Investire in azioni ed ETF settore lusso: consigli per non sbagliare

Sul buon andamento degli ETF settore Iusso l'Asia conta più che mai e l'Europa sempre meno. Sono un'opportunità o un rischio?

MoneyReport, il blog di SoldiExpert SCF

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In questa analisi cercheremo di valutare sia il settore lusso come oggetto d’investimento, sia di valutare l’utilizzo dei migliori ETF settore lusso (e non solo) come strumento per raggiungere obiettivi specifici in quest’ambito e dall’osservatorio di una società di consulenza finanziaria indipendente (scopri cosa è veramente se non lo sai) come è SoldiExpert SCF, fra le pioniere in Italia del settore.

Partiamo da ciò che sembra scontato ma che non lo è: cos’è il lusso? Quando sentiamo questa parola pensiamo a gioielli sfavillanti, auto di grossa cilindrata, ville con piscina… Ma è davvero questo? E gli ETF settore lusso, noti anche come “ETF luxury” in inglese, sono focalizzati sui beni “superflui”?

 

La guida per investire con gli ETF La guida per investire con gli ETF

 

 

Che cos’è il lusso?

 

Lusso viene dal latino “luxus”, che significa eccesso, sovrabbondanza. Dobbiamo distinguere tra “il lusso” (es. vivere nel lusso), “un lusso” (es. mi sono concesso un lusso, una vacanza) e “di lusso” (es. un hotel di lusso).

Il primo caso è un concetto che indica un modo di vivere in cui si fondono l’utilizzo (non sempre il possesso) di oggetti/servizi costosi e non essenziali con l’ostentazione di essi. Un lusso è invece qualcosa che si utilizza ma che è al di sopra delle proprie possibilità economiche, un’eccezione. L’ultimo caso è una definizione di qualcosa che, per generale approvazione, appare come economicamente accessibile solo a una parte ristretta della società, cioè la parte più ricca. Questi tre concetti sono quindi accumunati da un’idea “sociale” di non necessario, costoso, esclusivo e ostentabile.

Abbiamo provato a definire che cos’è il lusso; è ciò che la società considera acquistabile, non necessario, costoso, esclusivo e prestigioso. Sociale, perché ciò che è lusso viene riconosciuto come tale da tutti gli strati sociali. Da qui il prestigio sociale e l’ostentazione che accompagnano il lusso. Valutiamo quindi, volendo investire in ETF settore lusso, opportunità, rischi e consigli per non sbagliare.

 

 

Gli indici di riferimento degli ETF settore lusso

 

Va bene, vedo le Ferrari per strada, gli abiti di Fendi in televisione o gli yacht Azimut ormeggiati al porto. Ma come posso distinguere il lusso da ciò che non lo è? E come posso investirci?

In realtà chi vuole investire in questo settore non deve fare un’analisi filosofica (o tecnica) su cosa si intende nel lusso. C’è che l’ha già fatto per noi, selezionando attività, prodotti, filiere produttive e rendendo tutto questo accessibile a tutti. Stiamo parlando degli indici di borsa del lusso.

Il modo più semplice per rendersi conto di cos’è il lusso in finanza e come investirvi è infatti quello di guardare gli indici più diffusi e “metterci dentro la testa”. A livello internazionale un indice di riferimento significativo per i fondi e gli ETF settore lusso che hanno appunto come sottostante società operanti nel lusso è l’S&P Global Luxury Index.

Per l’Italia – mercato piccolo a livello internazionale, ma con marchi di peso – si può guardare il FTSE Italia Brands. Vi sono poi indici che contengono anche una quota di lusso, come l’MSCI World Consumer Discretionary Index (i ‘consumi discrezionali’ sono i beni non essenziali come auto, giocattoli, mobili, abbigliamento di lusso etc.) che si contrappongono ai beni di consumo primari o di base (“consumer staples”)  ovvero i prodotti di prima necessità come cibo, bevande, prodotti di tabacco, beni di consumo e prodotti di igiene.

