Poste Italiane: pressioni per vendere prodotti finanziari

Dopo i bancari della Banca Popolare di Milano che il 20 maggio scorso hanno scioperato in quel di Lucca, Genova, La Spezia, Venezia e Verona per chiedere che la banca risarcisca integralmente i clienti che hanno comprato diamanti, le pressioni commerciali alle poste italiane spingono i lavoratori a incrociare le braccia. Anche alle Poste il … Continued

Dopo i bancari della Banca Popolare di Milano che il 20 maggio scorso hanno scioperato in quel di Lucca, Genova, La Spezia, Venezia e Verona per chiedere che la banca risarcisca integralmente i clienti che hanno comprato diamanti, le pressioni commerciali alle poste italiane spingono i lavoratori a incrociare le braccia. Anche alle Poste il 3 giugno i lavoratori hanno scioperato.

Tra i motivi della protesta anche il cambio di pelle della società per cui lavorano sempre più in prima fila nel collocamento di prodotti finanziari. I dipendenti chiedono ai propri dirigenti di smetterla “con le continue pressioni commerciali per il raggiungimento di obiettivi sempre più sproporzionati che vengono assegnati sulla base di una vasta e crescente gamma di prodotti finanziari – lamentano i lavoratori autorganizzati Poste Italiane Cobas Viterbo – da piazzare indiscriminatamente in qualsiasi segmento della popolazione. “ Troppe pressioni commerciali anche alle poste italiane?

 

pressioni commerciali alle poste italiane: la denuncia dei sindacati


Le rappresentanze sindacali parlano addirittura di richieste di demansionamento di dipendenti che non intendono svolgere attività di consulenza finanziaria, riporta Marco Lo Conte su Plus il Sole 24 Ore dello scorso 8 giugno, in un articolo con un titolo emblematico “Le Poste e la fine dell’età dell’innocenza”.

 

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Un pressing alla vendita forzata che sta stressando molti dipendenti. Tanto che ad Asti lo scorso 5 giugno le organizzazioni sindacali hanno deciso di somministrare ai dipendenti un questionario sullo stress da lavoro causato dalle attività non tradizionali di Poste. Secondo i sindacati il problema è ormai all’ordine del giorno. “Le relazioni lavorative si fanno pericolose quando lo stress diventa un problema quotidiano ed apparentemente insormontabile – secondo Giorgia Perrone (Segretaria Provinciale Slc Cgil) e Alessandro Berruti (direttore Inca Cgil) – il questionario intende farlo emergere nell’attesa che l’Osservatorio sulle pressioni commerciali interno a Poste Italiane parta con la dovuta celerità”.

Come cambia il mondo: l’ultimo posto al mondo in cui si pensava di poter essere colpiti dallo stress da lavoro era quello delle Poste. Anche Checco Zalone ci penserebbe due volte a un posto fisso così a rischio di burnout (volgarmente stress da lavoro). Lavorare in posta per alcuni pare sia diventato un lavoro da cani.

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