PRIVATE BANKING, C’E’ DEL VALORE PER IL CLIENTE O E’ SOLO UN RICCHISSIMO BUSINESS PER LE BANCHE E RETI?

Gli investitori più ricchi devono stare oggi ancora più attenti al loro portafoglio secondo Salvatore Gaziano, strategist di SoldiExpert SCF, ospite di BFC TV (canale Sky 511) intervistato da Luigi Dell’Olio a “Private Talk” su BFC Video (canale Sky 511) perché a volte sotto il vestito costoso c’è poco o niente

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Tutte le banche e reti stanno creando strutture di “private banking” per puntare alla fascia più ricca della clientela offrendo servizi di consulenza patrimoniale che chiamano“evoluta” perché non è remunerata con retrocessioni e spazia su una gamma maggiore di prodotti rispetto a quelli offerti alla clientela retail.

Da qualche tempo però questo eldorado finanziario per banche e reti si è rivelato un inferno lato costi e risultati per i clienti. Perché?

 

Private banking cos’è

 

Come possiamo leggere nel glossario economico-finanziario curato da SoldiExpert SCF per festeggiare il 18esimo anno di attività di consulenza finanziaria indipendente, il private banking è l’attività di fornitura di servizi, principalmente bancari e finanziari, rivolta a una clientela dotata di patrimoni di entità rilevante.

Sono chiamati “High Net Worth Individuals” anche con l’acronimo di HNWI) quei risparmiatori dotati di patrimoni elevati che hanno necessità finanziarie o di diversa natura non facilmente standardizzabili.

Il private banking si contrappone al retail banking che opera con definiti target di clientela, a cui vengono proposti, in maniera mirata, servizi e prodotti preconfezionati.

Il private banker, colui che svolge l’attività di private banking, costruisce con il cliente un rapporto personalizzato, offrendo soluzioni modellate sul profilo del cliente, in base alla dotazione patrimoniale, e caratterizzate da diversi gradi di sofisticazione collegati al particolare bisogno manifestato..

Il termine nel tempo si è un po’ snaturato e orientato dagli uffici di marketing di banche e reti a utilizzarlo per qualsiasi attività di vendita di prodotti finanziari a un target sempre più allargato e così i termini “private banking” come “private banker” sono diventati quasi sinonimo di risparmio gestito e venditori di prodotti finanziari detto in modo più sofisticato spesso più formale che sostanziale.

 

 

Private banking Italia: costi FUORI CONTROLLO?

 

Private banking, private banker, wealth management… Cosa significa realmente? C’è della sostanza sotto o sono parole che spesso vengono usate e fatte brillare per accalappiare in Italia i clienti più denarosi da parte di banche (grandi e piccole) e reti e vendere loro a prezzo super maggiorato lo stesso panino di McDonald’s ma a un prezzo triplicato? C’è del valore maggiore offerto ai clienti che si affidano alle strutture “private” oltre al piatto di porcellana di Limoges in cui viene servita la consulenza?

Una consulenza gratuita iniziale Una consulenza gratuita iniziale

Salvatore Gaziano, che nella consulenza finanziaria indipendente e patrimoniale vanta un’esperienza ultra trentennale avendo fatto in questi anni da consigliere patrimoniale a decine di famiglie italiane anche con patrimoni molto elevati ha dei dubbi sul private banking all’italiana. Come racconta in un video dedicato al private banking  rispondendo alle domande a tutto campo di Luigi dell’Olio, firma giornalistica finanziaria di numerose testate nazionali, nella trasmissione “Private Talk” del gruppo BFC TV, andata in onda sul canale 511 di Sky.

 

PRIVATE BANKing: la mifid2 evidenzia i costi

 

Secondo Gaziano molti risparmiatori (e non solo in Italia) stanno iniziando a prendere coscienza, anche grazie alla ventata di trasparenza imposta alla Mifid2 che ha reso obbligatoria la rendicontazione dei costi, delle salate commissioni che pagano per il servizio ricevuto, pari anche al 3-4% annuo.

Clienti molto spesso delusi dal “private banking” per i risultati nel tempo ottenuti e i costi pagati (da quelli dei fondi a quelle delle polizze unit linked o di private insurance).

