PIP (Piani Individuali Pensionistici): vale la pena sottoscriverli?

Tra le alternative tramite cui costruirsi una pensione di scorta i PIP sono i più cari in assoluto. Seguono i fondi pensione aperti e, in lontananza, i fondi negoziali che costano poco ma sono strumenti chiusi e spesso non hanno una gestione ottimale. Ecco cosa c'è da sapere

Il tema dei costi dei PIP, i Piani Individuali Pensionistici (PIP) proposti dalle Compagnie Assicurative e dei costi dei fondi pensione aperti in generale sarà sempre più sotto la lente. Un articolo pubblicato di recente dal quotidiano Il Giornale riporta costi medi annui molto diversi per le varie tipologie. Vediamo di fare un po’ il punto.

 

non solo pip: la previdenza complementare

 

Come abbiamo sintetizzato in apertura di questa analisi, è evidente, numeri alla mano, che i PIP sono in media l’alternativa più costosa per assicurarsi una entrata pensionistica complementare a quella ordinaria. Secondo gli ultimi dati aggiornati a fine aprile 2024 ed elaborati dalla COVIP (la Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione)  i PIP costano in media il 2,2% per cento annuo su un arco temporale di versamenti pari a 10 anni, e l’1,82% su un arco di 35 anni. A parità di scadenze invece, il costo annuo in media dei fondi aperti, che rappresentano un’alternativa è, rispettivamente, pari per contro all’1,35% annuo e all’1,23%.
I fondi negoziali, al contrario, hanno costi molto contenuti e sulle medesime scadenze pari a versamenti di 10 anni costano lo 0,5%, e su versamenti di 35 anni lo 0,37%. I fondi negoziali sono però fondi di categoria e quindi chiusi. Pertanto non costituiscono una alternativa accessibile a chi non è inquadrato in quei contratti specifici.
Ancora oggi dunque persiste un enorme divario in termini di costi tra PIP e fondi pensione aperti.  Usiamo l’espressione “ancora oggi” perché già nel 2018 scrivemmo un nostro pezzo dopo un articolo del quotidiano la Repubblica che, nel suo inserto economico del lunedì, riportava dati molto simili. L’autore dell’articolo si domandava: ma se costano di più e spesso rendono meno perché le persone sottoscrivono i PIP assicurativi? A distanza di 6 anni ce lo domandiamo ancora anche noi.

 

 

I PIP hanno i costi più elevati per la previdenza complementare

 

 

saper valutare i prodotti

 

Vediamo dunque come costruirsi una pensione di scorta con gli strumenti che al momento sono a disposizione nel nostro paese. La previdenza complementare è una possibilità che si gioca su un terreno minato perché ad oggi nel nostro paese non è data la facoltà di scegliere quali prodotti o strumenti utilizzare, siano essi PIP o fondi aperti,  ma è obbligatorio affidarsi a intermediari e società assicurative che hanno i propri fondi e i propri prodotti.

Sempre nel nostro pezzo scritto alcuni anni fa, che si dimostra quanto mai attuale, spiegavamo in particolare come valutare i prodotti assicurativi-previdenziali. E le domande corrette da fare prima di mettere la firma sulla linea tratteggiata.

 

sopravvivere nella giungla del settore finanziario/assicurativo e dei PIP

 

Alcuni risparmiatori credono solo a chi racconta loro quello che vogliono sentirsi dire o sono trattati purtroppo come tontoloni da abbindolare. Così c’è chi sceglie un prodotto finanziario ammazza tasse ma non ne analizza i costi, spesso stellari, e i rendimenti, non di rado risibili. E c’è anche chi crede di aver sottoscritto un prodotto che rende il 3% all’anno “sicuro e senza rischi”. Il mondo è pieno purtroppo di venditori di prodotti finanziari che non la raccontano giusta. Ma anche di tanti risparmiatori che non amano andare a fondo di quello che comprano.

In qualità di consulenti indipendenti, sempre più spesso ci capita, valutando situazioni finanziarie di risparmiatori che ci chiedono di analizzare e fornire loro un nostro giudizio riguardo prodotti assicurativi di tipo “pensionistico”, i PIP appunto, già sottoscritti o che sono stati proposti dalle compagnie assicurative per assicurarsi in futuro un’entrata supplementare.

Inutile dire che nella maggior parte dei casi ci troviamo di fronte a prodotti molto diversi da come sono stati venduti.

