Come e dove investire fra 200.000 e 500.000 euro senza (troppi) rischi

Secondo le statistiche (che assomigliano sempre a quelle del pollo di Trilussa) la ricchezza media degli italiani si aggira sui 200.000 euro. Consigli per investire (bene e male) il capitale messo da parte per difenderlo e farlo crescere

Secondo il Global Wealth Report del Credit Suisse Research  la ricchezza media per italiano adulto è di circa 200.000 euro e in questo valore viene sommata sia la ricchezza mobiliare (conti correnti, azioni, fondi…) che immobiliare che nel Belpaese ha un peso significativo e superiore a quello di altre nazioni ad eccezione della Spagna. E quanto a ricchezza privata gli italiani stanno perfino meglio dei tedeschi.

Certo, leggendo questa cifra viene in mente un famoso sonetto del Trilussa sul pollo:

“Me spiego: da li conti che se fanno
seconno le statistiche d’adesso
risurta che te tocca un pollo all’anno:

e, se nun entra ne le spese tue,
t’entra ne la statistica lo stesso
perche’ c’e’ un antro che ne magna due”.

E quando Trilussa (pseudonimo di Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri) sul finire dell’Ottocento scriveva questi versi mangiare pollo era considerata “roba da ricchi”!

Ma che in Italia esista una ricchezza privata significativa seppure sempre più polarizzata fra regioni e regioni, classi anagrafiche e professioni è una certezza come il fatto che esiste una ricchezza a più velocità. C’è chi accumula sempre di più e chi decumula.

 

Da che parte stare? Ecco chi ha i soldi in Italia e come li investe

Dopo la crisi del 2008 gli italiani sono mediamente più ricchi ma ci sono molti più poveri e questo significa che alcune classi sociali e categorie o persone hanno incrementato in modo più marcato di altre la propria ricchezza.

E secondo la stessa Banca d’Italia il 5% delle famiglie più ricche in Italia è arrivata a detenere il 40% della ricchezza con un patrimonio medio di 1,3 milioni di euro. E il 30% piu’ ricco delle famiglie italiane ha circa il 75% del patrimonio con una ricchezza netta media di 510.000 euro.

E tutto questo mentre negli ultimi dieci anni le famiglie a basso reddito hanno visto ridurre i loro risparmi oltre quattro volte più dei ceti medi.

 

Il mattone va sempre più giù nelle preferenze…

Come investire il proprio patrimonio per non vederlo depauperato e cosa consiglia una società di consulenza finanziaria indipendente come SoldiExpert SCF a chi detiene un patrimonio da investire fra 200.000 e 500.000 euro?

 

Come Investire fra 200.000 e 500.000 euro

 

Peraltro la quota più consistente di clienti delle nostra società che seguono i nostri consigli per investire il proprio patrimonio e ricevere le nostre indicazioni operative (e senza conflitti di interesse!) appartengono soprattutto a questa fascia. Si tratta spesso di persone stufe del tipo di consulenza ricevuta dalla propria banca che trovano di scarso valore aggiunto.

Capire però perché i risparmiatori italiani hanno questa diffidenza verso il mondo del risparmio gestito, fondi o ETF è importante prima di parlare dei nostri servizi di consulenza finanziaria personalizzata (che si rivolgono proprio a investitori con 200.000 euro e più, mentre per risparmiatori da 20.000 euro fino a 200.000 euro mettiamo a disposizione i nostri portafogli self service).

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I più ricchi in Italia vivono fra Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia Romagna: qui si concentra l’80% della ricchezza

Dal punto di vista generazionale inutile dire che chi ha più soldi in Italia sono più le fasce di anziani rispetto a quelle giovani con il massimo della concentrazione della ricchezza nella fascia 60/69 anni dove il patrimonio medio è di circa 271.010 per italiano secondo il rapporto di Credit Suisse.

Ma c’è un dato che balza evidente nell’analisi comparata della ricchezza degli italiani. Siamo a livello globale fra coloro che meno investono in attività finanziarie ovvero azioni, fondi o ETF e altri strumenti e prodotti finanziari/assicurativi.