 

 

Nell’S&P Global Luxury Index c’è tutto il lusso del mondo

 

L’S&P Global Luxury Index è un paniere di 80 titoli azionari di tutto il mondo che rappresentano i più grandi gruppi mondiali attivi nel lusso e detentori della maggior parte dei marchi più noti. Si può ben dire, quindi, che nell’S&P Global Luxury Index, l’indice replicato dai principali ETF settore lusso, c’è quasi tutto il lusso del mondo.

I titoli appartengono a 18 sotto-settori diversi: un numero di settori molto ampio, forse troppo. Ma il motivo è facile da comprendere: il lusso si “annida” ovunque. Un’auto può essere normale o di lusso, e così un vestito o un mobile, una casa o un elemento d’arredamento. Per questo gli esperti di S&P mettono le mani avanti: “Determinare lo status di lusso è soggettivo ed è basato prima di tutto su fattori qualitativi”, si legge nella scheda metodologica dell’indice.

Gli elementi presi in considerazione sono comunque “la descrizione dell’attività delle società, la percentuale di ricavi per ogni segmento di business e la percezione del mercato”. Come si vede, il lusso, anche in attività tecniche come la finanza, può essere definibile solo come derivante dal consenso sociale e non identificabile oggettivamente. Insomma, se tutti dicono “quello è lusso”, lo diventa.

 

ETF settore lusso S&P Global Luxury Index

 

Chi volesse investire in un fondo o ETF settore lusso, o su qualsiasi altro strumento finanziario che replicasse l’S&P Global Luxury Index, si troverebbe in pancia per il 53% titoli europei (in primis francesi e tedeschi), per quasi il 40% titoli nordamericani (USA, Canada per il 2%) e per il 7,5% azioni dell’Asia-Pacifico.

 

 

I grandi gruppi del lusso nell’S&P Global Luxury Index USD

 

Scendendo nei dettagli, i primi dieci titoli per capitalizzazione dell’S&P Global Luxury Index USD (l’indice è in dollari, dati S&P Dow Jones al 29/03/24) sono Hérmes (alta moda, gioielli, accessori), Richemont (gioielli e orologi), LVMH-Moët Vuitton (alta moda, accessori, vini, alcolici), Ferrari e Mercedes-Benz (automobili), Marriott (alberghi), Nike (abbigliamento sportivo), Diageo (distillati, alcolici), Kering (alta moda) e Hilton (alberghi).

Come si vede, titoli di aziende di livello internazionale e molto liquide. La capitalizzazione dell’indice è infatti di oltre 2.000 miliardi di dollari (fonte S&P Global 29/03/24). Come abbiamo detto, S&P Global Luxury Index USD è il principale indice di riferimento per gli ETF settore lusso.

Nell’MSCI World Consumer Discretionary Index, invece, LVMH (che nell’indice pesa circa il 3,57%) e NIKE (1,64%) sono accanto a società di altri settori commerciali. Tra cui Amazon (24,07%), TESLA, Home Depot, e altre.

 

Quanto fatturano le aziende all’interno degli ETF settore lusso?

 

Se la capitalizzazione è legata alla percezione che il mercato ha di questi titoli, il peso dell’economia reale, cioè il fatturato dei grandi gruppi del lusso nell’S&P Global Luxury Index USD, replicato dagli ETF settore lusso, non può essere trascurato. Da questa prospettiva, i primi cinque gruppi del lusso dell’indice come fatturato nel 2023 sono la tedesca Mercedes con 153 miliardi di fatturato, la francese LVMH (86 miliardi), l’americana Nike (33,3 miliardi), la britannica Diageo (27,4 miliardi), Kering (20,35 miliardi), la svizzera Richemont (19,95 miliardi) ed Hilton (10,2 miliardi).

Sarà poi il consulente finanziario indipendente a valutare quanto peso abbia realmente il lusso vero all’interno del fatturato di queste società quotate. Molta parte di esso, infatti, è legato alla grande distribuzione o ad attività diverse.

