Quali sono le principali differenze fra ETF e fondi comuni d’investimento?
Costi, rendimenti, liquidità: ecco le tre principali differenze tra ETF e fondi comuni di investimento.
Prima di esaminarle nel dettaglio, cerchiamo di spiegare perchè il risparmiatore di fronte allo stesso obiettivo di investimento ha due strade tra cui scegliere: comprare un ETF o un fondo comune di investimento.
Gli ETF e i fondi comuni di investimento rappresentano entrambi un’opportunità alternativa per chi desidera impiegare i propri risparmi. Consentono infatti di diversificare anche un capitale ridotto su un’ampia gamma di titoli azionari e obbligazionari. Con entrambe le soluzioni è inoltre possibile investire piccole somme con regolarità, costruendo un piano di accumulo del capitale (PAC). Il miglior piano di accumulo per far fruttare i tuoi risparmi: ecco la scelta vincente è un contenuto che ti aiuta a capire quale strada scegliere se desideri investire a rate e sei indeciso tra ETF e fondi comuni di investimento.
Ma torniamo alle diverse “regole d’ingaggio” tra ETF e fondi comuni di investimento per scoprire le differenze tra questi strumenti.
ETF e fondi comuni: la negoziabilità fa la differenza
Gli ETF sono strumenti quotati in Borsa, quindi funzionano in modo simile alle azioni: si possono acquistare e vendere durante l’intera giornata di contrattazione e il loro prezzo varia in tempo reale in base alla domanda e all’offerta del mercato. I fondi comuni invece non sono negoziati direttamente in Borsa: l’acquisto o la vendita avviene tramite la società di gestione e il prezzo di riferimento (il cosiddetto valore quota o NAV) viene calcolato una sola volta al giorno, di solito alla chiusura dei mercati.
Al momento della vendita di un ETF si sa quanto si incasserà mentre quando vengono vendute quote di un fondo comune di investimento occorrerà aspettare qualche giorno per conoscere il valore effettivamente liquidato sul conto.
ETF: ogni banca li offre anche se magari non lo dice
Qualsiasi banca che abbia uno straccio di internet banking permette di acquistare gli ETF essendo quotati su Borsa Italiana. Allo stesso modo con cui potete comprare azioni Telecom Italia o un’obbligazione dell’ENI potrete acquistare quote di ETF in Borsa. Pagherete i costi di negoziazione esattamente come se compraste un’azione o un’obbligazione. Questo costi di pochi euro remunerano la banca o l’intermediario che vi vende l’ETF.Nel caso dei fondi comuni è invece possibile che vengano applicate commissioni di ingresso calcolate in percentuale sul capitale investito. Questo costituisce una enorme differenza: se investite poniamo 30.000 euro, su un ETF pagherete un costo di negoziazione massimo nelle principali piattaforme online di 19 euro mentre se comprate un fondo e la banca vi applica una commissione di ingresso dello 0,5% pagherete 150 euro come ticket di ingresso. Quasi il il 90% in più!
Fondi comuni: banca che vai offerta che trovi
Mentre gli ETF di qualsivoglia emittente sono negoziabili da qualsiasi risparmiatore essendo quotati sulla Borsa Italiana, il risparmiatore che vuole acquistare fondi comuni trova un bouquet di prodotti a disposizione molto diverso da banca a banca.
Così chi ha Unicredit allo sportello si vede proporre soprattutto i fondi Amundi, chi è cliente Intesa Sanpaolo viene frequentemente invitato a sottoscrivere i prodotti Eurizon mentre chi ha la Banca Popolare dell’Emilia Romagna facilmente avrà in portafoglio fondi Arca. In banca quindi si cerca di spingere i fondi che per buoni rapporti societari sono gestiti da società “amiche” (con cui ci sono magari dei forti accordi di distribuzione) o sono “captive” (ovvero dello stesso gruppo).
Ciascuna banca o rete ha quindi una gamma di fondi con cui ha accordi di distribuzione (anche naturalmente di case terze) e potrebbe quindi non offrire il miglior fondo di una determinata categoria perché possono prevalere altre logiche. Alcuni fondi non vi verranno quindi nemmeno proposti e non avrete la possibilità di sottoscriverli nemmeno su richiesta.
E non è nemmeno detto (nella maggior parte dei casi succede così in Italia) che vi venga presentata una comparazione corretta fra fondi ed ETF a parità di categoria. E questo ha a che fare con il tema del conflitto d’interessi come vedremo anche se il legislatore europeo con la direttiva Mifid sulla carta voleva mettere “al centro” gli interessi del risparmiatore. Un centro un po’ spostato… in Italia.
Rischi: quali differenze tra ETF e fondi comuni?
Il patrimonio degli ETF e dei fondi comuni è separato da quello della società emittente che gestisce il veicolo di investimento, quindi viene restituito anche in caso di fallimento della medesima. Diversi emittenti, quindi diverse società di gestione, emettono sia fondi comuni sia ETF. È il caso, per esempio, del colosso europeo Amundi e di BlackRock, la più grande società di investimenti del mondo.