 

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Previdenza complementare: i vantaggi fiscali

 

Spesso il motivo legato alla sottoscrizione di questi prodotti è associato non solo alla necessità di pensare al futuro ma anche all’idea di approfittare della deducibilità offerta da questo tipo di investimenti. L’attuale normativa prevede infatti la possibilità di deduzione di questi contributi, sia se versati sui PIP sia sui fondi pensione, fino all’importo massimo complessivo di 5.164,57€ all’anno. 

Un risparmio fiscale che può diventare tanto più significativo tanto più è elevato il reddito complessivo lordo annuo.

Basta questo motivo per sottoscrivere qualsiasi prodotto di previdenza complementare per costruirsi una pensione di scorta?

Evidentemente no perché per fare un “dispetto” al fisco, scegliendo il prodotto sbagliato, un PIP o un fondo pensione, si rischia di fare un autogol a se stessi e un bellissimo regalo solo alla vostra banca, assicuratore o promotore finanziario. Soprattutto se si sceglie qualcosa di totalmente inadatto e soprattutto farcito di super costi spesso poco chiari a molti risparmiatori.

 

costi: la necessità di fare chiarezza

 

Una premessa: fare chiarezza su questi temi non è facile perché il livello di complicazione che esiste su questo tipo di contratti, soprattutto quando di mezzo ci sono anche parti assicurative, è veramente molto elevato. Sembra fatto apposta per confondere le menti del 99% dei risparmiatori se non si è del ramo e non si sa dove guardare.

Peraltro in questo settore, come spesso accade nel settore del risparmio gestito, capita quello che non dovrebbe accadere quando questi prodotti sono proposti da venditori d’assalto.

Si fanno vedere i benefici per il cliente su slide e documenti che in realtà dovrebbero servire solo “a uso interno” (e sono le argomentazioni che alcune reti preparano per la forza vendita) e si raccontano quindi solo i lati positivi principali. Quando il cliente è sedotto, gli si fa firmare il contratto compreso il prospetto o fascicolo informativo dove sono nascosti e disseminati i costi e i lati meno positivi o le clausole più sfavorevoli che il cliente accetta e sottoscrive senza sapere nemmeno bene cosa ha firmato.

 

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Sarebbe peraltro molto difficile che le comprendesse il risparmiatore medio perché in molti casi sono scritte fra centinaia di pagine con termini oscuri anche a chi fa questa professione da anni. Ma evidentemente in Italia a chi dovrebbe vigilare in questo settore non dispiace forse che si continuino a massacrare anche così i risparmi di molti italiani.

 

 

i nostri consigli pratici

 

Valutate la possibilità di avvalervi di una consulenza di tipo indipendente dove viene data massima trasparenza a tutti i costi, alla strategia attuata e dove il potenziale conflitto d’interesse è reciso. I consulenti indipendenti infatti per legge non possono percepire retrocessioni legate alla vendita o collocamento o suggerimento di prodotti e strumenti.

Se parliamo di contributi accantonati per forme previdenziali integrative come i PIP o i fondi pensione è bene avere presente che quanto accantonato non può essere riscattato quando e come si vuole se non per casi ben specifici. E’ possibile ottenere il completo riscatto del fondo pensione solo in certi casi.

Nel valutare l’adesione a un fondo pensione a un PIP o a un qualsiasi prodotto del risparmio gestito o previdenziale è bene domandare preliminarmente tutti i costi che si dovranno sostenere e farseli elencare tutti, ma proprio tutti, tutti. In particolare se il prodotto è di tipo assicurativo è assolutamente tassativo chiedere se ci sono dei costi di caricamento. E’ una voce che va ad abbassare il vostro capitale realmente investito e va a remunerare la forza vendita. Se il costo di caricamento sui premi versati è del 5% questo significa che su 1000 euro versati solo 950 andranno investiti. Dovrebbe essere evidente che partendo con un handicap di questo tipo riuscire nel tempo a ottenere un guadagno per sé è dura, anzi durissima.

Nei fondi pensioni aperti o chiusi c’è poi da valutare il costo di gestione del comparto a cui si aderisce e anche questo è naturalmente da valutare con attenzione. Perché non è assolutamente detto che il gestore più caro è quello che vi farà ottenere il maggior rendimento. Anzi, spesso è esattamente il contrario.

