Investire sui figli: come costruire un tesoretto per la maggiore età

Discutere di questioni finanziarie o eredità con i propri figli mette a disagio molti genitori ma è fondamentale capire come lasciargli un tesoretto per il futuro. Leggi l'articolo per vedere come fare e quali strumenti usare.

Tra le peggiori docce fredde della mia vita ne ricordo in particolare una sul tema investire per i figli. Dopo la pubblicazione del libro “Matrimoni e Patrimoni” (Hoepli Editore) che avevo scritto con Debora Rosciani di Radio24, mi intervistò il giornalino del paese in cui vivo.

Come consulente finanziario sono sensibile ai temi della pianificazione. Con Debora Rosciani, che da anni è “sul pezzo” sul tema, tra i vari “must” per la donna (e il papà) moderni avevamo individuato quello di investire sui figli, ovvero costruire un capitale da regalare ai figli compiuti i diciotto anni. E di iniziare a farlo quando erano ancora piccoli. Questo patrimonio accantonato per i figli sarebbe servito, raggiunta la maggiore età, a finanziare gli studi universitari o iniziare una attività professionale.

 

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quello di investire sui figli è un tema delicato

 

Come molti genitori, io e la giornalista di Radio24 pensavamo che per i figli (e i nipoti nel caso di Debora) il futuro non fosse solo un tetto sopra la testa. E soprattutto che per costruirsi un futuro i figli (e i nipoti perché spesso anche alle zie, agli zii e ai nonni piace contribuire) avessero oggi bisogno soprattutto di forti investimenti sulle loro conoscenze e competenze. Così come evidenziato nel libro “Matrimoni e Patrimoni” suggerivano fosse meglio investire sui figli prima possibile perché per accumulare capitale finanziario il tempo è amico, la fretta no. Quindi suggerivamo di iniziare a mettere da parte un capitale finanziario per i figli non dico partendo da quando erano in fasce, ma quasi. 

Nel libro avevamo raccolto tante storie di genitori che con le loro forze economiche, a volte “big” a volte “small” e le loro location, in alcuni casi molto svantaggiate, erano riusciti comunque a dare ai figli delle competenze di valore per poter trovare un buon posto di lavoro nel mondo.

“Matrimoni e Patrimoni”, era un libro tutto incentrato sul concetto di autonomia finanziaria come elemento fondante della sicurezza patrimoniale personale e familiare, per questo invitavamo le donne a non lasciare il posto di lavoro.

L’intervista non piacque e una mamma del paesino in cui vivo. Così prese carta e penna e scrisse una filippica di 10 pagine contro tutto quello che avevo detto in quell’intervista per il giornalino del paese. In particolare sui figli, perché, secondo questa mamma, compito del genitore era trasmettere soprattutto una buona educazione. Oltre a preparare manicaretti e pasti caldi espressi, essere fisicamente vicini, stirare i panni . Secondo la lettrice la donna che decideva di stare a casa per crescere i figli era un modello a cui tutte avrebbero dovuto ispirarsi.

“Investire sui figli”, concludeva questa donna (all’antica?), era una parola orribile.

 

 

Investire sui figli: se non ora quando?

 

Le statistiche ci dicono che investire sui figli e anche solo parlarne siano considerati da molti genitori come argomenti sconvenienti. La maggior parte dei papà e delle mamme è a disagio quando deve discutere di questioni finanziarie con i figli. Quasi quanto parlare di droga, sesso, bullismo.

Un vero peccato perché io, al contrario, ritengo che investire sui figli e parlare con loro di soldi per il loro futuro sia un argomento di grande attualità oggi. Una spesa importante come l’università soprattutto se fuori sede, può infatti  rappresentare per una famiglia un esborso da pianificare per tempo. Soldi ben spesi? Lo statistico Claus Mozer amava dire che  “L’istruzione ha un costo. Ma anche l’ignoranza ce l’ha.”

 

 

Quanto costa far studiare un figlio

 

Investire sui figli facendoli studiare fuori dalle mura domestiche può costare un capitale, fino a 45.000 euro. Questo ci dicono i dati di Federconsumatori di qualche anno fa tenendo conto di abitazione, trasporti, tasse universitarie, costo del materiale didattico. Oggi è ancora così? No, costa molto di più. Ho avuto la fortuna di nascere a Milano e di poter frequentare l’Università Bocconi senza dover studiare fuori sede. I miei genitori hanno potuto risparmiare dai 21.600 euro ai 36.000 euro di affitto per la triennale o la laurea magistrale visto che nella capitale della moda meno di 600 euro al mese non spendi per un tetto sopra la testa. Poi però c’è la retta annuale che costa una sassata: 14000 euro la fascia massima, ma comunque 8-9 mila euro quella minima. Mica peanuts, noccioline. Moltiplicate il tutto per tre se il figlio punta alla triennale o per cinque se ambisce alla magistrale e vedete bene che far studiare un figlio fuori sede alla Bocconi può costare anche 100.000 mila euro in cinque anni.

