Prestito sociale Coop: i consigli di due consulenti indipendenti

Nella conferenza tenuta a Roma abbiamo spiegato perché per parafrasare Tolstoj tutte gli investitori felici si somigliano mentre ogni investitore infelice è disgraziato a modo suo (e magari non lo sa). Il video e la discussione fra Roberta e Salvatore…

 

Roberta Rossi è un consulente finanziario indipendente, responsabile della consulenza personalizzata di SoldiExpert SCF.  Salvatore Gaziano si occupa nella stessa società delle strategie d’investimento (azioni, fondi, Etf e obbligazioni tramite portafogli)  dopo aver lavorato per molti anni come giornalista finanziario e analista nel settore. Oltre che nel lavoro formano una coppia anche nella vita e in questo diario commentano i fatti più importanti senza censure e con un pizzico d’irriverenza. Con una rubrica molto “familiare”…

Oggi parliamo del prestito sociale Coop ovvero dei soldi prestati dai soci-risparmiatori alle Coop. 

 

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Coop prestito sociale: come funziona

 

Salvatore Pare che le Coop non abbiano trovato il modo di moltiplicare i pani e i pesci ma i valori di Borsa sì. I lettori de “La Stampa” da una settimana a questa parte possono leggere quasi ogni giorno un articolo dedicato. Nel prestito sociale delle Coop in cambio di un modesto interesse, i soci lasciano alla Coop una fettina dei loro risparmi.  E quando le cose vanno bene, i soldi la Coop te li restituisce: se vanno male (come è accaduto ad alcune cooperative di costruzioni e alcune di consumo) “Hasta la vista”, ovvero arrivederci. Ai soci  di alcune Coop dell’Emilia Romagna è andata così: sono fallite Cmr, Unieco, Coopsette e Orion. E 70 milioni di euro dei soci se ne sono andati in fumo una buona parte.

 

 

prestito sociale coop a rischio

 

Roberta Per molti anni si è consentito alle Coop quasi di tutto e le autorità di controllo hanno iniziato a intervenire con grande ritardo. Il limite che le Coop devono rispettare nel raccogliere il denaro dei soci è che il prestito sociale non deve superare di tre volte il patrimonio netto. E ci sono più di 8 miliardi di euro di risparmi che gli italiani hanno prestato alle Coop. Questi valori devono essere controbilanciati da patrimoni delle Coop di una certa consistenza e liquidabilità. Che succede però se le Coop gonfiano i patrimoni: il prestito sociale Coop diventa a rischio?  “IL rischio bolla della finanza rossa” è il titolo di un’inchiesta che ha pubblicato qualche settimana fa “La Stampa”. Il giornalista Gianluca Paolucci, andandosi a spulciare i bilanci delle Coop ha scoperto che nella più grande coop di consumo italiana, Alleanza 3.0, alcune partecipazioni finanziarie hanno valori enormemente superiori ai prezzi reali di Borsa.

Salvatore Devono aver preso alla lettera lo slogan “La Coop sei tu, chi può darti di più”. Rispetto ai prezzi di Borsa, le azioni Unipol possono valere anche tre volte di più nel bilancio delle Coop se contenute dentro una scatola finanziaria. Unipol è uno degli investimenti più forti dopo che nel passato alcune coop si sono distinte nel puntare sulle azioni MPS.

 

 

le Coop e la valorizzazione di Unipol

 

Se alcune Coop dovessero indicare in bilancio il prezzo di mercato della partecipazione detenuta in Unipol emergerebbe una sonora minusvalenza e una perdita che abbatterebbe il patrimonio. E sarebbero problemi. Ma basta qualche perizia e tutto si mette a posto. Nel caso della coop in questione c’è, infatti, una perizia di una società di consulenza che dice che non c’è problema. “Tutti gli animali sono uguali ma alcuni più degli altri” non è solo un celebre aforisma di George Orwell ma uno dei motti dei valutatori aziendali. La società di revisione e consulenza giustifica infatti il maxi valore  della partecipazione detenuta e il presidente di Alleanza 3.0 lo difende con i denti.”Ci sono le perizie di soggetti terzi – ribatte piccato Adriano Turrini – che tengono conto dei rendimenti attesi e di un premio di maggioranza”.

