Ultime news sui fondi H2O: accettare il risarcimento?

H2O Asset Management lancia un'offerta ai sottoscrittori dei fondi side-pocket. Conviene accettare? Ecco tutte le conseguenze

Nelle scorse settimane la società di gestione francese H2O Asset Management ha lanciato un’offerta speciale rivolta ai sottoscrittori dei fondi side-pocket: ecco le ultime news sui fondi H2O.

L’offerta, aperta fino al 24 gennaio 2025 (ma alcune banche potrebbero comunicare qualche giorno di anticipo), prevede una soluzione per coloro che vogliono uscire definitivamente da questi fondi con una proposta di rimborso minimo garantito. Stiamo parlando dei fondi separati (“side pocket”) creati a seguito di investimenti illiquidi controversi effettuati dalla società di gestione H20.

Chi accetta questa offerta non potrà (se ha fatto o ha intenzione di fare causa a H2O aderendo per esempio all’Associazione Collective Porteurs o ad altre iniziative legali di questo tipo) quindi ottenere ulteriori rimborsi se non quelli eventuali successivi che H2O vorrà o potrà erogare.

 

cosa significa accettare il risarcimento sui fondi h20

 

Molti sottoscrittori rimasti incastrati si domandano come procedere e se aderire o valutare strade alternative. Come SoldiExpert SCF abbiamo in questo aggiornamento ricostruito i passi chiave della vicenda per fornire delle informazioni speriamo utili per chi vuole decidere se aderire o meno a questa offerta che ha fra le condizioni poste quella di “rinunciare a qualsiasi diritto di intraprendere azioni legali relative agli investimenti nei fondi side-pocket e alla loro gestione“.

Questa offerta di fine 2024 – che deve essere accettata entro gennaio 2025 per chi volesse aderirvi – non è proprio spontanea ma nasce dalla FCA (Financial Conduct Authority) del Regno Unito. L’authority inglese ha riscontrato gravi violazioni da parte della società di gestione H2O, tra cui scarsa diligenza sugli investimenti, comportamenti omissivi del management sull’uso personale dello yacht e dell’aereo personale del finanziere Lars Windhorst (i cui titoli illiquidi sono finiti nei fondi H2O), nonché produzione di false rendicontazioni.

 

Inghilterra processa H2O asset management

 

Ad agosto avevamo dato notizia che la FCA, l’autorità di vigilanza del Regno Unito sui mercati finanziari, aveva ottenuto un risarcimento di 250 milioni di euro per i sottoscrittori dei fondi H2O rimasti incastrati.

Per decisione dell’autorità di regolamentazione oltremanica, H2O asset management non potrà più proporre i propri fondi nel Regno Unito. Il risarcimento di 250 milioni di euro chiude la vicenda con la FCA inglese e fa seguito alla multa record di 75 milioni di euro imposti dalla AMF, l’autorità di controllo francese a novembre 2022, alla società H20 oltre al divieto imposto al gestore e co-fondatore Bruno Crastes da L’Autorité des Marchés Financiers per Crastes di gestire fondi per 5 anni.

Dopo queste multe e risarcimenti, l’ultima causa contro la società a rimanere in piedi è quella di un gruppo di 9000 investitori (tra cui anche risparmiatori italiani) riuniti nell’associazione Collective Porteurs.

 

fondi h2o: ancora a processo in francia gli illiquidi

 

Il risarcimento ottenuto dall’autorità di regolamentazione inglese di 250 milioni di euro non è infatti sembrato congrua a molti risparmiatori rimasti incastrati su questi fondi. Molti di loro hanno aderito all’associazione Collective Porteurs che ha citato H2O asset management (e non solo) per 800 milioni di euro di danni. Più del triplo di quanto ottenuto dall’Authority inglese.

La Francia sarà l’ultima a far luce sulla vicenda anche per molti risparmiatori italiani coinvolti, visto che molte delle principali banche e reti del Belpaese consigliavano i fondi H20 ai propri clienti. E secondo alcuni avvocati potrebbero essere chiamate in causa: le banche che hanno collocato i fondi H20 ai risparmiatori italiani potrebbero essere condannate per le perdite subite.