Tanti li mandano all’estero. Conviene? Spesso sì: a Maastricht o ad Amsterdam la retta universitaria è 2000 euro l’anno. Poi occorre aggiungere almeno 1000 euro al mese di affitto. Laurea breve? 42.000 euro. Laurea magistrale? 70.000 euro.

Non sono tanti i genitori che possono affrontare al compimento della maggiore età del figlio un impegno economico così rilevante. A meno che non abbiano programmato per tempo questa buonuscita.

 

un esempio pratico di programmazione

 

Per mettere da parte un tesoretto di 45.000 euro da destinare ai figli per farli studiare  raggiunta la maggiore età un investitore che riesca a risparmiare 3000 euro l’anno impiegherà 12 anni, ipotizzando un rendimento del capitale del 3% medio annuo. Chi dispone di cifre maggiori, per esempio il doppio, potrà raggiungere questo scopo in soli 6 anni. Tutti i calcoli possono essere fatti usano il calcolatore dell’interesse sul sito della Banca d’Italia.

 

Simulazione: capitale investito annualmente di 3000 € per 12 anni ipotizzando un rendimento del 3% 

Investire sui figi una simulazione di un investimento a ratefonte: l’Economia per Tutti (Bankitalia)

 

Non esistono quindi investitori naturalmente svantaggiati nel costruire un capitale futuro per i figli. Anche se ci sono minori disponibilità economiche si può anticipare la programmazione finanziaria per investire sui figli, partendo prima. Questo permetterà di accumulare un tesoretto da spendere al compimento della maggiore età per finanziare la loro formazione o professione.

 

 

conosci i PAC per investire sui figli?

 

Coloro che vogliono investire sui figli ma non dispongono di un capitale, possono farlo con piccole somme a rate grazie ai PAC, i Piani di Accumulo del Capitale, che si possono costruire tramite fondi o ETF. Certo bisogna scegliere lo strumento giusto e non farsi mangiare dalle commissioni bancarie e di gestione. Tutti aspetti che un buon consulente, soprattutto se indipendente, è in grado di valutare.

 

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Più le rate per investire sui figli sono contenute, maggiore deve essere l’attenzione alle commissioni applicate su ogni acquisto dalla banca. Alcuni istituti vanno assolutamente evitati perché presentano costi sproporzionati: sarebbe come sparare con un bazooka a un topolino. La metafora non è mia ma del mio Professore di Analisi Matematica in Università. Era il suo modo di prenderci in giro quando ci inventavamo soluzioni troppo complesse a arzigogolate per risolvere un problema.

 

Gli strumenti per investire sui figli a piccole rate

 

Sbagliare lo strumento per investire sui figli può costare tantissimo. Tra il fondo migliore e quello peggiore possono ballare anche 40 mila euro di maggiore o minore capitale accantonato per i figli. Anche nel caso di piccoli importi, se investiti per un lungo periodo di tempo.

Un consulente indipendente che non ha prodotti propri da collocare e non è pagato con retrocessioni sui prodotti venduti, può consigliare anche un ETF o un pacchetto di ETF rispetto al classico fondo che consiglierebbe la banca. Ma anche tra i fondi il consulente indipendente può fare la differenza, non essendo vincolato a collocare quelli della casa, che la sua banca o rete distribuisce.

 

investire sui FIGLI: a rate o in un’unica soluzione?

 

Se il capitale per investire sui figli invece è disponibile subito, meglio non investire a rate soprattutto se l’orizzonte temporale è di lungo periodo. Su uno stock di capitale investito per un lungo periodo di tempo, come 15 anni ad esempio, è inutile preoccuparsi di entrare nel momento sbagliato. L’impatto sul risultato finale dell’investimento infatti è lo stesso sia che si prenda una discesa di mercato subito sia alla fine del periodo dell’investimento.

Ipotizziamo di voler lasciare un capitale di 33 mila euro ai nostri figli da destinare alla formazione o per avviare un’attività imprenditoriale, visto che lasciargli la casa sembra sempre più un peso più che un bel regalo!

Abbiamo detto che chi ha un capitale contenuto, deve essere più lungimirante, pianificando molto tempo prima, perché per raggiungere lo stesso risultato occorrerà molto più tempo rispetto a chi ha già un tesoretto disponibile.