 

pip e gestioni separate

 

Se parliamo di prodotti di tipo assicurativo tipo i PIP e gestioni separate vi potreste trovare anche a dover capire cosa è il tasso di retrocessione: quanta parte del rendimento del fondo assicurativo viene dato al cliente per la sua rivalutazione. E di conseguenza quanto si prende l’impresa assicuratrice. Un tasso di retrocessione del 75%, ad esempio, significa se il fondo ottiene il 4% di rendimento all’assicurato andranno sui premi effettivamente versati come rendimento non questa cifra ma il 75% ovvero il 3%, mentre l’ 1% viene trattenuto dalla compagnia.

Alcune compagnie non dichiarano nel fascicolo informativo il tasso percentuale di retrocessione ma quanto si trattengono in assoluto dal rendimento lordo. Ed è evidente che maggiore è questa quota da loro trattenuta, minore è quanto verrà riconosciuto a voi.

Nei cosiddetti PIP ovvero Piani Individuali Pensionistici l’impresa di assicurazione può prevedere che la posizione individuale dell’aderente sia collegata a gestioni separate di ramo I e/o a fondi interni assicurativi oppure a OICR (unit linked rientranti nel ramo III).

 

 

attenti ai costi di gestione di alcuni prodotti

 

Come abbiamo detto subito nella prima parte di questo nostro pezzo, la variabile più rilevante da tenere presente nella scelta del proprio prodotto previdenziale è il costo. Da alcuni anni la COVIP pubblica sul proprio sito il parametro ISC. Questo è un Indicatore Sintetico dei Costi, da loro calcolato in base all’analisi di tutta la documentazione fornita dai vari prodotti previdenziali presenti sul mercato.

Su questo sito, in massima trasparenza e di facile reperibilità, ciascun risparmiatore interessato a conoscere i costi di un prodotto previdenziale può reperirne l’ISC in pochi minuti e fare comparazioni con altri prodotti analoghi.

Ci siamo dilettati un po’ con questi numeri e abbiamo rilevato alcune chicche interessanti. Ad esempio il fatto che a fronte di una media annua dei costi dei PIP a 35 anni pari a 1,82%, il range dei singoli prodotti varia da un massimo del 3,44% a meno dell’1%!  E ancora maggiore è la dispersione sui versamenti a 10 anni dove il range spazia da un massimo di oltre il 4% a minimi inferiori all’1%.

E’ evidente dunque che la media è certamente indicativa se parliamo di un prodotto in generale, ma poi ciascuno deve scendere nel particolare e vedere quanto costa ciò che ha sottoscritto o che gli è stato proposto. Pagare il 3,4% all’anno oppure l’1% porta a un differenziale di capitale a scadenza largamente superiore al 30%.

 

opinioni sui PIP e prodotti previdenziali

 

Il nostro messaggio più rilevante è dunque quello di non lasciarsi ingannare: vale la pena informarsi in maniera approfondita o affidarsi a consulenti terzi, esperti e indipendenti. Nel settore di chi propone prodotti assicurativi e finanziari noi non siamo fra quelli che fanno di tutta l’erba un fascio. Esistono sicuramente professionisti corretti che parlano ai clienti non solo dei pro ma anche dei contro delle varie soluzioni. Un professionista è veramente amico se vi parla in modo trasparente dei prodotti o servizi che vi offre. Se l’amicizia è strumentale solo alla vendita invece forse è meglio che valutiate in altro modo gli amici di cui circondarvi.

Noi di Soldiexpert SCF operiamo da oltre vent’anni come professionisti a parcella e non riceviamo alcun tipo di retrocessione sui prodotti che consigliamo ai nostri clienti. Per questo puoi essere certo che i nostri suggerimenti sono totalmente privi di conflitto di interessi. Con i nostri analisti e consulenti eroghiamo consulenze a tutto tondo nel settore finanziario, dagli investimenti, alla pianificazione finanziaria, alla consulenza previdenziale, agli investimenti per i figli solo ed esclusivamente nell’interesse dei nostri clienti.

Se vuoi affidarti a un parere terzo per una tematica previdenziale o di investimento chiamaci per una consulenza una tantum. Approfittane per conoscerci e capire come lavoriamo: la prima mezz’ora è gratuita. 

 

Salvatore Gaziano

Responsabile Strategie di Investimento di SoldiExpert SCF

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Roberta Rossi Gaziano

Responsabile Consulenza Personalizzata di SoldiExpert SCF

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Francesco Pilotti

Responsabile Ufficio Studi di SoldiExpert SCF

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Marco Cini

Esperto di pianificazione finanziara e previdenziale

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