Inutile dire che invece tra gli investitori più intraprendenti a livello mondiale ci sono soprattutto inglesi e statunitensi che investono 4/5 volte di più degli italiani in azioni e obbligazioni, fondi o ETF. E anche francesi e tedeschi hanno una propensione doppia all’investimento finanziario rispetto agli italiani e spagnoli.
Qualcosa negli ultimi anni è cambiato ma l’italiano medio per i suoi risparmi guarda soprattutto al mercato immobiliare e in alternativa spesso non fa nulla.

 

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Con il crescere del patrimonio aumenta la “finanziarizzazione” degli investimenti e un effetto perverso del crollo del mercato immobiliare in Italia nell’ultimo decennio e che emerge sempre più è chi ha puntato massicciamente sul mattone sulla base del fatto che era “un investimento sicuro” rischia sempre di più (perfino dei saliscendi dei mercati azionari) perché si tratta di un investimento la cui illiquidità è cresciuta notevolmente in molte parti del Paese e mediamente occorrono oggi 7.5 mesi per vendere una casa dal momento dell’incarico con uno sconto medio rispetto al prezzo richiesto del 10% (dati Banca d’Italia) in un mercato che ha visto nell’ultimo decennio le quotazioni medie perdere il 25% e con un numero crescente di comuni italiani (oltre 1000 nel 2017) dove non si sono nemmeno registrate transazioni perché la domanda e l’offerta non si incontrano nemmeno più.

Se volete vendere la casa lasciata in eredità dai vostri genitori al paesello natio (salvo che non siano nati in un movimentato paesino o in una città) c’è una crescente probabilità che diventi un problema.

 

DOVE Investire fra 200.000 e 500.000 euro

 

Investire in Borsa? Ma figurati… Fondi o ETF? No, ho preso già tante fregature…

C’è poi un altro motivo che può spiegare la diffidenza degli italiani verso gli investimenti di tipo finanziario. L’ingombrante passato che è nella memoria (e nelle tasche alleggerite) di milioni di risparmiatori.

Un altro effetto gigantesco di questa miopia di trattare il risparmiatore in Italia come un suddito (la normativa sulla consulenza finanziaria italiana voluta dai passati governi è stata concepita per fare l’interesse prima di tutto delle banche e delle reti) è che sempre più risparmiatori sono diventati guardinghi e paralizzati nelle scelte.

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I conti correnti degli italiani hanno sfondato da tempo il muro dei 1000 miliardi di euro (in nessun Paese si è mai arrivati a una simile quota pari a oltre il 50% del PIL annuale) e molti piccoli e grandi investitori sono diventati così diffidenti e guardinghi dal preferire il nulla (e tenere i soldi sul conto in attesa di tempi migliori che non si capisce quali saranno) e danneggiare se stessi perché anche non fare nulla ha un costo quando si parla di soldi e potere d’acquisto.

 

E i bidoni finanziari collocati dalle banche e non solo?

Ci sono sicuramente ragioni culturali profonde verso questa sorta di avversione al rischio degli italiani verso le attività finanziarie anche perché per molti decenni il mattone è stato considerato l’investimento sicuro e redditizio per eccellenza (salvo poi scoprire nell’ultimo decennio come abbiamo spiegato qui che nemmeno il mattone è al riparo dalla crisi e anzi può avere dei contro perfino superiori agli investimenti di tipo finanziario) e per decenni molti risparmiatori sono stati anestetizzati da rendimenti apparentemente elevati offerti dallo Stato che doveva finanziare il buco del debito pubblico con BTP e CCT e pure BOT dai rendimenti generosi.

Un’era che è oramai dietro le nostre spalle in modo sempre più lontano seppure il debito pubblico è ancora lì e anzi è cresciuto a dismisura ed entrato nel Guinness Mondiale visto che sia in valore relativo che assoluto siamo al 4° posto di questa classifica dei debitori più dannati.

E riguardo la diffidenza dei risparmiatori italiani verso le attività (asset) di tipo finanziario è certo comprensibile un po’ di prevenzione perché se si guarda i bidoni e le fregature che sono stati tirati in questi decenni l’elenco è smisurato (e in costante aggiornamento).

