Stellantis e Nexi (via Worldline) ci ricordano che l’orso graffia ancora

Nonostante un periodo molto positivo per Piazza Affari che, se si prende l’indice FTSE Mib, ha visto negli ultimi 5 anni eguagliare quello delle azioni mondiali grazie ai rialzi degli ultimi 3 anni; non tutte le società quotate hanno regalato soddisfazioni agli azionisti e questa mattina nella trasmissione Caffè Affari su Class CNBC, Salvatore Gaziano, responsabile delle strategie di investimento di SoldiExpert SCF, ha fornito un suo commento sulle vicende di Stellantis e Nexi in occasione dei dati di bilancio pubblicati.
In particolare su Nexi l’occasione per parlare del titolo sono stati i risultati pubblicati di Worldline, specialista francese nei pagamenti elettronici, che ha visto un crollo significativo delle sue azioni, precipitate oltre il 12% dopo aver annunciato i risultati finanziari del 2024. Nonostante una leggera crescita del fatturato a 4,63 miliardi di euro, l’azienda deve affrontare sfide complesse nel mercato dei pagamenti, con una concorrenza intensa. Il piano strategico per il rilancio sarà presentato in autunno e si è parlato in queste settimane anche di una possibile integrazione Worldine-Nexi in un contesto di mercato dove nel passato, ha ricordato Gaziano, c’è stato troppo ottimismo su questo settore dove la concorrenza è diventata sempre più serrata sui margini e dove società come Nexi avevano usato la leva del debito in modo che si è dimostrato eccessivo e fuori tempo.

Dopo un’espansione aggressiva nel 2021, inclusa l’acquisizione del network nordico Nets e la fusione con Sia, la società è diventata un attore paneuropeo ma ha visto cadere il valore delle sue azioni, attualmente a 4,7 euro, da un massimo di 19 euro nel 2021. Nexi resta redditizia ma fatica a ridurre la leva finanziaria. Sebbene un’integrazione con Worldline possa sembrare una soluzione logica per rafforzare la competitività, complessità normative e timori occupazionali rendono l’idea attualmente impraticabile.
Per Stellantis, il 2024 si è rivelato un anno difficile, con tutti i principali indicatori economici in declino, seppur in linea con le attese. Il fatturato è sceso del 17% e l’utile operativo corrente del 64%, attestandosi a 8,6 miliardi di euro. Problemi nella catena di fornitura e ritardi nei modelli chiave come la Citroën e-C3 hanno contribuito al calo dei margini operativi, scesi al 5,5% dal 12,8% del passato. In risposta alle sfide, Stellantis promette di lanciare dieci nuovi modelli nel 2025, mirando a una crescita positiva del fatturato e a un miglioramento della posizione finanziaria complessiva. Tuttavia, la ricerca di un nuovo CEO rimane in corso e i dati pubblicati sono stati inferiori alle aspettative già basse.