Dal 24 febbraio 2022 il mondo è cambiato e i Paesi emergenti, di cui la Russia fa parte, sono tornati prepotentemente sotto la lente. Tutti si chiedono: Paesi emergenti, la guerra di Putin li affosserà? Questa preoccupazione c’è perché l’intervento di Mosca in Ucraina ha rimesso in discussione gli equilibri geopolitico-economici pazientemente costruiti degli ultimi decenni. Senza contare che il blocco economico che si sta stringendo intorno alla superpotenza eurasiatica rende quindi investirvi una scommessa ad alto rischio e dai risultati incerti.
Sempre che ci si riesca, visto che fondi ed ETF hanno ridotto drasticamente l’esposizione su Mosca. Vale la pena ricordare a questo proposito che il fornitore di indici MSCI dal 9 marzo 2022 ha tolto i titoli di Mosca dai suoi indici sui mercati emergenti. Questi eventi e l’incertezza che ne consegue potrebbe quindi portare a un blocco degli investimenti verso la Russia. Se ciò accadesse davvero, verso quali altre economie emergenti potrebbero essere reindirizzati i flussi? I riflettori sui mercati emergenti, quindi, sono accesi.
I Paesi emergenti non sono un’area omogenea e nel primo trimestre 2022 c’è stato il caso del Brasile (+40%) ma anche quello clamoroso della Russia (-80%).
Paesi emergenti, definizione non facile ma possibile
Prima di analizzare passato e presente dei Paesi emergenti, però, cerchiamo di capire cosa sono. Perché si chiamano così? In realtà dei paesi emergenti, definizione univoca non esiste. Questo modo di indicare alcuni Paesi è stato introdotto negli Anni ‘80 da Antoine van Agtmael, economista della Banca Mondiale. Si tratta di un termine che descrive situazioni non solo economiche, ma anche legate allo sviluppo sociale.
Stati, quindi, che si trovano a metà strada tra i Paesi in via di sviluppo e i Paesi industrializzati. Paese emergente è utilizzato come sinonimo di mercato emergente. Quindi per capire quali sono i Paesi emergenti bisogna dare un’occhiata ai riferimenti internazionalmente più utilizzati e affidabili. Paesi emergenti: definizione non facile ma possibile.
Ian Bremmer, studioso di politica economica, definisce i mercati emergenti come “nazioni in cui la politica importa almeno quanto l’economia”.
Quali sono i paesi emergenti?
Dopo averli definiti, cerchiamo ora di stenderne una lista completa. Per capire quali sono i paesi emergenti, andiamo a vedere cosa intende il Fondo Monetario Internazionale per Paesi emergenti. I criteri FMI sono tre: il reddito pro capite, la diversificazione delle esportazioni e il grado di integrazione nel sistema finanziario globale.
I Paesi Emergenti includono Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Messico, Perù, Cina, India, Indonesia, Malesia, Filippine, Corea del Sud, Taiwan, Thailandia, Sudafrica, Russia, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Romania, Turchia, Ucraina, Bulgaria, Croazia, Lettonia e Lituania, come mostra il grafico sottostante.
Per esempio, Paesi apparentemente avanzati come quelli che esportano petrolio vengono definiti dal FMI come emergenti. Perché il petrolio rappresenta anche il 70% delle loro esportazioni. Quindi non hanno un’economia sufficientemente diversificata. Quindi i Paesi emergenti quali sono?
Secondo l’FMI i Paesi emergenti sono 25. A livello di PIL Paesi emergenti, il peso maggiore è rappresentato dal PIL Cina. Che registra 11.000 dei circa 37.000 miliardi di dollari complessivi. Seguito a grande distanza da PIL India (2.300 miliardi), PIL Brasile (1.800 miliardi), PIL Corea del Sud (1.500 miliardi) e PIL Russia (1.280 miliardi).


Titoli e Paesi nell’MSCI Emerging Markets
Dal punto di vista degli investimenti e dei flussi finanziari, per capire meglio i Paesi emergenti quali sono si fa riferimento ai principali indici borsistici internazionali. Ovvero a quegli indici che selezionano le azioni quotate presso le borse dei Paesi emergenti. Indici che vengono poi utilizzati come benchmark per ETF Paesi emergenti, fondi Paesi emergenti ed emerging markets bond (in particolare per emerging markets bond ETF). Ma anche come sottostanti per diversi tipi di derivati. Si tratta dell’MSCI Emerging Markets Index e del FTSE Emerging Index. Il primo è decisamente più diffuso e utilizzato.