Senza contare che, parafrasando una nota pubblicità di pneumatici, il fatturato è niente senza utile. E che, per chi investe in borsa, l’utile senza il p/e (price/earnings, rapporto tra il prezzo del titolo e utile) non dice abbastanza. E tutto questo, ancora, va inserito in un’analisi di tendenza, sia del singolo titolo sia del settore.

 

 

I titoli del lusso italiani sono nel FTSE Italia Brands Index

 

Decisamente più “piccolo”, ma molto importante per il nostro Paese, è il FTSE Italia Brands Index l’indice dei brand del lusso italiani realizzato da FTSE (ved. grafico sotto). Sviluppato nel 2017, attualmente comprende 22 titoli quotati sui mercati gestiti da Borsa Italiana ed è nato come vetrina finanziaria del made in Italy.

Come vengono selezionati i titoli italiani del lusso? “Sono definiti da Borsa Italiana in collaborazione con un panel di esperti del settore – viene spiegato – che appartengono alla filiera produttiva o sono analisti finanziari, italiani o esteri. Questi aggiungono alla metrica tradizionale l’analisi degli asset intangibili delle società, come la percezione da parte dei clienti o il posizionamento nei rispetti mercati”. Anche qui, quindi, un buon margine di soggettività (si veda per esempio l’inserimento di Autogrill o di OVS). Si tratta di titoli anche di buona capitalizzazione ma non sempre molto liquidi, visto che nell’indice sono inserite anche mid e small cap.

Tra i nomi più noti, Brunello Cucinelli, Ferrari, Moncler e Pininfarina. Complessivamente l’FTSE Italia Brands Index ha poco meno di 1,3 miliardi di euro di capitalizzazione (dati FTSE Russel al 29/04/24). Dal punto di vista del fatturato, nel 2023 Ferrari ha realizzato circa 5,97 miliardi con un utile di 1,257 miliardi (realizzato grazie a 13.663 felici nuovi possessori delle “rosse” più desiderate del mondo). Brunello Cucinelli ha chiuso con 1,14 miliardi di euro e utili a 114,62 milioni.

I numeri “italiani” sono relativamente piccoli se confrontati con quelli dei grandi gruppi internazionali. In Italia, il settore lusso rappresenta comunque il 7,4% del PIL.

 

ETF settore lusso FTSE Italia Brands Index

 

ETF settore lusso: società Resistenti con Potere sui Prezzi

 

Fatta questa premessa, chiediamoci ora perché investire nel lusso invece che nell’automotive o in un qualunque altro settore? E ciò come precondizione per poi selezionare ETF del settore moda e lusso che valga la pena prendere in considerazione.

La risposta può arrivare da un consulente finanziario indipendente. SoldiExpert SCF, basandosi sul profilo e gli obiettivi di ciascun cliente, è in grado di selezionare settori e strumenti più adatti, tra cui appunto i fondi o gli ETF settore lusso o le singole azioni delle società ritenute più interessanti. E senza conflitti d’interesse.

 

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La prima ragione è la diversificazione, integrando questo settore all’interno di un’adeguata strategia, controllando quindi il rischio cambio, il timing, l’esposizione verso specifiche aree geografiche e così via.

Un punto di forza delle aziende del lusso (e quindi degli ETF settore lusso) è quello di detenere un forte “potere di determinazione dei prezzi”. Ciò vuol dire che possono aumentare i prezzi dei prodotti senza che per questo diminuiscano nettamente le vendite. Un potere che diventa estremamente importante (e redditizio) per esempio quando l’inflazione sale e si riesce a “scaricarla” sugli acquirenti. Oppure quando un mercato si chiude o si restringe a causa di una guerra o di sanzioni economiche ma l’azienda ha l’interesse a mantenere stabile il proprio fatturato.