 

le vere perdite sui fondi h20 finiti in side pocket

 

Finora la società H2O ha restituito circa 229 milioni di euro sulle “tasche laterali” ovvero la parte illiquida dei fondi (“side pocket”) che era stata separata e congelata. Considerando che il controvalore degli asset finiti in side pocket ammontava a 1,6 miliardi, se H2O restituirà altri 250 milioni di euro ai sottoscrittori che aderiranno all’offerta, significa che sulle “tasche laterali” gli investitori nei fondi H20 avranno perso circa il 70% di quanto finito nella parte “side pocket”.

Un valore molto più basso rispetto a quello “misleading” ovvero furoviante che sembra far credere il comunicato della società H20 Asset Management che annuncia l’offerta di risarcimento sui fondi finiti in side-pocket.  Nel comunicato la società parla di un recupero almeno tra l’87% e il 93% del valore dell’investimento per chi aderirà in raffronto al valore al momento della sospensione dei fondi a fine agosto 2020. Secondo molti analisti finanziari indipendenti che hanno seguito la vicenda sui fondi side-pocket gli investitori recupereranno invece poco più del 30% del valore, senza contare le perdite dovute all’impossibilità di investire il capitale bloccato per anni (cioè il “costo-opportunità”).

La sospensione di sette fondi OICVM di H2O (Allegro, Multibonds, Multistratégies, Adagio, Moderato, MultiEquities, Vivace) risale alla scoperta di asset illiquidi e operazioni controverse legate a Lars Windhorst. Questi asset, inizialmente valutati da H2O a 1,6 miliardi di euro, sono stati successivamente separati nei side pocket per gestire la loro liquidazione.

 

sei fondi H2o e il gruppo Tennor: relazioni pericolose

 

Dominique Stucki, avvocato di Collectif Porteurs H2O  ha più volte chiarito che intenzione di questa associazione è  “ottenere il rimborso di tutte le somme perse rispetto agli investimenti nelle obbligazioni del gruppo Tennor, ma anche dei costi pagati dai fondi di H2O AM per cercare di ristrutturare questi debiti in maniera accelerata. Ad esempio i compensi degli intermediari regolati nel corso del 2019 nell’ambito di operazioni di buy-and-sell back, nonché la perdita di opportunità e il pregiudizio morale, e specifici danni economici subiti da investitori professionali e intermediari con l’inganno veicolato da H2O con il supporto dei suoi ‘terzi di fiducia’” ovvero tutti i soggetti che hanno avuto una “parte in commedia” ovvero Natixis IM, CACEIS Bank e KPMG.

L’avvocato Dominique Stucki vuole “ risalire alle responsabilità su cosa è andato storto nella gestione della scuderia H20 (H2O Allegro, H2O MultiStrategies e H2O MultiBonds, H2O Adagio, H2O Moderato, H2O MultiEquities, H2O Vivace). I fondi H2O hanno subito perdite di importo considerevole sugli investimenti effettuati tra il 2015 e il 2019 in attività notoriamente illiquide”.

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Il ruolo Di Collectif Porteurs H2O

 

Il Collectif Porteurs H2O è un’associazione, che riunisce dozzine di consulenti, gestori di fondi di fondi e risparmiatori e si propone di valutare tutte le violazioni normative commesse dalla società di gestione H2O sui coefficienti prudenziali, il buy and sell back e i conflitti di interesse legati ai movimenti tra i fondi della società oltre all’operazione di ristrutturazione del debito di Tennor nel 2021. Tra loro molti italiani che avevano investito sul fondo H2O Multibonds. Coinvolte nelle perdite sui fondi H2O anche società di gestione come la tedesca Sauren che ha aderito al Collectif Porteurs H2O.

