Un giovane su due in Italia non trova lavoro. Se lo trova, difficilmente con quello che prende di stipendio nel nostro paese, riesce a essere autonomo senza l’aiuto di mamma e papà. Esistono prestigiose professioni (medici, avvocati…) dove le sacche di laureati disoccupati nel nostro paese sono altissime. Se sei un giovane di talento ma non conosci qualcuno, in Italia sempre piu’ spesso non ti danno nemmeno una chance.
Puo’ un genitore rimanere indifferente al baratro professionale che vede aprirsi per i suoi figli?
Questa è una storia di un papà italiano che non ci sta a rimanere con le mani in mano, ad aspettare di avere due figli disoccupati. E con il pieno sostegno della moglie, fa le valigie. Per andare dove? A pochi passi da casa.
Secondo dati Istat gli italiani che decidono di andare all’estero optano nella maggioranza dei casi per il Regno Unito (17,1%) e per la Germania (16,9%) ma un italiano su 10 va in Svizzera (11,2%) e in Francia (10,6%).
Gianni Costan, Amministratore Delegato di Fida Informatica, una delle piu’ solide fin-tech italiane, quattro anni fa opta per la meta un po’ meno gettonata dagli italiani e decide di trasferirsi in Svizzera. In Italia Costan ha un ottimo lavoro e non è esattamente di quelli che puoi seguire andando ad abitare a chilometri di distanza, visto che la società di cui è AD (amministratore delegato) prende grosse commesse da banche, società di gestione, sim e società di consulenza finanziaria.
Nel settore finanziario in cui lavoro come consulente, si specula parecchio non solo sulla Borsa, ma anche sulle vicende altrui. Molti pensano che Costan si trasferisca in Svizzera per pagare meno tasse. Chiamatela deformazione professionale, a furia di parlare di soldi dalla mattina alla sera, viene difficile pensare ad altro. All’ITForum di Rimini 2017, dove sia la sottoscritta sia Gianni Costan siamo ospiti come relatori, Gianni mi concede un’intervista in cui mentalmente già sogno di quantificare quanto si puo’ risparmiare in tasse semplicemente andando oltreconfine. E invece no. Dopo quattro anni quattro di speculazioni su quante tasse avrà risparmiato Gianni, scopro che Costan non si è trasferito in Svizzera per soldi, ma per amore. Dei figli. Di’ giuro! Giuro.
Da genitore a genitore: ma chi te l’ha fatto fare di delocalizzare la tua famiglia da Torino alla Svizzera?
In realtà ho deciso di trasferirmi in Svizzera proprio per i figli perché non volevo che crescessero in un paese sempre meno competitivo e con un giovane su due che non trova un lavoro. Volevo che i miei figli crescessero in un contesto piu’ internazionale e ho scelto la Svizzera perché pur non facendo parte della Comunita’ Europea, è il paese piu’ europeo di tutti perché si parlano tre lingue ufficiali: italiano, tedesco e francese. L’inglese è altrettanto diffuso e gli svizzeri lo parlano molto bene.
La Svizzera ha un livello bassissimo di disoccupazione su tutti i tipi di professioni e fasce di età, intorno al 3%. E ha un habitat industriale e infrastrutturale che favorisce lo sviluppo imprenditoriale.
Un contesto che favorisce il talento e la competizione…
La competizione negli anni futuri sul lavoro sarà sempre più forte. La Svizzera puo’ rappresentare un’oasi felice per i giovani lavoratori di domani offrendo a tutti, dal muratore all’ingegnere aerospaziale, la possibilità di trovare un buon lavoro e ben remunerato.
Ragazzi si parte. Come hanno preso tua moglie e i tuoi figli questa decisione di andare via dall’Italia?
I ragazzi non l’hanno presa bene. Per sei mesi mi hanno odiato. L’appoggio e il sostegno di mia moglie sono stati fondamentali per gestire questo passaggio. Dopo i primi sei mesi, molto difficili, per due anni è andata liscia. I ragazzi erano contenti della loro nuova vita. Adesso il più grande è entrato nell’adolescenza e siamo tornati punto a capo. A un tratto papà è diventato un idiota. E’ in quella fase della vita per cui se a me piace una cosa, lui la detesta. Credo che la Svizzera non c’entri nulla però, sarebbe successo comunque. E’ l’età della contestazione, vogliono marcare le differenze.
E tua figlia come l’ha presa? Aveva otto anni quando si è trasferita e oggi ne ha 12…
Lei si trova bene e puo’ coltivare il suo talento da imprenditrice in erba. All’inizio pensava di creare una nuova bibita, ma il progetto non è andato avanti. Adesso sta studiando una linea di cosmetici per adolescenti e pare che ci sia un grosso imprenditore svizzero interessato al suo progetto. In Svizzera si investe molto sulle start up. Qui so che i miei figli potranno competere ad armi pari con il resto del mondo in un paese che non soffoca il talento ma lo valorizza, in un Paese che ama la competizione e la favorisce.
Come ti sei trovato con le scuole? Vieni da una città come Torino che offre molto da questo punto di vista…
I miei figli a Torino frequentavano delle ottime scuole. Finchè non arrivi all’Università, in Svizzera ti devi accontentare di un’offerta scolastica di livello inferiore ma molto focalizzata. In Svizzera si studiano moltissimo la matematica e le lingue.
Cerchi un sistema low cost per insegnare le lingue ai tuoi figli?
Il vero abisso rispetto alla scuola italiana è all’Università. Il Politecnico di Zurigo è la quarta facoltà di ingegneria al mondo appena dopo il MIT, il Massachussets Institute of Tecnology. L’università di Economia di San Gallo è appena dopo Harvard come importanza tra le facoltà di Economia e anche Farmacia e Medicina sono di altissimo livello. La Svizzera investe tantissimo sull’educazione a livello universitario e la scuola è accessibile a tutte le tasche. Al prezzo di due cene e due pranzi ci si iscrive all’Università e tutto il resto lo paga lo stato. La selezione pero’ è feroce perché in Svizzera non vogliono assolutamente puntare ad avere un esercito di laureati. Ci sono cartelli ovunque qui che pubblicizzano la professione di muratore, peraltro qui sono pagati quasi come i nostri dirigenti d’azienda. Si cerca quindi di avere tutti i tipi di lavoratori che servono per mandare avanti un paese, evitando anche di trovarsi con sacche di disoccupati su una singola professione.
Dal punto di vista fiscale ci sono dei vantaggi a vivere in Svizzera?
Molti pensano che la Svizzera sia un paradiso fiscale, e per le aziende è vero, per le persone fisiche molto meno. Le aziende sono tassate molto meno che in Italia siamo al 20-22%, ma qui le persone fisiche pagano le tasse e non sono per niente cheap. Ci sono le tasse comunali, cantonali e federali. Le tasse sono sul reddito, per chi lavora qui, e c’è una tassa patrimoniale che varia dallo 0,2% allo 0,6% e si paga sull’intera consistenza del proprio patrimonio mobiliare e immobiliare. Bisogna dichiarare tutto. L’errore nella dichiarazione è tollerato, l’evasione è punita severamente.