotto rendimenti superiori al 5% annuo, con importanti differenze legate alla composizione. Del resto ogni portafoglio pigro ha un andamento più o meno vivace a seconda delle componenti che il mercato mostra di apprezzare maggiormente in un certo periodo temporale.
Un esempio semplice di lazy portfolio
L’esempio più semplice di un portafoglio da comprare e tenere nel cassetto, riaprendolo una volta l’anno solo per ribilanciare i pesi? Il portafoglio 60/40 è il classico lazy portfolio costituito per il 40% dall’azionario, il 40% dall’obbligazionario e il 20% dalle materie prime.
La maggior parte dei “lazy portafoglio” cambiando i mattoni e il numero è di fatto una variazione su questa “triade” del classico 60/40. Quanto ha reso il 60/40? Ha trasformato 10.000 euro investiti alla fine del 2006 in 28.788 a maggio 2025 con un rendimento annuo del 5,91%.
Il portafoglio permanente, un altro classico portafoglio pigro, ha fatto ancora meglio.
Il Permanent Portfolio è un lazy portfolio che investe in quattro asset class suddivise in parti uguali:
25% azioni globali
25% obbligazioni a lunga scadenza
25% oro fisico
25% liquidità (o strumenti monetari)
L’idea alla base del permanent portfolio è avere sempre una quota che performi bene in qualsiasi fase del ciclo economico: crescita, recessione, inflazione o deflazione. Grazie alla quota d’oro che lo ha reso più difensivo 10.000 euro investiti a fine 2006 sono cresciuti fino a raggiungere i 29.702 euro a maggio 2025 con un rendimento del +6,09% annuo.
Portafogli di investimento pigri, per tutte le stagioni dei mercati
I “lazy portfolio” sono un insieme di investimenti che richiedono poco o nullo sforzo di gestione. In genere, sono costituiti da fondi indicizzati o ETF a basso costo che sono diversificati in diverse asset class. L’idea alla base di un “lazy portfolio” è di minimizzare il tempo e lo sforzo necessario per gestire gli investimenti.
Sono portafoglio pensati per affrontare tutte le stagioni dei mercati, come l’All Weather, il lazy portfolio progettato da Ray Dalio.
Nella sua versione semplificata investe in azioni globali, obbligazioni a breve e a lunga scadenza, oro e altre materie prime. L’idea di fondo è bilanciare asset diversi, così che in ogni fase economica — crescita, inflazione o recessione — ci sia sempre una parte del portafoglio che regge e sostiene l’investimento. Il portafoglio ideato da Dalio investe il 30% in ETF azionari globali, il 70% in obbligazioni governative tramite ETF con scadenze tra i 5 e i 30 anni, il 7,5% in materie prime e il 7,5% in ETF gold, che investono sull’oro fisico. Anche questo portafoglio ha reso oltre il 5,31% all’anno da fine 2006 a maggio 2025.
Il Golden Butterfly si è distinto come il migliore lazy portfoglio (10.000 euro sono diventati 33.446 euro, +6,78% annuo), mentre il portafoglio Swensen, ispirato al modello di Yale, ha reso il 6,21% annuo con una maggiore volatilità.
I lazy portfolio sono portafogli che sposano un approccio di tipo soprattutto statico all’investimento. Pigro, insomma, come dice la parola “lazy” in inglese. Ma con qualche minimo meccanismo di correzione. Un dinamismo molto lento insomma. Zero tattica. Compra, tieni e ribilancia.
Conviene seguire un lazy portfolio?
I “lazy portfolio” sono spesso consigliati per gli investitori alle prime armi che stanno iniziando e potrebbero non avere il tempo o l’esperienza per gestire attivamente i loro investimenti ma c’è anche chi li considera (guardando al passato) un’ottima soluzione per investire in tutte le stagioni dei mercati. Come stanno le cose?
