Azioni Juventus: perché investire nelle squadre di calcio è un rischio

L'indagine sulla Juventus per plusvalenze sospette e fatturazioni false manda al tappeto il titolo in Borsa. Investire in azioni del calcio è sempre un rischio, ecco perché

In questi giorni la Corte d’Appello della FIGC ha sanzionato la Juventus F.C. Le azioni Juventus sono quotate a Piazza Affari dal 2001, con 15 punti di penalizzazione nel campionato di serie A attualmente in corso. Poiché questa non è una rubrica di calcio, se parlo di questo argomento è perché il tema sollevato dal caso Juventus non riguarda solo questa squadra.

 

l’e azioni Juventus nei portafogli speculativi

 

Nel passato, le azioni Juventus F.C. sono state presenti anche in diversi nostri portafogli azionari italiani più speculativi. Regalando momenti di trascurabile felicità. Le prime azioni le acquistammo nel marzo 2017 per poi venderle prima parzialmente e poi completamente tra marzo e dicembre dello stesso anno con una performance prossima al +100%. Successivamente non sono più rientrate in nessun portafoglio per l’andamento negativo in Borsa: i grafici dei prezzi in Borsa non è vero che non servono proprio a nulla. Ci furono anche alcune mosse “balenghe” fatte dalla dirigenza come l’acquisto di Cristiano Ronaldo, che all’epoca fu definito dai giornali sportivi italiani il “colpo del secolo”. O come la vendita ultra vantaggiosa di Pogba, un momento di totale “locura” del team bianconero del tipo “o la va o la spacca”. E hanno spaccato…

 

Andamento della quotazione dell'azione Juventus rispetto al FTSE MIB

 

 

l’inchiesta incide sullE azionI juventus in borsa

 

Quello che sta emergendo nelle varie inchieste che coinvolgono il club bianconero non è certo edificante e le conseguenze potrebbero andare ben oltre i 15 punti di penalizzazione, pur se naturalmente la Juventus cercherà di opporsi in tutti i modi.
Le accuse sono molto gravi sia per l’impatto sulla reputazione che sul bilancio e la quotazione delle azioni Juventus, visto che la qualificazione alla lucrosa Champions League, che garantisce introiti per decine di milioni, diventa in questo campionato molto difficile.
Le accuse nei confronti del club bianconero, avvalorate anche da intercettazioni restano pesantissime. La società avrebbe falsificato le valutazioni dei suoi giocatori al fine di migliorare il bilancio e il valore delle azioni Juventus.
Inoltre, durante la pandemia da corona, la Juve avrebbe rilasciato dichiarazioni false sugli stipendi pagati ai giocatori. Avrebbe alterato il bilancio e manipolato in un certo modo il mercato con false comunicazioni.
Secondo le motivazioni dei giudici sportivi, “i bilanci della Juventus semplicemente non sono attendibili” analizzando la montagna di prove documentali ricevute da Torino.

 

rischio di altre inchieste penali per la juventus

 

Al momento oltre al club, sono stati puniti anche i responsabili del consiglio di amministrazione. E l’ex presidente, Andrea Agnelli, non potrà ricoprire cariche sportive per due anni.
Il rischio di nuovi guai non è remoto visto che l’Uefa sta esaminando ora anche i bilanci del club e altre inchieste civili e penali potrebbero coinvolgere la Juventus con pene e ammende significative. E quello che desta ora preoccupazione è anche la sostenibilità del bilancio, e quindi delle azioni  Juventus sul fronte patrimoniale.
L’ultimo bilancio 2021/2022 si è chiuso con una perdita di esercizio di oltre 238 milioni di euro, dalla quotazione in Borsa le azioni Juventus hanno perso oltre il 75% dai massimi del 2019 e , pur se la società vanta comunque un azionista di maggioranza solido e molto diversificato  in cui la partecipazione in Juventus conta circa il 2% del patrimonio. Stiamo parlando del gruppo Exor della famiglia Elkann-Agnelli. Eppure, un’obbligazione della Juventus emessa qualche anno fa (ammontare 175 milioni di euro) e con scadenza a meno di un anno, viaggia intorno ai 96. Parliamo di un rendimento netto di oltre il 6%, ovvero rendimenti da junk bond (obbligazioni spazzatura).

 

i conti della società e delle azioni juventus non stupiscono

 

Quello che sta accadendo oggi alla società e alle azioni Juventus F.C., oggi sul banco degli imputati, in fin dei conti non stupisce quasi nessuno. Si sospetta da tempo che i bilanci delle società di calcio fossero (e sono) “addomesticati”. Stupisce forse solo che ci sono voluti tutti questi lustri perché la cosa fosse così palese da costringere anche la magistratura a intervenire.
Ho conosciuto e intervistato sul tema diversi anni fa lo scomparso avvocato Victor Uckmar, famosissimo tributarista. Uckmar aveva denunciato chiaramente già oltre 10 anni fa il tema delle false fatturazioni e la mancanza di etica. Lui stesso sosteneva che “al di là delle vicende penali, il guaio è che fra evasioni fiscali e conti artefatti il settore resta privo di regole precise. E neanche le quotazioni in borsa hanno portato un po’ di correttezza e di etica”.
In tanti, in questi anni, si sono girati dall’altra parte, perché il calcio è probabilmente un incrocio “magico” di potere economico e politico e anche un gigantesco serbatoio di voti, visto il bacino enorme costituito dai tifosi.

