In pensione anticipata con quota 103

Anche per quest'anno e in assenza di novità, resta per ora ancora valida quota 103 per la pensione anticipata per chi ha versato oltre 41 anni di contributi. Leggi l'analisi.

La possibilità di accedere alla pensione anticipata riguarda per lo più quelle persone che hanno iniziato a lavorare e a versare contributi giovani o giovanissime. Solo a loro e a pochi altri casi e categorie, è riservata la facoltà di ritirarsi dal mondo del lavoro senza dover attendere la soglia dei 67 anni, quelli previsti ad oggi per la pensione di vecchiaia ordinaria. La soglia dei 67 anni è comunque destinata a crescere gradualmente nel tempo, così come prevede la legge Fornero che stabilisce l’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita.  Dalla sua applicazione nel 2011 ad oggi l’aumento è stato comunque per ora solo di 1 anno.

 

pensione anticipata : quota 100 e i suoi fratelli

 

Il progressivo invecchiamento della popolazione pone il nostro paese tra i più longevi dell’intero pianeta. Secondo gli ultimi dati, l’età media italiana è infatti pari a poco meno di 48 anni, contro i 42 della media europea e ai soli 30 anni della media mondiale. Ciò che più colpisce all’interno del nostro paese è il fortissimo innalzamento che si è verificato nelle ultime cinque, sei decadi: nel 1955 infatti l’età media della popolazione italiana secondo le statistiche raccolte da Wordometers  era di appena 28 anni.

 

pensione anticipata: età media della popolazione italiana dal 1955 al 2023

L’invecchiamento dunque da un lato e una crescente denatalità dall’altro hanno messo e metteranno sempre più a dura prova il nostro sistema pensionistico, costruito su premesse errate e che rischia di implodere nei prossimi anni a meno di una nuova riforma delle pensioni che si inserisca nella traccia lasciata dalla legge Fornero nel 2011. Questa seconda riforma, attesa inizialmente nel 2025, potrebbe slittare nel 2026. Nel frattempo lo Stato si arrabatta per cercare di alleviare la spesa previdenziale, che rappresenta una delle voci di bilancio più pesanti per il nostro paese.

 

 cosa è quota 100?

 

Quota 100, introdotta nel 2019, permetteva l’accesso alla pensione anticipata, nel momento in cui la somma tra l’età del lavoratore e il numero di anni  di contributi  accreditati risultava almeno pari a 100.

Il numero minimo di anni di contribuzione richiesti era pari a 38 e dunque se ad esempio si avevano 60 anni di età e 40 di contributi oppure 62 anni di età e 38 di contributi si poteva accedere alla pensione anticipatamente rispetto alla pensione di vecchiaia ordinaria.

 

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Questo sistema è stato poi superato perché successivamente è stato introdotto quota 102 e poi con quota 103, tutt’ora in vigore a meno che quest’anno non si proceda ad un quota 104, in attesa della prossima riforma pensionistica.

Un’importante variabile da considerare e e quando si decide di usufruire di questa finestra pensionistica è il fatto che se si decidere di utilizzare quota 100, così come poi sarà per quota 102 e 103, non è possibile svolgere lavoro autonomo. Vi è infatti il divieto di cumulo e sono consentite solo eventuali e prestazioni occasionali fino a 5.000 € lordi l’anno.

 

in pensione anticipata con quota 103

 

Quota 103 è di fatto una versione aggiornata di quota 100. Attiva dal 2023, quota 103 consente ai lavoratori l’accesso al trattamento pensionistico anticipato se in possesso di 41 anni di contributi versati e 62 anni di età compiuti.  Il sistema si rivolge pertanto ai lavoratori  nati nel 1961 e 1962 e che quindi compiano i 62 anni entro la fine del dicembre 2024. Se verrà dunque attivata quota 104 i requisiti saranno sempre di 41 anni di contributi e i 63 anni compiuti ma vedremo. Si parla infatti di proposte alternative, una delle quali prevede che  si preveda la possibilità di mantenere tra i requisiti quello dei 41 anni di contributi togliendo però il limite anagrafico, attualmente in vigore. Lo scenario è in evoluzione.

Rispetto allo scorso anno tuttavia, nel 2024 sono state introdotte alcune modifiche. I particolare la legge di bilancio 2024 ha stabilito che l’importo dell’assegno pensionistico massimo sarà pari a cinque volte la pensione minima, attualmente pari al poco meno di 600 € mensili per tredici mensilità l’anno. Occorre poi aggiungere che è allo studio da parte del governo di alzare la pensione minima a 1.000€ nel 2025, ma chi può dire che sarà effettivamente implementato!

 

pensione anticipata: vale la pena ?

 

In generale possiamo dire che in base alla nostra esperienza e a simulazioni e calcoli di massima, ci sentiamo di affermare che l’assegno di pensione di vecchiaia è in generale più conveniente dell’assegno derivante dalla pensione anticipata, per lo meno da un punto di vista prettamente finanziario.

 

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Chiaramente nella scelta confluiscono poi valutazioni di tipo personale e familiare, scelte che possono riguardare la salute psicofisica, le necessità di vita nonché le ambizioni personali e da ultimo anche fattori esogeni a volte non prevedibili.

 

 

oltre la 103: altre forme di pensione anticipata

 

Oltre a quota 103, esistono al momento nel nostro paese altre forme di pensione anticipata che si riferiscono a particolari attività lavorative o a fragilità di condizioni di salute.

Inoltre il diritto alla pensione anticipata si può conseguire già al compimento dei 64 anni di età in caso risultino versati contributi effettivi che permettano un importo di rata di pensione almeno parti al triplo dell’assegno sociale, o a poco meno del triplo in caso di donne con un figlio o con più figli.

 

pensione anticipata o no? alcune considerazioni

 

Come accennavamo poco sopra, il calcolo della pensione anticipata effettuato prima dei 67 anni è solitamente penalizzante rispetto a quello della pensione di vecchiaia ordinaria. Per questa ragione nella maggior parte dei casi vale sempre la pena cercare di arrivare all’età pensionabile stabilita per legge rispetto ad un anticipo.

Questo ragionamento va calato poi sui singoli casi che possono rivelarsi invece completamente diversi in base ad esigenze e necessità familiari o di salute che possono al contrario suggerire comportamenti opposti a quelli validi in linea generale.

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