Dimostrare l’esistenza di un inganno in merito alle informazioni trasmesse ai clienti al momento dei fatti sarà una questione fondamentale per le parti civili e professionali. In questo caso sono rimasti scottati sia clienti privati sia istituzionali come la società di gestione tedesca Sauren, con tre fondi interni, che ha dichiarato attraverso la voce del suo avvocato di “aver preso la decisione documentata di ritirarsi dai fondi H2O AM un anno prima del verificarsi della vicenda, ma [avendo poi] ricevuto informazioni fuorvianti che la persuasero a rimanere investita” non ha dato seguito alla vendita dei fondi, provocando perdite ai suoi clienti.

 

Cosa rischiano Natixis IM, CACEIS Bank e KPMG

 

L’associazione Collectif Porteurs H2O e la società di gestione tedesca Sauren vogliono attraverso i loro avvocati raccogliere tutta la documentazione utile a chiarire le responsabilità dei diversi attori coinvolti in questo caso e si riservano il diritto di chiedere un risarcimento dei danni se venisse confermato che il custode e/o il revisore dei conti e/o Natixis IM non avessero svolto pienamente il proprio ruolo nel prevenire la commissione, per 6 anni, di gravi irregolarità nella gestione degli OICVM H2O.

Natixis IM (società del gruppo Natixis) era responsabile in particolare del controllo interno di H2O AM e dell’accentramento della commercializzazione di H2O UCITS. Anche altri attori potrebbero però essere coinvolti e chiamati in causa dal Collectif Porteurs H2O: CACEIS Bank (banca depositaria di H2O UCITS e appartanente al gruppo Credit Agricole) e KPMG (revisore di H2O UCITS). L’associazione ha già provato anche con loro a chiedere i documenti in loro possesso. Sia la banca depositaria sia il revisore dei conti sono riusciti secondo l’associazione francese finora  svicolare sostenendo che l’AMF (acronimo di Autorité des marchés financiers, la Consob francese) non ha ancora avviato procedimenti disciplinari nei loro confronti.

 

l’offerta H2O AM con scadenza gennaio 2025: I VANTAGGI

 

Cosa prevede l’offerta per i sottoscrittori di fondi H2O finiti in side pocket ovvero oggi illiquidi?

Rimborso Minimo Garantito:

170 milioni di euro saranno distribuiti tra tutti i titolari di quote.
Chi aderisce all’offerta riceverà immediatamente la propria quota al momento del pagamento.
Chi non aderisce riceverà la somma solo il 31 gennaio 2031, a meno che non sia già stata utilizzata.

Corrispettivo Aggiuntivo:

Per i partecipanti all’offerta è previsto un bonus fino a 80 milioni di euro, portando il totale dell’importo rimborsato a 250 milioni di euro.

I partecipanti venderanno le proprie quote ad H2O AM LLP, che le eliminerà dai rendiconti di portafoglio (assicurazioni sulla vita, conti titoli, ecc.) quindi si potranno portare nello “zainetto fiscale” queste minusvalenze cercando di recuperare questo credito fiscale ma per il sistema assurdo italiano solo con eventuali guadagni fatti con titoli diretti (azioni, obbligazioni, ETF, ETN, certificati) e non quindi con Fondi o ETN entro il termine di 4 anni.

Rinuncia ad Azioni Legali:

I sottoscrittori che accettano l’offerta rinunceranno a qualsiasi diritto di intraprendere azioni legali relative agli investimenti nei fondi side-pocket e alla loro gestione.

Diritto ai Futuri Recuperi:

Anche accettando l’offerta, i partecipanti precisa H2O manterranno il diritto a ricevere eventuali futuri rimborsi collegati ai fondi side-pocket se decisi naturalmente dalla società.

