Svolgo da oltre 3 lustri la professione di consulente finanziario indipendente con SoldiExpert SCF e noto sempre piu’ spesso che una delle preoccupazioni principali dei nostri clienti è il futuro dei propri figli. Ed è ai genitori che è dedicata questa nuova sezione del sito SoldiExpert DONNE E INVESTIMENTI, che contiene tanti consigli pratici per aiutare i figli a farsi largo nella vita. Investendo fin da piccoli su di loro e aiutandoli a trasformare il talento in un lavoro come abbiamo spiegato in questo articolo.
Il rischio di non pensarci per tempo ai figli, è di ritrovarsi con un NEET in casa, ovvero un giovane “Neither in employment, nor in education or training”: in pratica uno che non lavora, non studia e non si forma. Un figlio che corre un rischio concreto di esclusione sociale.
Giovani e lavoro. In Italia lo scenario è da incubo
Secondo gli ultimi dati Eurostat in Italia un giovane su due di età compresa tra i 25 e i 34 anni vive con i genitori. In Germania solo il 17,3% dei figli di questa fascia d’eta’ vive con i genitori.
Il tasso di disoccupazione giovanile in Italia è pari al 37,9%, in Germania è meno di un terzo: il 7%. In alcune regioni, non c’è alternativa che andare via. In vetta alla classifica dei trentenni in fuga c’è la provincia di Imperia: secondo uno studio elaborato dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza, il 7,3% dei giovani sotto i quarant’anni va a lavorare all’estero. Sul territorio i negozi chiudono, l’edilizia è in crisi e l’industria è al palo. Per chi ha studiato, non c’è possibilità di trovare un impiego all’altezza del proprio curriculum. Rimangono gli anziani a tenere in piedi l’economia della provincia del Ponente Ligure: quasi un abitante su due ha una pensione.
Ma prima o poi anche quei soldi finiranno. Come sottolinea Alberto Forchielli, manager e imprenditore senza peli sulla lingua intervistato su La Stampa. Secondo l’economista ai giovani non resterà che finire sotto un ponte o emigrare. “L’economia italiana non sarà in grado di generare lavori abbastanza qualificati per soddisfare la domanda dei nostri ragazzi – mette in guardia Forchielli – i giovani migliori vadano via”.
Le chance ci sono, ma altrove
Secondo l’Istat il 42,6% dei giovani italiani sogna un lavoro all’estero. Come dargli torto? Ma per chi vuole dargli le ali per oltrepassare le alpi o l’oceano, da dove iniziare? Ce lo spiega Fernando Nadotti, esperto di marketing e comunicazione, con una lunga esperienza presso aziende del calibro di Serono, Manetti&Roberts, Johnson&Johnson, Telepiu’ e Bracco. Fernando ha applicato nella vita familiare con le sue creature, Eleonora e Lorenzo, le stesse regole che hanno condotto al successo le aziende per cui ha lavorato
Il mio ruolo è sempre stato quello dell’attore non protagonista che aiuta le aziende a estrarre dalla propria sacca i semi dell’imprenditorialità, a piantarli e a innaffiarli con intuito e intelligenza, per farli crescere e germogliare e raccogliere copiosi frutti
Così ha fatto anche con Eleonora, che oggi a ventisei anni non ha problemi ad arrivare a fine mese, si paga l’affitto da sola e ha davanti a sé una bella prospettiva di carriera in una delle aziende di ecommerce più conosciute in Europa: Zalando.
Dal 2014 quotata alla borsa di Francoforte, Zalando vende online vestiti, borse e scarpe. Il valore delle azioni in meno di due anni è raddoppiato, passando dai 17,5 euro della quotazione agli oltre 35 dollari attuali. Il fatturato di Zalando sfiora i 3 miliardi di euro, più del doppio dell’Italiana Oviesse che ha negozi ovunque.
Da due anni Elenora Nadotti lavora in Germania per questa società di ecommerce. In questa intervista a tre spiega come suo padre l’ha aiutata a fare il grande salto, da Bergamo a Berlino.
Roberta Rossi: Hai solo ventisei anni e vivi da oltre due anni e mezzo da sola a Berlino. Come sei entrata nel sito di ecommerce per cui lavori?
Eleonora Nadotti: Sono stata assunta in Zalando perché conoscevo l’inglese e il francese. Il primo l’ho perfezionato a 16 anni grazie a un periodo di studio di tre mesi in Nuova Zelanda mentre facevo il Liceo Classico a Bergamo. Mi sono giocata le vacanze estive ma è stato molto utile per perfezionare la lingua, perché se sei sul posto impari ogni giorno. Il francese invece l’ho imparato bene al secondo anno di Università quando sono andata a studiare a Strasburgo.
Prima di spiccare il volo oltreoceano e al di là delle Alpi, il tuo livello di conoscenza delle lingue era quello scolastico?
Eleonora Direi che partivo avvantaggiata perché fin dalle elementari i miei genitori mi hanno pagato delle lezioni con professori madrelingua.
