Lettera C
GLOSSARIO
È un modello che serve per determinare il “premio per il rischio” di un investimento. Con “premio per il rischio” si intende il maggiore rendimento che un investimento rischioso offre, rispetto ad un titolo privo di rischio, ovvero un titolo così sicuro da offrire un rendimento senza correre alcun rischio. Tra investimenti rischiosi e titoli privi di rischio ogni investitore secondo questo modello ha un unico portafoglio ideale: quello che presenta il maggior rendimento atteso per unità di rischio corso.
Si riferisce al valore delle azioni in circolazione di una società e si ottiene moltiplicando il prezzo delle azioni per il numero di titoli emessi.
Capital gain. Letteralmente “guadagno in conto capitale” ovvero la differenza positiva tra il prezzo di vendita di un’attività e il suo prezzo di acquisto. Quando l’operazione di vendita produce un “capital gain” si usa il termine “plusvalenza” per indicare un aumento del valore di un investimento. La tassa sul “capital gain” o sulle “plusvalenze” va a colpire l’aumento del valore di un investimento.
Si utilizza questa definizione inglese traducibile in italiano come “vacca da mungere” per definire un’unità di business, una linea di prodotti o un investimento altamente proficuo ovvero che produce flussi di cassa elevati a fronte di investimenti molto bassi in nuove tecnologie. Il linguaggio si riferisce all’idea che l’investimento produce “latte” (ovvero profitti) senza troppi sforzi aggiuntivi in quanto la quota di mercato acquisita è alta, la crescita del mercato è bassa, l’investimento è stato interamente recuperato e non occorre fare nuovi investimenti per mantenere la posizione conquistata e gli elevati margini di profitto.
Il flusso di cassa è il contante che viene generato da un investimento o un’attività. In senso proprio il termine cash flow indica il “flusso di cassa” ed è dato dalla differenza fra entrate e uscite monetarie manifestatesi durante l’esercizio. Esso esprime l’incremento o il decremento subito dalle disponibilità liquide in un periodo amministrativo. Si usa dire che un’azienda con un flusso di cassa positivo produce cassa mentre un’azienda in cui le uscite monetarie sono superiori alle entrate “brucia” cassa.
Si tratta di strumenti finanziari derivati cartolarizzati che le banche utilizzano per aumentare la loro capacità di produrre reddito. Derivati significa che i prezzi sono basati sul valore di mercato di un altro strumento finanziario, detto sottostante. Gli “investment certificate” sono derivati cartolarizzati, ovvero una combinazione di contratti finanziari incorporati in un titolo, negoziabile come un titolo azionario. Questi prodotti sono emessi da istituzioni finanziarie che si assumono l’obbligo dei pagamenti dei flussi dovuti, coerentemente con quanto contenuto nell’apposito prospetto informativo. Il garante del certificato quindi è l’istituto (la maggior parte delle volte una banca o un’istituzione finanziaria) che lo emette. Vanno valutati come investitori con grande prudenza perché spesso vengono promossi come strumenti finanziari quasi miracolosi in grado di far guadagnare rendimenti significativi o ottenere cedole ulta generose. Il lato negativo, spesso poco evidenziato dai collocatori, è invece che possono dimostrarsi prodotti molto costosi (e infatti vengono collocati a manetta da numerose reti e banche) e illiquidi e il cui rendimento è collegato a eventi che rappresentano talvolta vere e proprie scommesse.
I CCT sono strumenti di copertura del debito pubblico italiano. Si tratta di titoli obbligazionari emessi dal Tesoro, a medio e a lungo termine, soggetti a indicizzazione finanziaria delle cedole. Le cedole semestrali successive alla prima sono solitamente indicizzate al rendimento dei BOT a 6 mesi relativo all’asta della fine del mese precedente il periodo di decorrenza della cedola stessa, maggiorato di uno spread.