BTP 2036: rendimento più che triplicato dall’emissione. Che fare?

Il BTP 2036 emesso a ottobre 2020 fu accolto da richieste record. E ora non lo vuole più nessuno? In realtà andrebbe riconsiderato. Ecco perchè

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Emesso nel febbraio 2020, il BTP 2036 con scadenza a marzo è uno dei titoli a lunga scadenza con una cedola tra le più basse del debito pubblico italiano.  I titoli lunghi con cedole inferiori all’1,5% annuo sono infatti un numero molto contenuto e questo ha impattato notevolmente sul calo dei loro prezzi avvenuto a partire da giugno 2021 in poi.

 

Cosa sono i BTP 2036

 

I Buoni del Tesoro Poliennali, meglio conosciuti con l’acronimo di BTP,  sono una tipologia di obbligazioni a medio-lungo termine emessi dal Dipartimento del Tesoro. Con l’acquisto di questi titoli, gli investitori prestano delle somme di denaro allo Stato che le utilizza per finanziare la spesa pubblica. I BTP garantiscono alla scadenza la restituzione del capitale e in più pagano una cedola periodica fissa a scadenze prestabilite. Il BTP 2036 paga una cedola semestrale pari allo 0,725% per un totale annuo dell’1,45% e scade il 1 marzo 2036.

 

l’emissione del BTP 2036 fu accolta con grande entusiasmo

 

Al primo collocamento del febbraio 2020 il BTP settembre 2036 suscitò un record di domanda pari a 50 miliardi € a fronte di soli 9 miliardi di emissione. Le richieste furono dunque oltre cinque volte superiori all’offerta proveniente sia da investitori esteri sia domestici. Tre anni fa cedole che oggi ci appaiono risibili, facevano molta gola agli investitori. C’è da considerare che all’epoca infatti moltissimi titoli governativi del centro e nord Europa avevano rendimenti negativi. Il BTP 2036, con la sua cedola annua dell’ 1.45% offriva rendimenti molto attraenti rispetto ai titoli tedeschi e francesi.  Oggi sembra preistoria ma a febbraio 2020, in piena esplosione pandemica i bund quindicennali avevano rendimenti negativi e gli OAT francesi sfioravano lo zero.

 

 

BTP 2036: su borsa italiana prezzi crollati

 

 

Rispetto a soli tre anni fa dunque i titoli a lunga scadenza, come il BTP marzo 2036, se li strappavano di mano mentre oggi sembra che non li voglia nessuno. Se osserviamo il grafico sottostante di Fida Informatica possiamo vedere che nel suo primo anno di vita il BTP 2036 è salito fino a raggiungere massimi in area 108, prezzi dai quali il titolo è solo sceso. In particolare da gennaio 2022 a ottobre 2023, in soli 20 mesi, il prezzo del BTP 2036 è passato da 107€ a 67€.  Facendo un esempio terra terra se un investitore avesse sottoscritto questo bond per 1.000€ avrebbe visto il investimento prima salire a 1070€ successivamente scivolare fino a 670€. Dall’emissione ad oggi il BTP 2036 registra prezzi in calo del 33%, è giusto preoccuparsi?  

 

Andamento dei prezzi del BTP 2036 dal febbraio 2020

 

 

il calo dei prezzi del BTP 2036 non è isolato

 

La caduta delle quotazioni dei titoli di stato questa volta non è una prerogativa italiana ma un evento di portata mondiale di cui il valore del BTP 2036 è solo uno tra innumerevoli casi.  Contrariamente a quanto accaduto ad esempio durante la crisi del debito pubblico del 2011, la flessione dei prezzi dei governativi riguarda anche i titoli americani, tedeschi, francesi e addirittura giapponesi. In questi giorni di fine ottobre 2023 lo spread, parametro che si utilizza solitamente per tastare il polso allo stress associato al nostro debito, rimane comunque intorno ai 200 punti base, molto lontano da valori ritenuti pericolosi.

 

il rialzo dei rendimenti è globale

 

Le politiche restrittive sui tassi di interesse portate avanti dalle principali Banche Centrali hanno provocato forti rialzi dei rendimenti dei titoli obbligazionari a livello globale. In particolare il rendimento del BTP 2036 è passato dall’1,5% del febbraio 2020, al 5% abbondante di ottobre 2023. Nello stesso arco temporale, anche i rendimenti del quindicennale tedesco sono decollati passando da -0,30% al 3%, mentre quelli del quindicennale francesi sono saliti dallo 0% al 3,75%. Abbiamo visto che il rialzo dei rendimenti fino ad ora è stato globale ma su tutti i titoli italiani e anche sul BTP marzo 2036 pende una nuova variabile: le agenzie di rating. 

