Hai sentito parlare della nuova tassazione sulle criptovalute e non sai come comportarti? Non sei il solo. Dal 2023 l’Italia ha introdotto regole precise su come dichiarare e tassare Bitcoin, Ethereum e tutte le altre cripto-attività.
Le indicazioni ufficiali arrivano dall’Agenzia delle Entrate, che ha chiarito quando scatta la tassazione, come compilare i quadri RW/RT del modello Redditi o il nuovo quadro T del 730, e quali sono le sanzioni per chi non dichiara.
Per fare chiarezza abbiamo raccolto qui le domande più frequenti, con risposte pratiche e aggiornate.
1. Le criptovalute sono tracciate?
Sì. La natura pubblica della blockchain rende tracciabili le transazioni e la normativa italiana obbliga gli operatori di servizi crypto a iscriversi al registro dell’OAM, comunicare periodicamente i dati dei clienti e documentare ogni operazione non interna alla piattaforma. I contribuenti devono conservare prove d’acquisto e di trasferimento per dimostrare la titolarità dei wallet.
2. Le criptovalute sono da dichiarare?
Sì. Tutti i residenti che detengono cripto-attività devono indicarle nel quadro RW del modello Redditi PF o nel quadro W del modello 730, indipendentemente dall’importo e dal luogo di detenzione. L’obbligo di monitoraggio riguarda anche i wallet su chiavi USB o piattaforme estere.
3. Dove vanno dichiarate le criptovalute?
Le giacenze vanno riportate in quadro RW (modello Redditi PF) o quadro W (730) per il monitoraggio e per l’imposta sul valore delle cripto-attività. Le plusvalenze da cessione si dichiarano nel quadro RT del modello Redditi PF o, dal 730/2025, nel quadro T (sezione V) dedicato alle plusvalenze da cripto-attività.
4. Come si dichiarano le criptovalute?
Nel quadro RW/W si indica per ciascuna cripto-attività il valore in euro al 31 dicembre, determinato secondo la quotazione dell’exchange, specificando se l’intermediario ha applicato l’imposta di bollo. Le plusvalenze si calcolano come differenza tra valore di vendita e costo medio ponderato di acquisto e si riportano nel quadro RT o T insieme alle minusvalenze compensabili.
5. Cosa bisogna dichiarare sulle criptovalute?
Devono essere dichiarati: (i) il valore e la quantità di ogni cripto-attività detenuta al 31 dicembre (per il monitoraggio e l’imposta patrimoniale); (ii) le plusvalenze e minusvalenze realizzate nell’anno tramite cessione, permuta o rimborso; (iii) eventuali rivalutazioni eseguite pagando l’imposta sostitutiva (14% per valori al 1/1/2023, 18% per valori al 1/1/2025).
6. Quando vanno dichiarate le criptovalute?
Il monitoraggio (quadri RW/W) e l’imposta sul valore vanno effettuati ogni anno nella dichiarazione relativa all’anno precedente. Le plusvalenze si dichiarano nell’anno di realizzo, cioè quando si vendono o si permutano criptovalute, non al semplice possesso.
7. In quali quadri si dichiarano le criptovalute?
Quadro RW/W per il valore patrimoniale delle cripto-attività; Quadro RT del modello Redditi PF o Quadro T del 730 per le plusvalenze.
8. Le criptovalute sono tassate?
Sì. Le plusvalenze realizzate da persone fisiche sono soggette all’imposta sostitutiva del 26% fino al 2025; dal 1° gennaio 2026 l’aliquota salirà al 33%. Inoltre si applica un’imposta patrimoniale (imposta sul valore delle cripto-attività) o, in alternativa, l’imposta di bollo al 2‰ del valore.
9. Come si pagano le tasse sulle criptovalute?
Se le criptovalute sono detenute presso un intermediario italiano che gestisce il regime amministrato, l’intermediario preleva l’imposta dovuta (26%) come sostituto d’imposta e applica il bollo. In caso contrario, il contribuente deve calcolare l’imposta sostitutiva sulle plusvalenze e versarla tramite modello F24 insieme al saldo e acconto delle imposte sui redditi. L’imposta sul valore o il bollo si liquidano tramite la dichiarazione dei redditi nel quadro RW/W.
10. Quando si paga la plusvalenza sulle criptovalute?
La tassazione scatta quando si realizza la plusvalenza: vendita di criptovalute contro euro, contro altre valute virtuali o utilizzo per acquisti. Il semplice trasferimento su un wallet personale non genera plusvalenza solo se si dimostra con documenti ufficiali la titolarità del wallet; altrimenti può essere considerato un’operazione imponibile. L’imposta va liquidata nella dichiarazione dell’anno di realizzo.
11. Quali sanzioni rischia chi non ha dichiarato le criptovalute?
L’omessa compilazione del quadro RW/W comporta sanzioni dal 3% al 15% del valore non dichiarato; se le attività sono detenute in Stati non collaborativi la sanzione può raddoppiare. Inoltre sono dovute le imposte evase e gli interessi, con ulteriori sanzioni per l’omessa dichiarazione dei redditi (dal 120% al 240% dell’imposta dovuta).
12. Come può sanare la posizione chi non ha dichiarato le criptovalute?
È stata prevista una procedura di regolarizzazione per le cripto-attività non dichiarate al 31 dicembre 2021 (con versamento di un’imposta sostitutiva del 3,5% del valore non dichiarato più una sanzione dello 0,5% per ogni anno di omissione entro il 30 novembre 2023). Per omissioni successive si può ricorrere al ravvedimento operoso: presentare una dichiarazione integrativa, versare l’imposta dovuta, gli interessi e una sanzione ridotta; in caso di accertamento si applicano le sanzioni piene.
Tassazione delle criptovalute in Italia
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