Un esempio popolare di “lazy portfolio” è quello costituito da soli tre asset: azioni statunitensi, azioni internazionali e obbligazioni. Un altro esempio è il “coffeehouse portfolio”, che è una combinazione di azioni e obbligazioni progettata per generare reddito minimizzando il rischio tramite 7 ETF.
Queste percentuali non sono proprio buttate a caso perché una delle caratteristiche salienti di questi portafogli “pigri” si basa proprio sulla diversificazione degli asset puntando sul fatto che questo può consentire nel tempo (variabile come vedremo MOLTO IMPORTANTE) di addomesticare in un certo senso le fasi più negative perché a fronte magari di un asset che un determinato anno è andata bene ce ne sarà un’altra che in parte compensa.
Lazy portfolio ETF: come funzionano
Con opportuni ribilanciamenti nei lazy portfolio si riportano periodicamente i pesi al punto di inizio e questo significa che si va in pratica ad acquistare un po’ di più di quello che è più sceso e a limare la quota riportandola al peso iniziale quello che è più salito.
Poniamo che a inizio anno un lazy portfolio ETF fosse partito con 40% di azionario (tramite ETF che replicano questo comparto), 40% di obbligazionario e 20% di materie prime. Ipotizziamo che e a fine anno le materie prime sono salite moltissimo e il loro peso è passato al 30% mentre gli ETF obbligazionari ora valgono il 35% del portafoglio come peso e quelli azionari analogamente il 35%. Per ribilanciare si dovrà quindi vendere il 10% di ETF con sottostanti materie prime (un terzo della posizione a fine anno detenuta) e con quel 10% ricavato mettere un 5% in più di ETF azionari e un 5% di ETF obbligazionari per avere di nuovo l’assetto 40-40-20%.
La maggior parte dei Lazy Portfolio ETF mirano a ridurre i costi tramite gli ETF. Esistono tantissime versione dei lazy portfolio con mix percentuali differenti e basket differenti (alcuni hanno come sottostanti decine di ETF) ma ruotano comunque intorno ad alcuni concetti di base. I lazy portfolio promuovono un investimento basato sul metodo e la disciplina, tengono conto delle correlazioni e soprattutto delle decorrelazioni nella costruzione del portafoglio e puntano sul fattore tempo, ovvero sul lungo periodo.
>>> Scopri perché nel mondo gli ETF stanno rottamando i fondi e come puoi investire oggi in modo più intelligente: scarica la Guida Gratuita scritta dai consulenti indipendenti di SoldiExpert SCF <<<Cosa ne pensiamo di questi Lazy Portfolio e più in generale degli ETF multi-asset che replicano in un certo modo questi schemi seppure con mix differenti e di varia gradazione di rischio?
Le opinioni di SoldiExpert SCF sui Lazy Portfolio
Si tratta per alcune tipologie di risparmiatori di portafogli comunque interessanti da valutare secondo SoldiExpert SCF, società di consulenza finanziaria indipendente, e che rispetto ad asset allocation improvvisate o caricate di costi di struttura e gestione (tipicamente i lazy sono fatti con gli ETF) da parte dell’industria del risparmio gestito italiana hanno dei plus notevoli.
Come SoldiExpert SCF usiamo i lazy portfolio per piccoli investitori ma all’interno anche di altre strategie poiché come ha mostrato il 2022 il portafoglio “perfetto” non esiste e la decorrelazione fra azionario e obbligazionario non è sempre garantita in ogni condizione di mercato e anche la presenza di una “spruzzata” di materie prime e/o oro non è in grado di raddrizzare tutte le equity line visto il peso limitato.
Inoltre va sempre ricordato che per quanto molte strutture di “lazy portfolio” si sono comportate bene negli ultimi 50 anni nessuno può garantire che nel futuro ripeteranno gli stessi rendimenti/rischi passati e schemi.
i lazy portfoglio investono soprattutto sul listino americano
Come ha scritto qualche decennio fa un grande economista, Paul Samuelson, “noi conosciamo un campione della storia” ma nulla può garantirci che quella successiva sarà eguale. Peraltro la maggior parte dei portafogli lazy hanno avuto come motore principale in questi decenni l’azionario Usa e in buona parte anche il dollaro Usa come per moltissimi lustri il crollo dei rendimenti obbligazionari (e il contestuale balzo del prezzo dei bond). Possiamo mettere la mano sul fuoco che questo “schema” si ripeterà anche nel futuro? Magari sì, magari no.
