Come valutare un fondo di investimento? Sembra una domanda difficile molto tecnica e in parte lo è. Ma provate a farvi un’altra domanda: regalereste letteralmente un quarto del vostro patrimonio a banche e reti in un decennio di tempo?
A parole molti risparmiatori dicono NO. “E che….c’ho scritto Jo Condor” recitava un sketch pubblicitario degli anni ’70. Invece senza rendersene conto nella realtà è quello che centinaia di migliaia di risparmiatori italiani fanno. Seguendo i consigli speso in conflitto d’interesse di molte banche e reti che consigliano loro fondi e altri prodotti finanziari che sono un concentrato di costi. Spese che potrebbero tagliare in modo facile rivolgendosi a professionisti indipendenti regolati come consulenti autonomi ed SCF che non guadagnano da questi “giochi di prestigio”.
Valutazione fondi di investimento: DOVE PARTIRE?
A giugno 2020 SoldiExpert SCF ha varato un simpatico (ma alcuni del settore del risparmio gestito lo troveranno decisamente antipatico) “motore” che dà un voto da zero a 10 a quasi 13.000 fondi, società di gestione comprese.
L’idea di questo Fund Rating nasce quasi casualmente dopo aver assistito a una premiazione dei migliori fondi che mi lasciò un po’ sgomento. Un mio amico mi aveva dato appuntamento a questo evento per incrociarci a Milano e non potei non rilevare, salito sul treno per il ritorno, che facendo alcune ricerche sul notebook alcuni dei fondi premiati (con gestori che si atteggiavano a star tipo Nicole Kidman) si comportavano molto peggio dei pari ETF comparabili! Ovvero di “stupidi” fondi indice in cui non c’era nessun gestore a scegliere i titoli ma un algoritmo. Il tutto, nel caso dell’ETF, a un costo infinitesimale rispetto a un fondo comune di investimento.
Gli ETF stra-battono la maggior parte dei fondi, ma gestori dei fondi (e loro cantori) fanno finta di nulla. E parlano e pontificano come se fossero in finanza Maradona o Pelè. Mentre invece in molti casi sono dei brocchi.
Come valutare un fondo di investimento? Ecco come non sbagliare.
come valutare un fondo di investimento: confronti da fare
Il meccanismo che abbiamo ideato per dare ai fondi comuni di investimento la pagella da zero a dieci (un ritorno nostalgico al passato quando così si davano i voti a noi delle generazioni “anta” o dei “boomer” come si dice oggi) è abbastanza semplice.
Un fondo che merita fra il 6 e il 7 è un fondo che si comporta come il mercato, ovvero come il suo indice di riferimento (il cosiddetto benchmark) sia a livello di performance sia quanto a discesa nelle fasi avverse (il cosiddetto drawdown).
Se un fondo fa meglio del mercato come performance e/o come capacità di perdere meno nelle fasi fortemente negative della propria categoria, allora guadagna dei bonus e può arrivare a prendere un 8, 9 e anche un 10 come Bo Derek nel film omonimo.
Se invece il fondo fa peggio del mercato come rendimento e/o come perdite nelle fasi avverse, allora si meriterà una bella insufficienza fino a zero. Ecco in cosa consiste la valutazione dei fondi di investimento seguendo il SoldiExpert Fund Rating.
Naturalmente il SoldiExpert Fund Rating non è qualcosa di “magico” e non è concepito per selezionare i migliori fondi del futuro, cosa impossibile considerato anche il problema della “persistenza” che non è un problema banale come documentiamo.
valutazione fondi investimento: SoldiExpert Fund Rating
In base ad alcuni parametri numerici, con il SoldiExpert Fund Rating è possibile capire se il fondo che ci hanno proposto merita la sufficienza o un 4 o un 10. Basta inserire il codice ISIN del fondo per leggere il rating assegnato.
Il SoldiExpert Fund Rating valuta principalmente i due aspetti che un risparmiatore ha più a cuore, ovvero quanto un fondo ha reso (la performance) e quanto sia stato rischioso, in particolare, nelle fasi avverse di mercato. L’indice di rischiosità è misurato dal drawdown e rappresenta la massima perdita nel periodo peggiore.
Come società di consulenza finanziaria indipendente, ci sembrava importante e stimolante provare a fornire un rating dei fondi d’investimento cosiddetti “attivi”. Un giudizio basato su criteri vicini a quelli che utilizziamo nell’attività di consulenza, attraverso un processo di tipo quantitativo. Con il SoldiExpert Fund Rating, a ogni fondo un voto.
COME VALUTARE I FONDI DI INVESTIMENTO: BENCHMARK DA USARE
I fondi vengono confrontati con il loro benchmark di categoria. Il benchmark è un parametro usato come termine di riferimento per confrontare e valutare l’andamento di un determinato fondo di investimento rispetto a quello del mercato. Una sorta di pietra di paragone. Se un fondo azionario sull’Italia vanta una performance del +10% in un anno, il suo benchmark potrebbe essere l’andamento della Borsa Italiana. Se questa è salita del 16%, capirete perché la performance di uno strumento finanziario va sempre inquadrato con quello nel mercato in cui opera.