Ci sono ETF pericolosi o sono tutti strumenti sicuri? Non è vero che gli ETF siano più rischiosi dei fondi (a meno che non si parli di ETF a leva, che un risparmiatore dovrebbe evitare come la peste) se si confrontano categorie naturalmente omogenee. Anzi, spesso, a parità di categoria, sono i fondi a mostrare una maggiore volatilità e quindi a risultare più rischiosi, come evidenziano tutte le classifiche.
Il costo? Ecco una differenza enorme tra ETF e fondi comuni
Gli ETF costano mediamente l’80% in meno circa di un fondo comune di investimento: una bella differenza! Questo minor costo pagato per anni si trasforma sovente in una migliore performance degli ETF rispetto ai fondi comuni di investimento. Secondo l’ultimo studio di Mediobanca i fondi comuni azionari costano mediamente il 2,5% mentre i fondi obbligazionari l’1,2%.
Qual è la differenza rispetto agli ETF? Per gli ETF azionari il costo medio annuo nella UE è intorno allo 0,3%. C’è un’enorme differenza di costo tra fondi comuni ed ETF; nei prodotti azionari può arrivare fino al 90%. Gli ETF obbligazionari con costi anche inferiori allo 0,2% annuo possono arrivare a costare facilmente l’80% in meno di un fondo comune di investimento.
ETF e fondi comuni: quanto incidono 10 di anni di costi molto diversi
Ipotizziamo di investire 100.000 euro su un fondo comune azionario europeo e su un ETF che investe sullo stesso mercato. Supponiamo il fondo costi il 2,5% e sia nella media. Ipotizziamo che l’ETF costi lo 0,3% come la media. Dopo 10 anni se compro il fondo avrò trasferito ¼ del mio patrimonio (25.000 euro) dalle mie tasche a quelle della società di gestione (il 25% di quanto ho investito!). Se compro l’ETF il costo annuo di questo strumento 300,00 euro moltiplicato per gli anni di detenzione (10) significherà pagare solo il 3% in un decennio di costi. Una bella differenza di costi tra ETF e fondi comuni no?
ETF e fondi, quale strumento preferire
Chi dispone di un capitale non elevato ed è interessato a ridurre i rischi di un investimento diretto in titoli (e se poi la società fallisce?) o vuole anche diversificare su comparti azionari o obbligazionari specifici (dalle azioni della tecnologia a quelle del settore salute o emergenti) trova negli ETF e nei fondi comuni di investimento un approdo naturale.
Entrambi gli strumenti sono caratterizzati da un livello elevato di diversificazione, riducendo i rischi dell’investimento.
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Il minor costo degli ETF li rende però spesso la scelta più conveniente per il risparmiatore, secondo SoldiExpert SCF, società di consulenza finanziaria indipendente, che non alcun interesse a spingere l’uno o l’altro prodotto. Le performance normalmente seguono: la maggior parte dei fondi non batte gli ETF come testimoniano tutte le ricerche accademiche ed empiriche.
Per anni si è contrapposta l’idea che i fondi comuni, gestiti attivamente da esperti, fossero “intelligenti”, mentre gli ETF, che si limitano a replicare un indice, fossero “stupidi”. In teoria, i fondi attivi dovrebbero sovraperformare il mercato, altrimenti non avrebbero senso rispetto agli ETF. Ma i dati SPIVA di S&P Dow Jones mostrano il contrario: al 31 dicembre 2024 oltre l’80% dei fondi azionari USA e globali ha reso meno del proprio benchmark, e quei pochi che riescono a fare meglio raramente mantengono il vantaggio nel tempo.
Opinioni su fondi comuni di investimento e ETF
Gli ETF consentono di ottenere rendimenti più elevati dei fondi comuni a parità di rischio (o di rischiare meno a parità di rendimento).
Certamente pensare banalmente di risolvere il problema di investire comprando un ETF al posto di un fondo non è risolutivo. Può essere però un primo passo quello di rendersi conto che i costi dell’investimento incidono molto sul risultato finale. E che ai fondi comuni di investimento esistono delle alternative, spesso più convenienti, rappresentate dagli ETF.
Certamente questo non rappresenta che l’inizio di un processo di investimento consapevole che porti a considerare e pesare aspetti positivi, negative differenze tra gli strumenti finanziari.
L’aiuto di un consulente finanziario indipendente che non prende retrocessioni nè sui fondi nè sugli ETF raccomandati ai propri clienti può essere la via di minor conflitto di interesse per costruire un portafoglio investimenti con i migliori strumenti possibili. Considerano i propri obiettivi e propensione al rischio grazie a un check-up finanziario che individui grazie a una consulenza personalizzata le soluzioni di investimento più adatte caso per caso, patrimonio per patrimonio e investitore per investitore.