Ipotizzando un rendimento annuale medio del 3%, come può esserlo quello di un piano bilanciato, e un investimento di 100 euro al mese (1200 euro all’anno), si accumulano in 20 anni circa 33 mila euro per i figli. Lo stesso capitale lo raggiunge in metà tempo chi dispone di un risparmio di partenza di 24.555 euro. Questa cifra, investita per 10 anni a un tasso del 3% annuo, raggiunge l’obiettivo di costituire un capitale di 33 mila euro.

 

 

meglio fondi o ETF per investire sui figli?

 

Tra fondi o ETF, non solo per investire sui figli, la nostra preferenza va sempre ai secondi per qualsiasi scopo. Lo abbiamo chiaramente spiegato in una guida dedicata agli ETF. Li preferiamo innanzitutto per il risparmio sulle commissioni annue. Un risparmio quantificabile in circa il 2-3% annuo che fra un fondo e un ETF che investono sullo stesso mercato in 17 anni può significare  un maggiore rendimento del 1,82% annuo a favore dello strumento passivo. Poca cosa? Guardiamo questo confronto grafico: negli ultimi 17 anni chi ha investito negli ETF azionari internazionali (riassunti dall’indice FIDA FEI Az. Gl. Mer. Sviluppati L&M Cap) ha ottenuto una performance del +227,30% mentre a chi ha investito nei fondi azionari internazionali italiani e esteri ha ottenuto un risultato del +144,37%. 

Ipotizzando un investimento di 10.000 euro 17 anni fa investire in un ETF azionario internazionale ha significato alla fine del periodo ottenere un capitale triplo (32.700 euro) mentre chi ha investito in fondi azionari internazionali in media ha avuto una rivalutazione del capitale di una volta e mezzo (24.437 euro): il 25% in meno!

 

 

Investire sui figli meglio fondi o ETF

 

 

Questo è quanto emerge confrontando la performance media annua del 7,21% per gli ETF azionari internazionali contro il +5,39% dei fondi azionari internazionali italiani e esteri. Una differenza enorme, visto che entrambi gli strumenti hanno lo stesso identico livello di rischio. Questa è matematica, non un’opinione.

Comprando un ETF i soldi restano ai genitori e poi ai figli e non finiscono nelle tasche di una catena lunghissima di intermediari dove ognuno si accaparra un pezzetto dei soldi dei risparmiatori.

 

La prima regola per investire sui figli con i PAC è tagliare i costi scegliendo lo strumento giusto

 

E questo concetto dei costi bassi degli ETF che può sembrare solo un piccolo vantaggio, significa invece nel tempo accumulare un maggior capitale. Il nostro Ufficio Studi ha calcolato che su un orizzonte temporale di 3 anni oltre l’85% dei fondi si comporta nella realtà peggio degli ETF. Quindi la prima regola per i risparmiatori in generale e per investire sui propri figli è quella di tagliare i costi perché sono l’unica cosa arcisicura quando si investe.

Esistono banche con tariffe speciali per i PAC con ETF che consentono di versare semestralmente o annualmente la somma che si vuole accantonare per i figli senza venire tosati.

Il secondo consiglio per investire sui figli è quello di evitare di fare scelte troppo concentrate su un settore, un Paese o quello che sembra un megatrend. Ovvero il classico investimento da mettere nel cassetto e dimenticarselo per anni. Non è quello che solitamente consigliamo come società di consulenza finanziaria indipendente, ma può essere utile in questi casi. Investire infatti non è come piantare un albero, ma qualcosa di un tantino più complesso.

 

 

I BUONI POSTALI PER I MINORI

 

Per chi ha figli molto piccoli e l’idea di fare investimenti in azioni gli sembra troppo bizzarra (anche se è una strada sempre più obbligata per tutti gli investitori) ma vuole un prodotto semplice e tranquillo come un gelato alla vaniglia, si può anche valutare di investire sui figli con dei buoni postali speciali per i minori, incassabili dal compimento del 18° anno.

Se per esempio vostro nipotino o figlio è nato oggi 10 01 2024 (sul sito delle Poste c’è un simulatore) e volete vincolargli 10.000 euro con questi buoni, il 10 agosto 2040 se ne ritroverà 25.984 euro circa tenendo conto dell’imposta di bollo ovvero circa il 2% annuo.

Per investire sui figli sono invece da evitare come la peste prodotti assicurativi quali le polizze, zavorrate da costi elevatissimi. Queste sono infatti gravate da spese di caricamento e di gestione di diversi punti percentuali e rischiano di rivelarsi una missione suicida.

