Cronaca di una morte annunciata: l’Argentina taglia i ponti con gli investitori internazionali

Oggi scadono i termini per il sempre più probabile default dell'Argentina per quella che era la V economia al mondo ai tempi della II guerra

Di seguito un commento di Kim Catechis, Head of Investment Strategy di Martin Currie (affiliate Legg Mason) sull’Argentina.

Argentina, ennesima delusione per gli investitori internazionali – commento a cura di Legg Mason

Oggi scadono i termini entro cui i maggiori creditori dell’Argentina possono accettare l’ultima offerta del governo. I negoziati si sono fatti sempre più tesi e le autorità argentine dovranno estendere la scadenza oppure rassegnarsi all’inevitabile, innescando il nono default del paese.

Parliamo di una nazione che, come noto, era la quinta economia al mondo ai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Non è mai stata invasa, occupata o saccheggiata. La sua caduta è dovuta interamente a cause interne.

La banca centrale argentina fu fondata nel 1935, e nei 85 anni seguenti solo un governatore ha terminato il suo mandato: Ernesto Bosch, il primo, che ha guidato l’istituto per un decennio. Il paese detiene il poco gradevole record di aver speso più tempo in recessione rispetto a ogni altro, 22 anni dal 1960 ad oggi.

 

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