Passaggio generazionale e pianificazione dell’eredità: perché conviene pensarci molto prima

Un patrimonio ben gestito si trasferisce meglio: pianificare l’eredità significa costruire un passaggio generazionale graduale, consapevole e privo di sorprese. Un percorso che richiede tempo, lucidità e accompagnamento, per lasciare ai propri eredi non solo capitale, ma metodo e responsabilità

Nei prossimi trent’anni in Italia oltre 2.300 miliardi di euro passeranno da una generazione all’altra sotto forma di patrimoni mobiliari, immobiliari e aziendali. Un passaggio generazionale che riguarda milioni di famiglie, ma che in pochi pianificano davvero. Negli Stati Uniti una persona su due ha già pensato alla pianificazione dell’eredità; in Italia, meno di un quinto.

È comprensibile: affrontare il tema dell’eredità significa pensare alla nostra scomparsa e, allo stesso tempo, gestire capitali che spesso gli eredi non sentono ancora come una responsabilità propria. Molti sottoscriverebbero la frase attribuita a David Rockefeller:

Il brutto dei soldi è che poi devi occupartene

David Rockefeller

 

Eppure, se prima o poi la questione andrà affrontata, iniziare con lucidità e anticipo è la scelta più sensata.

 

PENSARE ALL’EREDITÀ COME A UN PROGETTO

 

Tra le persone che seguo come consulente ho spesso incontrato approcci non convenzionali ma estremamente efficaci. Una cliente, ad esempio, si è trovata a gestire un patrimonio importante ricevuto in anticipo dai suoi genitori. Avrebbe potuto destinarlo subito alla beneficenza – come hanno fatto in parte gli eredi di Rockefeller – ma ha scelto invece di investirlo e gestirlo con l’obiettivo di trasferire, un giorno, una quota molto più grande ai progetti a cui tiene. Una visione responsabile, orientata al lungo termine.

Altre famiglie, dopo una vita di risparmio e prudenza, realizzano che il loro patrimonio passerà inevitabilmente agli eredi. Non intendono spenderlo, perché appartengono a una generazione abituata alla sobrietà, e scelgono quindi di impostare un passaggio graduale e assistito. Con alcuni clienti abbiamo delineato una road map che permette di trasferire il patrimonio a tranche, accompagnando i figli nelle prime scelte d’investimento ed evitando di travolgerli con un carico improvviso.

L’educazione finanziaria, infatti, si costruisce nel tempo, facendo esperienza e imparando a decidere in autonomia.

 

PASSARE IL TESTIMONE: UN PROCESSO, NON UN MOMENTO

 

Pianificare l’eredità significa predisporre una “staffetta generazionale” chiara, evitando di arrivare in zona Cesarini. Chi trasferisce il patrimonio ha bisogno di lucidità e pianificazione; chi lo riceverà deve potersi orientare, comprendere i meccanismi dell’investimento e definire la propria propensione al rischio.

È per questo che, quando i clienti mi presentano figli o coniugi che stanno iniziando a investire, il primo passo è sempre il questionario Mifid. Il portafoglio va costruito su misura, in base a obiettivi, esperienza e capacità di tollerare la volatilità. Ho incontrato persone con professioni rischiose – militari impegnati in missioni internazionali – che sul fronte finanziario si rivelano estremamente prudenti. Segno che ognuno ha un proprio ritmo e un proprio modo di gestire l’incertezza.

Il passaggio generazionale, insomma, non è solo una questione di quote ereditarie. È un percorso che richiede dialogo, realismo e un accompagnamento graduale.

 

PERCHÉ NON CONVIENE ASPETTARE

 

Affrontare tutto all’ultimo minuto raramente porta buoni risultati. Pianificare con anticipo permette di:

  • definire con chiarezza come trasferire il patrimonio;
  • evitare fraintendimenti e tensioni familiari;
  • guidare gli eredi nelle prime fasi operative;
  • ottimizzare la gestione finanziaria in vista del passaggio;
  • trasmettere responsabilità, valori e metodo, oltre al capitale.

Una mia cliente, ad esempio, dopo aver ricevuto un’eredità mentre i genitori erano ancora in salute, ha deciso di diventare protagonista delle proprie finanze. Una scelta razionale: se deleghiamo totalmente la gestione a qualcun altro – anche al coniuge – i soldi verranno investiti con la sua propensione al rischio, non con la nostra. E questo può produrre risultati molto diversi da ciò che desideriamo.

Il capitale finanziario si può trasferire facilmente; il capitale personale – passione, disciplina, buon senso – richiede invece tempo, dialogo e affiancamento.

 

LA PIANIFICAZIONE SUCCESSORIA COME ATTO DI CURA

 

All’interno dei nostri servizi di consulenza patrimoniale una tantum, la pianificazione successoria ha un ruolo importante. Aiutiamo le famiglie a mettere ordine, a fare scelte consapevoli e a preparare chi verrà dopo di noi al miglior impiego possibile del patrimonio.

Il vero lascito, dopotutto, non è solo economico. È la capacità di gestire le risorse con intelligenza e lungimiranza. Il denaro, rispetto a questo, è quasi la parte facile.

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