Utilizziamo la classificazione delle categorie elaborata da FIDA Informatica, primario gruppo italiano nell’analisi e distribuzione di dati, per determinare se i fondi hanno avuto un rendimento più alto della controparte “passiva”. Ovvero degli ETF, fondi indice che replicano l’andamento di un settore o mercato e se i fondi hanno mostrato un rischio minore.
Visto che sui costi non c’è gara, perché gli ETF costano l’80% in meno dei fondi, il risparmiatore può capire se rispetto allo strumento meno costoso, ovvero l’ETF, il fondo aggiunge o distrugge valore. Non sempre naturalmente i benchmark attribuiti sono perfetti e calzanti per diverse ragioni e impiegheremmo molte righe a spiegarlo. Alcuni gestori di fondi cercano anche di confondere in un certo modo le acque. In oltre il 90% dei casi i benchmark forniscono una buona approssimazione per la maggior parte delle categorie. Quelle su cui ci può essere meno rispondenza sono invece tipo quelle “target”, “total return”, “flessibili” “diversificati”.
Categorie spesso più di facciata che di sostanza se si analizza “sotto il cofano” la composizione dei fondi nel tempo come facciamo con la consulenza una tantum e personalizzata.
fondI di investimento 5 stelle: CI SI PUO’ FIDARE?
Un fondo oggi a 5 stelle o da 10 fra qualche anno vi è un’elevatissima probabilità che faccia schifo, insomma. Costruire quindi portafogli con i “migliori fondi” se non si affronta questo problema è uno specchietto per le allodole che, purtroppo, buona parte dell’industria del risparmio gestito continua a fare e con molti risparmiatori che cadono ancora nella trappola di chi vende loro la schedina della settimana precedente. La risposta alla domanda se ci si può fidare di un fondo di investimento a 5 stelle è no.
Circa l’85% dei fondi esaminati di fatto si comporta peggio del mercato, ovvero degli ETF e quanto emerge è in linea con tutta la ricerca accademica (e non solo) fatta da tutti i principali istituti di ricerca e dalle società di analisi mondiali compreso S&P.
Come mai la maggior parte dei fondi ottiene risultati così scadenti da parte di un’industria che continua a raccontare invece di creare “alpha”, ovvero valore aggiunto grazie alla “capacità del proprio team di gestione di selezionare le migliori opportunità in tutto il mondo”?
I costi prima di tutto.
“Per quanto riguarda i rendimenti, il tempo è tuo amico. Ma dove sono i costi, il tempo è il tuo nemico” diceva spesso Jack Bogle, investitore e filantropo statunitense. Il fondatore e amministratore delegato di The Vanguard Group, una delle più grandi società di investimento di tutto il mondo e colui che ha creato il primo fondo indicizzato.
Come valutare i fondi di investimento: I COSTI
Se sui fondi d’investimento di Banca Mediolanum, Azimut o di molte altre società di gestione pagate un costo del 3% annuo in 30 anni, questo equivale a un abbattimento del 60% del vostro capitale! Spesso questo costo è in parte occulto ma c’è e dovrebbero obbligatoriamente ogni anno indicarvelo.
Non tutti i risparmiatori comprendono a fondo questo concetto (ci abbiamo impiegato anche noi qualche anno per capirlo) e capita ancora di vedere risparmiatori che ci dicono che con la loro banca non pagano nulla, mentre noi consulenti indipendenti che, invece, chiediamo una parcella siamo “un po’ cari”. I consulenti indipendenti nel costo della consulenza non “annegano” tutti gli annessi e connessi, ovvero il costo degli strumenti. Questo spiega due cose. Le banche italiane considerano il risparmio gestito la gallina dalle uova d’oro. E l’Italia vanta i fondi fra i più cari in Europa.
Come valutare i fondi di investimento? George Akerlof, premio Nobel dell’Economia e marito di Janet Yellen, ex governatore della Fed e attuale segretario al Tesoro Usa (che coppia! Chissà chi tiene il budget familiare…e decide come investire i soldi in casa) descriverebbe questo come un mercato simile a quello delle auto usate. Nel mercato dei “limoni” negli Stati Uniti o dei “bidoni”, diremmo in Italia, il venditore dispone di più informazioni del compratore. C’è quella che si chiama “asimmetria informativa”.
Nel mercato del risparmio, come in tutti i mercati, ci sono molte opportunità, ma anche trappole ed esche in cui molti risparmiatori finiscono per abboccare. Perché ogni volta che c’è un profitto da ricavare, i venditori potrebbero sfruttare la nostra ignoranza per piazzarci la loro merce al prezzo più alto.
Con questa teoria dei “limoni da spremere” Akerlof si è guadagnato un premio Nobel per l’Economia. Noi come società di consulenza indipendente che non guadagna un cent sui prodotti raccomandati ai clienti non aspiriamo certo a questo, ma ci piacerebbe aiutare qualche nostro connazionale a lasciare più soldi ai propri figli che alla propria banca.