Tra i pochi italiani che hanno aderito alla previdenza complementare, la domanda più frequente è sempre la stessa: come trovare il miglior fondo pensione?
Se lo chiede anche Giulia, insegnante, alle prese con il dubbio se continuare il percorso intrapreso o guardare altrove. Da anni versa circa 1.400 euro l’anno in un fondo pensione complementare, ma resta il dubbio: esistono soluzioni migliori sul mercato?
Come consulenti indipendenti affrontiamo spesso questo tipo di domande e nel tempo abbiamo dedicato numerosi approfondimenti al tema. Proprio per aiutare chi vuole orientarsi nella scelta del miglior fondo pensione, SoldiExpert SCF ha pubblicato anche un video dedicato.
Come capire se hai davvero il miglior fondo pensione
Molte persone sottoscrivono un fondo pensione quasi senza rendersene conto: spesso è la banca, il consulente finanziario tradizionale o l’assicurazione a proporlo come soluzione “standard”.
Il problema è capire se quel fondo pensione sia davvero il migliore per la propria situazione. La scelta non è banale, perché tra fondi pensione aperti, fondi negoziali e PIP (piani individuali pensionistici) l’offerta è vastissima: in Italia ci sono centinaia di fondi attivi.
È quindi normale, come accade a Giulia – insegnante che da anni versa in un fondo di previdenza complementare che gli hanno proposto alle Poste – domandarsi se convenga restare dov’è o valutare alternative più adatte alle proprie esigenze.
Trasferire il fondo pensione conviene davvero?
Il trasferimento del fondo pensione è sempre possibile e, in molti casi, può rivelarsi una scelta vantaggiosa. Spostare la propria posizione da un prodotto di previdenza complementare a un altro permette di ridurre i costi o accedere a soluzioni più adatte al proprio profilo.
Naturalmente si tratta di una decisione che va valutata con attenzione: per questo SoldiExpert SCF offre la possibilità di una consulenza una tantum, così da ricevere un supporto esperto e competente in un passaggio che può sembrare complesso ma che, se ben gestito, diventa un’opportunità.
Per approfondire, leggi il nostro articolo dedicato al trasferimento del fondo pensione: un’opportunità o un percorso a ostacoli?
Gli italiani e la migliore previdenza complementare
Gli italiani non vanno matti per la previdenza complementare. Secondo le informazioni più aggiornate fornite dalla COVIP nella relazione annuale con dati a fine 2024, pubblicata a giugno 2025, la previdenza complementare continua ad espandersi (+3% rispetto al 2023) ma non sfonda.
Su 25,6 milioni di occupati, sono infatti quasi 10 milioni gli iscritti alle forme pensionistiche complementari. Il tasso di adesione alla previdenza complementare supera un lavoratore su 3.
Non è facile dire se sia una questione di abitudine, di sfiducia o di scarsa conoscenza verso questo tipo di strumento. Fatto sta che le riforme delle pensioni che si sono susseguite in questi anni non hanno spinto in massa dipendenti e lavoratori autonomi a ricercare un paracadute per la vecchiaia nella pensione integrativa.
Dove vanno i soldi degli italiani nella previdenza complementare
L’offerta per costruirsi una pensione di scorta oltre a quella pubblica è ampia, ma non sempre le scelte ricadono sulle soluzioni migliori disponibili. Oggi gli italiani si distribuiscono tra cinque principali strumenti finanziari: fondi negoziali (4,109 milioni di iscritti, +5,5%), fondi aperti (2,034 milioni, +7%), fondi preesistenti (661 mila, +1%), PIP “nuovi” (3,693 milioni, +2,5%) e PIP “vecchi” (283 mila, in calo).
Proprio i PIP, vecchi e nuovi, rappresentano il 40% delle adesioni complessive, nonostante – come spiega Marco Cini di SoldiExpert SCF in un video dedicato alla scelta del miglior fondo pensione – raramente siano l’opzione più conveniente per integrare la pensione pubblica.
Migliori fondi pensione
Con la riforma del 2007 fondi chiusi o negoziali, fondi aperti e PIP (polizze assicurative sulla vita a fini previdenziali) sono stati equiparati. I lavoratori possono quindi scegliere liberamente a quale forma aderire. Ma forse il problema è proprio questo, capire quale delle varie opzioni fanno per noi.
Come ogni tipo di investimento, anche la scelta di una forma di previdenza complementare presuppone la necessità di informarsi e fare un confronto tra fondi pensione per evitare problemi. Tuttavia, in questo settore forse più che in altri, non è facile districarsi, visto che occorre prendere in considerazione gli aspetti fiscali, la deducibilità, l’inflazione, il “rischio longevità” ma anche i costi che possono determinate una differenza enorme. Previdenza complementare, un vero labirinto, quindi. Materia da consulenti finanziari indipendenti.