 

I 4 pilastri per investire oggi I 4 pilastri per investire oggi

 

Roberta Ah le perizie…. Come quelle sulle banche non quotate. Mi sembra un déjà-vu tipo quando dico ai nostri figli di mettere a posto i giocattoli nella stanza, loro mi assicurano che hanno sistemato tutto e tu gli hai detto che va bene… Poi quando vado a vedere io la stanza nonostante la tua “perizia” trovo ancora un delirio!

Salvatore In effetti sono un po’ in conflitto d’interessi non essendo nemmeno io un tipo proprio ordinatissimo! Ma io la faccio per amore filiale come ogni genitore. Nessuno mi paga una parcella.
Comunque in effetti quello che dici mi ricorda una canzone di Luca Carboni, “Inno Nazionale”. Siamo troppo bolognesi, troppo padovani e anche troppo di Bari. Insomma pur nella diversità “troppo italiani”.
Fuor di metafora al Nord più di dieci miliardi di euro sono ufficialmente andati in fumo con le banche venete, al Centro dopo il caso MPS e diverse banche abbiamo oltre 8 miliardi di euro prestati alle Coop che poggiano su bilanci fatti di stime e assunti un po’ tirati. Dulcis in fundo, il Sud, dove non mi sembra che siamo messi bene anche lì a vedere alcune banche e realtà.

 

 

la palude del non quotato

 

Roberta Non è bastato l’inchino del Santo. San Nicola avrà fatto tanti miracoli, ma non riesce a liberare i 70 mila soci della Banca Popolare di Bari che stanno provando in numerosi casi a vendere le azioni. Senza riuscirci. Sono intrappolati nel book. Se va bene ci impiegheranno anni e potrebbero essere lacrime e sangue. Anche alla Popolare di Bari si “stimavano” tutti: non essendo una banca quotata, anno dopo anno il valore delle azioni veniva valutato sulla base di perizie fatte da professionisti.

 

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Salvatore Hai presente la pubblicità del Buondi’? Quella in cui la bambina la mamma viene fatta fuori da un asteroide? «Mamma, mamma, vorrei una colazione leggera ma decisamente invitante che possa coniugare la mia voglia di leggerezza e golosità» Ecco la bambina “perfettina” mi ricorda un po’ quei risparmiatori che vorrebbero “coniugare la voglia di rendimenti elevati con quella di investimenti privi di rischio e che non oscillano…”. C’è tutta un’industria finanziaria pronta a sfornare “Buondì” e vendere in ogni stagione prodotti miracolosi…

 

investimenti privi di rischio: ce ne sono?

 

Roberta In Italia esistono risparmi a go go (oltre 4000 miliardi di euro detenuti dalle famiglie), decine di migliaia di persone che se occupano dappertutto, in Posta, in banca, in sede, fuori sede, al supermercato, su internet e cosa ti partorisce questa gioiosa macchina da guerra? Una disastrosa allocazione del risparmio con innumerevoli casi di risparmio tradito o di saccheggio da parte dell’industria finanziaria. Senza contare i soldi degli italiani depositati nei conti correnti (oltre 1600 miliardi di euro!). Non rendono nulla e valgono oramai come il Pil italiano. Gli italiani sono seduti su una montagna di ricchezza male allocata o sterile. D’accordo avere un po’ di liquidità sul conto ma questa è una follia.

Salvatore  Per questo motivo la conferenza che ho fatto a Roma per “Investing Roma” ho pensato di titolarla “Scene da un patrimonio”. Sotto la patina di una coppia borghese apparentemente felicissima come nel film di Ingmar Bergman “Scene da un matrimonio” se si scava un po’ emergono crisi profonde e contraddizioni. E così nella conferenza ho raccontato quattro storie di famiglie di investitori e di trappole in cui sono caduti (con relative possibili soluzioni) dietro apparenti scelte felici. Qui il video dell’intervento.

Salvatore Gaziano

Responsabile Strategie di Investimento di SoldiExpert SCF

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