Per questo motivo preferiamo ragionare come SoldiExpert SCF sia come diversificazione tra asset che di strategie comprendendo fra queste anche quelle tattiche o rotazionali basate su approcci sia di tipo quantitativo che fondamentale e con una parte moderata (ma molto moderata) di quota “discrezionale” perché il 2022 ha confermato anche qui che i gestori “guru” possono molto facilmente passare dalle stelle alle stalle.
Su una certa “mitologia” che aleggia sui Lazy Portfolio capaci di poter attraversare comunque tutti i mercati e tutte le stagioni ci sentiamo quindi mettere in guardia dagli entusiasmi eccessivi perché come spesso ribadiamo (anche per i nostri portafogli naturalmente) non esistono portafogli perfetti (lo dice anche Robert Shiller, premio Nobel per l’Economia, e la sua parola vale nettamente più della nostra) e i mercati finanziari sono sempre uguali (paura e avidità caratterizzano da sempre il comportamento degli investitori) ma anche diversi.
Contenimento del rischio: i lazy portfolio aiutano ma non risolvono
E quello che è successo nel passato anche su serie storiche ultra-decennali a qualsiasi combinazione di lazy portfolio non è detto che si ripeta tale e quale o largo circa anche in futuro. Non è scritto nella pietra che gli Stati Uniti (che oggi pesano circa il 70% dell’indice azionario mondiale MSCI World) saranno sempre la “lepre” dei mercati azionari mondiali e comunque anche i portafogli lazy possono perdere (storicamente certo meno dei portafogli 100% azionari).
Chi investe su un lazy portfolio deve avere un orizzonte temporale di almeno 10 anni perché ne giudichi i risultati e in questo periodo potrà anche capitare che il rendimento ottenuto sarà anche per molti anni consecutivi ben inferiore a quello del mercato. Peraltro anche trascorsi 10 anni nessuno può garantire che il risultato sarà sicuramente positivo.
Asset allocation tattica e dinamica per investire
Come abbiamo visto i lazy portfolio non hanno un approccio tattico all’investimento ma seguono una strategia che potremmo definire del pachiderma. Si muovono poco.
Il rischio dei lazy portfolio è oltre a quello di mercato essere investiti su asset che si comportino peggio del mercato e la tempra dell’investitore sarà messo anche questo tipo di portafogli alla prova.
È importante notare che i rischi associati ai portafogli “lazy” dipendono anche dalle specifiche condizioni di mercato e dalle scelte individuali di investimento. Prima di adottare una strategia di portafoglio “lazy”, è consigliabile consultare un consulente finanziario per valutare attentamente la situazione personale e prendere decisioni informate e comprendere qual è la costruzione più adatta come profilo di rischio personale, quali “mattoni” usare (pessima l’idea di strutturarli con dei fondi d’investimento) e che peso dare a strategie di questo tipo.
Come abbiamo spiegato prima disponiamo di un solo campione della Storia e i lazy portfolio ragionano sulle serie storiche passate e le correlazioni che ci sono state nel passato. Un approccio unicamente statico all’investimento non può che essere basato sul principio che tutto si ripeterà per sempre uguale. E che le componenti del portafoglio che nel passato erano andate “alla grande” come banalmente il peso monstre dell’azionario americano molto presente in questi tipi di portafoglio possano non ripetersi uguali nel futuro.
Un po’ come prepararsi per sempre a inverni rigidi e poi scoprire dopo anni che le temperature non sono più quelle di una volta. E tu ti sei ostinato a continuare a vedere il mondo come lo avevi sempre visto. Fino a quel momento. Poi tutto è cambiato e tu eri ancora lì, con il tuo portafoglio pigro.