Nella tabella sottostante vediamo quali Paesi Emergenti vengono presi in considerazione dall’indice MSCI Emerging Markets e dal suo omologo FTSE. E il numero di società comprese in questi indici. Generalmente entrambi gli indici considerano un paniere di titoli che rappresentano circa l’85% della capitalizzazione totale del listino locale. Nell’ MSCI Emerging Markets sono compresi tutti i Paesi indicati dall’FMI.
Borse ed economie
Come si può vedere, gli elenchi sono molti simili. Con qualche differenza legata ai Paesi dell’Est Europa, del Sud America e della Corea del Sud. Inoltre, è la Cina ad avere il peso maggiore in assoluto, con Taiwan, India e Corea a seguire. Sostanzialmente, questi indici di borsa rispecchiano la situazione reale delle economie emergenti.
TABELLA1 – Paesi compresi negli indici borsistici degli Emergenti
Con indicato il numero di società di ogni Paese presenti nell’indice
FTSE EMERGING INDEX | MCSI EMERGING MARKETS INDEX | ||
CINA | 1006 | CINA | 738 |
Arabia Saudita | 53 | Arabia Saudita | 36 |
Brasile | 104 | Brasile | 49 |
Cile | 20 | Cile | 11 |
Colombia | 9 | Colombia | 5 |
– | – | Corea del Sud | 111 |
Egitto | 7 | Egitto | 3 |
Emirati Arabi Uniti | 16 | Emirati Arabi Uniti | 9 |
Filippine | 31 | Filippine | 19 |
Grecia | 12 | Grecia | 6 |
India | 182 | India | 107 |
Indonesia | 34 | Indonesia | 22 |
Kuwait | 17 | Kuwait | 6 |
– | – | Malaysia | 35 |
Messico | 80 | Messico | 24 |
– | – | Perù | 3 |
– | – | Polonia | 15 |
Qatar | 18 | Qatar | 12 |
Rep. Ceca | 3 | Rep. Ceca | 3 |
Romania | 2 | – | – |
Russia* | 36 | Russia* | 26 |
Sud Africa | 59 | Sud Africa | 38 |
Taiwan | 108 | Taiwan | 86 |
Thailandia | 51 | Thailandia | 42 |
Turchia | 29 | Turchia | 11 |
Ungheria | 4 | Ungheria | 3 |
* Esclusi dall’indice dal 9/3/2022
Paesi emergenti, economia mondiale e crescita
Abbiamo quindi dato la definizione di Paesi emergenti e abbiamo identificato quelli di maggior interesse per gli investimenti finanziari. Ora vediamo la situazione dei paesi emergenti nell’economia mondiale e i risultati che hanno ottenuto in questi anni. In modo da capire se vale la pena continuare a seguirli.
Partiamo dal grafico qui sotto. Mostra la crescita del PIL dei Paesi emergenti negli ultimi 27 anni. Prima del 1995 i dati dei Paesi dell’Est Europa e dell’ex Unione Sovietica non sono considerati attendibili. Si nota una crescita lenta ma costante fino a circa il 2010. Poi un decollo rapido, continuato fino a oggi con un’interruzione nel periodo 2015-2016 e di nuovo un calo negli ultimi due anni. Le previsioni dell’FMI, tuttavia, sono molto positive per i prossimi anni. Al netto dei possibili effetti nefasti della guerra in Ucraina. Che hanno iniziato da poche settimane a penalizzare fortemente soprattutto la Russia.
Quello che si può dire guardando il grafico, è che investire nei Paesi emergenti con una prospettiva di lungo periodo avrebbe premiato. Ma solo in un’ottica di diversificazione e con un corretto profilo di rischio.
Dal 1970 a fine 2021 il rendimento medio annuo delle azioni dei Paesi Emergenti (+8,8%) è stato di poco inferiore a quello Usa ma con una massima escursione negativa (drawdown) del -56%.
Paesi emergenti, economia mondiale e crescita sono dunque strettamente correlati.
GRAFICO 1
Elaborazione SoldiExpert SCF su dati FMI-World Economic Outlook
PIL Cina, PIL USA e PIL Russia: chi pesa di più?