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La previdenza complementare è un modo per integrare (o costruirsi da zero) una pensione integrativa rispetto a quella che si avrà versando i contributi da lavoro obbligatori per legge. Si tratta infatti di contributi volontari, un vero e proprio investimento, che in tempi lunghi potrà garantire un’entrata aggiuntiva.
Per ottenerla, per lavoratori dipendenti e autonomi, le opzioni sono fondamentalmente tre: fondi negoziali, fondi aperti e PIP. Le definizioni precise le trovate alla fine dell’articolo, per ora vi basti sapere che, con l’aria che tira, la previdenza complementare è ormai una necessità.
fondo pensione piu’ conveniente
Malgrado la riluttanza dei nostri concittadini e la difficoltà nel comprendere il funzionamento dei fondi pensione privati, i piani individuali pensionistici proposti da compagnie assicurative vanno per la maggiore anche se il PIP non è il fondo pensione più conveniente.
Ciò che stupisce chi si occupa di consulenza finanziaria indipendente è il grande peso dei fondi pensione assicurativi o PIP sul totale. Circa il 40% di chi cerca una soluzione di previdenza complementare sceglie questa strada, probabilmente dopo aver chiesto proprio a un assicuratore: fondi pensione: quale scegliere?
Lo stupore di questa scelta nasce dal fatto che spesso, dati alla mano, sul lungo periodo rendono meno, soprattutto a causa dei costi di gestione.
Un elemento spesso trascurato ma ben spiegato nel video di Marco Cini di SoldiExpert SCF che assiste i risparmiatori proprio nel valutare i migliori fondi pensione, che illustra chiaramente anche i motivi per cui in tanti decidono di seguire questa via per costruirsi una pensione integrativa.
Muoversi nella giungla delle varie opzioni possibili e dei differenti fondi pensione complementari, infatti, non è per nulla facile. Perché per un normale utente – pur in possesso di cognizioni finanziarie di base – considerare il mix di variabili in gioco (rendimenti, costi di gestione, impatto fiscale, durata della vita, obiettivi, profilo di rischio e così via) può diventare un lavoro a tempo pieno. Fondi pensione: quale scegliere quindi?
Senza contare che in questo frullatore bisogna inserire il fatto di essere lavoratore dipendente (e con quale tipo di contratto) o autonomo, e che non si devono trascurare le alternative: investire in fondi d’investimento o ETF, per esempio? Roba da far girare la testa. Roba da lasciare ai consulenti indipendenti, appunto, tra i pochi in grado di rispondere alla domanda ‘migliori fondi pensione, quali sono?’ senza conflitti d’interesse.
Cosa sono i fondi pensione aperti e chiusi
Prima di seguire il video di Marco Cini sui migliori fondi pensione può essere quindi utile un breve ripasso sulle tre principali forme di previdenza complementare, per capire cosa sono i fondi pensione aperti e chiusi e i PIP, strumenti fondamentali della previdenza complementare per la costruzione di una pensione integrativa. Vediamoli in dettaglio.
Fondi pensione negoziali (“chiusi”)
Sono forme pensionistiche complementari di natura contrattuale; sono enti giuridicamente autonomi, distinti dai soggetti promotori (lavoratori e datori di lavoro). Per il settore dei liberi professionisti possono essere promossi dalle casse professionali. Possono essere istituiti in base a contratti collettivi, anche aziendali, o da accordi promossi da sindacati o associazioni di categoria.
Sono destinati a:
- dipendenti del settore privato della stessa categoria contrattuale, della stessa impresa o gruppo di imprese o territorio;
- liberi professionisti e lavoratori autonomi;
- dipendenti pubblici;
- soci lavoratori di cooperative.
Fondi pensione aperti
Può aderirvi chiunque intenda formarsi una pensione integrativa. Sono fondi pensione privati e possono essere promossi da banche, assicurazioni, società di gestione del risparmio (SGR), società di intermediazione mobiliare (SIM).
Piani Individuali Pensionistici di tipo assicurativo (PIP)
Sono forme pensionistiche complementari istituite da assicurazioni, cioè fondi pensione assicurativi a cui può aderire chiunque individualmente. Sono fondi pensione privati e sono di due tipi: con contratti di assicurazione sulla vita di Ramo I e di Ramo III.
- I contratti di assicurazione sulla vita di Ramo I prevedono che la rivalutazione della posizione individuale sia collegata a gestioni interne separate;
- i contratti di assicurazione sulla vita di Ramo III, prevedono invece che la rivalutazione della posizione individuale sia collegata al valore delle quote di fondi interni detenuti dall’impresa di assicurazione oppure al valore delle quote di fondi d’investimento o Sicav.
Possono esservi anche contratti a forme miste, nelle quali la rivalutazione della posizione individuale sia collegata ad entrambi i tipi di contratti di assicurazione.
Per approfondire:
Fondo pensione: investire oggi sul domani
Le domande che cercavate su pensioni di scorta, fondi pensione e previdenza