Per aderire ci si deve rivolgere al proprio intermediario dove sono custodite le quote dei fondi (che probabilmente avranno avvisato i sottoscrittori) ma comunque per chi desidera conoscere i dettagli dell’offerta le varie modalità di adesione e il calcolo del tasso di recupero la società H2O ha messo a disposizione un sito dedicato oppure il simulatore messo a disposizione dal Collectif Porteurs a questo indirizzo web 

SVANTAGGI DELLA PROPOSTA SU FONDI H20 IN SIDE-POCKET

 

Se naturalmente H2O consiglia di aderire e così molti intermediari anche perché in questo modo se ne escono tutti senza potenziali danni legali ed eventuali risarcimenti dalla vicenda (nel caso venga fatta causa nei loro confronti, non siano prescritti i termini e si dimostri che abbiano venduti  strumenti non adeguati o non appropriati) non così la pensano diverse associazioni dei risparmiatori e investitori coinvolti (come Collectif Porteurs H2O) e altre società e studi legali che hanno ottenuto mandato dai risparmiatori di rappresentarli e chiedere risarcimenti ben maggiori rispetto a quelli proposti da H2O.

Come deve comportarsi un risparmiatore alle prese con questa scadenza dipende quindi naturalmente da diverse considerazioni anche personali che ciascun sottoscrittore dei fondi H2O coinvolti deve fare se avere “pochi, maledetti e (quasi) subito” o puntare su un potenziale risarcimento molto più elevato se H20 fosse costretto da un Tribunale a pagare se naturalmente  ha avviato una causa o dato delega a una società per questo.

In questa vicenda va detto che chi vuole agire contro H2O per cercare di ottenere un risarcimento superiore può anche trovare associazioni (come Collective de Porteur che è il più famoso) ma anche altri studi legali e società che seguono la pratica a fronte di una “performance fee”. Ovvero difendono i sottoscrittori in cambio non di una parcella predeterminata ovvero le classiche spese legali (ben difficili da stabilire in cause complesse e prolungate) ma diversi soggetti che si sono proposti come difensori dei sottoscrittori H2o hanno scelto di essere remunerati solo ed esclusivamente in caso di risarcimenti ottenuti, trattenendosi una quota della somma ottenuta (nel caso di Collective de Porteur il 25% circa oltre a una quota di adesione all’associazione fissa per tutti di 50 euro e l’indirizzo del sito italiano è il seguente ma ci sono anche altri soggetti legali e società che propongono questa formula. E naturalmente nel caso il risparmiatore deve valutare chi ritiene il più conveniente e affidabile per ottenere una vittoria e un equo risarcimento.  Nel caso dell’associazione Collective de Porteurs H20 che ha avviato un’azione collettiva questi si è affidati per la parte legale a uno studio internazionale leader nel “litigation funding” (ha ottenuto nel caso Forti un accordo record 1,3 miliardi di euro per gli investitori in Europa) , Deminor, che opera proprio con un compenso variabile, corrispondente a una percentuale dei proventi incassati dal cliente al termine del contenzioso e che sul proprio sito vanta un tasso di successo del 79,5%.

 

Un risarcimento maggiore sui fondi illiquidi di h20 asset management

 

Secondo il  Collective de Porteur e molti studi legali (che hanno accettato anche per questo di ottenere una parcella in caso solo di vittoria) le condizioni per ottenere una vittoria in Tribunale e un risarcimento maggiore ci sono per le responsabilità gravi che vengono attribuite a H2O AM per come ha gestito la vicenda, la trasparenza mancata, l’investimento in titoli “illiquidi” del gruppo Tennor di Lars Windhorst dove non avrebbero dovuto investire e i legami privilegiati, ben oltre quelli di un normale rapporto d’affari, tra i suoi vertici e Lars Windhorst secondo la stessa FCA inglese.

Tra l’altro va detto che l’offerta fatta da H2O è valida per i sottoscrittori dei fondi coinvolti in modo diretto ma se detengono questi fondi tramite polizze assicurative finanziarie ovvero unit linked ovvero polizze del Ramo III, la situazione si ingarbuglia ulteriormente perché è la compagnia assicurativa che deve informarli se possono aderire o meno e diverse compagnie secondo quanto si sta vedendo soprattutto in Francia dove è più alto il numero di sottoscrittori di fondi H2O tramite questo “involucro” le compagnie assicurative stanno spingendo per far aderire i sottoscrittori a valle o decidendo comunque per questa opzione di aderire a questa offerta fatta da H2O. In questo modo mettono una pietra tombale sulla vicenda e anche non possono essere chiamate in astratto a rispondere per eventuali responsabilità.