Inoltre, gli acquirenti solitamente continuano a comprare beni di lusso anche in fase di crisi economica, facendo così salire il prezzo degli ETF settore lusso. Il loro alto reddito, infatti, può risentire della crisi solo sul lungo periodo, e contribuisce quindi a far mantenere alle aziende buone performance. Pur non essendo un settore anticiclico tout-court, si tratta tuttavia di titoli che possono risentire in maniera “più morbida” di crisi prolungate. Con distinzioni anche accentuate tra business diversi all’interno del comparto.

 

Mercati in crescita, e-commerce e giovani ricchi

 

Vi sono poi altri fattori da considerare. Come sottolinea un rapporto di Bain&Company, in Cina la spesa per il lusso dovrebbe continuare a crescere fino al 2030 passando dal rappresentare circa il 23% della spesa globale a ben il 40%. La Cina avrebbe quindi la prospettiva di diventare il primo mercato al mondo per il lusso (vedremo più avanti la situazione del gigante asiatico).

A questo si aggiunge l’esplosione dell’e-commerce, che aiuta anche il mercato dei beni di lusso (e degli ETF settore lusso) e aumenta i margini (erosi invece dalla necessità di gestire punti di vendita fisici). Ma anche la crescita dei giovani ricchi, Millennial (che hanno dai 28 ai 43 anni nel 2024) e Generazione Z (dai 14 ai 29 anni): tecnologici, aperti alle novità e con tanta voglia di godersi la vita.

Inoltre, la progressiva crescita del benessere nei Paesi emergenti in questi anni è stato un importante volano di sviluppo di questo settore. E continuerà ad esserlo negli anni futuri, con differenze di incremento tra aree con caratteristiche socio-economiche differenti (es. Asia-Pacifico, Sud America, Medio Oriente).

Infine, l’allentamento generalizzato delle restrizioni dovute alla pandemia ha riportato alla riapertura di negozi e aree commerciali, e alla ripresa dei viaggi (che secondo l’Osservatorio Altagamma favoriscono in primis arredamento, design, cibo e vini pregiati), in molte aree del mondo che per due anni sono rimaste parzialmente isolate, rilanciando le vendite.

 

 

Gli ETF del settore lusso non temono il rischio Russia

 

Bisogna però stare attenti, perché nella vetrina dei gioielli luccicanti ci potrebbe anche essere qualche diamante falso. Nel caso del settore lusso, questo significa semplicemente che anche questo settore a volte zoppica. E recentemente i casi della Cina e della Russia hanno mostrato come non sempre esistano le “magnifiche sorti e progressive”.

Due Paesi percepiti dagli investitori come enormi mercati pronti a ingoiare voracemente tutto ciò che è lusso occidentale. Ma è davvero così?
La Russia è oggi in crisi per via delle sanzioni, quindi inevitabilmente ha visto il suo peso di acquirente lusso ridursi drasticamente. I gruppi LVMH, Hermès e Richemont, ad esempio, hanno interrotto le consegne e chiuso tutti loro negozi russi.

Tuttavia il peso della Russia a livello globale è sempre stato marginale. Sul fatturato delle aziende citate, questo mercato non pesa mai più del 2%, spesso meno dell’1%. Pesano forse di più i ricchi russi che risiedono all’estero, con i quali il peso della Federazione potrebbe toccare il 5% complessivo. Per campioni del lusso come Hermès, Richemont e LVMH, azioni e ETF settore lusso non temono il rischio Russia. 

La chiusura della Russia, insomma, può provocare al più qualche grattacapo e qualche ritracciamento in Borsa (già evidente a vedere l’andamento degli indici del settore). Ma non certo una crisi.

 

La Cina, invece…

 

Rispetto alla Russia, la Cina ha un peso cospicuo sulle azioni e sugli ETF settore lusso, perciò va tenuta d’occhio.

