Fondo Fonte è il migliore per i lavoratori del terziario?

Leggi la nostra analisi per capire se è meglio versare il TFR nel fondo Fonte oppure se è meglio lasciarlo in azienda. E guarda il video di SoldiExpert che ti aiuta ad approfondire in modo semplice un tema complesso.

 

Aderire al fondo Fonte è una scelta valida? Per poter decidere con serenità dove destinare il proprio TFR è bene raccogliere tutte le informazioni possibili. Soprattutto perché anche piccole differenze di rendimento tra una opzione e l’altra, sul lungo periodo possono trasformarsi in decine di migliaia di euro in più o in meno.

Per i lavoratori dipendenti con un contratto del settore terziario, il fondo pensione Fonte è una delle scelte apparentemente più ovvie. Si tratta infatti del “Fondo di previdenza complementare per i dipendenti di aziende del terziario, commercio, turismo e servizi”. Il nome stesso deriva proprio dalla sua funzione: il fondo Fonte è il FONdo per il TErziario.

Per aiutarvi a raccogliere più informazioni possibili su questo tema,  noi di Soldiexpert SCF,  abbiamo realizzato un utile video in cui il nostro consulente Marco Cini affronta in modo chiaro e dettagliato tutti gli aspetti più importanti.

 

Cosa sapere prima di aderire al fondo Fonte

 

Il fondo Fonte è un fondo cosiddetto “chiuso” o “negoziale”, ovvero riservato a una specifica categoria di lavoratori dipendenti appartenenti al settore commercio, terziario o servizi. Questo significa in prima battuta che se non si appartiene al CCNL del commercio/terziario/servizi non lo si può sottoscrivere.

Si tratta appunto di un fondo che raccoglie il versamento annuale obbligatorio dei lavoratori dipendenti legato al TFR, oltre ad eventuali ulteriori contributi volontari. Questi contributi vengono trattenuti e versati al fondo direttamente dal datore di lavoro. Oltre ai contributi versati dal lavoratore però c’è un altro elemento da non trascurare: a fronte di un versamento nel fondo fonte da parte del lavoratore, anche il datore di lavoro versa un suo contributo, addirittura superiore a quello del lavoratore stesso. Guardate bene il video di Marco Cini  e scoprirete quanto il datore di lavoro versa nel fondo fonte e che questi versamenti sono di fatto una somma che il datore di lavoro regala ai propri dipendenti che aderiscono al fondo di categoria. Perché rinunciarvi?

 

solo un lavoratore su cinque versa il TFR nel fondo fonte: come mai?

 

Invece di effettuare questi versamenti e solo in taluni casi, è possibile in alternativa per il lavoratore scegliere di lasciare il TFR in azienda o anche, rivolgersi a un fondo pensione diverso dal fondo fonte. Un fondo cosiddetto aperto, perché sottoscrivibile da qualsiasi lavoratore appartenente a qualsiasi settore o un PIP, solitamente offerto dalla grandi compagnie di assicurazione di cui abbiamo spesso trattato.

Gli elementi su cui riflettere prima di effettuare una scelta impegnativa come quella di un fondo pensione non sono pochi e sono di particolare importanza, soprattutto se si è giovani e si lavorerà per tutta la vita. I risultati finali delle scelte che si fanno oggi possono essere infatti tra loro molto diversi.

Nel caso specifico di oggi Marco Cini ci segnala che solo un lavoratore del terziario su cinque ha scelto di aderire al fondo Fonte. Come mai? Poca informazione, disinteresse o rendimenti non interessanti? Il calcolo può essere complesso, ma con l’aiuto di un consulente finanziario indipendente le cose possono diventare subito molto più chiare.

 

i costi del fondo fonte: tra i più bassi di settore

 

Come spesso abbiamo avuto modo di sottolineare, in tutti i prodotti finanziari, ma anche in quelli assicurativi e in quelli previdenziali, una delle variabili più rilevanti è rappresentata dai costi. Mentre infatti l’andamento futuro dei mercati è meno facilmente prevedibile, quello dei costi è pressoché certo. Un’ottima ragione per minimizzarli visto che più sono elevate le commissioni che paghiamo, più ci viene sottratto margine dai rendimenti che i mercati ottengono.

