Le terre rare sono ovunque, nei nostri smartphone, nelle nostre auto elettriche, nelle turbine eoliche…ma che cosa sono queste terre rare? Secondo la definizione della IUPAC sono un gruppo di 17 elementi chimi della tavola periodica.
In realtà non c’è niente di raro, questi metalli sono chiamati così perché sono complicati da estrarre e la maggior parte dei paesi dipende dalla Cina per il loro approvvigionamento.
Ecco un interessante articolo del quotidiano francese Les Echos grazie al quale scopriamo questi elementi attraverso 5 domande. Di “terre rare” ne abbiamo scritto da oltre 10 anni (si veda qui) raccontando anche come chi ci avesse investito con grande anticipo si sarebbe visto il proprio capitale scendere anche del 90% a conferma che il timing è tutto.
Praticamente sconosciute fino agli anni ’70, le terre rare sono ora il nuovo “oro nero”. Dalle auto elettriche agli smartphone e alle turbine eoliche, questi metalli sono ora utilizzati nel processo di fabbricazione di molti prodotti high-tech.
Come il petrolio, questa ambita risorsa è al centro di questioni geopolitiche, con la Cina che concentra la maggior parte della sua produzione. E questa produzione è ben lontana dall’essere neutrale dal punto di vista ambientale.
Terre rare: che cosa sono?
Le terre rare sono “una categoria di metalli che sono anche chiamati lantanidi”, spiega Michel Latroche, ricercatore presso l’Istituto di Chimica e Materiali del CNRS (Centro Nazionale della Ricerca Scientifica) a Parigi. “Nella tavola periodica degli elementi, questo corrisponde a tutta la serie che inizia con il lantanio. Altri due sono associati ad esso: scandio e ittrio. Ciò dà un totale di 17 metalli”
Terre rare: dove vengono utilizzate?
La vastità di utilizzi delle terre rare è sorprendente. Dalla loro scoperta, avvenuta tra la fine del XVIII secolo e la prima metà del XX secolo, le terre rare “erano più una curiosità da laboratorio”, dice Michel Latroche.