 

regalare ai figli una pensione complementare

 

Alcuni genitori ragionano già in termini di dopo-lavoro, ovvero a costruire una seconda pensione ai figli finchè sono fiscalmente a carico. Una scelta davvero lungimirante, dal momento che è possibile investire sui figli sottoscrivendo un fondo pensione e facendo versamenti anche a favore di un minore.

Essendo un investimento incentivato, scegliendo bene lo strumento previdenziale il vantaggio fiscale del fondo pensione per i figli può essere interessante. Il fondo pensione infatti ha il vantaggio di godere della deducibilità fiscale dei contributi versati per i familiari a carico entro il plafond annuo dei 5.164,57 euro annui.

Il massimo sarebbe fare quest’operazione sottoscrivendo un ETF ma nel nostro paese purtroppo chi disegna le norme su risparmio, previdenza e deducibilità fiscale sembra essere mosso dal desiderio di far guadagnare banche e assicurazioni il più possibile. In Italia quindi  (non capita così in Francia e in Gran Bretagna), occorre passare per forza da contenitori spesso cari e molto simili ai fondi d’investimento.

Quando si vuole investire per i figli attivando un fondo pensione occorre valutare attentamente il costo annuo.

Nel caso dei soldi accantonati sulla previdenza complementare il pargolo potrà metterci le mani quando andrà in pensione, salvo la necessità di spese straordinarie come l’acquisto di una casa o spese sanitarie. Ci sono indubbi vantaggi per il teenager post quota 100. Uno su tutti il fatto di poter in un certo senso retrodatare l’anzianità di iscrizione pensionistica utile anche per esempio se dovesse un giorno richiedere un’anticipazione per l’acquisto della prima casa.

 

investire sui figli regalando azioni

 

Poi c’è un altro modo più yankee per investire sui figli e nipoti: regalargli a Natale un piccolissimo pacchetto di azioni (da detenere sul conto titoli del papà o della mamma) interessandoli così anche al mondo degli investimenti e che da maggiorenni, se vorranno, potranno  liquidare. 

Azioni magari delle sue “società preferite”. Qualche nome? Walt Disney, Games Workshop (società inglese che produce il gioco fantasy Warhammer) o Nintendo (videogiochi compreso Pokemon). Un esperimento per fargli capire qualcosa di più sui mercati finanziari e gli investimenti. Magari inizierà ad appassionarsi e la sera a vedere come ha chiuso Wall Street e le azioni che gli avete comprato.

Fra gli ETF lanciati da poco ce n’è anche uno lanciato da poco che strizza l’occhio proprio ai Millennials. Il Lyxor MSCI Millennials ESG (isin LU2023678449) seleziona le aziende nel mondo che dovrebbero ottenere ricavi significativi da temi relativi ai Millennials. I settori in cui investe sono quelli amati dal mondo dei giovani. Social media e intrattenimento (videogames), salute e fitness, abbigliamento, cibo e ristorazione. E poi viaggi e tempo libero (esempio incontri online), alloggio e beni per la casa, servizi finanziari. Una versione con gli “steroidi” giovanili dell’indice MSCI World che nel tempo può amplificarne i guadagni come naturalmente le perdite (noi “boomer” infatti preferiamo l’indice tradizionale).

Una volta diventati maggiorenni si potrà magari interessarli alla Borsa facendogli gestire una piccola parte del patrimonio familiare per iniziare a “farsi le ossa”.

 

 

comprare casa ai figli e’ ancora una scelta valida?

 

In passato il “must” era lasciare ai figli un tetto sopra la testa. Oggi sempre più genitori, invece, puntano a costruire un capitale da destinare alla formazione dei figli o contribuire alle loro più precarie situazioni pensionistiche future grazie alla previdenza complementare.

Tutto pur di non ritrovarsi magari i propri figli fra gli “sdraiati” raccontati nel libro omonimo da Michele Serra e doverli mantenere a vita.

I tempi cambiano, ma il desiderio di lasciare un tesoretto in eredità ai figli, o comunque qualcosa di concreto resta:

  • quali strumenti sono più idonei a raggiungere lo scopo e quali da evitare?
  • è possibile godere di agevolazioni fiscali?

Se vi siete persi tra PIC, fondi, ETF e PAC potete contattarci e richiedere una specifica consulenza per orientarvi tra le diverse soluzioni e soprattutto investire nello strumento e nell’intermediario migliore in funzione del capitale che mensilmente o annualmente potete dedicare a questo scopo.  Potete prenotare una consulenza per investire per i figli. Vi aiuteremo a orientarvi tra le diverse possibilità suggerendovi le possibili alternative più adatte a voi.

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