arbitro per le controversie finanziarie: i dati
Gli ultimi dati di cui disponiamo fanno riferimento all’anno 2022, mentre per il 2023 non vi sono ad oggi ancora aggiornamenti definitivi. Il grafico che sotto riportiamo e che abbiamo tratto direttamente dal sito dell’istituto delinea un numero di ricorsi in evidente calo.
Secondo l’ACF stesso il calo dei ricorsi in ingresso rispetto al passato è riconducibile a diverse ragioni. In primo luogo al fatto che, secondo alcune novità regolamentari, entrate in vigore il dal 1° ottobre 2021, non è più possibile ricorrere all’istituto per controversie relative ad investimenti effettuati oltre dieci anni prima della presentazione del ricorso.
A ciò si aggiunge la drastica riduzione, anche per esaurimento dei casi, di tutti quei ricorsi relativi ai vari collocamenti di alcune banche di territorio di propri titoli azionari poi rivelatisi illiquidi. Si tratta delle note vicende di risparmio tradito emerse a seguito delle crisi bancarie verificatesi tra la fine del 2015 e la metà del 2017 che avevano causato un boom di richieste all’ACF.
la forzatura dei profili Mifid
Nonostante l’evidente riduzione delle controversie rimangono comunque in capo a molti intermediari alcune prassi non completamente conformi a quelle caratteristiche di diligenza, correttezza e trasparenza che la normativa richiede.
Per esempio, pur di inserire un prodotto nel dossier titoli di un cliente, alcuni intermediari in passato hanno forzato il suo profilo Mifid e un titolare di licenza elementare si è ritrovato profilato con una laurea. O ancora pur di piazzare titoli della propria banca non hanno adeguatamente informato il malcapitato risparmiatore della difficoltà di rivenderli facilmente e in tempi rapidi. Oppure hanno consigliato a persone anziane prodotti troppo rischiosi o con scadenze troppo lunghe.
E’ bene ricordare che mentre gli avvocati si pagano, fare ricorso all’ Arbitro per le Controversie Finanziarie permette ai risparmiatori di non sborsare un’Euro. Buono a sapersi!
prevenire è sempre meglio che curare
Nel 2020 abbiamo avuto il piacere e l’onore di intervistare l’avvocato Antonio Pinto, un vero e proprio paladino dei risparmiatori, che è passato attraverso tutte le vicende di risparmio tradito italiano, che da Parmalat in poi le ha seguite tutte.
In una intervista rilasciata a RadioBorsa Antonio Pinto ha fatto il punto sulle vicende che avevano riguardato la Banca Popolare di Bari, l’ultima della nefasta serie di disastri che avevano coinvolto molte banche territoriali italiane, da Carige in poi.
Ciò di cui si fa però portavoce l’avv. Pinto è il fatto che gli italiani dovrebbero imparare a proteggersi prima di cadere vittime di questi episodi di malafinanza. Perché i risarcimenti anche quando arrivano non potranno mai restituire all’investitore l’intero patrimonio e gli anni di prostrazione che questi episodi si portano dietro.
Se deve buttare giù dalla torre un colpevole per i tanti casi di risparmio tradito visti in questi anni, tra società di revisione e Authority di controllo, non ha dubbi. Lui che ha vissuto queste vicende dal di dentro ha qualche idea su come funziona veramente il giro del fumo delle responsabilità.
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l’educazione finanziaria a volte non basta
In merito alle possibili soluzioni si sente spesso citare un rafforzamento dell’educazione finanziaria. Ma secondo Pinto questo conta fino a un certo punto. Il mondo della finanza e degli investimenti infatti rimane una materia tecnica. Sarebbe come dire che prima di prendere un farmaco uno deve prendere una laurea in medicina. Per questo il legislatore lascia in capo all’intermediario che raccomanda e colloca un prodotto finanziario l’onere di comportarsi con diligenza, correttezza e trasparenza verso il risparmiatore. E di poter essere chiamato in causa su questo fronte anche quando l’investitore ha messo tutte le crocette che sembrano dispensarlo da ogni colpa. I regolatori e controllori devono per questo vigilare, prevenire ed evitare abusi.