Quindi il merito è anche del papa’ e della mamma che hanno investito su di te…
Fernando Nadotti: In casa l’obiettivo nei confronti dei figli è sempre stato quello non di lasciargli in eredità la casa, come si faceva ai tempi di mia mamma, ma di emanciparli prima possibile, dandogli degli strumenti per agire al meglio nella vita fin da subito.
Come è stata questa esperienza in Nuova Zelanda, quanto vi è costato emotivamente vivere agli antipodi?
Eleonora Non è stato un atto così coraggioso e rivoluzionario come molti pensano. Sull’aereo qualche lacrima è scappata, ma ringrazio i miei genitori di avermi dato questa opportunità di costruirmi già da subito il mio futuro, permettendomi di fare delle esperienze che mi rendevano felice.
Fernando Io e mia moglie abbiamo sofferto in silenzio. Per me che venivo dalla provincia toscana (Lunigiana), già andare a Milano sembrava una cosa enorme. Figuriamoci quando Eleonora è andata in Nuova Zelanda a 16 anni con 11 ore di fuso orario: avevo una paura incredibile. Trovo che mia figlia sia stata straordinaria. Noi abbiamo contribuito a darle fiducia, ma poi c’è stata una sua abilità personale a intraprendere il viaggio.
Nella sua pagina Linkedin Fernando cita una frase di Robert Frost “Divergevano due strade in un bosco, e io…io presi la meno battuta, e di qui tutta la differenza è venuta”
Fernando E’ importante sviluppare nei figli la capacità di affrontare l’ignoto, il buio oltre la siepe. La capacità di saltare l’ostacolo. Un genitore puo’ essere anche il mentore per i propri figli usando la sua esperienza personale. Vengo da una famiglia non ostile alle esperienze all’estero. I nonni emigrando hanno fatto fortuna, io stesso ho lavorato negli Stati Uniti e mia mamma si è laureata a Cambridge. Questo sicuramente ha aiutato. Ma il mio ruolo non è stato mai quello di convincere i figli ad andare all’estero, quanto piuttosto quello di creare una bella tavola imbandita e se uno di loro due avesse avuto voglia di sedersi e approfittarne, di poterlo fare.
Come ti trovi a Berlino Eleonora?
Eleonora Berlino è una città molto economica in cui per un giovane è molto facile trovare una propria dimensione. In azienda ho visto persone di 23 anni molto dotate fare carriera velocemente. Non ci sono gerarchie e se hai una buona idea quelli più grandi ti ascoltano anche se hai la metà dei loro anni.
Con quello che guadagni riesci sia a mantenerti sia a mettere da parte dei soldi?
Eleonora Assolutamente sì. E’ una delle ragioni per cui tanti rimangono: riesci ad arrivare alla fine del mese tranquillamente. Venendo dall’Italia in cui tanti coetanei non riescono a pagare l’affitto e devono chiedere i soldi ai genitori, sono molto contenta di riuscire a farcela da sola.
Quante ore al giorno lavori Eleonora? Ti spremono come un limone o hai un buon bilanciamento tra vita lavorativa e tempo per te?
Eleonora I tedeschi ci tengono molto all’equilibrio. Lo vedo già con le maternità che sono vissute in modo non traumatico ma assolutamente naturale dall’azienda. Vai in maternità e l’azienda ti tiene il posto. E ci tengono molto al fatto che le donne abbiano dei figli. Nessuno ti controlla, l’importante è che il lavoro sia ben fatto. E se per farlo bene occorre più tempo, per me non è certo un problema perché mi sono trasferita a Berlino per lavorare e per costruirmi una carriera.
Chi fa carriera più velocemente in azienda cosa ha di magico rispetto agli altri?
Eleonora Sicuramente l’intraprendenza. Come dicono i miei capi “speak up”: se hai un’idea dilla, poi magari non si fa, non è possibile, non ha senso, ma tu inizia a dirla. Poi le relazioni interpersonali: più persone conosci, meglio è perché la carriera che fai dipende anche dalle referenze che danno le persone che hanno lavorato con te.
Fernando E’ cambiato il mondo rispetto a quando lavoravo io in azienda. Ci sono ormai aziende come Zappos, che vende online calzature e abbigliamento, con una struttura manageriale piatta.
C’è molta competizione in azienda?
Eleonora No, l’idea è che si fa parte di un team con un unico scopo. La difficoltà maggiore oggi è un’altra. Bisogna imparare a gestire lo stress e i cambiamenti, sia dal punto di vista organizzativo sia delle persone con cui ti devi relazionare, perché c’è molto turnover e per molti Berlino è una tappa.
Qualche consiglio che vuoi dare Eleonora a chi ha qualche anno meno di te? Qualcuno che sta facendo il liceo per esempio…
Eleonora Quello che ha fatto la differenza nel mio caso è stato fare esperienze all’estero perché da delle opzioni in più soprattutto per chi viene dall’Italia. Io consiglio di fare l’Erasmus. Perché questa esperienza ti da dei vantaggi competitivi. Avere una laurea non basta piu’. Non è su quello che si viene scelti all’estero: puoi avere una laurea in tasca, ma se il tuo competitor parla cinque lingue non c’è gara.
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