I fondi Eurizon sono distribuiti presso le 3.700 filiali del gruppo Intesa Sanpaolo. Eurizon è infatti la società di asset management del Gruppo Intesa Sanpaolo specializzata nella gestione di prodotti e servizi per la clientela retail ed istituzionale. Naturale quindi che i correntisti e i risparmiatori di Intesa Sanpaolo o i clienti della società dedicata al private banking, Fideuram, si vedano proposti quasi di “default” i fondi della casa. E’ una delle società che più contribuisce all’utile netto del gruppo Intesa (quasi mezzo miliardo di euro all’anno). E’ al primo posto in Italia nella raccolta e soprattutto nei cosiddetti fondi flessibili.
fondi Eurizon: il caso di Eurizon Cedola Attiva
Fra i fondi Eurizon la serie di fondi d’investimento denominati Cedola Attiva sono fra i più collocati. Sono caratterizzati dall’essere quasi sempre dei fondi con orizzonte temporale predefinito a distribuzione di cedole. Alcuni risparmiatori li sottoscrivono come se fossero quasi una sorta di obbligazioni.
Fra tot anni, pensano molti sottoscrittori di fondi a cedola, mi rimborseranno il capitale investito e nel frattempo otterrò delle cedole periodiche. Sicuri che sia così?
Effettivamente dopo tot anni verrà effettuato un rimborso e ogni anno il sottoscrittore riceverà una cedola. Non tutti sanno che il rimborso potrebbe avvenire anche a un valore inferiore a quello di sottoscrizione! Come è tipico dei fondi con cedola, questa può essere prelevata anche dallo stesso capitale. Una delle tante ragioni per cui abbiamo spesso criticato questo tipo di fondi perché rischiano di confondere il risparmiatore e fargli credere anche l’impossibile.
Viene infatti scritto nell’ultima relazione di gestione al 28 dicembre 2018 del fondo Eurizon Cedola Attiva se non fosse chiaro: “la distribuzione (delle cedole, ndr) potrebbe anche essere superiore al risultato effettivo di gestione del Fondo (variazione del valore della quota), rappresentando – in tal caso – un rimborso parziale del valore delle quote”.
fondi a cedola tra i fondi comuni Eurizon più collocati
Naturalmente questo tipo di prodotti hanno avuto in Italia un successo incredibile (soprattutto negli anni passati e nel 2014 e 2015 sono stati i Re della raccolta).
Per il risparmiatore medio l’idea di avere una rendita periodica è una cosa che piace ed è facile da vendere come concetto anche se si può trattare di una pura finzione scenica. Tu mi dai dei soldi con cui ti pago una cedola con i tuoi stessi soldi e non i proventi degli investimenti fatti.
In ogni caso più volte abbiamo scritto di questo argomento sollecitati dalle tante domande che arrivano all'”Esperto Risponde“. Non è certo solo Eurizon a collocare massicciamente questi fondi ma quasi tutte le banche italiane comprese le popolari.
Recentemente un risparmiatore che ha un conto in Intesa Sanpaolo ci ha sottoposto il portafoglio di fondi che deteneva per chiederci un parere. Fra i fondi detenuti naturalmente erano quasi tutti della scuderia Eurizon, serie Eurizon Cedola Attiva. Li abbiamo esaminati uno per uno. Vi sintetizziamo il giudizio come avrebbe detto mia zia: una ciofeca.
fondi Eurizon opinioni: Eurizon Cedola Attiva top ottobre 2020
Prendiamo ad esempio il fondo EURIZON CEDOLA ATTIVA TOP OTTOBRE 2020 (Isin IT0004943327). Questo fondo è stato collocato fra il 30 luglio 2013 e il 22 ottobre 2013 perché questi tipi di fondi sono collocati come quasi dei bond. La cosa può servire anche a facilitarne la vendita ai risparmiatori perché si crea una sorta di “effetto scarsità”. Chi li vende può cercare di mettere fretta perché altrimenti si resta fuori dall’affare.
Obiettivi, rischi e commissioni del fondo
Fra gli obiettivi di investimento viene spiegato nel sito di Eurizon e nel prospetto: “La gestione mira a conseguire, in un orizzonte temporale leggermente superiore a 7 anni, una crescita del capitale investito, tenuto conto della distribuzione di una cedola annuale, in linea con quella storicamente registrata dai mercati azionari dei Paesi occidentali nel lungo periodo, nel rispetto di un budget di rischio identificabile con un VaR (Value at Risk) 99% mensile pari a – 12,50%. Tale misura di rischio consente di quantificare la perdita massima potenziale che il portafoglio del Fondo può subire su un orizzonte temporale di un mese con un livello di probabilità del 99%. Non viene fornita alcuna garanzia agli investitori in merito al conseguimento dell’obiettivo del Fondo”.
Si spiega poi che l’orizzonte di investimento è di 7 anni e prima di questa data è sconsigliato ritirare il capitale.
La politica di investimenti prevede almeno un 30% di esposizione azionaria e la massima flessibilità del gestore nel cogliere le opportunità di investimento in tutto il mondo. Può coprirsi dai rischi di cambio e anche utilizzare nel caso un po’ di leva finanziaria. Non sono previste commissioni di sottoscrizione ma spese di rimborso (fino al 2,25%) se si vuole uscire prima. Sono previste anche delle commissioni di performance (del 20%). Scattano se il gestore annualmente ottiene una performance superiore alll’indice Bloomberg Barclays Euro Treasury Bills Index (praticamente lo zero meno qualche decimale) + 4%.
cedole distribuite dal fondo eurizon cedola attiva top ottobre 2020
Come è andato questo fondo in questi anni, cedole comprese? Di seguito grafico e cedole distribuite.
meglio fondi a cedola o ETF passivi?