Fa eccezione in Francia secondo Les Echos Investir la “nostra” Generali Assicurazioni che nel caso il sottoscrittore della polizza unit linked non comunichi nulla comunque NON accetterà la proposta di adesione formulata da H2O.

Riguardo l’opportunità di aderire o meno a questa proposta chi aderisce rinuncia a qualsiasi azione legale in futuro non solo contro H2O AM, avverte Philippe Maupas consulente finanziario indipendente francese, ma anche contro il suo ex azionista di maggioranza Natixis, il suo depositario Caceis e anche il suo revisore dei conti KPMG. Maupas è anche stato coinvolto come consulente dal Collectiv de Porteur e sottolinea che i risparmiatori hanno già ottenuto diverse vittorie in tribunale e alla fine potrebbero ottenere molto di più.

Il consulente francese è fra quelli che come noi abbiamo fatto in Italia ha seguito maggiormente la vicenda dei fondi H20. Come ha fatto SoldiExpert SCF ha segnalato anche prima che scoppiasse lo scandalo che i fondi H20 tutto erano tranne che dei banali fondi…obbligazionari esaminando la volatilità e quindi da considerare invece molto più rischiosi di come venivano venduti comunemente da banche e reti facendo affidamento soprattutto sulle performance passate.

 

niente risarcimento sui fondi h20 side-pocket: conseguenze

 

Naturalmente ha senso rinunciare all’offerta di risarcimento sui fondi H20 finiti in side-pocket solo se si decide in qualche modo di fare causa a H2O. Riguardo l’entità di questa “offerta” di H2O è interessante il caso raccontato su LesEchos Investir (uno dei siti finanziari francesi più importanti e accreditati) che presenta una simulazione e un caso significativo.

Su consiglio del suo consulente, monsieur C. aveva investito, attraverso il suo contratto di assicurazione sulla vita in H2O Multibonds dove deteneva 400 azioni ovvero 36.300 euro, al momento del blocco nell’agosto 2020. Quanto potrà realmente recuperare se aderisce alla proposta?
Nel suo caso erano stati collocati 8.628 euro nel fondo H2O Multibonds (FR0013536109). H2O AM ha poi effettuato due rimborsi parziali: 844 euro a gennaio 2023 poi 508 euro a marzo 2024. Con questa nuova offerta dovrebbe recuperare almeno 700 euro [se quest’ultima sarà sottoscritta al 100% dai detentori delle quote]. La sua perdita effettiva sui fondi riservati ammonterebbe allora a 3.720 euro, ovvero un recupero del 43% delle somme perdute (se H2O non effettuerà più alcun rimborso).

Considerata la somma piuttosto marginale proposta, cioè 700 euro, il signor C. ha preferito aspettare la data del 2031 in cui potrà recuperare parte dei 700 euro e proseguire la sua azione legale nella speranza di ottenere un risarcimento molto più elevato. per il danno subito.

Sulla vicenda H2O è di questi giorni peraltro la pubblicazione del Financial Times di un video documentario dedicato proprio a Lars Windhorst, l’audace finanziario tedesco dai legami particolari con H2O che ha provocato lo scandalo. E in questo video si parla anche della storia di Bruno Crastes, la star della finanza francese, la cui società di investimenti, H2O Asset Management, apparentemente ha investito oltre 2 miliardi di euro nelle iniziative di Windhorst prima che tutto crollasse, distruggendo centinaia e centinai di milioni di soldi degli investitori. E in questo film, Windhorst che ha accettato di farsi intervistare, racconta la sua versione mentre il Financial Times continua a chiedere: dove sono finiti tutti i soldi?

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Salvatore Gaziano

Responsabile Strategie di Investimento di SoldiExpert SCF

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