Investire sul petrolio può aiutare a proteggerci dai rischi geopolitici? Il 2022 è stato l’anno d’inizio della guerra tra Russia e Ucraina. Il 2023 invece l’anno dello scontro tra Hamas e Israele. Di questo passo, il prossimo anno cosa ci aspetta? Non possiamo chiaramente cercare di prevedere quando e dove scoppierà il prossimo conflitto, ma sicuramente possiamo puntare ad investire in modo mirato per proteggere i nostri portafogli da tale eventualità.
Come è possibile fare ciò? Si può investire in oro, il tradizionale bene rifugio per eccellenza. O investire su fonti energetiche, come il petrolio. Focalizziamoci in particolare su questo secondo asset, ossia cercando di spiegare come investire sul petrolio e cosa comporta per comprendere meglio le dinamiche di questo asset.
Come si investe sul petrolio
Tra le materie prime più cercate dagli investitori, il petrolio emerge come protagonista, essendo la commodity più scambiata al mondo ed un pilastro fondamentale dell’economia mondiale. Questa risorsa non solo alimenta il nostro quotidiano attraverso il settore dei trasporti ma anche nutre le radici di numerose industrie. Per questo la domanda di petrolio è così indissolubilmente legata alla crescita economica.
Investire nel petrolio e nel settore petrolifero può condurre ad opportunità di guadagno, ma anche a molti rischi, essendo un settore dominato da un’alta volatilità. La volatilità dei prezzi del petrolio è influenzata da molteplici variabili economiche mutevoli. Ad esempio, le stime di crescita dell’economia mondiale ma anche cambi di leggi e politiche di governo, oppure il mondo potrebbe andare alla ricerca di una maggiore ecosostenibilità e avanzamenti tecnologici. Visto tale rischio di volatilità, un investitore alle prime armi potrebbe farsi molto male tentando di investire nel petrolio senza prima conoscere appieno le caratteristiche di questo asset e i meccanismi finanziari che lo contraddistinguono.
È possibile investire nel petrolio in modo diretto o indiretto, a seconda dello strumento finanziario che si sceglie, con annessi rischi e rendimenti diversi legati alla scelta del singolo strumento.
Investire sul petrolio in modo diretto
Chi desidera investire nel petrolio, può acquistare titoli diretti di società petrolifere coinvolte nella produzione, trasporto, raffinazione e vendita di greggio. Alcune delle principali società petrolifere quotate in borsa sono ExxonMobil (Stati Uniti), Shell plc (Regno Unito), Chevron (Stati Uniti), TotalEnergies (Francia), PetroChina (Cina), Gazprom (Russia) e l’italiana ENI.
Fondi, ETF ed ETC: un altro modo di investire sul petrolio
È possibile investire sul petrolio prime tramite fondi d’investimento attivi o passivi (i cosiddetti ETF o più propriamente ETC di cui qui potete scaricare una guida dedicata) e tipicamente i fondi d’investimento investono in un paniere di società quotate operanti nel più ampio settore dell’energia e nello specifico settore petrolifero.
È possibile investire sul petrolio anche tramite ETC (acronimo di Exchange Traded Commodities), i quali replicano l’andamento l’andamento dei prezzi del petrolio. Negli ETC legati al petrolio i gestori anziché acquistare le azioni delle società o i barili di petrolio, acquistano future, opzioni e altri strumenti finanziari in una combinazione che simula un indice di commodity. Si tratta quindi di una “replica sintetica” piuttosto che di una replica fisica. La parte non investita (e che può essere anche rilevante poiché la maggior parte degli investimenti effettuata è a leva) viene investita in titoli obbligazionari.
Questi ETC sono costituiti quindi da una serie di contratti futures e consentono agli investitori di trarre profitto dalle fluttuazioni del prezzo del petrolio senza dover acquistare materialmente i singoli contratti futures.
In cosa consistono i contratti futures
I contratti futures sono accordi per l’acquisto o la vendita di una quantità specifica di una materia prima a un prezzo stabilito in anticipo. Questi contratti sono negoziati sul mercato dei futures e consentono agli investitori di trarre profitto dalle fluttuazioni dei prezzi delle materie prime (o in questo caso del petrolio). Tuttavia, il trading di futures richiede una certa conoscenza del mercato e può essere molto rischioso.