I “pacchi” che sono stati tirati ai risparmiatori italiani sono infiniti e confesso che fra i motivi che mi hanno portato a fare questo mestiere di consulente finanziario indipendente (trent’anni fa nemmeno esisteva questa professione) e poi con Roberta Rossi fondare nel 2001 SoldiExpert SCF c’era proprio la consapevolezza che si poteva offrire una consulenza finanziaria differente rispetto alla “solita minestra” offerta da banche e reti.

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Quando ho iniziato ad affacciarmi in questo settore ed erano iniziati da poco gli anni ’80 decine di migliaia di risparmiatori erano stati “tosati” con la finanza atipica, prima con i primi fondi d’investimento collocati da venditori premiati con Rolex d’oro (l’epoca di Bernard Cornfeld) in base alle vendite effettuate, poi il crollo del sistema delle scatole finanziarie vuote di Michele Sindona e Roberto Calvi, l’illusione del “panino e listino” con il boom di Piazza Affari del 1985 (iniziavo a lavorare in quegli anni nel settore), poi lo sboom, il fallimento di decine e decine di commissionarie e agenti di cambio, la ripartenza e la nuova epoca dorata dei venditori di fondi e di prodotti di ogni tipo collocati dalle banche…

Obbligazioni subordinate, fondi a cedola, a ritorno assoluto, multiasset, azioni non quotate, diamanti d’investimento, certificati su tutto e prima covered warrant e ora pure investimenti sul Forex, opzioni binarie, criptovalute, Etf e certificati su critptovalute..

Ogni anno o poco più parte un nuovo treno con destinazioni sempre più seducenti ma i passeggeri che sono stati fatti salire in questo viaggio non sanno che il biglietto che dovranno pagare sarà sempre più alto e che la destinazione promessa potrebbe allontanarsi sempre di più e nel viaggio essere sostituita da un nuovo miraggio.

 

Vi ritrovate in questo racconto e in questo delirio?

Per questo motivo quando un risparmiatore ci chiede come investire, per esempio, fra 200.000 e 500.000 euro in SoldiExpert SCF ci piace capire prima di tutto la sua storia di investitore e poi fare un check up gratuito per capire come è investito e qual è il suo profilo di investitore. Quali sono i suoi obiettivi finanziari e se sono perseguibili.

Perché, per esempio, se hai un capitale da parte di 200.000 euro, hai 50 anni, non hai altre entrate e pensi da questo capitale di tirare fuori un flusso di guadagni che ti consentirà di vivere di rendita con uscite annuali stimate di 30.000 euro all’anno, c’è evidentemente  qualcosa che non va nel ragionamento perché per realizzare un simile obiettivo con un capitale simile e considerando una vita media di 87 anni occorrerebbe avere un rendimento reale annuo del capitale del 17,6% costante anno dopo anno.

E un consulente finanziario serio vi dice che questo obiettivo (anche se condivisibile) non è finanziariamente sostenibile.
Come capire se una “gestione patrimoniale” o una “unit linked”  sono soluzioni interessanti per motivi operativi e fiscali in alternativa al “fai da te” per quanto supportato da un consulente esterno: prima di tutto occorre capire le esigenze reali, poi il tipo di architettura più adatto.

Una volta fatto il check up (per questa ragione abbiamo anche deciso di fornire il servizio di consulenza personalizzata a un numero limitato di clienti) in SoldiExpert SCF valutiamo insieme al cliente qual è il mix consigliato fra azionario e obbligazionario, il tipo di strategia che potremmo consigliare nel tempo con il tipo di consulenza che potremmo offrire (e naturalmente il nostro costo), in cosa si differenzierebbe rispetto a quella che comunemente riceve e con quali strumenti finanziari si potrebbe meglio perseguire.