Una delle cose importanti da valutare prima di scegliere il fondo pensione sono proprio i costi di gestione.

Come ben ci illustra Marco Cini nel suo video i costi del fondo fondo sono tra i più bassi della sua categoria, così come certificato dalla stessa Covip, la commissione di vigilanza sui fondi pensione che ogni anno pubblica sul suo sito i dati ISC, l’Indicatore Sintetico dei Costi.

 

 

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Come funzionano il fondo Fonte e gli altri

 

Il funzionamento del fondo Fonte e dei fondi pensione affini è del tutto simile. Il fondo infatti viene costituito sotto forma di società o associazione, con un consiglio di amministrazione e un regolamento. Deve poi essere iscritto al registro della Covip (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione), che ne controlla l’attività.

Sulla base della normativa e delle esigenze della categoria che rappresenta, il fondo attiva una o più linee di investimento e le affida a un gestore. Cosa significa esattamente? Che sia i soldi degli aderenti al fondo Fonte sia degli aderenti a fondi pensione simili vengono investiti collettivamente nei mercati regolamentati, con differenti profili di rischio.

I comparti del fondo fonte sono quattro: conservativo, sviluppo, crescita e dinamico. Ciascuno di loro destinati pesi diversi alle differenti asset class tra azioni, obbligazioni, titoli di Stato ed eventuali altri fondi di investimento.

Considerando che l’investimento in fondi comuni ha generalmente costi maggiori rispetto ad altri strumenti, la scelta di un comparto rispetto ad un altro deve essere attentamente ponderata.

La gestione del patrimonio sottostante inoltre non viene fatta in casa ma viene affidata a società finanziarie autorizzate e specializzate, come banche, compagnie assicurative, SIM o SGR. Solitamente questo avviene attraverso selezioni o bandi di concorso periodici. Starà poi nella capacità dei gestori riuscire a conseguire buoni rendimenti e a superare senza troppi danni momenti di mercato particolarmente burrascosi.

 

 

Fondo Fonte, riscatto sempre possibile?

 

No tranquilli, nessuno pensa di sequestrare i vostri beni per chiedere un riscatto. Con questo termine, infatti, nel mondo dei fondi pensione (e quindi anche per il fondo Fonte), ci si riferisce alla possibilità di ritirare i soldi dal fondo nel momento del bisogno. Cioè di riscattarli.

Attenzione però, con i fondi pensione, e quindi anche per il fondo Fonte, riscatto sempre possibile è un’illusione. Nei fondi pensione la possibilità di recuperare i propri soldi è seggetta alla normativa e al regolamento del fondo stesso.

Raramente, infatti, si possono prelevare i soldi se non in minima parte e dopo alcuni anni. Anche nel caso del fondo Fonte, riscatto e rendita mensile saranno disponibili solo raggiungendo l’età pensionabile e comunque con alcuni vincoli.

Si vede quindi come è importante avere un consulente finanziario indipendente in grado di valutare il lato finanziario del fondo Fonte (rendimento, costi di gestione, tipologia di investimento) ma anche i vincoli normativi e regolamentari che possono impattare sull’utilizzo effettivo dell’investimento effettuato.

Si tratta infatti di un investimento più o meno vincolato che può durare decenni. Per questo il video di SoldiExpert sul tema del fondo Fonte e della sua appetibilità può essere un ottimo punto di partenza.

 

 

Fondo Fonte, tempi di liquidazione e burocrazia

 

In Italia uno degli spauracchi maggiori per i contribuenti, aziende o privati, è la burocrazia. E anche nel caso del fondo Fonte, tempi di liquidazione e modalità di ottenimento della rendita spaventano un po’. Certo, il consulente mi ha fatto capire che per il mio profilo il fondo Fonte potrebbe anche essere adeguato. Ma quando andrò in pensione, tra venti o trent’anni, in che tempi riuscirò ad avere la rendita per cui ho lavorato e accantonato?