Grazie all’Arbitro per le Controversie Finanziarie i risparmiatori hanno oggi un ottimo interlocutore per aver ragione in molti casi di risparmio tradito. L’avvocato infatti spiega nel dettaglio come funziona questo organismo di tutela del risparmio che ancora pochi risparmiatori conoscono e cosa fare quando hanno fondata ragione di ritenere che la propria banca o un intermediario gli abbia rifilato un “pacco”. Oppure non sia stata corretta nel fornire tutte le informazioni veramente salienti o qualcosa di non adeguato come profilo di rischio. Il podcast, di cui sopra trovate il link, è tutto da ascoltare.
passata la festa, gabbato lo santo
Visti i pregi e la facilità con cui è possibile per il risparmiatore ricorrere all’ACF, non poteva purtroppo non esserci un risvolto negativo.
In un articolo apparso a gennaio del 2021 su Il Fatto quotidiano, il giornalista Nicola Borzi non ha mancato di far notare il comportamento ambiguo e incoerente di alcuni istituti. Istituti spesso tra i più impegnati, sulla carta, a diffondere l’educazione finanziaria. Istituti che poi si defilano quando si tratta di rimborsare i propri clienti in seguito a decisioni a loro sfavore dell’Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF) su casi di risparmio tradito.
Con quali conseguenze per i clienti ? Purtroppo in questi casi il cliente si ritrova costretto ad andare in causa, perdendo tempo e denaro, quando l’ACF, che è gratuito ed composto da persone molto competenti in materia, come testimoniano diversi esperti, gli ha già dato ragione. Decisamente un comportamento poco corretto. Il risparmiatore infatti, già provato dalla mala gestio e dalla perdita non raramente lascia perdere magari proprio per mancanza di tempo e denaro, pur sapendo di essere dalla parte della ragione.
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banche diligenti in teoria ma non nella pratica
Tra gli istituti che più se ne fregano delle pronunce dell’Arbitro per le Controversie Finanziarie troviamo a inizio 2024 la Banca Popolare di Bari con 1312 reclami disattesi, CREDIT AGRICOLE ITALIA SPA (in qualità di società incorporante la Cassa di Risparmio di Cesena S.p.A.) con 191 reclami disattesi e INTESA SANPAOLO SPA (soprattutto in qualità di società incorporante Banca Apulia, Banca Nuova,Banca Tirrenica e Banca Adriatica) che non ha eseguito, in tutto o in parte, le 258 decisioni adottate dall’Arbitro per le Controverse Finanziarie a suo sfavore. Ma non mancano molte delle altre banche e finanziarie.
l’ acf non è un bankomat
L’imprenditore aveva fatto una serie di 24 acquisti sul titolo tra dicembre 2006 e giugno 2007 pari a un controvalore superiore ai 250.000 €, ma dopo pochi mesi si era ritrovato con una perdita pari all’80% e aveva richiesto alla banca di restituirgli 207.796 €. A suo avviso la banca era colpevole di non averlo informato dei rischi dello strumento finanziario oggetto dell’operazione di investimento e della incalzante crisi finanziaria dell’emittente.
L’Arbitro per le Controversie Finanziarie ha però rispedito al mittente la richiesta di rimborso. Per quale motivo? Innanzitutto il cliente era stato classificato dalla banca come un investitore esperto con un’alta propensione al rischio solo 5 delle 24 operazioni di acquisto erano state fatte in filiale, il resto dal proprio pc usando l’internet banking.
Parte delle azioni Alitalia che l’imprenditore trader aveva acquistato venivano addirittura da un’altra banca e per di più non italiana ed erano state oggetto di scudo fiscale. Il cliente inoltre – ha opposto la banca – proprio terra terra dal punto di vista finanziario non era. Il cliente infatti aveva effettuato ripetuti acquisti e vendite per pari quantità in modo speculare, ad esempio comprando warrant e vendendo azioni, denotando un livello di conoscenza elevato dello strumento finanziaria.
Secondo l’Arbitro per le Controversie Finanziarie all’imprenditore non potevano essere sfuggiti i segnali di progressivo deterioramento della condizione della compagnia di bandiera e si è pertanto espresso contro il ricorrente.
acf opinioni
Se anche tu sei stato vittima di qualche truffa o raggiro puoi rivolgerti gratuitamente all’Arbitro delle controverse finanziarie per chiedere una soluzione di eventuali torti da te subiti. Come purtroppo abbiamo scritto poco sopra però dopo che l’ACF si è pronunciato, occorre che la banca dia seguito a quanto deciso e le tempistiche di questo possono essere anche piuttosto lunghe.
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