 

non solo azioni Juventus, anche Cragnotti portò in borsa la sua squadra

 

«Acquisire azioni delle società di calcio può senza dubbio essere un affare», assicurava Sergio Cragnotti. Lui fu il primo presidente di una squadra di calcio ad approdare a Piazza Affari nel 1998. Quel giorno su siglato da una foto in cui tutti quelli della squadra indossavano la bombetta come gentleman della City.
Qualche anno dopo, Cragnotti finì arrestato nel 2004 per il default del gruppo Cirio-Bertolli-De Rica per bancarotta fraudolenta. Nel marzo del 2021 la Cassazione ha confermato la pena a 5 anni e 3 mesi all’ex proprietario della Lazio.
Che non si è rivelata proprio un affare come pronosticava Cragnotti per i tifosi azionisti, visto che il titolo Lazio S.S. ha perso dai massimi raggiunti il -97,7%. Altro che Madoff…

 

la quotazione in borsa delle squadre di calcio

 

A ripensarci oggi, a fine anni ‘90, lo sbarco in Borsa delle società calcistiche quotate a Piazza Affari è stato una sorta di spartiacque, perché per consentirne la quotazione fu consentita la deroga alla regola dei bilanci in attivo da almeno un triennio. Diversi anni prima, a Piazza Affari, era cambiato anche il processo di quotazione in Borsa.
Quando ho iniziato a lavorare in questo settore (correva l’anno 1985-86) il prezzo di quotazione di una società quotata doveva essere asseverato da una perizia (allora del Comitato Direttivo Agenti di Cambio di Milano).
La quotazione delle squadre di calcio completò il processo: si poteva quotare in Borsa e a qualsiasi prezzo (grazie anche alla collaborazione degli advisor ingaggiati dalle stesse società quotate) qualsiasi cosa anche con i bilanci non in regola. Bastava (e basta e lo dicono le valutazioni nei collocamenti di diverse società quotate all’Aim, il mercato dedicato alle piccole e medie imprese “ad alto potenziale di crescita”) avere un progetto (o un sogno) da vendere anche se magari irrealizzabile o insostenibile.

 

resa dei conti per lE azioNI Juve

 

Sia chiaro. Le fregature in Borsa sono sempre esistite, come le società “pacco” e non c’è da rimpiangere nessun bel tempo passato visto che negli anni ‘60, ‘70, ‘80 e ‘90 di società quotate finite a gambe all’aria con crolli delle quotazioni e scandali o imbrogli finanziari ce ne sono stati comunque moltissimi e ripetuti e l’espressione in voga in quei decenni di “parco buoi” evocava proprio quei risparmiatori creduloni vittime di se stessi o di finanzieri spericolati.
Non è forse cambiato molto. Ma la palla è rotonda è quanto sta succedendo con le azioni della Juve ci dovrebbe forse insegnare che se qualcosa è insostenibile finanziariamente prima o poi arriva il redde rationem. Che sia una start up di grandi speranze, un progetto cripto, un business plan campato in aria seppure basato sulla “solida” idea che ci sarà sempre uno sciocco più grande che lo valuterà a ogni passaggio a un prezzo superiore verso l’infinito e oltre come suggeriva Buzz Lightyear in Toy Story.

 

 

conviene investire nelle società calcistiche?

 

Riguardo l’idea di diventare piccoli azionisti di una società calcistica quotata e diventarne “cassettisti” per partecipare alla “creazione di valore” forse è meglio di no. L’esperienza borsistica delle azioni Juve e di altre squadre quotate in Italia (Lazio e Roma) e in Europa, ci suggerisce che è meglio evitare.
Va bene tifare per la propria squadra di calcio, ma mettere in mano anche il proprio portafoglio al proprio presidente non è un’idea molto brillante. Nemmeno se si chiama Agnelli ed è l’ultimo erede di una “dinastia” imprenditoriale fra le più ricche in Italia. 
Ci sono molte opportunità per investire su società quotate in Italia e in tutto il mondo. Quello delle società calcistiche quotate lo sconsigliamo decisamente se non in presenza di fattori specifici che oggi non certo vediamo.
Il business del calcio è “balengo” per definizione, come avrebbe detto Gianni Brera, poiché strutturalmente in perdita come mostrano quasi tutti i bilanci delle società da diversi lustri con rarissime eccezioni.

 

l’indice stoxx europe football index

 

Per un certo periodo di tempo peraltro è esistito un indice, lo Stoxx Europe Football Index, che tracciava l’andamento del settore delle società calcistiche quotate, poco più di una ventina. Il suo provider però ha smesso 2 anni fa di tracciarlo, anche perché l’andamento si era rivelato abbastanza catastrofico rispetto all’indice azionario europeo globale.
Una perdita media dell’80% nell’ultimo ventennio contro una salita di segno opposto per l’indice azionario europeo!
La creazione del valore si è realizzata soprattutto per i giocatori di calcio e i procuratori ma non certo per gli azionisti.
Un settore evidentemente molto rischioso e volatile e ci sono sicuramente altri comparti più tradizionali a cui un investitore può guardare con maggiori probabilità nel tempo di ottenere profitti.

 

conviene comprare azioni Juventus?

 

La grande scommessa sui titoli delle società calcistiche è stata fino a qualche anno fa quella collegata allo sfruttamento dei diritti televisivi e di streaming. A guardare i bilanci dei club calcistici, la sfida non è riuscita, perché i costi fissi sono lievitati e soprattutto quelli legati al parco giocatori.
Oggi molti club stanno puntando sempre più sulla parte immobiliare, stadi di proprietà, centri commerciali collegati. Sembra più un ripiego se non una speculazione e con i costi fissi che devono ammortizzare sul monte ingaggi non sembrano certo la soluzione definitiva alla quadratura dei bilanci.
L’ex presidente della Consob, Giuseppe Vegas ha spiegato che i club calcistici sono strutturalmente inadatti alla quotazione. I principali asset sono i giocatori, ma le loro valutazioni sono fragili. Alleluja!

Salvatore Gaziano

Responsabile Strategie di Investimento di SoldiExpert SCF

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