 

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A molti clienti “top, affluent, high net worth individuals” come si chiamano i clienti più patrimonializzati delle banche la “relazione fisica” e il contatto umano frequente con il proprio consulente non basta più (per quanto il consulente “a chilometro zero” in Paesi come l’Italia resta uno dei cavalli di battaglia per conquistare e soprattutto “trattenere” il cliente indipendentemente dall’andamento del servizio fornito).

 

Un milione di euro affidato A UN PRIVATE BANKER? PUO’ costaRE 34.000 euro ogni anno

 

Si delineano da qualche tempo, in sempre più larghe fasce di clientela, complici anche i rendiconti dei costi ricevuti ogni anno dai Paperoni italiani, tendenze sempre più forti. Calo di fiducia nei confronti del sistema bancario, richiesta di una consulenza indipendente e super partes, ricerca di una maggiore trasparenza. I regolatori cercano di imporla seppure in Italia siamo sempre i più furbi nell’eludere nei modi più fantasiose le norme. Vi è poi la crescente competizione del canale fintech, il desiderio di accedere a una maggiore gamma di strumenti finanziari d il desiderio di contenere i costi. Come? Inserendo in portafoglio di strumenti sempre più low cost ed efficienti come gli ETF e nuovi modelli di servizio che mettono al centro la strategia di investimento più che la capacità di intrattenimento.

A molti clienti regalare in 10 anni un terzo del proprio patrimonio alla banca o al consulente, che è esattamente quanto succede a chi investe 1 milione di euro e paga il 3,5% di commissioni annue sul servizio di consulenza, non va più.

 

Sembra paradossale ma facendo due calcoli considerando fanno pagare alcune strutture di private banking  (come si può vedere nell’infografica sottostante di una posizione di un investitore che ha chiesto agli esperti di SoldiExpert SCF una seconda opinione sulla gestione detenuta) pagare 34.437 euro all’anno di costi (il 3,23% all’anno) significa in 10 anni trasferire 344.370 euro dalle proprie tasche a quelle della propria banca.

 

Quanto costa il private banker: un caso pratico

 

 

Il rendiconto costi e oneri di un servizio di private banking
Quando ha pagato in un anno tra costi oneri e incentivi un risparmiatore che ha affidato 1 milione di euro a un private banker

 

 

Private banking soglia minima: sempre più bassa

 

Come rivela in questo video Salvatore Gaziano, responsabile strategie di investimento di SoldiExpert SCF esistono alcune tipiche assurdità del private banking “made in Italy” (ma in Svizzera non è certo meglio…). La norma è spesso far pagare di più a chi ha di più. In modo non propriamente trasparente chi ha 500 mila (è questa la soglia minima per accedere al private banking, 1 milione o 10 milioni di euro da investire può ritrovarsi facilmente a pagare costi più elevati per servizi che potrebbe pagare meno della metà. L’origine di questi costi? Foraggiare la catena di intermediari che deve portarsi a casa ogni anno una fetta di provvigioni e commissioni sempre più alta dove il sottoscrittore non ha certo chiaro il “giro del fumo” anche perché la normativa in Italia nella teoria è apparentemente perfetta ma poi nella realtà le cose non vanno proprio nello stesso modo.

Qui sotto puoi vedere il video integrale dell’intervista per conoscere il punto di vista di SoldiExpert SCF sui limiti del private banking. Spesso un collocamento molto ben presentato di prodotti e servizi finanziari che “incidentalmente” sono proprio quelli più lucrosi per la banca (o rete) ma in verità sono un po’ scarsini come valore aggiunto.

Un intervento a ruota libera sul “private banking” per offrire una visione controcorrente di un settore ricchissimo che ha deluso molti risparmiatori per i risultati nel tempo ottenuti e i costi pagati.

 

 

Salvatore Gaziano

Responsabile Strategie di Investimento di SoldiExpert SCF

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Roberta Rossi Gaziano

Responsabile Consulenza Personalizzata di SoldiExpert SCF

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Francesco Pilotti

Responsabile Ufficio Studi di SoldiExpert SCF

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Marco Cini

Esperto di pianificazione finanziara e previdenziale

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