 

BTP 2036 e l’incognita del rating

 

Come abbiamo visto, negli ultimi due anni tutti i titoli a lunga scadenza sono scesi in modo molto pesante, non solo il BTP marzo 2036. Ma le obbligazioni italiane presentano un ulteriore fattore di criticità legato alla sostenibilità del debito pubblico. Il rating dell’Italia infatti è posizionato sul livello di soglia minima dell’Investment grade e questo rappresenta un elemento di potenziale preoccupazione. E’ un po’ come avere la sufficienza a scuola, basta mezzo voto in meno e rischi la bocciatura. 

 

le agenzie di rating e il BTP 2036

 

Ma vediamo meglio le ragioni per cui il rating sul debito pubblico italiano da parte di Moody’s in particolare potrebbe condizionare il prezzo del BTP 2036 e di tutti gli altri titoli italiani. Il compito delle agenzie di rating è quello di assegnare un voto alla solidità dei bilanci delle aziende e degli Stati. Questo voto esprime la capacità dell’Ente analizzato di ripagare i propri debiti. E’ palese dunque che avere un voto superiore alla sufficienza è fondamentale per un paese come l’Italia per poter rifinanziare agevolmente il proprio debito ed è per questo che c’è molta attesa per le date del 10 e del 17 novembre.

 

 

BTP 2036: le ragioni per averlo o per acquistarlo

 

Sino ad ora abbiamo visto tutta una serie di elementi la cui analisi suggerisce una certa cautela nell’approccio a titoli con scadenza così estesa. Le ragioni per comprare un titolo come il BTP marzo 2036 sono tante e tutte valide: rendimento certo a scadenza, efficienza fiscale, esenzione tasse di successione e liquidità. Molti risparmiatori vogliono la certezza del rendimento. Comprensibile, ma garantirsi un 1% a lungo periodo non sembra a priori un grande affare. Per un privato potrebbe essere saggio non spingersi su scadenze lunghe quando i rendimenti sono rasoterra. Oggi il BTP 2036 rende il 5% e nonostante i prezzi attuali siano intorno a 67€, è importante ricordare che saranno rimborsati a 100€. Questo li rende interessanti da valutare, naturalmente in ottica di diversificazione di portafoglio.

 

 

diversificazione, orizzonte temporale e BTP 2036

 

Come società di consulenza finanziaria indipendente non ci stanchiamo mai di dire che è sempre saggio valutare i titoli non tanto singolarmente quanto in un’ottica di composizione di portafoglio. Insieme a componenti corporate, ad ETF e altri strumenti di investimento, il BTP 2036 può contribuire alla costruzione di portafogli efficienti e personalizzati sulle esigenze del singolo investitore. E ci sono diversi casi, da valutare di volta in volta, in cui risultano particolarmente convenienti e che si possono approfondire in una consulenza una tantum.

 

Consulenza Una-tantum Consulenza Una-tantum

 

Se i rendimenti continueranno a salire oppure se sono giunti ad un’area di massima, questo nessuno lo sa ma costruire portafogli diversificati può essere utile per non avere posizioni troppo sbilanciate su determinati emittenti o determinate scadenze o particolari classi di investimento. L’Ufficio Studi di SoldiExpert SCF effettua tutte le analisi utili a offrire ai propri clienti le soluzioni più adatte al loro profilo di rischio rendimento, minimizzando il costo degli strumenti suggeriti.

E tu hai troppi BTP o ne hai troppo pochi? Hai titoli troppo lunghi o nessuno?

Se stai leggendo questo articolo probabilmente hai in portafoglio BTP 2036 o altri titoli a lunga scadenza. Vuoi un parere per capire se i tuoi investimenti sono diversificati correttamente in termini di emittenti, scadenze, tipologia di strumenti?

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SoldiExpert è un consulente finanziario indipendente, e ti aiuta a valutare il portafoglio di investimento più adatto alle tue esigenze senza alcun conflitto di interesse.

 

 

 

Salvatore Gaziano

Responsabile Strategie di Investimento di SoldiExpert SCF

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