Un’ulteriore conferma dell’interesse per le economie emergenti arriva dal confronto del PIL tra le grandi aree economiche mondiali.
Se osservate la Tabella 2, cosa vedete? Il primo elemento che salta all’occhio è che i Paesi emergenti a livello di prodotto interno lordo rappresentano complessivamente la prima economia del globo. Invece, tra PIL Cina, PIL USA e PIL Russia: chi pesa di più?
La risposta è facile perché sono gli Stati Uniti a dominare la classifica, anche se il PIL USA e il PIL dell’Unione Europea restano più o meno appaiati. Per quanto riguarda i mercati emergenti, anche se togliessimo il PIL Cina le cose non cambierebbero e tutti insieme continuerebbero a svettare. Ancora meno influente della Cina, poi, è l’ormai traballante PIL Russia, che risulta essere inferiore a quello USA di dieci grandezze.
Certo, Cina e Stati Uniti sono Paesi singoli, mentre come è noto l’Unione Europea e i Paesi emergenti comprendono ognuno economie di 25-30 Stati. Ma i Paesi emergenti, a differenza dell’Unione Europea, sono politicamente, socialmente ed economicamente molto distanti uno dall’altro. Quindi si trovano in una posizione di maggiore debolezza e maggiormente soggetti alle politiche di altri. La risposta alla domanda inziale ‘PIL Cina, PIL USA e PIL Russia: chi pesa di più?’ conferma che gli Stati Uniti guidano il mondo industrializzato, ma è la Cina a guidare gli emergenti, che rappresentano la maggiore area economica del pianeta.
TABELLA 2 – Confronto PIL 2021 (mld$)
AREE ECONOMICHE | N. STATI | PIL |
Mondo | 208 | 84.800 |
Paesi Emergenti MSCI Index | 25 | 37.300 |
Paesi Emergenti (esclusa Cina) | 24 | 24.200 |
Stati Uniti d’America | 1 | 20.500 |
Unione Europea | 27 | 18.500 |
UE Zona Euro | 19 | 16.000 |
Cina | 1 | 13.100 |
Italia | 1 | 2.080 |
Russia | 1 | 1.900 |
Elaborazione SoldiExpert SCF su dati FMI
Azioni Paesi emergenti: rischio calcolato?
Diamo adesso uno sguardo d’insieme ai mercati azionari dei Paesi emergenti. Come si può vedere, nel grafico qui sotto è rappresentato lo storico dell’MSCI Emerging Markets Index su un periodo di tempo di trent’anni.
Se ora sovrapponessimo il paniere di azioni Paesi emergenti all’andamento del PIL vedremmo un movimento di conferma di una crescita pluridecennale. Tuttavia, per analizzare i grafici in modo corretto è necessario tenere presente di un’importante differenza tra gli andamenti del prodotto interno lordo e della borsa che balza subito all’occhio. Il PIL, che registra la crescita dell’economia nel suo complesso, sale progressivamente senza grossi strappi. L’indice di borsa, invece, subisce violente scosse al rialzo e al ribasso in periodi anche molto brevi. Perché?
Il motivo è semplice: la borsa è soggetta a paure ed emozioni che si scatenano in occasione di grandi e piccoli eventi, e questi sono spesso del tutto imprevedibili. Come avviene per esempio nel caso dello scoppio di una guerra. A questo si deve poi aggiungere il fatto che spesso nei paesi emergenti borsa è spesso un sinonimo di montagne russe, mentre invece le economie si sviluppano lentamente, seguendo cicli anche decennali.
Azioni Paesi emergenti: rischio calcolato? Non si può affermarlo con certezza. Diciamo piuttosto che si tratta di un rischio da calcolare bene. È questo il motivo per cui è necessario avere un buon consulente indipendente in grado di affiancare le decisioni di investimento con un approccio oggettivo e basato sull’esperienza.
GRAFICO 2 – MSCI Emerging Markets Index (1992-2022)
Per approfondire
Ascolta il podcast di Radio Borsa Russia e Cina, amici o nemici contro il resto del mondo?
Testi (in inglese) dell’economista Antoine Van Angtmael sui mercati emergenti:
“The World’s Emerging Stock Markets” (1992)
“Emerging Markets Century” (2013)
“The Smartest Places on Earth” (2018)