Alcuni di questi ETC possono essere anche a leva finanziaria e i rischi già forti si amplificano a dismisura e durante il crollo del mercato petrolifero dopo lo scoppio della pandemia alcuni di questi ETC sono crollati quasi a zero ricordando come dovrebbero essere gestiti solo da investitori informati dai rischi e dalle caratteristiche di ciascun strumento o affidarsi al parere di consulenti finanziari esperti e certificati e non al “sentimento” o alla dritte lette sui forum online da nickname tipo Fragolino 82.
Differenze tra ETF ed ETC
La scelta di investire sul petrolio attraverso ETF (Exchange-Traded Fund) o ETC (Exchange-Traded Commodity) dipende dalle preferenze dell’investitore, dalle sue esigenze e dalle caratteristiche specifiche di ciascun veicolo di investimento.
Investire sul petrolio tramite ETF vuol dire investire in fondi negoziati in borsa che cercano di replicare l’andamento di un indice legato al settore petrolifero o al prezzo del petrolio. Possono essere strutturati in diversi modi, ad esempio, possono detenere contratti future sul petrolio o azioni di società del settore. Gli ETF sono solitamente più diversificati rispetto ai singoli ETC, poiché possono includere una varietà di attività correlate al petrolio.
Investire sul petrolio tramite ETC vuol dire investire in strumenti finanziari che mirano a tracciare direttamente il prezzo del petrolio (o, più in generale, di una materia prima) attraverso l’acquisto di contratti futures come abbiamo visto. Questi ETC sono strutturati per seguire il prezzo della materia prima sottostante in modo più diretto rispetto agli ETF, ma possono comportare un rischio maggiore legato ai movimenti dei prezzi dei futures.
Entrambi gli ETF e gli ETC offrono agli investitori una via per ottenere esposizione al mercato del petrolio senza dover possedere fisicamente il petrolio. Tuttavia, è importante notare che entrambi i veicoli possono comportare rischi e andrebbero valutati attentamente in base agli obiettivi dell’investitore e alla sua tolleranza al rischio.
investire sul petrolio: CONTANGO E BACKWARDATION
Sui mercati a termine come quello di molte materie prime, come il petrolio, scambiate tramite il mercato dei futures ci sono poi delle “tecnicalità” che è bene conoscere. E l’effetto contango è una di queste.
L’effetto contango si verifica quando il prezzo dei futures con scadenza a una certa data è più alto del prezzo spot previsto per quella data. Questo fenomeno può avere un impatto negativo sugli investitori che detengono contratti futures a lungo termine, poiché il prezzo del contratto futuro diminuisce man mano che si avvicina la scadenza. Inoltre, l’effetto contango può comportare costi di roll-over elevati per gli investitori che desiderano mantenere la posizione a lungo termine.
Per capirci un risparmiatore può investire sul petrolio, ad esempio, che in un determinato periodo di tempo (non di pochi giorni ma di mesi o anni) passa da 70 a 72 di valore e lui potrebbe perderci comunque attraverso questo meccanismo ampliato dall’effetto roll over e leva finanziaria.
Il rollover nel mercato dei futures è il processo di chiusura di un contratto futures con scadenza imminente e l’apertura di un nuovo contratto futures con scadenza successiva. Questo processo viene effettuato per evitare la consegna fisica del bene sottostante e per continuare a mantenere la posizione aperta. Il rollover può influire sul trading poiché comporta il pagamento di commissioni e interessi.
In generale, l’effetto contango (esiste anche il fenomeno opposto che si chiama “backwardation”) su numerose materie prime (l’oro ne soffre molto meno e infatti in molti portafogli alcuni grandi investitori preferiscono concentrarsi su questa commodity) e può essere un rischio per gli investitori che detengono contratti futures a lungo termine questo contribuisce a spiegare perché investire sul petrolio ha un profilo di rischio superiore.
Conviene investire sul petrolio oggi
Investire sul petrolio esponendosi al settore petrolifero, o investire nell’energia in generale, può contribuire a diversificare efficacemente un portafoglio di asset. Tuttavia il petrolio è un asset difficile su cui investire. Se vuoi puoi fare un check-up gratuito per capire se questo investimento è adatto a te. Vediamo alcuni aggiornamenti recenti sul settore petrolifero e cerchiamo di capire quali sono le prospettive future per iniziare ad investire sul petrolio oggi.
Decisione OPEC+: dubbi sull’effettiva conformità ai tagli di produzione
La recente decisione dell’OPEC+ annunciata durante il vertice ministeriale virtuale di novembre, ossia la decisione di implementare ulteriori tagli alla produzione di petrolio fino al primo trimestre del 2024 ha suscitato reazioni contrastanti.