La Cina, infatti, ha finora generato un fatturato che per LVMH (uno dei campioni mondiali del settore e la prima società in assoluta per capitalizzazione in Europa) è stato pari al 20% complessivo e ancora più corposo per altri brand. Un elemento che per chi guarda agli ETF settore lusso non deve essere trascurato.

Nonostante le tensioni e l’incertezza, Bernard Arnault, il capo di Lvmh, ha adottato un approccio paziente mantenendo gli investimenti pianificati in Cina. Con centinaia di milioni di potenziali consumatori di lusso previsti nei prossimi anni, Arnault vede più vantaggi che rischi nell’espansione in Cina.

Lvmh sta investendo in modo significativo nei flagship store e in progetti di lusso sull’isola di Hainan. Lvmh e la famiglia Arnault continuano a dimostrare un forte impegno verso la Cina, considerandola un mercato chiave e affermando la stabilità del loro coinvolgimento nel Paese.

 

ma gli etf settore lusso in borsa sono davvero “buoni”?

 

Abbiamo quindi un’idea di cos’è il lusso. Prima di vedere come investirci, magari selezionando quello che gli anglosassoni chiamano ETF luxury goods (cioè “ETF sui beni di lusso”) vediamo come va e se ne vale la pena. Nel grafico sottostante abbiamo messo a confronto l’S&P Global Luxury Index con l’S&P 500 a cinque anni.

Si può notare come, nel corso del tempo, il Luxury Index ha performato meglio del “500” dalla fine del 2020 alla fine del 2021. Dopdichè, dopo un breve periodo di incertezza, il Luxury Index ha decisamente sovraperformato per metà del 2023, per venire poi superato dal fratello maggiore dall’autunno del 2023 ad oggi.

La conclusione che si può trarre da questa rapida analisi è che il lusso di per sé non è necessariamente ciclico o anticiclico, quindi anche gli ETF settore lusso devono essere inseriti in portafoglio prendendo in considerazione l’equilibrio del portafoglio stesso. Così come gli obiettivi e le tempistiche della strategia impostata.

Trattandosi di una scelta complessa, è meglio quindi appoggiarsi a un consulente finanziario indipendente come Soldiexpert SCF, in grado di selezionare e titoli, strumenti e timing più adatti alle specifiche esigenze.

ETF sul lusso confronto SPLuxory SP500

 

Conviene investire in azioni, fondi o ETF settore lusso quindi?

 

Investire in borsa comporta sempre un certo grado di rischio e dei costi.

Meglio quindi investire in azioni, fondi o ETF settore moda e lusso? La valutazione dovrebbe essere affidato a un professionista, un consulente finanziario indipendente privo di conflitti d’interesse.

Le azioni (dei titoli del lusso abbiamo parlato in precedenza) non sono per tutti, devono essere selezionate e seguite con attenzione. Con il trading online i costi sono bassi, ma il fai-da-te comporta alti rischi che non tutti sono disposti a sopportare.

I fondi a gestione attiva, d’altra parte (anche i fondi che investono sul lusso) sono gravati da costi di gestione che spesso mangiano via una fetta anche consistente del capitale investito, qualche punto percentuale. E peraltro non sempre le performance battono i benchmark.

Tuttavia, attraverso lo strumento del SoldiExpert Fund Rating è possibile farsi un prima idea selezionare i migliori fondi che investono sul lusso e monitorarne le performance passate. Per trovarli basta per esempio ricercare “Azionari Settoriali – Beni di Consumo Secondari (incl. Beni di Lusso)” tra le categorie disponibili.

Tra i fondi con il rating SoldiExpert più alto (9/10) troviamo (dati aggiornati al 07/04/2024) tre fondi: LO Funds World Brands P $ e Pictet-Premium Brands-R $ ( entrambi in dollari) e Pictet-Premium Brands-R EUR (in euro). Ma questa spesso non si rivela la scelta più azzeccata.