Il regolamento del fondo Fonte prevede un periodo ben preciso per la liquidazione. Si tratta di novanta giorni dalla richiesta. Che servono per la verifica del raggiungimento dei requisiti di legge per avere la pensione. Al momento della richiesta è poi possibile scegliere tra diverse opzioni di conferimento. Che possono essere vitalizia immediata o di altre tipologie.

Vi è poi un’ulteriore possibilità, che è quella di non riscattare il fondo ma continuare a versare i contributi anche una volta maturati i requisiti per la pensione. Per quanto riguarda il fondo Fonte, tempi di liquidazione e burocrazia non dovrebbero essere quindi un problema.

 

 

Fondo Fonte, aderenti a quota 250.000

 

Uno degli elementi utili per capire quanto il fondo Fonte sia tenuto in considerazione dai lavoratori del terziario è il numero degli aderenti. Secondo gli ultimi dati disponibili a settembre 2023 gli aderenti al fondo Fonte sono superiori a 268.000 unità  e sono in continuo rialzo negli ultimi anni.

Va detto però che ci sono due tipi di aderenti: i consapevoli e i cosiddetti silenti. I primi sono quelli che scelgono consapevolmente di versare il TFR nel fondo, mentre i secondi sono quelli che non effettuano alcuna scelta; chi non fa la scelta esplicita di lasciare il TFR in azienda accetta quindi tacitamente di essere convogliato nel fondo Fonte, fondo negoziale di riferimento di categoria. Per quanto riguarda il fondo Fonte, gli aderenti taciti sono circa 60.000, pari a circa il 22% del totale.

 

 

Recensioni sui fondi pensione? lasciate perdere

 

Quando si tratta di temi fondamentali per la propria vita e per la propria serenità personale e famigliare, l’ultima cosa da fare è quella di cercare opinioni e recensioni sul web. Sul fondo Fonte recensioni ce ne sono molte in giro, ma come abbiamo visto si tratta di un argomento troppo complesso per affidarsi alla rete. La scelta corretta infatti è legata a molte variabili oltre che al proprio profilo di rischio e ai propri obiettivi di vita, sia a una normativa e a una regolamentazione particolarmente intricate.

Meglio quindi partire dal video di SoldiExpert sul fondo Fonte, per poi eventualmente rivolgersi a un consulente finanziario indipendente fidato.

Se infatti diamo un’occhiata alle recensioni su Trustpilot.com, per non fare che un esempio tra tanti, vedremo che sul fondo Fonte ci sono pochissime recensioni mediamente negative.
Altri siti riportano commenti personali su disfunzioni, problemi non risolti, qualche commento neutro (“rispettano le direttive Covip”) o qualche raro apprezzamento. Ma come si fa ad affidarsi a questo tipo di recensioni per fare una scelta consapevole che potrebbe incidere in modo significativo sul tenore della vita dopo il pensionamento?

Tutte le analisi del web convergono infatti su una fondamentale certezza: chi scrive su un forum, un newsgroup, un sito per dare un giudizio, lo fa quasi sempre per lamentarsi, mentre invece è molto raro che le persone soddisfatte si mettano a fare una recensione. Motivo per cui è molto più facile trovare, anche sul fondo Fonte, recensioni critiche che non giudizi positivi. In ogni caso il nostro consiglio è quello di lasciar perdere.

 

Guarda gli altri video di SoldiExpert sui fondi pensione:

1 – Fondo pensione: come scegliere il migliore analizzando i costi di gestione

2 – Fondo pensione: tutto quello che dovresti sapere (e non ti dicono)

3 – Trasferimento del fondo pensione: quando conviene effettuarlo?

4 – Riscatto di laurea agevolato e tradizionale: conviene farlo?

 

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