Un buon risultato? Immaginiamo che alla data del lancio del fondo “cedoloso” avessimo composto il portafoglio con un’asset allocation composta sempre da 60% obbligazionario e 40% azionario con ribilanciamento annuale tramite dei banali ETF.
Questa la composizione che abbiamo creato guardando la composizione dichiarata di questo fondo di Eurizon:
Il confronto fra la gestione “attiva” di Eurizon Cedola Attiva Top Ottobre 2000 e quello di un portafoglio passivo? Se un grafico vale più di 1000 parole ci sarebbero pochi commenti da fare.
i costi del fono Eurizon Cedola Attiva riducono le performance
Il portafoglio “stupido” ha ottenuto nello stesso periodo un rendimento medio annualizzato lordo del 7,59% mentre il fondo Eurizon Cedola Attiva ha avuto un rendimento lordo di poco inferiore al 3% annuo. Un risultato quindi nettamente minore del mercato di riferimento? Come mai?
I costi sono fra gli indiziati principali visto che le spese correnti per esempio nell’ultimo anno sono state del 2%. La gestione “attiva” costa non poco e a vedere l’andamento del portafoglio e la composizione in questi anni del fondo in realtà non sembra nemmeno così attiva se un portafoglio stupido (che può costare meno della metà) ha rendimenti più che doppi! E con un livello di rischio assolutamente comparabile e quindi non si può tirare in ballo nemmeno il discorso che tramite il fondo si ha una gestione più prudente. Eurizon Cedola Attiva Top Ottobre 2000 ha avuto un drawdown (massima escursione negativa) dall’agosto 2013 a oggi del -8% contro il -9% del portafoglio passivo (che però ha avuto un rendimento più che doppio!).
Molto peggio è andata a chi ha sottoscritto il fondo “gemello” precedente con scadenza fine ottobre 2019 (e che è stato rimborsato nelle scorse settimane). Il fondo Eurizon Cedola Attiva Ottobre 2019 Dis (Isin IT0005030876) che ha visto dopo oltre 5 anni di detenzione del fondo fra capitale e cedole una leggera perdita. Investito 100 e ottenuto 99,76 mentre il mercato sottostante è salito nello stesso periodo secondo i benchmark sopra esposti di oltre il 40%.
Investimenti low cost: quando gli ETF battono i fondi comuni
Chi ha letto la nostra guida recentemente pubblicata sugli ETF all’indirizzo etf.soldiexpert.com (assolutamente da leggere per chi ha a cuore i propri risparmi) non si stupirà certo di queste considerazioni e ci sembra che la gestione di questi fondi Eurizon abbia qualche problema e per questo motivo sconsigliamo ai risparmiatori simili prodotti.
L’analisi peraltro l’abbiamo svolta non solo su questi 2 fondi di Eurizon Cedola Attiva ma su circa 10 di questi fondi sia solo obbligazionari che flessibili riscontrando sempre lo stesso giudizio.
Fondi molto cari (con costi annui dall’1,8 al 2,3% annuo) e negli ultimi 3 anni mediamente con rendimenti inferiori di oltre 10 punti rispetto a quello che ha fatto il mercato.
Chi detenesse altri di questi fondi e vuole ricevere un’analisi ad hoc può naturalmente consultarci e siamo certi che se si vuole ottenere dal proprio capitale un rendimento ci sono strade molto più efficienti e meno costose. Salvo che naturalmente si preferisca dare una mano alla redditività della propria banca (piuttosto che alla propria) e del proprio consulente e come dicevano i latini “de gustibus non disputandum est” (Sui gusti non si deve discutere).
un secondo parere sul tuo portafoglio investimenti
Peraltro come consulenti finanziari indipendenti le nostre strategie d’investimento applicate nei portafogli di SoldiExpert SCF che consigliamo ai nostri clienti non prevedono solo l’utilizzo di ETF o strategie passive (che ne rappresentano solo una piccola parte). Come spieghiamo spesso non esistono strategie “quattro stagioni” e il nostro approccio prevede sia la diversificazione degli strumenti in portafoglio (e guardando all’efficienza come costo/rischio/rendimento) consigliati che delle strategie attuate.
Una volta che si ha chiaro e si capisce come funziona buona parte dell’industria del risparmio gestito. E la trappola molto nota in finanza comportamentale in cui si cade per esempio facendosi abbindolare dal discorso delle cedole che si possono anche incassare prelevando ogni anno una parte del capitale se questa è la necessità! Le alternative esistono e in Italia esiste anche per questo la possibilità di rivolgersi alla consulenza finanziaria indipendente.
Come quella svolta da SoldiExpert SCF in cui i risparmiatori ci remunerano in maniera trasparente sulla base di una parcella e non sui soldi che ci retrocedono come commissioni le società di cui consigliamo gli strumenti come è lo standard del settore in Italia. E’ possibile facendo un check up gratuito chiedere una seconda opinione (Numero Verde 800.03.15.88) sul proprio portafoglio. E ricevere se si è interessati una consulenza differente e crediamo a maggiore valore aggiunto e basata su strumenti meno costosi e una gestione decisamente più attiva alla portata di tutti i risparmiatori.