 

Si fa presto a dire Private Banking…

E naturalmente in questa analisi che svolgiamo con il nostro Ufficio Studi cliente per cliente valutiamo in caso di investimenti già realizzati se i titoli o prodotti in portafoglio sono adeguati (ci capita di fare anche delle perizie su commissione da parte di studi legali o risparmiatori sul piede di guerra perchè nel proprio dossier gli sono state rifilate cose assurde), la strategia è adeguata, i costi ed eventuali alternative e risparmi nel caso si volesse valutare anche un altro intermediario se questo servizio di comparazione ci viene richiesto dal cliente.

E può accadere che solo il cambio di intermediario consenta di ottenere risparmi di diverse migliaia di euro l’anno, ottenendo di più come gamma prodotti offerti (e non di meno)!

Perché il paradosso in questo settore che conosciamo abbastanza bene è che spesso chi si rivolge alle strutture dedicate dalla grandi banche e reti (il famoso private banking) ai clienti cosiddetti nel gergo “affluent” o “High Net Worth Individuals” (parlare in italiano non fa figo quando si applicano forse certi costi) può arrivare a pagare di più di un cliente meno denaroso! E un classico esempio sono le commissioni sui fondi d’investimento applicate…

Avere una struttura di consulenza finanziaria dedicata come SoldiExpert SCF è quindi importante perché fare il mestiere di consulente finanziario senza avere un team è oggi impossibile e occorrono competenze multidisciplinari come quelle che abbiamo riunito dentro il nostro team supportate poi da ulteriori collaborazioni esterne.

 

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Avere più o meno soldi da investire (come abbiamo spiegato anche nel precedente contributo HO UN PROBLEMA. DEVO INVESTIRE FRA 500.000 E 1.000.000 DI EURO) può essere naturalmente importante ma diffidate di chi in base alla taglia di quanto investite vi parla di rendimenti crescenti in base alla potenza di fuoco di capitali che mettete a disposizione.

Come abbiamo spiegato non funzionano così oggi i mercati e gli investitori consapevoli sanno che un maggior patrimonio significa la possibilità di poter diversificare in modo più ampio le strategie e gli strumenti finanziari per realizzare i propri obiettivi.

Salvo non credere all’oracolo che sa già dove andranno i mercati e consiglia la “formula magica” o il “prodotto finanziario perfetto” e quindi conoscendo il futuro sa già dove mettere tutta la posta.

Noi ci dispiace dirlo ma preferiamo avere meno clienti ma non illudere nessuno: non apparteniamo alla specie dei guru o di coloro che credono che esista il prodotto “definitivo” per guadagnare ma che esistano strategie migliori e peggiori per ottenere nel tempo migliori rendimenti con minori rischi ed esistano consigli disinteressati e non. E nei nostri portafogli ci piacerebbe raccontare di curve che si muovono solo all’insù e trimestri dopo trimestri in guadagno ma questa non è la realtà perchè qualunque strategia ha i suoi periodi “no” e un bravo consulente vi deve dire non solo il lato rosa ma parlarvi anche delle spine.

Chi è interessato a conoscere meglio le nostre strategie, i nostri risultati nel tempo (in pochi possono raccontare in questo settore nel periodo 2007-2008 cosa hanno realmente consigliato ai loro clienti e mostrare se le strategie hanno funzionato nella realtà e non solo sulla carta) e perché crediamo che l’indipendenza siano condizioni importanti per svolgere questo lavoro può contattarci per un check up o registrarsi alla nostra community per seguirci e/o scaricare le nostre guide (come quella sui “4 Pilastri per investire oggi” per conoscerci meglio. O semplicemente prenotare senza impegno un appuntamento telefonico o in video conferenza.

Perché in fondo le parole di Robert Arnott, famoso investitore e strategist, restano sempre valide: “negli investimenti, ciò che è comodo è raramente redditizio”.

Chi la fa troppo facile e dice di darvi i vostri soldi e sarà come una passeggiata in pianura al tramonto in una giornata sempre serena non ve la dice proprio tutta….

Salvatore Gaziano

Responsabile Strategie di Investimento di SoldiExpert SCF

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Roberta Rossi Gaziano

Responsabile Consulenza Personalizzata di SoldiExpert SCF

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Francesco Pilotti

Responsabile Ufficio Studi di SoldiExpert SCF

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Marco Cini

Esperto di pianificazione finanziara e previdenziale

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