 

 

S&P Global Luxury index e altri indici degli etf settore lusso

 

Nel confronto con i fondi come spesso accade nel tempo gli ETF settore lusso (quote di fondi quotati) ne escono spesso vincenti e per questo secondo noi sono quasi sempre da preferire ai fondi.

Ed essendo negoziabili in borsa come azioni, possono inoltre essere venduti e comprati in tempo reale senza troppe complicazioni.

Per quanto riguarda gli ETF settore lusso, fra quelli associati ai cosiddetti “consumi voluttuari” possiamo trovare, ad esempio, l’Amundi S&P Global Luxury UCITIS ETF, acquistabile sia in euro che in dollari. E’ collegato all’indice “S&P Global Luxury Index”.

 

ETF settore lusso Amundi SP Global Luxory ETF

Come si vede da grafico a 5 anni qui sotto, questo ETF “S&P Global Luxury” ha avuto una risalita a fine 2020 per poi crollare. Nei primi mesi del 2021 ha tuttavia iniziato una progressiva ripresa che l’ha portato da 68 a 194. Da inizio 2022, invece, è entrato in un trend discendente che lo ha riportato a circa 134. Su cinque anni l’ETF guadagna oltre il 72%, mentre a 1 anno registra una performance poco sopra al 3%.

Sono poi disponibili sei ETF settore lusso che hanno come focus i consumi discrezionali, cioè “anche” i beni di lusso ma non solo. I due ETF più grandi come dimensione sono l’Amundi S&P Global Consumer Discretionary ESG (isin: IE000NM0ALX6) che replica l’indice S&P Developed Ex-Korea LargeMidCap Sustainability Enhanced Consumer Discretionary e l’Xtrackers MSCI World Consumer Discretionary UCITS ETF 1C (isin: IE00BM67HP23) che replica l’indice MSCI World Consumer Discretionary.

 

Ci sono ETF settore lusso che replicano il FTSE Italia Brands Index?

 

Non esistono invece ETF settore lusso specifici sul FTSE Italia Brands Index. Sul listino italiano ci sono però diversi titoli azionari diretti del settore lusso che hanno avuto ottime performance negli ultimi 3 anni, come Brunello Cucinelli e Ferrari, insieme a Moncler che è partita piuttosto bene in questo 2024.

Nella tabella che segue l’elenco ordinato per le performance a 3 anni di azioni, fondi ed ETF del settore lusso.

 

investire in azioni, fondi ed etf settore lusso

 

 

CONSIDERAZIONI E OPINIONI

 

Come mostra l’andamento di questa parte del 2024 (da inizio anno fino al 10 aprile 2024) il settore lusso è sopra di circa il 4,3% (prendendo come riferimento la performance dell’ETF di Amundi S&P Global Luxury). Come abbiamo spesso ammonito riguardo gli investimenti “tematici” non esistono settori che salgono sempre. E comunque ed è bene non farsi troppo ammaliare da narrazioni troppo a senso unico.

Nella  consulenza patrimoniale offerta da SoldiExpert SCF ai risparmiatori il peso che consigliamo su singoli settori o temi va attentamente calibrata e inserita in una strategia complessiva, valutando gli strumenti (la maggior parte dei prodotti offerti da banche e reti sono da valutare attentamente sul lato costi/benefici) e la diversificazione da attuare a 360° caso per caso e in base al profilo di ciascun cliente.

Se desideri ricevere un consiglio esperto e indipendente, ti offriamo l’opportunità di eseguire un check-up gratuito del tuo portafoglio. Non esitare a prenotarlo oggi stesso. Approfitta della nostra offerta di ricevere una consulenza gratuita di 30 minuti per aiutarti a identificare i servizi che meglio corrispondono alle tue esigenze e per esaminare in maniera obiettiva i punti di forza e di debolezza del tuo attuale piano di investimento o portafoglio.

 

Salvatore Gaziano

Responsabile Strategie di Investimento di SoldiExpert SCF

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Francesco Pilotti

Responsabile Ufficio Studi di SoldiExpert SCF

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Marco Cini

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