Ray Dalio e le variazioni consigliate dei lazy portfolio
Peraltro che i portafogli “lazy” possono essere messi in discussione come costruzione in alcune componenti. E’ accaduto qualche anno fa quando il divulgatore n.1 e ideatore di uno dei lazy portfolio più conosciuti Ray Dalio, ha iniziato a consigliare alcune variazioni alll’All Weather o All Season, per esempio l’utilizzo di azioni e obbligazioni cinesi e il ricorso a obbligazioni indicizzate all’inflazione a spese dell’obbligazionario a lunghissimo termine.
I mercati possono cambiare e bisogna adattarsi perchè quello che è accaduto nei decenni passati potrebbe non ripetersi il messaggio di Ray Dalio che nell’autunno 2022 ha annunciato la sua “pensione” miliardaria dopo aver condotto la sua Bridgewater Associates a diventare uno dei primi hedge fund al mondo.
In natura abbiamo imparato che “non sopravvivono i più forti e nemmeno i migliori ma i più adatti” grazie agli studi di Darwin sull’evoluzione della specie. E secondo gli studi portati avanti da SoldiExpert SCF l’inserimento di una componente anche tattica (basata su strategie differenti, testate nel tempo e sul campo e basate su strumenti “low cost” come azioni o ETF) ovvero di una componente più adattiva, opportunistica e contingente può nel tempo migliorare il rapporto rischio/rendimento. Rendendo più confortevole il viaggio sia dal punto di vista psicologico (aspetto da non sottovalutare quando si investe) che effettivo. A patto naturalmente di avere un orizzonte temporale adeguato perché nessuna strategia o anche strategia di strategie può non deludere e comportarsi peggio del mercato per mesi e talvolta per anni. Lo dice la storia dei mercati finanziari.
i lazy portfolio? una facile soluzione
Un approccio come quello dei portafogli lazy ha sicuramente il suo fascino e molti vantaggi ma è bene valutarne tutte le implicazioni. Per questa ragione come SoldiExpert SCF, società di consulenza finanziaria indipendente, valutiamo con attenzione alcuni lazy portfolio e alcuni li usiamo con alcuni adattamenti per renderli non troppo “pigri” se alcuni comparti cambiassero “natura”.
Quando si investe, serve diversificare anche come strategie ed è questo che facciamo quotidianamente nel prenderci cura come SoldiExpert SCF dei patrimoni dei nostri clienti.
Strategie solide per investire e adattarti al mercato
Un approccio al mercato attivo e focalizzato come quello seguito da SoldiExpert SCF è certo finanziariamente più impegnativo per chi lo promuove e per chi lo segue di uno statico come quello proposto dai lazy portfolio. Per chi lo promuove significa analizzare migliaia di investimenti alternativi e decine e decine di strategie. Per il cliente che lo segue può significare movimentare di più il portafoglio e anche chiudere in perdita un maggior numero di operazioni. Se vuoi conoscere meglio la strategia di investimento di SoldiExpert SCF puoi parlare con un nostro consulente.
Mantenere sempre le stesse posizioni come fanno i lazy portfolio espone a rischi anche notevoli. Non è assolutamente scritto da nessuna parte che il mercato si muoverà in base ai titoli che ci sono stati suggeriti o abbiamo acquistato in un determinato momento. Non è infrequente vedere portafogli statici consigliati a molti risparmiatori con perdite su molti fondi anche del 30-40%…
Un approccio diversificato e più dinamico non è né facile né “per tutti”. Ci vogliono costanza e disciplina, tenacia e pazienza, doti molto più diffuse tra gli atleti che non tra gli investitori.
Ma il premio che si può ottenere a fronte di questo approccio che mescola strategie più statiche e strategie più tattiche vale secondo noi lo sforzo che verrà ripagato nel tempo. Nessuno vuole il cappotto quando fuori c’è il sole.