La riunione dell’OPEC+ ha portato all’accordo per ridurre la produzione di petrolio nel tentativo di sostenere i prezzi. Tuttavia, alla chiusura del mercato azionario statunitense a dicembre, il Brent e i prezzi del petrolio WTI per il contratto di febbraio sono scesi di oltre il 2% mentre gli investitori hanno messo in dubbio il livello di conformità ai tagli volontari.
Il gruppo di produttori ha confermato una riduzione volontaria totale della produzione di 2,2 milioni di barili al giorno, comprendente le quote precedentemente dichiarate dalla Federazione Russa (300.000 barili al giorno per le esportazioni di greggio insieme a 200.000 barili al giorno di esportazioni di prodotti raffinati) e dall’Arabia Saudita (1.000.000 barili al giorno), insieme a ulteriori tagli da Emirati Arabi Uniti, Iraq, Kuwait, Kazakistan, Algeria e Oman complessivamente per 758.000 barili al giorno. Questi sforzi combinati mirano a sostenere i prezzi del greggio e a mantenere un equilibrio nel mercato petrolifero.
Prospettive su petrolio
La prospettiva di investire sul petrolio sembra sbilanciata verso un eccessivo pessimismo. Al momento, il mercato petrolifero, secondo le stime UBS, risulta sottofornito, con le riserve globali di petrolio che continuano a diminuire, registrando un calo di oltre 55 milioni di barili nel mese di ottobre. L’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) ha confermato questa tendenza negativa utilizzando dati ufficiali e tracciamenti satellitari.
L’intensificazione delle misure di stimolo in Cina ha contribuito ad attenuare la domanda energetica, anche se le importazioni di petrolio greggio nel paese sono aumentate del 13,5% su base annua a ottobre e del 3,6% su base mensile. Parallelamente, l’India ha visto un aumento del consumo di petrolio.
Le prospettive future dipingono un quadro di crescita significativa della domanda di petrolio secondo le ultime previsioni dell’OPEC, che prevedono un aumento di oltre 2 milioni di barili al giorno nel 2024. L’AIE proietta una crescita di 930.000 barili al giorno.
Tuttavia, permane un rischio di interruzione della produzione petrolifera. Se le esportazioni di petrolio dall’Iran dovessero diminuire notevolmente, comprese le cifre stimate tra 300.000 e 500.000 barili al giorno, potrebbe verificarsi un ulteriore restringimento dell’offerta. Questo potenzialmente spingerebbe i prezzi del Brent fino a 100-110 USD al barile fino a quando altri paesi membri dell’OPEC+ non interverranno per compensare tale diminuzione.
Le grandi crisi petrolifere: investire nel petrolio conviene?
Durante il periodo che va dal 1973 al 2022, non è stato facile investire sul petrolio poiché le tensioni geopolitiche hanno scatenato diverse crisi, comprendenti conflitti nel Medio Oriente, guerre e rivalità tra nazioni di rilievo su scala mondiale.
Una tabella elaborata da Goldman Sachs evidenzia le performance delle principali materie prime utilizzate come beni rifugio durante le crisi, ossia l’oro e il petrolio, durante i maggiori eventi geopolitici degli ultimi 50 anni.
L’oro ha subito un crollo massimo durante l’invasione sovietica in Afghanistan nel 1980, con una diminuzione del -32%. Tuttavia, successivamente le sue performance sono state prevalentemente positive, variando dal +1% al recente +12% del 2022 (con un +11% nel 1990).
Per quanto riguarda il petrolio, l’ “oro nero” ha registrato notevoli performance nel 1973 (+36%), nel 1990 (+54%) e nel 2022 (+38%), ma non è sempre stato un rifugio sicuro. In particolare, nel 2001 con l’attacco alle torri gemelle e l’invasione dell’Afghanistan da parte degli Stati Uniti, ha subito rispettivamente una perdita del -8% e del -4%, pur mantenendo una media del 13%.
Investire sul petrolio non sempre protegge dai conflitti geopolitici
La minaccia di un’espansione della guerra tra Israele e Hamas è stato l’ultimo rischio globale che non ha portato a un aumento duraturo dei prezzi, secondo quanto riportato in un articolo del Wall Street Journal.
Prima della scorsa settimana, i futures sul greggio Brent erano rimasti per lo più intorno ai 70 dollari per sei settimane, ben al di sotto del prezzo prima che Hamas attaccasse Israele il 7 ottobre. Questo nonostante gli attacchi degli Houthi alle navi da trasporto nel Mar Rosso, il dirottamento delle petroliere dalla regione e le esplosioni in Iran, in Cisgiordania e al largo delle coste dell’Oman.
Non esiste un premio per il rischio geopolitico incorporato nei prezzi del petrolio
Gli analisti di J.P. Morgan hanno recentemente calcolato che non esiste un premio per il rischio geopolitico incorporato nei prezzi del petrolio. Lo vediamo bene nel grafico sottostante presente sul quotidiano elaborato da FactSet. Nonostante l’aumento di prezzo del petrolio in seguito al conflitto tra Hamas e Israele, questo rialzo ha avuto vita breve. Infatti dall’ultimo picco raggiunto verso la fine di ottobre, l’andamento del prezzo dell’oro nero è andato molto al ribasso.
I futures sul Brent hanno guadagnato più del 6% la scorsa settimana per attestarsi venerdì a 83,55 dollari al barile, il livello più alto dall’inizio di novembre. Il rialzo è avvenuto dopo che le tempeste invernali hanno colpito la produzione petrolifera degli Stati Uniti e i nuovi dati hanno mostrato che l’economia del Paese è rimasta solida, suggerendo una robusta domanda di carburante in futuro.
L’aumento ha risvegliato un mercato petrolifero che è stato sorprendentemente sonnolento, data la crescente minaccia che la guerra tra Israele e Hamas si estenda in un conflitto più ampio.
Fare previsioni sul petrolio come abbiamo capito è molto difficile ed essendo legato storicamente ad un rischio di volatilità molto alto bisogna fare molta attenzione se si decide di investire in questo asset.
L’energia pulita potrebbe superare il petrolio?
Diversi risparmiatori hanno puntato sull’esposizione all’energia pulita invece di puntare a investire sul petrolio. Vediamo però come si è rivelata la loro scelta a confronto con l’andamento positivo dell’energia tradizionale nel grafico sottostante.
“Nell’ultimo triennio” scrive Salvatore Gaziano di Soldiexpert SCF “la distanza fra l’MSCI World Energy (l’indice o ETF che contiene società come Exxon, Chevron, Shell, TotalEnergies, Bp, Eni…) e quello delle Energie Pulite (che contiene società come First Solar, Consolidated Edison, Enphase, Vestas, Iberdrola, Orsted…) è in effetti impressionante: +186% le società tradizionali petrolifere contro -27% di quello delle energie pulite.”
Per il momento dunque rimangono molti dubbi che l’energia pulita possa scalzare il petrolio e gli altri combustibili fossili dal ruolo di leader come fonte di energia principale globale nel prossimo futuro, ma chissà se un domani le cose saranno diverse.
Investire sul petrolio: COnclusioni
Inserire petrolio in portafoglio per difendersi dai rischi geopolitici è possibile. Tuttavia non è certo che sia in grado di stabilizzare il nostro portafoglio in tali momenti di incertezza. La sua performance potrebbe essere difficile da prevedere durante i repentini cambi delle situazioni geopolitiche, complicata ulteriormente dalle disparità presenti all’interno dei paesi membri dell’OPEC.
Nonostante questo, però, il petrolio non verrà facilmente scalzato da altre fonti di energia, anzi. Il petrolio sarà ancora utilizzato per almeno altri 30 anni, secondo alcuni esperti.
Le nostre considerazioni finali
Per questo motivo la nostra considerazione come consulenti finanziari indipendenti è che può avere certo in alcuni momenti diversificare in piccola parte anche sul settore petrolifero tramite soprattutto ETC o ETF mentre non è opportuno farlo quando le previsioni di crescita economica sono al ribasso o i conflitti politici rimangono locali.
Ma solo a patto di calibrare bene la quota da dedicare a questo tipo di investimenti e decidere magari con il proprio consulente la quota eventualmente “strategica” e quella “tattica” e su questa avere una strategia definita ex ante di entrata e di uscita (questo è quello che facciamo noi in diversi portafogli per la consulenza continuativa personalizzata dove prevediamo l’esposizione selettiva in base al contesto del mercato all’oro o all’indice delle commodity o a un paniere di società del settore dell’energia).
Avendo naturalmente sempre chiara una conoscenza dei pro e contro di questo mercato (caratterizzato da tantissime variabili) e degli strumenti a disposizione spesso caratterizzati da meccanismi che possono rivelarsi molto penalizzanti per i risparmiatori che li acquistano a occhi chiusi.
Se hai intenzione di investire sul petrolio oppure hai già investito in questo e vuoi comprendere meglio quali sono i rischi intrinseci connessi a questi investimenti puoi contattarci per richiedere una consulenza una tantum.